LA NOTTE DI CORBYN. C’E’ UNA SINISTRA CHE RITROVA IL SUO APPEAL E NON E’ QUELLA DI RENZI…
IL VOTO DEI GIOVANI AL LEADER LABOURISTA POTREBBE ESSERE DECISIVO…
Oggi si vota in Gran Bretagna e tutti i rifettori sono puntati sulla rimonta di Jeremy Corbyn, il “rosso” che potrebbe addirittura fare il sorpasso (solo due mesi fa impensabile) su Teresa May e i conservatori. Un po’ come Trump su Hillary Clinton, al contrario… Anche se tra Hillary e Corbyn c’è un abisso.
Corbyn è figura più simile a Bernie Sanders che non alla ex first lady. E’ uno di sinistra, per davvero, ha una visione antagonista rispetto al neoliberismo, guarda prima di tutto alle disuguaglianze e alla difesa dei beni comuni… E il compagno Corbyn, al di là di come finirà la battaglia elettorale, una sua battaglia l’ha già vinta, perché ha ridato speranza e voce a milioni di persone, ha riportato alla politica e quindi al voto, centinaia di migliaia di giovani che se ne erano distaccati. E’ proprio tra i giovani che Corbyn ha il suo bacino di consenso più forte.
Gli ultimi sondaggi condotti dal quotidiano britannico Guardian hanno rivelato che i giovani dai 18 ai 24 anni e gli studenti sono il «bacino da cui Corbyn può aspettarsi un forte supporto» e tra gli elettori in età compresa tra i 25 e i 34 anni, i laburisti (e il loro candidato cioè Corbyn) sono avanti di quasi 10 punti percentuali sui conservatori: sono intenzionati a votare Labour il 43% degli intervistati contro il 34% rimasto orientato sui Tories. Un risultato che proietta per la prima volta Corbyn in testa alle preferenze dell’elettorato under 35 nel corso dell’intera campagna elettorale. L’appeal di Jeremy Corbyn tra gli under 40 è il deprofundis dello yuppismo. E’ la sconfessione netta dell’assunto che in Italia è circolato per anni e sul quale si è fondata per esempio l’ascesa di Renzi e cioè che “i politici buoni sono solo quelli nuovi, che hanno al messimo 40 anni, che non sono compromessi col la vecchia politica del 900…”
Quella di Corbyn è una rottamazione al contrario. Sta infatti rottamando tutti i luoghi comuni sul giovanilismo, sulla fine delle bandiere e delle ideologie, sulla necessità di uniformarsii al pensiero unico correndo al centro, per rispolverare invece i grandi temi dell’uguaglianza, della gestione pubblica dei beni comuni, del lavoro, addiruttura le ri-nazionalizzazioni…
Corbyn, dicono gli analisti, “sembra aver toccato alcuni dei tasti più sensibili per l’elettorato giovanile, a partire dalla questione (potenzialmente) esplosiva dei costi dello studio e degli student loans, i prestiti universitari. Corbyn propone di azzerare del tutto i costi dell’Università, abolendo le rette dal 2018 e facendo scattare retroattivamente un primo anno gratuito per chi inizia nel 2017.
I giovani interpellati dai media britannici sembrano essere attratti anche dalle politiche promesse da Corbyn in ambiti come sanità e fisco, dalla «rinazionalizzazione» del National Health Service (il servizio sanitario britannico) e delle ferrovie, all’ipotesi di aliquote al 45% per i titolari di un reddito superiore alle 80mila sterline e del 50% per chi guadagna più di 100mila sterline l’anno. Alcuni intervistati hanno posto l’accento, più che altro, su una questione di principio: Corbyn lavorerebbe «per i più, non per pochi». «Tassare i ricchi, invece di fare austerity»… E se ha 67 anni ed è deputato dall’83, poco importa.
La stessa fascia di elettorato che può offrire «forte supporto a Corbyn» è la stessa che, nel 2015, ha messo a segno un tasso record di astensionismo: 57%. Già portarli alle urne, due anni dopo, sarebbe una vittoria e forse la base per sperare nel sorpasso… Certo i giovani britannici erano contrari alla Brexit mentre Corbyn sulla questione è stato piuttosto ambivalente. Ma questo aspetto, al momento sembra pesare meno rispetto alle proposte “antagoniste” del leader labourista. Domani sapremo come è andata…
INGHILTERRA, JEREMY CORBYN
in bocca al lupo Jeremy