CHIUSI, BARRA A SINISTRA E UN ATTORE AL TIMONE. E’ UFFICIALE: GIANNI POLIZIANI NUOVO DIRETTORE ARTISTICO DEL MASCAGNI E DEL FESTIVAL ORIZZONTI.
CHIUSI – Adesso è ufficiale. La conferma è stata data ieri 5 novembre, con la conferenza stampa del Presidente della Fondazione Orizzonti: Gianni Poliziani è il nuovo direttore artistico del Teatro Mascagni e del Festival Orizzonti. Incarico che terrà per 3 anni, dal 2019 al 2021.
E’ arrivato un po’ in ritardo il sindaco-presidente Bettollini e non ha nascosto una certa emozione. Ha raccontato, fuori dai denti, come si suol dire, il travaglio che ha vissuto quando, di fronte ad una situazione fattasi insostenibile chiese ad Andrea Cigni di “ridurre” il suo Festival 2017 per rientrare nei parametri e poi, dato il comprensibile no di Cigni (“ad un artista non puoi chiedere di tagliare un’idea, un progetto”), decise prima di chiudere quell’esperienza in anticipo, poi di chiudere anche il festival estivo per un anno… Ha raccontato l’incontro con Roberto Carloncelli e la scommessa di non fermarsi e andare avanti con un progetto diverso. E infine il dolore, l’amarezza, la voglia di lasciar davvero perdere, dopo la scomparsa di Carloncelli alla vigilia del festival di quest’anno. Ma siccome “The show must go on”, ecco la decisione a sorpresa. Il coniglio tirato fuori dal cilindro. O se volete l’uovo di Colombo: la decisione di ripartire da Chiusi e dal “Number one” o “Special one” di Chiusi nel settore: Gianni Poliziani, appunto. Che ci ha pensato 48 ore e poi ha accettato.
Una scelta che può apparire scontata (chi se non Poliziani?), ma non lo è. Per vari motivi, che in parte abbiamo già accennato in un articolo precedente: il primo è che Gianni Poliziani è un grande attore, il migliore sulla piazza, non più “dilettante”, ma professionista; è un conoscitore profondo del teatro, dei teatri e dei teatranti di questo territorio e non solo, ha rapporti consolidati con compagnie, amici inseriti nell’ambiente, è uno che è fortemente legato a Chiusi, ma… non ha alle spalle esperienze significative di direzione artistica, da manager. Perché adesso non dovrà solo salire sul palco e recitare. Il copione sarà diverso.
Il secondo motivo è che Poliziani alle ultime elezioni (e anche a quelle precedenti) si era schierato dichiaratamente a favore di una lista alternativa a quella di Bettollini. Per la precisione i Podemos e nel 2011 la Primavera. Ecco, questo non è un particolare banale o irrilevante. Significa che Bettollini ha affidato le chiavi del teatro, del festival e – diciamolo pure – della cultura chiusina ad una figura non allineata e coperta, addirittura ad uno dei “fiori all’occhiello” dell’opposizione. Per la precisione dell’opposizione di sinistra. O meglio una figura di quella sinistra diffusa e dispersa che a Chiusi c’è sempre stata, ma negli ultimi anni è rimasta chiusa in un angolo, additata come ferrovecchio, roba da rottamare.
Ha avuto insomma coraggio il sindaco-presidente Bettollini e ha fatto un altro passo nella direzione giusta. Tra l’altro la circostanza della divergenza politica non è stata nascosta nella conferenza stampa. Al contrario è diventata motivo di soddisfazione per entrambi. Avevamo promesso, su queste colonne, che se la scelta fosse stata confermata dopo i primi rumors, avremmo detto bravo a Bettollini. Oggi glielo diciamo: Bravo! scelta giusta e coraggiosa.
Che poi tra i due – Bettolini e Poliziani – sia scattata, e non da adesso, una sorta di attrazione fatale e ci sia stata anche una fase di corteggiamento, lo hanno raccontato loro, nella conferenza di ieri. Segno che non siamo solo noi di Primapagina a vedere i passi in avanti (e a sinistra) compiuti da Bettolini dal 2016 ad oggi. E questo è argomento su cui l’opposizione di sinistra dovrebbe quantomeno riflettere.
Gianni Poliziani dovrà seguire la stagione invernale del Mascagni e il Festival estivo. Quest’anno sia l’una che l’altro saranno – ha detto Poliziani – “brevi, ma intensi: 4-5 serate ma di grande qualità per la stagione, tra gennaio e aprile, e 5-6 giorni di Festival, ma densi di iniziative ed eventi, dalla mattina, al pomeriggio, alla sera, fino a notte fonda”.
