QUANDO LE TERRE DI SIENA ERANO UN OCEANO… RESTI DI SQUALO PREISTORICO RINVENUTI A CASTELNUOVO BERARDENGA

venerdì 13th, aprile 2018 / 11:30
QUANDO LE TERRE DI SIENA ERANO UN OCEANO… RESTI DI SQUALO PREISTORICO RINVENUTI A CASTELNUOVO BERARDENGA
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SIENA – Un’équipe di geologi e paleontologi dell’Università di Pisa ha rinvenuto per la prima volta in Italia dei resti fossili di Lamna nasus, meglio noto come “smeriglio”, cioè di uno squalo preistorico. Ma la cosa strana è che i resti sono stati rinvenuti nelle campagne di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, tra le coline del Chianti e la val d’Arbia. Il fatto che il fossile sia stato rivenuto in una località lontana dal mare fornisce, secondo i ricercatori, nuove informazioni sull’evoluzione climatica del Mediterraneo.

Si tratta infatti – come dicevamo – del primo esemplare di Lamna nasus, meglio noto come smeriglio o vitello di mare, mai trovato sul territorio italiano e nell’intera regione mediterranea.

Secondo gli autori dello studio, il fossile di squalo Lamna ritrovato nel senese e risalente al tardo Pliocene (da circa 5,3 a circa 2,6 milioni di anni fa) potrebbe testimoniare una delle prime fasi di raffreddamento del Mediterraneo, che solo poche centinaia di migliaia di anni prima era popolato da molte specie tropicali simili a quelle che oggi abitano le acque Indo-Pacifiche.

Come spiega Alberto Collareta dell’Università di Pisa, “lo smeriglio, un predatore veloce e vorace strettamente imparentato con il più famoso squalo bianco, è oggi molto raro nelle acque del Mar Mediterraneo, e come fossile è principalmente noto da pochi reperti rinvenuti in Belgio e nei Paesi Bassi”. Insomma, molto lontano dalla provincia senese. Ma i resti fossili dello smeriglio non sono i primi a tornare a galla nella zona di Castelnuovo Berardenga: in precedenza sono stati rivenuti centinaia di denti fossili di squalo, che stanno a indicare come l’attuale campagna senese era nel pliocene un mare profondo come sono adesso gli oceani.

La glaciazione artica avvenuta circa tre milioni di anni fa avrebbe mutato sensibilmente le acque toscane inducendo sia la scomparsa di specie tropicali sia l’arrivo di altre tipiche di ambienti temperati e freddi, come lo smeriglio, attraverso lo stretto di Gibilterra. In effetti fossili di origine marina o oceanica sono frequenti anche nella zona di Chiusi (soprattutto fossili di conchiglie) e fossili di balena sono stati rinvenuti a Montalcino, Sinalunga e Cetona. L’orca pliocenica cetonese fu scoperta nel 1871 e da allora è stata studiata ed è esposta a Bologna, ma una copia praticamente perfetta è visibile anche nel Museo Civico di Cetona.  Lo squalo smeriglio di Castelnuovo era insomma in buona compagnia qualche milione di anni fa…

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