SIENA AL CENTRO DESTRA. L’8 SETTEMBRE DEL PD. E ADESSO LA SINISTRA CHE FARA’?
CADONO ANCHE PISA, MASSA, TERNI, IMOLA, UMBERTIDE… LE REGIONI ROSSE NON CI SONO PIU’…
SIENA -Un’incollatura, come al Palio. Solo 378 voti. Ma, come al Palio, vince chi arriva primo. E così Luigi De Mossi ha mandato a casa Bruno Valentini, il Pd e pure il figlio prodigo Piccini tornato ad allearsi con il sindaco uscente al ballottaggio dopo averne detto peste e corna per anni. Dopo 70 anni Siena cambia colore e da oggi ha un’amministrazione comunale di centro destra. Non è più rossa. E neanche gialla. Diciamo che adesso domina il verde, quello della Lega che tende al nero.
De Mossi ha vinto con il 50,8% contro il 49,2 di Valentini. L’affluenza è stata del 56,2%. Il 43,8% degli elettori non ha votato.
Nelle prime battute, caldo, De Mossi, con il vessillo bianconero d Siena in mano, in Piazza del Campo ha detto che il suo sarà un “governo del cambiamento, ma un cambiamento tranquillo, serio e responsabile”. Per prima cosa dovrà tenere alla larga i saluti romani che pure qua e là sono spuntati tra i suoi sostenitori. Comunque, al di là delle battute. Ciò che è successo ieri a Siena è un fatto epocale. E’ la fine di un’epoca. Il disastro compiuto dalla sinistra di governo con il Monte dei Paschi, ma anche con la sanità, i rifiuti, l’Università, negli ultimi 20 anni è stato definitivamente completato. Ieri non è caduta solo una città simbolo, è caduto l’emblema di un sistema, che in poco tempo ha divorato la tradizione del buongoverno della sinistra attento alle classi più deboli, per dedicarsi alla gestione di un potere complicato, alla finanza, all’intreccio mortale con altri poteri prima distanti (o tenuti alla larga) dal Pci. A Siena è finito ingloriosamente il sogno renziano e non sono bastati né il patto con Piccini, né un Pd parzialmente derenzizzato all’ultimo congresso provinciale. Nè tantomeno la paura che i barbari entrassero nel Palazzo Pubblico e prendessero possesso delle sale con gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti sul buon governo nella città e nelle campagne. Se i cosacchi non entrarono in Piazza San Pietro nel ’48, i barbari nel Palazzo pubblico di Siena sì. E adesso governeranno per 5 anni.
Molti addebitano la sconfitta del Pd e de suoi alleati ai disastri compiuti in questi anni. Monte dei Paschi in primis. Ma siccome il Pd non ha perso solo a Siena, ma anche a Pisa, a Massa, a Terni, a Imola e perfino a Umbertide, il paese della lanciatissima Anna Ascani, uno dei più rossi dell’Umbria, l’impressione è che la sconfitta, proprio perché generalizzata, sia un fatto globale e non locale. Che sia più una questione di vento forte, che non di ragionamenti politici e di scelte ponderate, caso per caso. Finora l’Umbria, la Toscana e buona parte dell’Emilia avevano tenuto, erano riuscite a mantenere una guida di centro sinistra. Adesso le regioni rosse non ci sono più. Perugia e Terni sono entrambe in mano al centro destra. In Toscana Pisa, Massa e anche Siena, dopo Grosseto e Arezzo. Tutta la Toscana sud, quella che fa capo all’Ato rifiuti per esempio, adesso è sotto l’egida del centro destra. Livorno è a guida 5 Stelle…
Anche la Regione, nel 2020 rischia di passare di mano. Idem per l’Umbria.
E non è escluso che forte del vento che tira, adesso la Lega tenti di sfiancare anche i 5 Stelle nel governo nazionale, per poi cambiare cavallo o andare al voto e fare il pieno, per poi governare con i berlusconiani e Fratelli d’Italia. Le amministrative di queste settimane (soprattutto i ballottaggi) vanno in questa direzione. Vedremo. Certo è che per il Pd non è finita solo una stagione. E’ finito tutto. Adesso il partito pensato da Veltroni 11 anni fa è un cumulo di macerie su cui è impossibile pensare di ricostruire qualcosa che possa stare in piedi. Il renzismo da elemento aggregante e innovativo è diventato motivo di divisione, sinonimo di arroganza e alla fine una pietra tombale.