Insomma il primo obiettivo dichiarato dal neo direttore artistico sarà quello di recuperare un rapporto proficuo, profondo con la città. Tutta la città. E recuperare, nel caso di Orizzonti, anche “lo spirito e l’atmosfera del festival, che non può essere una semplice rassegna di spettacoli, ma deve vivere e pulsare in più luoghi, in più momenti, deve essere una sorta di febbre che sale…”
In questo senso Poliziani ha spiegato che pensa ad un rapporto profondo tra esperienze artistiche del territorio, soprattutto giovanili e i professionisti che verranno al festival. Così come pensa ad incrementare in inverno le “residenze artistiche” di compagnie che vengano a Chiusi a preparare i loro spettacoli, offrendo al pubblico la possibilità di seguire le prove, di parlare con gli attori e i registi (è successo poche settimane fa con Umberto Orsini).
“Non inventerò niente”, si è schernito Poliziani, affermando che cercherà di attingere alle cose buone fatte da chi lo ha preceduto, da Manfredi Rutelli ad Andrea Cigni, a Roberto Carloncelli e a quanto di buono ha visto e vissuto nel territorio. Ha spiegato che cercherà di coinvolgere più “location”, oltre la Piazza Duomo e il teatro (la tensostruttura San Francesco, l’Olivazzo, Piazza Cesare Battisti, l’Orto Vescovile…) e magari anche il Lago e Chiusi Scalo con qualche specifica iniziativa…
In tutto ciò, la filosofia di Gianni Poliziani riecheggia lo spirito di due esperienze di eccellenza del territorio: il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, per quella tensione a sperimentare e intrecciare le forze locali con i professionisti che si mettono a servizio e Monticchiello, per il coinvolgimento di un’intera comunità…
Chiusi non è né Montepulciano, né Monticchiello, ha altre caratteristiche e, rispetto a Monticchiello anche altre dimensioni. E’ una città che ha interessi molteplici e può apparire poco incline all’arte e alla cultura, ma non è digiuna di queste cose. Il Festival Orizzonti ha più di 15 anni, prima c’erano le estati musicali, una stagione invernale il Mascagni l’ha sempre avuta e se c’è una persona che può davvero ottenere un coinvolgimento maggiore della cittadinanza intorno al teatro, al festival, alle iniziative culturali, questa persona è Gianni Poliziani. Non a caso quando gli è stato chiesto se avesse una parola chiave per sintetizzare il suo progetto, ha risposto “partecipazione”. “Perché la partecipazione è libertà. E viceversa.” Ha citato Giorgio Gaber, Poliziani, un autore che egli ama e con il quale si è anche cimentato magistralmente nello spettacolo “4 amici al bar” del 2015.
Conoscendolo e pensando ad uno slogan avrebbe anche potuto dire “Gioia e Rivoluzione“, citando gli Area e la stagione del ’77, ma Gianni Poliziani è sì uno di sinistra, con le idee chiare e obiettivi precisi, ma è uno che sa che le rivoluzioni in Italia si fanno poco volentieri (l’unica che è riuscita l’ha fatta Mussolini) e quelle che riescono meglio sono, alla fine, le rivoluzioni gentili, fatte con ironia, con leggerezza, con un pensiero lungo alle spalle, non con le cannonate che lasciano macerie…
Non avrà molti soldi a disposizione Poliziani per far quadrare il cerchio: 100 mila euro tra stagione invernale e festival estivo. Sono vacche magre. Ma… “la sfida vera è fare cose belle con poco, farle con il portafoglio pieno è facile, tutti ne sarebbero capaci”, ha chiuso sorridendo Poliziani.
In questi tre anni di gestione artistica, Poliziani avrà al proprio fianco il Cda della Fondazione appena rinnovato e composto da Juri Bettollini, Giannetto Marchettini, Lucia Marcucci e Marco Fè, subentrato ad Edoardo Albani. Con loro i due addetti della Fondazione Arianna Fè e Daniele Cesaretti a fare da braccio armato.
Gianni è però anche animale da palcoscenico e, sia nella Stagione invernale che al festival, sul palco a recitare, un paio di volte ci salirà. Lì dovrà dimenticare per quelle due ore, i bilanci, le compatibilità, i meccanismi dell’organizzazione…
Finiranno il mandato insieme Poliziani e Bettollini, nel 2021. La sfida li vede adesso fianco a fianco. Entrambi si giocano parecchio del proprio futuro. Che sia anche un segnale politico lanciato ad altri? A fine estate, dopo la prima stagione e il primo festival nuova gestione ne sapremo di più. Secondo noi è già un buon segnale. Qualcuno potrà pensare che sia un passo indietro rispetto ai tempi in cui si sceglieva un tipo come Andrea Cigni e una visione artistica di quel genere, catapultandola dall’alto in una realtà sonnachiosa come Chiusi, che oggi siamo di fronte all’ordine di tirare i remi in barca e di chiudersi nel proprio orticello. Non è così. Gianni Poliziani, nella situazione attuale, per tutti i motivi che abbiamo detto e per le idee che ha, è la migliore soluzione possibile, non un ripiego. E può essere un salto in avanti, per la crescita della città, per farla uscire dall’apatia e dalla diffidenza, non un passo indietro. Gianni ha interpretato anche il Capitano Achab, sa come si tiene un timone.
m.l.
Bravo Gianni e bravo il sindaco e la Fondazione !
