PD: SCARAMELLI LANCIA LA CAMPAGNA D’AUTUNNO: SPARA CONTRO VALENTINI E PUNTA A FARE L’ASSESSORE IN REGIONE

martedì 18th, luglio 2017 / 12:41
PD: SCARAMELLI LANCIA LA CAMPAGNA D’AUTUNNO: SPARA CONTRO VALENTINI E PUNTA A FARE L’ASSESSORE IN REGIONE
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CHIUSI – La festa de l’Unità o meglio la Festa del Pd di Chiusi ha avuto un sussulto ieri sera. Dopo i primi giorni piuttosto fiacchi, la cena con il consigliere regionale Scaramelli ha fatto il pienone, come ai tempi dei socialisti e di De Michelis che arrivava con l’elicottero e i garofani in mano e poi tutti al Patriarca…

Quando il capo chiama, la truppa risponde presente. E ieri sera a Chiusi, alla festa del Pd, si è  ritrovato tutto lo stato maggiore renzista della provincia di Siena: sindaci, assessori, segretari di circolo e anche la segretaria provinciale Silvana Micheli. Strano, ma non troppo, vedere i sindaci di Sovicille, di Asciano o di Abbadia San Salvatore e non quelli più prossimi di Cetona e Sarteano, per dire… Ma era una rimpatriata di corrente. Non esattamente di partito. Questa l’impressione che si è avuta, almeno.

E dopo la cena Scaramelli ha fatto il punto sui suoi due anni in Regione e ha lanciato la “campagna d’autunno”, quella che dovrebbe portare – a sentir lui – ad una verifica sulla giunta e sul governatore della Toscana e probabilmente ad un “rimpasto” nell’esecutivo, ma non alla sfiducia nei confronti di Enrico Rossi, uscito dal Pd e passato con gli scissionisti di Mdp-Art.1. Chi ha interesse tra gli attuali consiglieri a chiudere in anticipo la legislatura e a perdere quindi un paio d’anni di stipendio? Questa è una ragione sufficiente a far stare Rossi piuttosto tranquillo.

Da come ha parlato della verifica e del rimpasto sembra che un pensierino ad un posto da assessore Scaramelli ce lo stia facendo… Così come la “campagna d’autunno” dovrà preparare le elezioni al Comune di Siena previste nel 2018..  “Chiederò a Valentini (l’attuale sindaco di Siena, ndr) di fare un passo indietro, di farsi da parte, perché ha sbagliato alcuni passaggi, primo fra tutti quello relativo al Monte dei Paschi…” ha detto Scaramelli temendo che il Pd dopo aver perso Arezzo, Grosseto, Pistoia e altre città importanti possa perdere anche Siena e per questo chiama i suoi a stringere le fila. “Dobbiamo avere a Siena un candidato nostro”, ha detto, a voce alta. Cioè un candidato renziano. E a tal proposito Scaramelli ha detto che chiederà ai segretari del Pd senese e alla segretaria provinciale l’incarico di guidare lui questo processo. Non ha detto di voler essere il candidato a sindaco. Ma forse anche in questo caso un retropensiero c’è… Chi sarebbe se no il candidato renziano alla guida della città del Palio, se non il leader dei renziani fin dalla prima ora?

Non ha detto che Gentiloni ha fatto il suo tempo e che lui è pronto a prenderne il posto, se Renzi fosse considerato “bruciato”… Ma l’enfasi con cui l’ex sindaco di Chiusi ha arringato la platea dei fedelissimi, è sembrata quella tipica di chi ha un obiettivo alto, altissimo, di chi si sente “unto dal signore” e non si pone limiti nell’ascesa… Poi, certo, come al Tour de France molto dipende dalla gambe, ma anche dalla squadra e da come uno riesce a gestire le forze nelle salite, da come sa scegliere i tempi per l’attacco o per la difesa… Ci si può accontentare anche di una vittoria di tappa e in qualche caso anche di un traguardo volante…

Stefano Scaramelli si sente leader. In passato in più occasioni ha mostrato coraggio. Non ha avuto paura a sparare bordate a destra e a manca. Ma adesso ha un problema: parla solo ai suoi. Anzi ai suoi fedelissimi. Il resto del Pd ieri sera non c’era. E non c’erano quelli coi quali ha detto di voler dialogare (Mdp, per esempio) “pur senza fare accordi preventivi con nessuno”. Quando un capo parla solo alla sua truppa, quando cerca solo l’applauso e svicola di fronte agli scogli e alle possibili critiche, quando evita accurataente e sistematicamente il contraddittorio è un capetto. Non un capo.

Per esempio, ultimamente a Chiusi sono emersi problemi che lo chiamavano pesantemente in causa (vedi il caso Fondazione-festival Orizzonti, per dirne uno), ma Scaramelli non si è fatto vedere né sentire, è rimasto defilato, distante, al riparo e ha lasciato il fedele Bettollini da solo in mezzo al guado. Neanche una parola di conforto… E così anche su altri temi. Certo lui, ormai vola alto e il paesello lo guarda con distacco…  Viene al massimo a prendersi una dose di applausi. Che insieme ai pici, però, possono anche risultare indigesti alla fine.

m.l.

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