E a sinistra del Pd non c’è niente che possa somigliare ad una possibile alternativa. Ascoltare i commenti di Liberi e Uguali e Potere al Popolo è come ascoltare una radio spenta. Il vuoto pneumatico. La “tabula rasa” che molti, a sinistra chiedevano per archiviare il renzismo, l’hanno fatta gli elettori.
Certo, adesso, c’è il dubbio che la cura possa essere peggiore del male nelle città, come per il governo nazionale. Solo che nelle città nella maggioranza dei casi la cura si chiama centro destra. Non c’è nemmeno il contrappeso (ammesso che lo sia) dei 5 Stelle. Il quadro politico generale vede una destra che monta come la panna e una sinistra ridotta a forza residuale e per di più divisa. Nel mezzo i 5 Stelle che non sono “né di destra, né di sinistra” e che rischiano anche loro di essere fagocitati dalla propaganda di Salvini, che come venditore ha imparato da Berlusconi ed è piuttosto bravo a solleticare la pancia e gli istinti più viscerali degli italiani.
Per il Pd queste amministrative sono una vera e propria Waterloo. Siamo a giugno, ma il clima è quello dell’8 settembre. Tutti a casa. Chiaro che i dirigenti nazionali e quelli delle “città perdute” (nel senso di perse, consegnate al nemico), come Siena, debbano farsi da parte. Dimissioni in blocco, immediate e apertura di una fase di “ricostruzione” o rifondazione. Altrettanto chiaro è che chi è stato causa o artefice della sconfitta non possa dettare la linea. Neanche provarci. Potrebbero farlo e c’è da augurarsi che lo facciano, quei dirigenti e soprattutto quei sindaci che in qualche misura hanno preso le distanze dal renzismo, magari senza dirlo, ma nei fatti… Quei sindaci, anche renziani, che sono rimasti al pezzo cercando di tenere comunque la barra a sinistra sui valori ideali, sull’antifascismo, ma anche su questioni concrete di gestione dei servizi, sulla cultura, sull’ambiente, sull’accoglienza… Sindaci e amministratori che hanno un proprio seguito, che hanno ancora consenso nella propria realtà. Ecco provino loro (anche loro) a prendere il toro per le corna e ad aprire la discussione sul da farsi.
E la sinistra critica e orfana, quella che ultimamente ha votato Leu, Potere al Popolo o non è andata a votare, faccia anch’essa un esamino di coscienza, provi a mettere nel cassetto i distinguo, provi a immaginare una sinistra nuova, unita, aperta, plurale. Non più “serva” del mercato, invaghita delle privatizzazioni, legata più alle banche che ai lavoratori e ai disoccupati, ma neanche avviluppata su se stessa, lontana dal sentire comune.
Sarà un lavoro duro, faticoso. Ma non c’è alternativa. Adesso che è stata fatta piazza pulita, che le rendite di posizione sono finite, che i fortini da difendere sono tutti caduti, c’è poco altro da fare se non ricominciare a pensare, abbandonando le semplificazioni. Potrebbe tornare utile rileggere Gramsci. E perché no anche Berlinguer. E dovranno farlo – se vorranno sopravvivere – anche i 5 Stelle, perché adesso per loro comincia il viaggio vero. Adesso non hanno più il nemico numero uno. Il totem da abbattere. “Mandiamoli a casa!” hanno gridato per anni. Ora il Pd è stato mandato a casa anche a Siena dove incarnava un potere che sembrava immutabile e intoccabile. Adesso dovranno abbandonare gli slogan e cominciare a far politica. E dovranno anche cominciare a scegliere tra destra e sinistra. Per il governo nazionale hanno scelto. Nelle città un po’ meno.