Plaudo alla bravura e soprattutto alla passione di Gianni Poliziani che è persona capace, simpatica,sottile e sensibile ,ma credo che occorra tenere separati i ruoli, in questo caso quello tecnico, conoscitivo e professionale da quello politico che c’entra come il due a briscola nella scfelta fatta. Vedo che è ormai un comportamento assodato quello di appioppare etichette a seconda dei ruoli che vengano ricoperti,che nulla c’entrano con i destini politici del nostro comune.Ognuno di noi ha un credo politico certamente, una idea del mondo e sebbene anche Gianni Poliziani abbia- credo- un marcato parallelismo anche con le mie di idee e con una visione del mondo presa da un certo e preciso angolo visuale, non mi sembra opportuno che si possa respirare dal tuo intervento -da come lo presenti-che possa servire ad un Bettollini che è e rimane un esponente del Partito Democratico, ed in tal senso credo che sia abbastanza scontato e non inutile dire e parlare dell’emozione-che ci può pure essere nel presentare questa decisione al pubblico di Chiusi da parte del Sindaco perchè no ?-ma che non mi sembra essere una carta che possa comportare posizioni politiche da venir interpretate come omogenee fra le persone e che sia l’una o l’altra debbano fruire come dici te anche per il futuro di tale omogeneità che non esiste secondo il mio punto di vista.In questo caso da rispettare entrambe come posizioni diversificate delle persone in questione , una con una visione e l’altra con un altra,con una posizione politica ben definita fra tutte e due, ma che nulla c’entra,anzi-e che in certe casi se si vedesse come la presenti tu-potrebbe essere anche deleteria sia per l’una che per l’altra persona nelle due funzioni che ricoprono.Atteniamoci quindi esclusivamente al ruolo tecnico di entrambi, emi sembrerebbe questa la cosa più idonea per Chiusi, per il Sindaco e per Gianni Poliziani. .Questo io vedo e ritengo.Una posizione culturale che Poliziani da sempre liberamente esprime nel suo lavoro e credo che si comprenda quale essa sia e la natura di questo stà dentro alle cose che esprime e nel modo di come sà esprimerle, ma che credo non debba essere presa e messa sotto i riflettori per far apparire altri gravitanti ormai in un certo campo a sinistra, nel senso che tu per tale scelta indori Bettollini quasi facente parte di una corrente di sinistra e che scalpiterebbe per apparire tale. Quando io ti dico che così si confondono le pere con le mele e dico che dai l’impressione ed in alcuni casi anche la certezza che si voglia vedere anche in tali aspetti una finalità politica quasi fosse un muro cosparso di cementite in attesa di ricevere il colore rosso pronto sul pavimento dall’imbianchino per far apparire il contesto spostato a sinistra credo di non esagerare con tale esempio e mi sembrerebbe se così fosse proprio una forzatura tesa per rendere un campo di atterraggio normale a quelle fortezze volanti che abbisognavano di un intero aereoporto perchè altrimenti non sarebbero atterrate.Si chiama questo in una sola maniera nel gergo dei cacciatori :” fare gli uomini per la maremma”.Ti volevo quasi rispondere ”un passettino per volta e forse vedrai che ci siamo”, ma il contenuto di questo mio intervento al solito denso di prolissità per darla bene ad intendere ai lettori,dice in sostanza la stessa cosa.Ma di quale sinistra si stà parlando Marco ? Quella di Bettollini ? Ma devo essere ancora più netto per farti capire e per far capire a chi legge che tutte queste sono operazioni di vendita di fumo che c’entrano nulla con la battaglia delle idee? Lascia stare le persone, che le proprie idee ce le hanno comunque e ne danno atto come ne ha dato atto Bettollini nel suo essere Sindaco e che credo che non abbia bisogno di essere tirato per un lembo della giacchetta ,lo stesso si dovrebbe dire di Poliziani nel suo lavoro ed in quello che vuole liberamente ed intelligentemente trasmettere con la sua passione.Forse è un rispetto dei ruoli di tutti e due, ma questo continuamente tirare per la giacchetta l’uno o l’altro- scusa se te lo dico – non credo che sia ben producente perchè tende a confondere le pere con le mele ed anzi potrebbe anche dare adito a pensieri che al limite magari neanche esistono nelle stesse persone, ma che vedo che ad ogni piè sospinto ritornano incessantemente fuori da un po’ di tempo a questa parte e questo mi fa pensare che vi sia un malessere,che non è quello della ” solitudine” ma che tale senzazione emotiva sia il viatico per l’introduzione affinchè nella TV si passi da un canale all’altro maneggiando il telecomando e che nel contempo la gente non veda quale tasto si schiacci.Vedo e contemplo e sono con te nel dire che la scelta tecnica di Gianni sia un valore aggiunto per Chiusi ed il suo territorio, io a questo ci credo come credo che sia stato scelto per la sua competenza e per la sua passione, ma per favore gli autostop sono anche proibiti, c’è il cartello anche all’entrata dell’autostrada, nel senso che se qualcuno chieda l’autostop, la polizia lo ferma e gli fà anche a contravvenzione.Questo riguarda in tal caso chi stia ai bordi dell’autostrada e veda la macchina che passi e decida di poterci salire.Se uno vuole andare a Roma od a Firenze và alla stazione, sceglie il treno da prendere e compera il biglietto.Mi sembra tanto semplice, ma vedo che è dura, ed è dura anche per chi ”portoghese” forse non vorrebbe nemmeno essere, ma il capotreno lo spinge dentro il vagone per farlo salire.
