BETTOLLINI: “L’ORA DELL’AMAREZZA. ADESSO RIPARTIAMO DAL BASSO!”
Dal sindaco di Chiusi, Juri Bettollini riceviamo e pubblichiamo questa riflessione sulle elezioni politiche e sulla sconfitta del Pd.
Ho pensato molto alle parole da usare per commentare il risultato delle votazioni di ieri. Alla fine ho deciso che la migliore cosa da fare, come sempre, è essere completamente sincero con tutti voi e di non nascondere, neanche un po’, le sensazioni che sto provando.
Il popolo vota e decide, si chiama Democrazia e questo è il patrimonio più prezioso a cui dobbiamo portare sempre rispetto.
È per questo che non posso negare la sconfitta e con essa tutta l’amarezza per aver perso, a mio parere, la solidità di un progetto concreto che avrebbe continuato il cammino di crescita del nostro Paese. Ci ho creduto e ci continuo a credere oggi ancor più di ieri!
Evidentemente ci sono stati degli errori, il programma non è stato spiegato bene o forse (più probabilmente) il PD non ha saputo parlare al cuore delle persone, ma questo non è il momento di puntare il dito e cercare colpevoli perché da oggi il nostro Paese, sono certo, avrà bisogno del Partito Democratico più che mai. La nostra capacità di tolleranza, mediazione, confronto e ascolto sarà fondamentale per arginare una deriva che, sinceramente, mi preoccupa molto.
Non credo, infatti, che gli italiani vogliano davvero stare dalla parte del reddito di cittadinanza ma sono certo, invece, che stiano dalla parte del lavoro; non credo che gli italiani vogliano stare dalla parte di chi vuol abbassare le tasse ai grandi capitali ma sono certo che, invece, stiano dalla parte del sostegno al ceto medio; non credo che gli italiani vogliano stare dalla parte delle armi ma sono certo che vogliano stare dalla parte della sicurezza garantita dalla stato.
È allora? Un voto di protesta? Non so. Ma una cosa è certa, a mio modo di pensare: Noi con senso della responsabilità abbiamo guidato un Paese fuori dalle sabbie mobili in cui lo avevamo preso nel 2013, facendo tante cose ma non intervenendo su alcune questioni a cui gli italiani tenevano fortemente: revisione della legge Fornero, taglio delle pensioni d’oro e privilegi, sicurezza e immigrazione anche se, su questo tema, siamo intervenuti migliorando davvero la situazione, ma con molto ritardo! Credo che questi quattro aspetti uniti alla sfiducia, ormai consolidata, sulla gestione partitica dell’ultimo ventennio, siano state le vere motivazioni che hanno pesato ed inciso nel voto.
Oggi occorre, quindi, ripartire dal basso, ma per davvero; ricostruire un perimetro valoriale ed identitario che sappia racchiudere tutte le energie per tornare a interpretare le necessità e le difficoltà delle persone, con umiltà e senza rincorrere i populismi. Tornando a raccontare quanto abbiamo fatto ma soprattutto quanto c’è ancora da fare, con concretezza ma con la capacità di sapersi ascoltare e con l’obiettivo di unire e non di dividere.
Accanto a tutto questo c’è però l’orgoglio di essere il Sindaco di una città importante che, con forza, ha fatto sentire il peso delle proprie speranze di fronte a tutta la nazione con un risultato, tra i migliori, che meriterebbe menzione e che ha premiato la concretezza e la gentilezza della coalizione di centrosinistra, che ha voluto abbandonare il linguaggio dell’odio puntando solo sui temi e sulle necessità del nostro territorio, portando ad eleggere alla Camera dei Deputati l’on. Piercarlo Padoan con il 41,25% dei consensi, così come al Senato della Repubblica l’on. Riccardo Nencini con il 43,39% dei consensi, attestandosi nel nostro Comune, come prima coalizione e superando del doppio la coalizione del centro destra ed il M5S, incassando un bel più 20% rispetto alla media nazionale.
Per onestà nei confronti di chi mi sta regalando un minuto del suo tempo per leggere queste righe, non posso nascondere però che anche nella nostra Chiusi, se guardiamo i numeri di ogni singolo partito, appare evidente, che, nonostante la coalizione del centro sinistra abbia tenuto, movimenti di fluttuazione di voti, soprattuto verso la lega, sono di fatto avvenuti, avvalorando un po’ la tesi che vi raccontavo sopra.
Una vittoria però ieri c’è stata per davvero ed è stata lo straordinario afflusso alle urne. Esprimere il proprio voto, indipendentemente dal colore e dall’appartenenza politica, rimane ancora la più grande ricchezza che abbiamo come popolo italiano, una ricchezza conquistata a caro costo che dobbiamo saper difendere e soprattutto rispettare.
Non faccio complimenti a nessuno perché non sembrano esserci dei vincitori “veri”; pare infatti che al momento, nessuno abbia i numeri per governare, mentre ci tengo profondamente a ringraziare tutti i cittadini che sono andati a votare, oltre, ai nostri candidati che hanno messo tanta passione in ogni istante di questa campagna elettorale. Ringrazio di cuore tutti i dipendenti comunali per lo straordinario lavoro che hanno fatto permettendo che tutte le operazioni di voto si svolgessero nel migliori dei modi. Un grazie enorme anche a tutti gli scrutatori, segretari e presidenti di seggio per aver esercitato un dovere civico con estrema professionalità, disponibilità e competenza nonostante le novità introdotte, che hanno richiesto particolare attenzione durante le operazioni di voto e di scrutinio. Infine, un ringraziamento a tutte le forze dell’ordine intervenute ed i nostri complimenti per il lavoro svolto nel nostro Comune.