E se la sinistra non vorrà rassegnarsi a farsi rappresentare dai 5 Stelle, dovrà per forza di cose inventarsi qualcosa di diverso. Anche perché tra un anno, nel 2019, si voterà in molti comuni, compresi quasi tutti quelli del nostro territorio ad eccezione di Chiusi e Sarteano che voteranno nel 2021 e nel 2022. Qualche altra casamatta potrebbe cadere, se non ci sarà un ripensamento generale sulla strategia e sull’identità della sinistra.
m.l.
I vincitori devono prima di tutto ringraziare Renzi!le sue veline Boschi, Picierno, Ascani, Quartapelle, Morani, che ogni volta che hanno aperto bocca hanno fatto perdere al PD migliaia di voti,non dimentichiamoci anche di Genio-Fiano e di Rosato e dell’odioso e inconcludente Migliore !Grazie a tutti ,ci vediamo tra due anni in Regione e tra tre a Chiusi !
Utinam !!!
Utinam illum diem videam cum tibi agam gratias,quod me vivere coegisti ! Aduc quidem valde me paenit .
Caro Marco come avete fatto a non accorgervi di quello che stava succedendo?
Questo è quello che dovete chiedervi.
Lascia stare i 5Stelle che sono riusciti a pensare e fare quello che sembrava impossibile: mandare a casa una classe politica corrotta che aveva occupato lo stato fin nei più remoti anfratti.
Certo la spallata ultima e decisiva l’ha data Salvini ma qui il lavoro ai fianchi l’hanno fatto i 5Stelle derisi e sbeffeggiati fino ad ora senza capire che il problema non erano loro ma il mondo che era cambiato.
L’asse destra sinistra non esiste più da tempo. Hanno fatto prima a capirlo i vecchi compagni che quelli con le mani in pasta.
Ci voleva un indovino o un analista politico sofisticatissimo per capire che una città rossa e operaia come Terni avrebbe votato Lega e 5Stelle?
C’è voluta la caduta di Siena per aprirvi gli occhi?
Avete continuato a fare catenaccio mentre tutti ormai giocavano a zona e se pensi che si possa ripartire da un Trapattoni (Bettollini) invece che da un Sacchi temo che ancora stentiate a capire quello che è successo.
Non so, francamente con chi e come possa ripartire la sinistra. Qualche idea ce l’ho, a dire il vero, ma non so quanto possa essere condivisa. Io penso che dovrebbe prima di tutto ricominciare a fare la sinistra, come è successo in Inghilterra con Corbyn. Non so se Bettollini o altri come lui possano essere artefici della ripartenza, ma se avranno coraggio possono essere delle risorse che io non getterei al macero, né regalerei ad un ipotetico partito di Renzi o Calenda…
Non ci sono uomini per tutte le stagioni. E comunque faranno loro.
Fino a ieri (ventiquattro ore fa!) dicevano di aver portato l’Italia fuori dalla crisi, che bisogna aprire i porti, che il fascismo è alle porte…e oggi non piola nessuno.
Ma con chi vuoi discutere?