Lo dici te che c’entra come il due a briscola. Le persone sono quello che dice la loro storia. L’aspetto politico non è il più rilevante, ma di sicuro non è irrilevante. E questa non è solo una mia opinione. E’emerso anche alla conferenza stampa dalla parole di Bettollini e Poliziani. E se lo dicono loro…
Ah, quindi loro dicono che vi sia comunque una certa correlazione fra la loro funzione e la politica ? Io non crederei,oppure sei tu che lo dici ”o glielo fai dire” tramite il tuo post? No, vorrei capire.Dico questo proprio per il motivo che ti ho specificato nel lungo intervento precedente che è quello che mi appare.Non ero presente alla conferenza ma credo che si siano fatte solo presentazioni, motivazioni di carattere tecnico e culturale, parlato di speranze e propositi ed anche di soddisfazione dal momento che Poliziani è un figlio del nostro territorio, ma non di quello di cui parli tu e delle considerazioni che fai.Sarebbe alquanto inopportuno che le avessero fatte e non credo davvero che sia come dici tu; la loro soddisfazione la capisco, ma tutto il resto, quello del passo a sinistra di Bettollini è una tua considerazione o congettura come si voglia chiamare o tentativo di dargli un aiutino a salire sulla macchina che si allontani dal renzismo pur essendo stato renziano e continuato ad esserlo.D’altra parte Marco mi dici come si fa a concepire che un iscritto al partito democratico e perdipiù sindaco parli di politica e di ammiccamenti in una occasione del genere e di passi verso una nuova posizione che potrebbe assumere? Tutto questo- ma dimmi la verità-ma ti sembra normale ? Io credo proprio che talvolta la realtà supererebbe la fantasia e potrebbe essere così solo in previsione del cosiddetto ” riciclo” e mentre tu non lo nomini mai con tale nome, forse perchè in cuor tuo ti sembrerebbe sconveniente e forse sarebbe più accettabile chiamarlo ”riposizionamento”mentre per me la questione è esattamente la stessa: gli artifizi sono artifizi e rimangono tali, ma certo oggi la politica non si ferma davanti a nulla….Ma in tutta verità-come ti ho già specificato- credo che sii tu che lo dica e non i diretti interessati, i quali possono dire tutto quello che vogliono, farsi reciprocamente le congratulazioni, portare in superficie le speranze di buon funzionamento di tutto il meccanismo e via dicendo,questo è plausibile che ci sia e guardando alle finalità culturali lo auspico anch’io con tutta certezza,ma all’occhio della popolazione probabilmente in qualche testa pensante-perchè quelle non pensanti ve ne sono diverse e che credono a tutto quello che viene detto -tutto questo credo che se così fosse come tu dici ed auspichi, possa venire anche giudicato.E il risultato delle considerazioni che ne verrebbero fuori – se fosse come tu dici e metti la questione- non credo che sarebbe proprio il massimo, sia dell’etica, sia dei meriti ma anche di quanto il futuro possa politicamente rappresentare.Ma appunto oggi nel bailame di come viene interpretata e portata avanti la politica ci può entrare tutto e non mi meraviglierei.Oggi da molte parti si chiede continuamente chiarezza ma come vedi è un esercizio verbale solamente, vuoto nella sostanza e vuoto nelle finalità.Quello che serve in effetti è l’apparire, ” apparire” agli occhi della gente e non” essere” e quando sei apparso puoi fare qualsiasi cosa a favore o contro,nulla cambia.Se appari, quello che conta è questo, non quello che sei.Ma spero sempre che l’intelligenza prevalga.
