CHIUSI: LA FESTICCIOLA DEL PD E QUELLA PUBBLICITA’ INCONGRUA

sabato 15th, luglio 2017 / 13:37
CHIUSI: LA FESTICCIOLA DEL PD E QUELLA PUBBLICITA’ INCONGRUA
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CHIUSI –  Dopo il successo del Lars Rock Fest, con i giardini pubblici di Chiusi scalo gremiti per tre giorni nello scorso week end, il colpo d’occhio sulla Festa del Pd che si tiene nello stesso luogo, con le medesime strutture, dà un senso di tristezza. Un’orchestrina che fa ballare il liscio,  un bar e un ristorante. Diciamo che il confronto è un po’ impietoso. Non solo dal punto di vista musicale tra il solido punk rock dei Gang of Four o le sonorità innovative unite ai servizio radio-tv sugli scioperi dei minatori dei Public Service Broadcasting e l’orchestrina liscio che suona con le basi… E’ impietoso in generale.

Del resto però la festa del Pd non è più la vecchia Festa de l’Unità, che cercava di portare spettacoli e musica mai ascoltata prima, che cercava di fare informazione e politica. Che era un appuntamento spesso decisivo sul terreno del confronto pubblico tra il partito e i suoi elettori, ma non solo quelli. Ora, diciamolo, è una festicciola tra pochi intimi per tirar su due soldi e finanziare l’attività del partito. Attività che peraltro è pressoché inesistente, quindi non si capisce nemmeno a cosa servano i soldi.

La chiamano “FestaUnità Democratica”. Che non si sa se sia un modo per salvare il “marchio antico” (non esiste più nemmeno quello a dire il vero, visto che l’Unità ha chiuso) o sia invece un richiamo all’unità del Pd dopo le varie scissioni. O, ancora più sottile, un richiamo alla nuova testata on line “Democratica” voluta dai renziani. Comuque sia, di politica alla festa del Pd di Chiusi ce n’è poca. Quasi niente. In dieci giorni di festa, una cena (e incontro a seguire) con il consigliere regionale Stefano Scaramelli e un incontro con il sindaco Bettollini. Tutti due intervistati dalla segretaria del Pd locale Pamela Fatighenti. Scaramelli e Bettollini, sembra di vederli, già tremano al pensiero delle domande trabocchetto cui saranno sottoposti.

Anche le interviste ormai il Pd se le fa in casa come i pici… Roba che nemmeno nella Bulgaria dei tempi d’oro. Come le interviste a Icardi fatte da Inter Channel…

Questo passa il convento e alla fine c’è da scommetterci che sarà più la politica masticata al Lars Rock Fest che alla FestaUnità Democratica del Pd…

Il depliant della manifestazione lo spazio maggiore lo riserva ai menù delle serate quindi a pici, gnocchi, anatre in porchetta, bistecche e fritture di pesce… Neanche fosse la sagra della merangola o del boccalone. E un refuso di stampa annuncia “spaghetti al sugo di persico e uova di capra”…  Che le carpe scarseggiano data la siccità, ma di capre hai voglia, quante ce n’è…  Le uova di capra le avrà consigliate Sgarbi, quando venne l’anno scorso a fare campagna elettorale a Bettolini & C.   La domanda è: farannno male?

A parte le battute (un refuso può capitare a tutti, ci mancherebbe), una festa del Pd così a basso regime con neanche una seratina una che non sia di liscio, il che la dice lunga sui gusti e sull’egemonia culturale del partito di maggioranza (un tempo il liscio stava in un angolo, e la festa proponeva anche altro, fosse rock, pop o teatro…), dà l’esatta misura di cosa sia oggi il Pd anche laddove prende il 60% dei voti. Praticamente una scatola vuota. Vuota di idee, di contenuti, di persone, di entusiasmo, di passione…

Una cosa però il Pd riesce ancora a farla e bene: raccogliere soldi e sponsorizzazioni. A sfogliare il depliant della festa sembra proprio che siano pochi, pochissimi, quelli che dicono di no ad un contributo al partito di maggioranza. E se tra gli sponsor della festa trovi anche il capo dell’opposizione, siamo alla soglia del capolavoro commerciale. Come vendere gelati al polo nord.

Neanche Luca Scaramelli, capogruppo e dei Podemos, che un giorno sì e l’altro pure accusa Primapagina di aver cambiato linea, di essere diventato filo Bettollini, ha saputo dire di no e il suo obolo alla festa lo ha dato. Inserzione media: mezza pagina. Ovvio che ognuno fa la publicità alla propria attività professionale dove e come crede, non è reato, né peccato. Però poi se finisce per finanziare il partito avverso su cui spara a pallettoni, non può fare la morale agli altri dicendo che si sono annacquati… Tutto qui. Peggio ancora se la fa (la morale) adombrando sospetti su presunti interessi nascosti e incoffessabili. Quelli sono terreni scivolosi assai, su cui bisognerebbe andare con i piedi di piombo, perché andare a gambe all’aria è un attimo… E puntualmente succede.

Per la verità nello stesso depliant c’è anche la pubblicità della ditta del precedessore di Scaramelli, Giorgio Cioncoloni, leader della Primavera. E per par condicio lo segnaliamo. Ma la sua ditta ha altri soci ed è fornitrice della festa del Pd e quindi diciamo che quella sponsorizzazione può rientrare in un rapporto puramente commerciale. Il mercato è il mercato.

Un anno fa, su queste stesse colonne mettemmo in croce il povero Alberto Baessato che dopo essersi candidato nella lista di Possiamo contro il Pd, andò qualche settimana dopo a fare le pizze alla festa del Pd…  Ci sembrò un controsenso da sottolineare. Peccati veniali, si dirà. Piccole scivolate. Neanche scivoloni.

Ma la politica ha anche regole di coerenza minime che andrebbero tenute presenti e vanno al di là dei rapporti amicali o paesani. Soprattutto andrebbero tenute presenti da chi ha delle responsabilità ed è un “front man” di un partito o movimento. II fair play in questi casi è una cazzata. Perché segnala una “leggerezza” (quantomeno una sottovalutazione delle conseguenze) da parte del leader o  un “non poter dire di no” che sarebbe peggio ancora.

Pensare che Luca Scaramelli possa finanziare il Pd e le campagne elettorali di Bettollini & C. fa venire da ridere. Sono strani questi chiusini, direbbe Asterix. La festa del Pd è la festa del Pd, non la sagra della merangola e neanche il Lars Rock Fest o i Ruzzi della Conca… E forse una risatina sotto i baffi l’avrà fatta pure Bettollini che si sarà senz’altro complimentato per il “bel colpo”con gli addetti alla raccolta pubblicitaria.

Meglio se Luca Scaramelli e tutti i Podemos fossero andati (o andassero, c’è tempo) una sera a mangiare alla Festa del Pd. Vuoi mettere la soddisfazione di farsi vedere belli compatti dall’avversario e soprattutto di farsi servire al tavolo da Bettollini e da Pamela Fatighenti?

m.l.

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