va be’ dai, fino a ieri era campagna elettorale. Adesso, dopo una scoppola così, un momento di decantazione e di riflessione silenziosa credo si possa concedere… Poi, come ho scritto sopra, se vorranno in qualche maniera dire la loro, dovranno avere coraggio. E umiltà. Ma soprattutto coraggio. Il coraggio di ammettere gli errori, di guardare in faccia la realtà, di abbandonare certe fisime generazionali (tipo “ora tocca a noi”, riferito ai 40enni), di ricominciare a parlare e a discutere con chi ha qualche anno in più o qualche anno in meno, di riprendere in mano temi che sono stati il fulcro delle politiche di sinistra e negli ultimi 20 anni sono stati definiti superati o obsoleti… Se ne avranno voglia, e non si arroccheranno in difesa di ciò che è stato e che ha fallito, avranno praterie da cavalcare…
Se posso dire la mia,il fallimento della sinistra si può riassumere in poche cose,fra queste la perdita di ideali,il mascherare che l’economia che ha prodotto sia una economia non affatto recante il marchio di sinistra come invece dai media gli è stato affibbiato,ed anche altro, quali la disinvoltura anche verbale ma sostanziale con la quale ha afftontato i problemi che gli si ponevano, o con la teoria del rimando o con quanto ha fatto nell’azione di scalare dall’esterno il partito, servendosi innanzitutto di primarie dove hanno votato cani e porci che con la sinistra nulla c’entravano e c’entreranno mai,e tutto questo accompagnato da una corale che si è fatta ben intendere a chi strizzasse l’occhio.Tutto questo- ma ci sarebbe anche ben altro che forse è secondo me la cosa più preminente di tutte e che è quella di aver progressivamente perso di vista gli interessi che andavano difesi delle categorie e classi sociali che si proclamava di difendere. Ed è chiaro che tutto questo abbia fatto sì di far crescere il populismo, come reazione della società subalterna alla non risoluzione dei problemi, a non guidare la crisi,permettendo così che dalla società venisse fuori un impeto sconvolgente di carica populista di gente-anche di sinistra- che pur di non ritornare nell’inferno dove era stata, ha deciso di cambiare la carrozza, essendo stufa e non credendo alle favole.Oggi,ad elezioni fatte e visti i risultati, qualcuno dentro quel partito sarebbe portato a dire:” missione compiuta”. E’ una voce che secondo me potrebbe venire liberamente e senza dubbi di sorta da Rignano sull’Arno, ma quella è soltanto una figura di copertura e di uso per inviare messaggi a chi sapeva raccoglierli ed a coloro che della natura di tali messaggi non avevano bisogno di istruttori.Tali istruttori infatti ancora permangono ed anzi come si sente, auspicano un allargamento della base con culture repubblicane od almeno definite ed auspicate tali(Calenda).Si fà tutto per non morire,questo è da capire.Si potrebbe però perfino rispondere che con la fine della sinistra sono finiti anche una parte dei rottamatori.Tali rottamatori sono per etica politica,pensiero politico ed economico sempre molto efficaci,perchè soprattutto il polso della situazione l’hanno in mano da decenni ed ormai difficilmente si potrebbero sbagliare.Costoro hanno rivestito nel partito sedicente sinistra un ruolo molto importante. E le stesse persone che hanno prodotto questo e che hanno fatto parte di tali schiere dovrebbero essere artefici della ripartenza ? Vi fidereste voi che avete bisogno di soldi ad andare dallo strozzino? Ecco, diciamocelo, perchè la sinistra dei rottamatori adesso, dopo lo schiaffo elettorale, dovrebbe cambiare pelle e sposare le stesse tesi che mesi fa combatteva? Sarebbero affidabili certe persone? Quale sarebbe la speranza di risoluzione delle problematiche della sinistra da parte di tali persone? Ce l’avresti l’idea? E quale sarebbe? Una volta si veniva in piazza e si faceva autocritica,si andava a lavorare e studiare e si capiva perchè si era sbagliato e si diceva di fronte a tutti,nelle sedi di partito, nelle camere del lavoro,nel sindacato, e la carriera politica veniva fatta quasi sempre per meriti, almeno a certi livelli, dopo tanti sacrifici personali, e non per chiamata. Ora questi avrebbero idea di riciclarsi? Perchè così si chiama la questione, non in un altro modo: riciclo.Ma glielo affidereste voi il vostro voto quando mesi fa questi facevano tutto il contrario? Oggi fanno,anzi farebbero, i Che