Carlo, proviamo a intenderci: il “fatto politico” è la nomina da parte di Bettollini di un direttore artistico che notoriamente e dichiaratamente non lo ha votato e anzi ha sostento una lista di opposizione al tempo delle elezioni sia del 2011 che del 2016. E anche una figura della “sinistra diffusa”, fuori dal Pd, di questa città. Ti sembra irrilevante? tanto più dopo che lo stesso Poliziani – come rilevato in articolo precedente – accettò di far parte del Consiglio della Fondazione su chiamata di Scaramelli e poi si dimise dopo 5 minuti? Secondo me è politicamente rilevante ed è un altro passettino nella direzione giusta e a sinistra del nostro Bettollini. Il quale, al di là dei turbamenti, dei dolori, delle riflessioni amare che ha raccontato, poteva fare anche altre scelte. Poteva fermare la macchina, poteva cercare un’altra “star” da mettere in vetrina cercando di lucrare sull’immagine. Invece, guarda caso ha scelto Poliziani. E a me va benissimo. Perché Poliziani è bravo. Ma in questo caso è stato bravo (e “attento”) anche Bettollini. La mia formazione comunista e gramsciana mi dice che certi passaggi vanno prima di tutto riconosciuti, poi incoraggiati, sostenuti. E qui la chiuderei… (anche perché mi pare tu sia l’unico – ma unico davvero, nel senso di uno vale uno- che cerca qualche appiglio per non dare atto a Bettollini di una scelta coraggiosa, buona e giusta. A volte vincono anche gli altri, questo dovresti saperlo…). Ti dico di più:anche Andrea Cigni era/è un comunista, un “irregolare” (e lo si è visto bene), un non allineato, un “antagonista” rispetto al pensiero unico, ma veniva da fuori… non aveva, qui, per la gente, la storia e la “presa” di Poliziani, Cigni era un meteorite caduto qui da chissà quale pianeta. Gianni è uno di noi, uno di quelli che si è battuto per decenni per far crescere culturalmente questa città, ha “sposato” il teatro come forma di espressione e di impegno civile… Guarda Carlo, che stavolta il vituperato e iperrenziano Bettollini ha fatto una rivoluzione, come avremmo voluto farla noi che eravamo comunisti anche 40 anni fa… Ripeto, a me va bene così, molto bene.
Caro Marco, qui non è in discussione la scelta buona e giusta di Bettollini, qui è in discussione il fatto che tu dica che Bettollini abbia fatto una scelta di sinistra.Non c’entra un cavolo con tale scelta la scelta di sinistra.Bettollini ha fatto una scelta che non mi sento affatto di criticare ed il perchè l’ho spiegato e per ovvi motivi che sono motivi tecnici, motivi che contengono ragioni di professionalità della persona designata, motivi dei legami col territorio di tale persona. La politica non c’entra un bel nulla, se tu che credi di usare le convinzioni politiche del designato per indorare Bettollini dicendo che abbia fatto una altro passo verso sinistra, pensando di preparargli la barca per traghettarlo dove crederesti e vorresti te, sollevi una questione artificiosa. Ti ricordi cosa dissi in precedenza nella mia battuta nominando Kissinger, Brezinsky e la Fulbright? Dissi che quelli stavano alla Casa Bianca mica in Piazza XX Settembre… .Le vicissitudini dei precedenti designati (Cigni ed altri) si illuminano di una luce tecnica a seconda delle esperienze e delle conoscenze delle varie persone che hanno sì anche spalmato le loro convinzioni politiche e culturali sulle rappresentazioni(solo per chi se ne è accorto fra l’altro ), ma poi i rapporti sono finiti come sappiamo; guarda caso adesso che il Sindaco ha preso le redini di Orizzonti e nomina Gianni Poliziani è il sindaco che fa un altro passo a sinistra.Il prossimo passo lo potrebbe portare ad accendere il motore della barca per arrivare alla sponda sinistra del lago….Via Marco… Ho plaudito anch’io a tale scelta te l’ho detto e l’ho motivato il perchè, ma quello che vorresti far passare te negli occhi della gente è una forzatura, un artificio ed anche mal riuscito perchè la gente lo capisce.Tu dici che io sia il solo a dire così,con la differenza però che io lo dico quello che penso, parecchi altri-anche a sinistra- non lo dicono ma probabilmente lo pensano e credo che possano essere d’accordo con la mia visione nel senso che la politica debba restare fuori da tutta la questione e le condizioni per quello che tu dici sia il riavvicinamento non esistono e non cambiano le persone,sia nell’una che nell’altra parte.Questo non toglie che ambedue siano stati contenti e soddisfatti di tale scelta e di tale incarico come hanno detto,ma usare questo e montare ad hoc la questione dei passettini a sinistra è cosa risibile. Che la cosa sia questa lo è perchè la politica non c’entra e dovrebbe-dico dovrebbe- restare esente dalla carica di tale affidamento.E platealmente come ti ho detto- e lo si capisce- che non è stato fatto nessun passo a sinistra in effetti perchè Bettollini è il Sindaco espresso dal Partito Democratico con le convinzioni politiche ben strutturate proprie del Partito Democratico, punto, che ha nominato Poliziani alla direzione di Orizzonti,punto. Tutto il resto sono ”cipolle” e tentativi di credo tuo che vuoi far passare per contenuti di sinistra.Se lo fossero- caro Marco- i contenuti e le espressioni di sinistra, sai quanto tempo prima avrebbero dovuto esserci stati…… invece, ma guarda, proprio ora a seguito di ”solitudine” ed anche forse di necessità di guadare il fiume perchè sembra a te che possa essere una valida idea e procedura nell’ambito di una ristrutturazione a sinistra del PD che tu come pochi altri forse auspicano ? La cosmesi è sempre stata importante,soprattutto in politica, ma non sono più quei tempi se Dio vuole, è questo che si insiste a non capire perchè l’umore della gente non si sà leggere più e si spera e si crede che possa essere sempre come prima. Ieri sera ho rivisto per la seconda volta in TV il Film di Michael Moore ”Fahrenheit 9/11” che uscì nel 2004 mi sembra, e da quel momento della prima volta non l’avevo più rivisto.Molta acqua è passata sotto i ponti da quella data e tu sapessi quante analogie con il PD viste con il senno del poi che ci sono e di come la gente sia stata spinta a riflettere sulla politica in questi 14 anni. Ecco, ” il passettino a sinistra” che tu vorresti far fare al nostro Barak Obama si inquadra nel goffo tentativo dello stesso che dal palco si fa portare un bicchiere dell’acqua di Flint per convincere il pubblico democratico che quell’acqua sia buona,ma lo si capisce che giuoca solo in difesa e che anche i democratici come i repubblicani siano le due facce della stessa medaglia. Ed il dramma naturale è che quel suo pubblico è quello che poi darà la vittoria a Trump.Non c’è bisogno di essere il mago babù per preverlo tutto questo.
