CHIUSI, I PROFUGHI E RICHIEDENTI ASILO ACCOLTI IN CITTA’ SONO 44. L’INVASIONE NON C’E’. UNA INTERROGAZIONE DI POSSIAMO E LE RISPOSTE DELLA GIUNTA
CHIUSI – E’ arrivato l’autunno e con l’autunno riprende fiato anche la politica. Quasi in contemporanea con l’esibizione alla festa dell’Uva e del Vino dei “Tamburi Migranti” un ensemble di giovani profughi e richiedenti asilo provenienti da vari paesi africani ospiti in alcune strutture di accoglienza della zona, è arrivata anche la risposta dell’Ammistrazione comunale ad una interrogazione dei Podemos, sul numero dei profughi accolti dal Comune di Chiusi e sulle politiche di integrazione messe in atto. Una domanda legittima quella del gruppo di opposizione che evidentemente ha voluto fare chiarezza su una questione che tra a gente è piuttosto sentita. Anzi, la percezione del problema, a sentire la gente per strada, nei bar, negli ambulatori medici, nei negozi sembra essere decisamente superiore, e sproporzionata rispetto ai numeri reali. Quasi si fosse in presenza di una vera e propria “invasione barbarica” incontrollata e incontrollabile.
Bene hanno fatto dunque i Podemos a chiedere i dati. E la risposta fornita dall’amministrazione dice che “attualmente a Chiusi sono ospitati presso le strutture della Misericordia 25 uomini e 8 donne, mentre altri 11 uomini sono ospitati dalla Tavola di René,” un’altra associazione volontaristica che opera nel campo dell’accoglienza e del sostegno a persone in difficoltà.
Quanto alle modalità di gestione dell’accoglienza e alle iniziative di integrazione, per tenere per esempio in attività gli ospiti con lo status di “richiedenti asilo” o di profugo, l’amministrazione non ha fornito risposte precise, invitando il gruppo Possiamo a rivolgersi direttamente alle Associazioni interessate cui fanno carico. Quanto infine ai progetti di attività e integrazione, l’assessore alle politiche sociali ha fatto presente che esiste un progetto che coinvolge l’Unione dei comuni e la Società’ della Salute e prevede l’adesione al sistema Sprar coordinato dalla Prefettura. Si tratta del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati previsto dalla legge n 189/2002, una rete composta dagli enti locali che per realizzare i propri progetti di accoglienza possono accedere al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. L’assessore ha informato il gruppo di minoranza che il 22 settembre scorso presso la Prefettura è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra i sindaci e il Prefetto per dare avvio al sistema Sprar.
“Vedremo come si evolveranno queste iniziative e come forza politica – dicono i Podemos chiusini – torneremo ad informarci e chiedere conto dei progetti che verranno presentati e sarà nostra cura riferire ai cittadini. Intanto ci premeva sollecitare l’attenzione delle pubbliche amministrazioni verso un tema cruciale che richiama l’impegno di tutti per garantire una vita dignitosa a coloro che, per diversi motivi, sono costretti a lasciare i propri paesi. Siamo convinti che una giusta ed umana accoglienza sia alla base anche di una migliore integrazione e pacifica convivenza”.
Dai numeri e dalle informazioni fornite insomma si deduce che il problema di garantire ai profughi e richiedenti asilo, non solo un minimo di accoglienza, ma anche qualche forma di attività che possa rendere la loro vita dignitosa e integrata con la comunità locale esiste, ma l’invasione di cui molti parlano non esiste. I cittadini stranieri con lo status di profugo sono solo 44, che per una cittadina come Chiusi è un numero senza dubbio sostenibile. Certo oltre ai richiedenti asilo ci sono anche altre persone in difficoltà, sia italiani senza fissa dimora, che stranieri che non sono profughi, ma semplicemente migrati economici arrivati qui, in qualche caso da anni, ma senza lavoro, senza assistenza, senza un alloggio sicuro. Anche di queste persone una comunità aperta e solidale deve farsi carico, cercando soluzioni praticabili. Avendo anche un quadro certo del numero e della tipologia di persone.
L’esperienza citata dei “Tamburi migranti” (che tra luglio e settembre hanno fatto diversi spettacoli nel comprensorio) è un esempio concreto di integrazione positiva ed efficace. Come lo fu a Roma qualche anno fa l’Orchestra di Piazza Vittorio che poi è diventata una realtà importante della musica italiana. Senza adeguate politiche e iniziative che possano garantire un minimo di sussistenza e di “dignità”, il rischio è che molte di queste persone, per lo più giovani, finiscano ai margini e in pasto al caporalato, ai racket che gestiscono i vu’ cumprà, lo spaccio di stupefacenti, la prostituzione, o nel migliore dei casi a chiedere l’elemosina di un euro davanti ai supermercati…
Ci sono a dire il vero anche tanti giovani italiani e chiusini senza lavoro, ci sono operai e impiegati che il lavoro ce l’avevano e non ce l’hanno più, pensionati e artigiani che la crisi ha marginalizzato e spinto verso la soglia della povertà, ma non sono 44 profughi e qualche altra decina di migranti economici la causa di tutto questo. Chi lo pensa o lo dice è fuori strada e vede fantasmi. Poi, come giustamente dicono i Podemos, l’integrazione e una accoglienza umana e solidale sono elementi fondamentali per una migliore e pacifica convivenza, per ridurre i rischi di episodi di violenza, di vandalismo e di malavita. Che a Chiusi negli ultimi tempi non sono mancati, ma a dire il vero non hanno visto protagonisti, in nessun caso, profughi o migranti ospiti di strutture di accoglienza.
Nella Foto: i Tamburi Migranti sul palco della festa della Musica di Chianciano a luglio.
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