Guevara della situazione.In Cina al tempo di Mao, andavano a rimpinguare il lavoro di rassodamento dei campi anche le personalità più in alto del regime politico, proprio perchè solo in quel modo, una volta fatti e conosciuti i sacrifici della classe che si difendeva, si comprendeva quali fossero le esigenze e le problematiche concernenti la lotta politica. Oggi, a suon di parole ma mai di fatti, passa il nuovo cavallo ed uno stuolo di cavallerizzi bardati di tutto punto sarebbe pronta a salirci sopra.Anzi, se li intervistaste vi direbbero che loro sono stati sempre dalla parte dei più deboli e che condividono il lavoro politico che si accingeranno a fare. Ed il bello è che lo dicono con il più totale dei candori, quasi fosse cosa normale….In Cina, parlando degli anni bui del ”grande balzo in avanti” che costò si dice milioni di vittime,mi preme ricordare che nei casi di manifesto tradimento,la stanza degli antenati- di comune uso in Cina nelle famiglie che se la potevano permettere dove si conservavano le ceneri dei capostipite- si riempiva di una stampella per metterci gli abiti dell’inquisito.Il corpo veniva inumato da un altra parte.Bastava quello come atto(ma guardate che la pena di morte esiste in tante altre parti del mondo tutt’ora,Stati Uniti in prima fila) parecchi altri cambiavano subito idea, ma si dice che non fosse una procedura democratica….ma del resto proprio tanto democratica e trasparente non era nemmeno quella degli inquisiti.Scherzo eh?. Mai far del male al prossimo,lo dicono l’etica democratica ed anche i comandamenti religiosi, ma qualche testa calda vorrebbe usare talvolta i fiori per picchiare qualcuno e per apparire un sincero democratico.Io dico con umorismo anglosassone che però come fiori si dovrebbero usare i girasoli……non tanto per le idee ma per i tentativi di presa per i fondelli che vengono fatti parlando di persone che prima la pensavano in un modo e che ricoprivano incarichi e che adesso scelgono di non pensarla più in quel modo bensì in un altro.
Si va bene , ” avranno praterie da cavalcare” ma solo se rifletteranno che questo tipo di sistema economico e di consumo, perciò tale modello che si crede da decenni e decenni che benefici tutti, alla prova dei fatti risulta solo a a beneficio di pochi.Se se ne vuol tenere conto di questo e tenerlo sempre presente è una cosa, se lo si voglia scavalcare è invece un altra cosa.Ed è chiaro che in questo sistema che critichiamo anche, quei pochi abbiano operato per far formare alla base una piramide sociale che condivida tale principio che è stato sempre applicato e cheb ha beneficiato pochi contro parecchi. Solo con tale base di partenza e tale riflessione si potrebbe-dico potrebbe- iniziare a ragionare verso la diritta via.Ma per far questo occorre rinunciare agli stimoli del consumo,studiare e capire perchè il mondo fin’ora ha funzionato in tal modo,chi ne sia e ne sia stato il beneficiato e chi lo sfruttato: in pratica capire che in un tal mondo occora distinguere e vedere come gli interessi di classe si dirimano, oppure pensare che questi siano solo una invenzione fatta da cervellotici della seconda metà dell’800 ad oggi ? Perchè questo sistema odierno spinge a pensare,dicendo a tutti che tutto questo sia superato, ed in tal mare ci si buttano a pesce coloro che vestono gli abiti delle sirene e se non bastasse ti fanno vedere che sono anch’essi la sinistra che dà garanzie di stabilità perchè procedere con le riforme è rischioso, occorre il riformismo, cioè ”facciamo le riforme basta che non cambi nulla”. Questo è stato fino ad oggi ed è chiaro che la gente di tutto questo si sia stufata,stufata di una sinistra in tal modo,che oggi dice di beneficiare i ceti subalterni dando loro 80 euro e domani è pronta a creare apparati nella logica di chi guida il profitto, industria, finanza , banche, ed altro ancora. Se non si capisce questo e lo si combatte con chiarezza e con intelligenza, non si va lontano nella prateria come dici , perchè nella prateria troveremo ancora la palude, magari con un acqua di una altro colore che ci sembri diversa ma sempre ostacolo che ci farà impantanare,ma i 7 miliardi e mezzo di persone se non accedono alla torta da spartire in maniera veloce faranno formare-e già lo è in gran parte- un mondo non per tutti dove religione, finanza e consumo sono lo specchietto per