Le inclinazioni politiche di Gianni Poliziano spero non siano entrate nei criteri di selezione. È bravo, punto. La utilizzazione delle migliori risorse locali è stata suggerita più volte senza risultati. Ora che la Fondazione soffre di 250.000 euro di deficit (così recita l’ultimo bilancio) si fa buon viso a cattiva sorte e si cerca di vendere l’operazione ijn chiave politica. La politica spieghi bene i disastri che ha fatto e lasci lavorare Gianni in pace perché i risultati verranno.
Tutto è politica, anche la nomina del direttore di un teatro. Qualche anno fa anche Scaramelli provò a coinvolgere Poliziani nella gestione della Fondazione, forse per strizzare l’occhio ad una certa parte dell’opinione pubblica, ma la cosa non funzionò, Gianni di dimise dopo 5 minuti, perché allora c’erano forse meno debiti, ma non c’erano le condizioni “politiche”. Oggi, ci sono i debiti – per i quali c’è comunque un piano di rientro – e ci sono condizioni diverse, per ammissione dello stesso Poliziani. Come ho scritto nel’articolo, la scelta – almeno secondo me – non è stata compiuta perché l’unica possibile o per fare buon viso a cattiva sorte e cercare una scappatoia onorevole da una situazione complicata, è una scelta politica per fare un salto in avanti, per valorizzare un patrimonio locale, per legare ancora di più il festival e il teatro alla città e alla cittadinanza. E questa è una “linea” che ha una chiara connotazione politica, perché è anche la linea di chi come noi non ha sostenuto né Scaramelli, né Bettollini alle elezioni e ha sempre cercato di spiegare che di lì bisognava passare e quella era la strada da percorrere, senza nulla togliere alla “qualità” di Cigni o a Carloncelli, entrambi di sinistra quanto Poliziani, ma più estranei o meno “organici” rispetto al contesto. E siccome quella di Polziani è una buona scelta, credo che se ne debba essere contenti e si debba darne atto a chi l’ha compiuta, anche se si chiama Bettollini.
Tutto è politica. Certamente. Ma non tutto è “partitica”. Bettollini è sindaco da 3 anni e mezzo. Assessore da molto più tempo. Se ne accorge solo ora? Mi pare che questo cambiamento di politica è stata una scelta obbligata e cercherei di non forzarla più di tanto. Ma ormai la bettollenità di Primapagina è una costante.
Bettollinita’ o polizianita’… la costante è valutare le cose e le scelte per quelle che sono e per il senso di marcia in cui vanno, non per il passato di chi le fa. In questo caso Bettollini ha compiuto una scelta in quanto presidente della Fondazione, non in quanto sindaco, anche se egli stesso ha ammesso di aver consultato, come sindaco, i gruppi consiliari, per sondarne gli umori e avere più certezze… mi pare che come presidente della Fondazione una sterzata all’ente l’abbia data.