Matteo Renzi lascerà la guida del mio partito. Venerdì sera, con lui e mia figlia, ho scattato la foto qui sotto; per me e per noi non era solo una questione politica! La mia stima per lui non cesserà mai.
Dai, che da domani si ricomincia. Noi continueremo a lavorare per il nostro Comune con il solito entusiasmo e la solita determinazione. Promesso.
Evviva la democrazia Evviva l’Italia che rimane il Paese più bello del mondo nel quale sono orgoglioso di far crescere le mie figlie.
Juri Bettollini
Comune di Chiusi, ELEZIONI POLITICHE, Matteo Renzi, pd
Nel leggere il commento del sindaco di Chiusi in merito all’esito della consultazione elettorale mi rendo conto del perché il PD abbia perso e di brutto, vi colgo tutta l’arroganza di chi invece vorrebbe apparire tollerante e mite ma, dico io, ancora si pensa che il popolo elettore sia un branco di pecore: “ci sono stati degli errori, il programma non è stato spiegato bene”, ma crede Bettollini che siamo tutti scemi ? GLi elettori hanno respinto quel programma avendolo ponderato e confrontato, altro che capacità di ascolto, tolleranza e confronto per arginare la deriva, il segretario nazionale del PD e la sua cerchia di adoratori e’ tutto men che tollerante. Prosegue dicendo che il PD e’ stato dalla parte del lavoro; ma vi sembra lavoro quello che viene offerto ai nostri giovani ? Quelli, che lavorando uno, due tre giorni a settimana ma qualche volta anche per poche ore al giorno, vengono computati fra i “nuovi lavoratori, come nuova occupazione”, tralasciando, poi i cinquantenni che il lavoro l’hanno perso e non riescono a trovarne uno nuovo. IN merito alla sicurezza poi, ogni commento circa la situazione attuale è superfluo, tutto è lasciato al caso, altro che governato. Circa la situazione economica, poi vengono assunti come propri meriti che non sono del Governo; la situazione è migliorata, solo per pochi fra l’altro, per merito di Draghi e di qualche industriale illuminato. Per me nell’analisi di Bettollini ci sono tutti i motivi della sconfitta. Per ripartire le basi e le riflessioni devono essere altre.
Concordo con Patrizi.E’ l’appello quello fatto di chi non ha il senso politico e di chi crede ed ha visto un mondo che non sa definire da dove venga e perchè e rimane disorientato e cerca di trovare ragioni che spieghino la disfatta.Non discuto dell’impegno personale nella funzione della quale è stato investito che mi sembra che bene o male abbia messo in campo la materia di come è stato costituito in maniera individualmente e personalmente leale ma che secondo me non basta e non è bastata, ma discuto dei motivi fondamentali e culturali dell’appartenenza politica ed il chè secondo me è tutto dire e che oggi si trovino ragioni per cercare di spiegarsi cose che sono talmente distanti dall’evidenza normale che riguardano la concezione della politica.Ed allora si brancola nel buio facendo affermazioni di tutta gratuità e superficialità col dire ”mi impegnerò di più, cercheremo, occorre fare questo ed occorre fare quello”. Sono passati i tempi nei quali la gente beveva tutto e solo una parte rimane trainata dalle gratuità.Un altra parte ne è reattiva a tutto questo ed il rischio è che questa parte possa perdere il senso della misura.Questo è nel conto,ma le responsabilità restano. Se poi ci sommiamo lo sposalizio incondizionato coll’essere riformisti ( a patto anche che si sappia il contenuto etico dell’aggettivazione ma ho i miei dubbi su parecchi apartenenti su tale accezione) e procedere a capo chino su questa strada che ormai si è inserita nella testa di tutti i politici,tutto questo arriva a formare una miscela esplosiva alla quale la gente normale reagisce magari anche senza chiedersi il perchè.Ma la responsabilità è sempre nella mancanza di cultura politica della testa del partito che guida tutto e che vuole sempre apparire e non essere, pensando di far parte della schiera dei più furbi e che lavorano con senso di responsabilità. I discorsi che sono stati fatti in questo giornale qualche anno fa sulla decisione e sulle pressioni di lasciare incarichi locali per essere destinati a maggiori incarichi sono stati elusi con poche frasi che rispecchiavano una visione contorta e populistica- questo sì-sul fatto che ” si è perdenti se non si è capaci di prendere il treno che la politica ti fa passare vicino”. Questa visione assieme anche ad altre più corpose che evidenziano la mancanza di scuola politica non fanno altro che produrre questo che vediamo ed il film è quello di una scena che ha per protagonisti i vertici affranti che recitano il solito mantra e la base che non si capacita del perchè della sconfitta, mentre il tritacarne gira e spezzetta tutto e quel ”tutto” è soprattutto la gente che dovrebbe saper reagire,unirsi spontaneamente ed organizzarsi partecipando per migliorare ed individuare le ragioni del declino.Si chiede troppo? Certo, a questa classe politica si chiede troppo.Io ne sono convinto da anni, ma la colpa alla fine è della gente che li ha votati.Spero che non accada più, ma sarà difficile perchè il mondo che hanno creato anche con la loro partecipazione(parlo dei politici) continua a produrre il peggio, l’instabilità e l’inadeguatezza economica delle classi subalterne in modo che continuino la loro funzione di sostegno e di acriticità culturale al sistema.Così va il mondo purtroppo anche per coloro che pur subendo più di altri ne restano schiacciati e che dovrebbero essere loro i primi a ribellarsi e che invece bevono tutto.