le allodole delle sottoculture nazionali e globali che funzionano a pro del sistema. Questo per me è iniziare un discorso di sinistra, non vedere come potersi riciclare.Tutto il resto che si possa immaginare sono solo bei discorsi che lasciano il tempo che trovano, anzi vedono peggiorare intorno a loro la situazione, con tutti dentro, sia l’Europa sia gli altri continenti. Ormai è storia tracciata.Se non si è capito questo è bene andare su di una montagna, portarsi quanto rimane di legna da ardere, un fucile da caccia e sperare di non morire di stenti, carta e penna e scrivere alle generazioni future,che sono e saranno meno garantite di noi.Un film già visto in occidente? Si, negli schermi dei cinema, ma la realtà è più vicina di quanto si possa pensare. Ed allora è bene che si cambi, con intelligenza, con umiltà, ma con forza, tenendo presente che chi voleva cambiare il mondo è stato cambiato dal mondo.Quindi credo che si debba pensare ad un diverso sistema economico e valoriale che tenga paletti fermi sulla democrazia, sulla sua estensione, sulla dignità umana. Per far questo c’è solo un modo: ripartire più equamente quella famosa torta ed eliminare gli ostacoli che si frappongono a tale processo.Uno di questi, secondo me,che finalmente ha dato segnali di cedimento è quel modo di pensare che nel tempo ha costituito una diga al cambiamento, una diga che i nostri padri hanno costruito a favore della democrazia uscendo dalla barbarie,ma che il sistema dei soldi l’ha frantumata pietra per pietra, mattone per mattone,dando anche a vedere che la direzione giusta fosse quella imboccata per la quale la sinistra avesse dovuto condividere il sistema. Il PD ed anche altri sono state creature formate per tale scopo e per abiurare e non veder più l’ingiustizia basilare del capitalismo sia nostrano che internazionale sotto l’egida e la concezione che il sistema dei soldi fosse democratico.La risposta dalla gente l’hanno avuta ma ancora parecchi pensano a come ricostituirsi con gli stessi princìpi. E’ un fatto culturale, comune alla nostra epoca, quello di essere influenzati dai media che ti segnano il modo di pensare. C’è bisogno di mettere le mano soprattutto sulla macchina della menzogna, con finalità di vera democrazia, ma sarà una battaglia dura, perchè il padrone della cittadella non molla perchè sà che se molla quello molla una delle sue risorse principali che impedisce ai cervelli di essere autonomi e di avere libertà e facoltà di informarsi come credono, scevri il più possibile da influenze di sorta.Ecco perchè fra la spartizione più equa della torta e mantenere le fette della torta a pannaggio di pochi è la fotografia del nostro mondo.Essere di destra o di sinistra si misura principalmente su questo. E certo che sarà un lavoro lungo ma è solo questo che possa garantire di andare verso la democrazia, anche quella globale.Non mi sembrerebbe tanto difficile ad essere compreso.E per quanto mi riguarda ho simpatizzato per il Mov. 5 Stelle perchè una grossa componente credo che voglia e condivida le stesse cose che ho detto poc’anzi.Con tutte le caratteristiche e prerogative dell’agire in politica anche talvolta in maniera affrettata, incomprensibile per certi aspetti ma per altri invece molto comprensibile, che secondo me ha avuto il merito di dare una spallata forte lavorando ai fianchi il sistema che è duro a morire.C’era bisogno di questa forza e si incomincia a vedere che parecchi critici abbiano cambiato atteggiamento.Solo chi ha da perdere, l’ atteggiamento non l’ha cambiato, anzi l’ha rinforzato,alcuni l’hanno nascosto pronti a riprenderlo alla prima occasione. Ma mi preme mettere l’accento sul fatto del populismo che secondo me è stato principalmente derivato dalla politica dei governi che ha dato a che vedere alla stragrande maggioranza che i problemi non si siano risolti, anzi si sono aggravati, mentre già si pensa ad un altra operazione gattopardesca dell’allargamento della maggioranza per poter continuare a reggere mentre il gorgo inghiotte la nave mandata nella tempesta da chi l’ha guidata. Di questo c’è bisogno che la vera sinistra se vuole essere così chiamata nel nome e nei fatti tenga conto.
Chiedo scusa. Errata corrige. Leggi nel quart’ultimo rigo da” gattopardesca” in poi:”dell’allargamento delle opposizioni” invece che dell’allargamento della maggioranza”.