X Marco Lorenzoni. Domanda: sono nel giusto se posso essere autorizzato a pensare che quando si dice di svoltare si debba attendere i risultati di tale svolta e giudicare dai fatti e non sulle notizie ? Dico questo perchè vedo che le notizie si prestano ad interpretazioni diverse di chi legge e tu concludi che ” non ci si debba relazionare col passato e con il senso di marcia in cui vanno” con riferimento esplicito a quelle attuali.Dal momento che tu dici che è bene che la mossa di Bettollini debba essere tenuta presente come fatta dal Presidente della Fondazione mi sembra che tu indirettamente dica ciò che ho detto io e cioè che i ruoli di Presidente e di Sindaco si debbano tenere distinti, poichè una delle funzioni è di natura tecnico-amministrativa e giuridica mentre l’altra è precipuamente politica quando dici che abbia fatto un altro passo a sinistra. Se poi tu specifichi anche che Bettollini abbia sondato come Sindaco i gruppi consiliari per avere più certezze, mi dici
se ci sia qualcosa che non quadra in tale funzione oppure sono io che ho capito male tutta la questione? La carica di sindaco è una carica politica e giuridico-amministrativa che gli deriva da essere il primo cittadino del paese,eletto ed espressione di tutta la cittadinanza, quella che ha assunto come Presidente della Fondazione è una carica giuridica lo fa essere espressione di una Fondazione che in questo caso non rappresenta interessi politici.Ed allora l’insistere con il fatto dell’occhio che giuoca a biliardo e con l’altro occhio che conta i punti, vedi bene che è una visione che contiene lo strabismo necessario che ti fa dire che si produca un altro passo a sinistra. Ma lo dici tu questo mica lo dico io, e se passasse codesta visione sarebbe una visione alquanto sforzata della situazione, proprio artificiosa, poichè si vorrebbe accreditare una condizione che non esiste e che tu la fai esistere artificiosamente perchè lo scrivi e basta. Ma una volta -dimmi te-, non era cosa ben vista e ritenuta seria designare le cose dai fatti ? Oggi si coniuga tutto al futuro, sia i risultati che quanto si dice da parte di tutto lo scenario dell’opposizione non sui fatti nei riguardi del governo ma dicendo solo a parole che non si possa in nessun modo credere alla azione di governo.Perchè se è un governo del cambiamento non lo si giudica dai fatti e dalle cose se cambieranno? Perchè se altrimenti Bettollini ha fatto un passo a sinistra non si attenda di vedere quali siano i risultati della sua scelta, senza indorare la frittata prima che l’uovo si spanda nella padella? In quel modo sarebber buoni tutti a cantarsi addosso le lodi,che lui stesso mi sembra non si sia fatto ma che abbia manifestato solo la sua approvazione per la nomina di Poliziani, ed in questo caso ha fatto ”il giusto” o come si dice ” quanto stà bene”, ma tutto il resto l’hai fatto tu con la penna.Almeno mi sembra così, se pur ho riconosciuto il valore della persona nominata sulla quale credo che non ci possano essere dubbi da parte di ognuno.I dubbi-se esistono- sono su altro e sono sulla politica che si vorrebbe reggere solo sulla grancassa, come alcuni che oggi con gli atti cercherebbero di certificare.Ed oggi questi fra l’altro sono fra i più e pensano che così debba andare.Meno male che c’è anche chi la vede diversamente la questione e lo dice, ma detto fra noi non sono molto sicuro che serva a qualcosa.
No Carlo, i ruoli di sindaco e presidente della Fondazione non si possono tenere distinti, perché la decisione di nominare presidente il sindaco pro tempore (non Bettollini come persona) fu una precisa scelta politica, proprio per rimettere la fondazione nelle mani del Comune e dare ad essa dei precisi confini entro cui operare, in senso meno “privatistico”. Allo stesso modo le scelte di nominare prima Carloncelli e adesso Poliziani sono scelte politiche altrettanto precise, sia come indirizzo che come “risultati”, non c’è bisogno di aspettare l’esito del festival per dirlo. Stop. E questo lo hanno detto anche Bettollini e Poliziani alla conferenza stampa di presentazione. Sono stati pure convincenti, pensa te… Poi se tu non vuoi dare atto a Bettollini della bontà di una scelta, liberissimo. Mica è reato. Il sindaco stesso se ne farà una ragione. Non credo che ti chiamerà a casa per lamentarsi…
Io non ho criticato la scelta di Poliziani da parte del Sindaco, anzi ho detto ed ho scritto che è stata una scelta felice come credo che sia e si dimostrerà.Mi pare che l’ho scritto, no ? Mi sembra però che tu non abbia risposto ai primi 26 righi dell’intervento precedente, anzi per la verità hai risposto evadendo la domanda e dicendo che tale scelta è politica e che avvicina ancor più alla sinistra bettollini indipendentemente- se leggo bene-dal raggiungimento o meno dei risultati. Se Poliziani ha una idea di sinistra ben chiara come credo che abbia e tu stesso ne parli, questo riguarda la sua vita e le sue idee ed anche i rapporti delle persone con lui e viceversa, ma che rimane nella sua veste di Direttore di Orizzonti e nulla c’entra il passettino a sinistra di Bettollini. Lo dici tu questo e te l’ho già detto e spiegato che non riconosco affatto i motivi della tua dichiarazione perchè sia presi nel loro valore assoluto, sono inconsistenti.Probabilmente abbiamo io e te una idea diversa di quello che debba essere o non essere politico, indipendentemente dal passato di tutti e che come hai detto tu nel passato Poliziani ” usci un minuto dopo” dal Consiglio di Orizzonti.
Se la metti che io abbia detto che la politica non c’entri nulla perchè questo sia un mio modo cervellotico di non voler riconoscere ciò che secondo te sia evidente,necessario e reale, penso che tu ti sbagli di grosso.Al tuo posto-ma non lo sono evidentemente- avrei evitato anche di fare le dichiarazioni che hai fatto del tipo ” Guarda Carlo che stavolta il vituperato ed iperrenziano Bettollini ha fatto una rivoluzione come avremmo voluto farla noi che eravamo comunisti 40 anni fa”.Bettollini ha fatto una rivoluzione ? Mi esimo da altri commenti e la termino qui.
In questo caso specifico, sì che l’ha fatta, perché ha fatto una cosa che molti di noi – più “rivoluzionari” di lui – andavamo chiedendo da anni e nessuno però aveva ascoltato o aveva avuto il coraggio di fare una scelta del genere. Per la verità anche Andrea Cigni era una rivoluzione rispetto all’andazzo, ma purtroppo ha sforato il budget e il suo festival, certo molto avanzato, è risultato non solo fuori budget, ma anche fuori scala rispetto a Chiusi e ai chiusini. Carloncelli fu una scelta quasi obbligata, per poter andare avanti senza interrompere il festival per una o più stagioni… Fu un’ancora di salvataggio, non un salto in avanti. Poi Carloncelli non ha avuto purtroppo il tempo di aggiustare il tiro. Lo farà probabilmente Gianni. La rivoluzione non sta nelle idee politiche di Poliziani (ma l’ho scritto) quanto nella scelta coraggiosa di affidare la direzione ad un non allineato e nel rapporto che, con Poliziani al timone, il festival potrà avere con la città. Ma ci vuol tanto a capirlo? Ce lo sapremo ridire alla fine della prossima estate. Anche il Lars Rock era nato con una faccia un po’ così… poi strada facendo è migliorato parecchio e ha trovato un suo spazio e una sua specificità. Non è mica poco, perché di festival rock è pieno il mondo… Ovvio che Bettollini non è Lenin, ma di Lenin ne vedo pochi in giro. Di aspiranti stalinisti invece qualcuno di più e non nelle fila del Pd (che non esiste più). E se Poliziani in passato uscì un minuto dopo essere stato nominato nel Cda della Fondazione e adesso ha accettato di dirigere festival e teatro qualcosa vorrà dire. O no? Qualcosa sarà cambiato da allora, o no?
Poi la finisco sennò sembra di mettersi come si dice a Chiusi a”pittinicchio” per una idea che non ne vale la pena.Si, come dici tu qualcosa è cambiato,ma a dire così potrebbe essere vista come una cosa contro la professionalità e la fortuna di avere a Chiusi uno come Gianni Poliziani, il quale ho già ribadito che ha fatto una scelta che apprezzo per aver accettato un incarico non facile e ho già dichiarato che Bettollini secondo me ha fatto una scelta intelligente,ma una scelta con quanto era ” la merce” che si trovava più vicino, ed in questo caso la merce contiene per la sua appartenenza un valore aggiunto.L’ho riconosciuto mi sembra, no? Ma è finita lì, non c’entra nulla che sia rivoluzionario come dici te e che non si voglia vedere che lo sia.Guarda, ti dirò di più,se vai indietro al tempo della decisione di assumere la guida di Orizzonti da parte del Comune io ho scritto proprio sul tuo giornale che auspicavo per il futuro questo e cioè di avere una tendenza di ritorno in possesso da parte del pubblico della gestione di Orizzonti.Quindi vedi che non sono affatto prevenuto e se lo ricerchi tale articolo lo ritrovi senz’altro perchè mi ricordo bene quello che scrissi salutando tale possibilità in controtendenza a quanto oggi avviene sulle gestioni di questi apparati in italia dati a privati….Ma quanto a quello che tu dici sia stata fatta una rivoluzione non mi trovi proprio d’accordo e te l’ho spiegato il perchè.E’ stata fatta una scelta giusta e spero che porti risultati, ma la ”scelta politica di sinistra” che dici tu-secondo quanto penso-è panna montata.E sei tu cerchi di indorare la torta con guarnizioni che ogni pasticcere intelligente avrebbe fatto, dici questo perchè ormai è la tua linea e lo si percepisce quando cerchi di dare importanza a cose che quell’importanza non hanno.E non è la prima volta che te lo faccio presente.Chiaramente è il mio pensiero e non pretendo che possa essere la verità oggettiva ed assoluta.Quella che ho detto io sulla scelta di Bettollini non contiene un seme politico ma un seme che forse ha deciso di gettare primo per la ragione che Poliziani è capace ed è un figlio del territorio e secondo perchè quel seme era contenuto in un sacchetto che già era nel magazzino e si doveva fare con quello perchè le sostanze per pensare a prendere fertilizzante diversificato al consorzio agrario non c’erano…..Quindi di rivoluzione ” politica” e/o di passettini a sinistra sei tu che lo dici.Dici inoltre nel tuo ultimo intervento che hai scritto che le idee di Poliziani non c’entrano nulla e lo registro, poi sempre grazie a Bettollini sia stata fatta una scelta di sinistra e quindi se in passato sbattè la porta e se ne andò e adesso ha accettato qualcosa dici che sarà cambiato e che per te è una scelta di sinistra di Bettollini. Ma mi sbaglio o sei tu che ti devi mettere d’accordo con te stesso ? Scommetto che mi rispondi che non ho ancora capito…no Marco ho capito, ho capito….eh se ho capito…. E finiamola qui,col saluto a Poliziani agurando a lui di poter esprimere la sua professionalità e la sua passione per un avvio che potrebbe essere positivo di stagioni per un inizio della rinascita della cultura a Chiusi.Ho finito per davvero, sennò come ogni tanto dici tu ” alzo le mano e mi dichiaro-questo sì- ”prigioniero politico”.