CHIUSI, FONDAZIONE IN ROSSO: IL FESTIVAL ORIZZONTI A RISCHIO TAGLI PESANTI. PUO’ ANCHE SALTARE
IL CONSIGLIO COMUNALE INTIMA L’ALT. NOMINATO IL NUOVO CDA DELL’ENTE. ECCO I NOMI DEI CONSIGLIERI
CHIUSI – Doccia gelata sulla Fondazione Orizzonti. Ad aprire il rubinetto dell’acqua fredda, all’improvviso, è stato il Consiglio Comunale. Anzi, per essere più precisi, è stata la maggioranza. Con una mossa che ha spiazzato tutti il gruppo Pd-Psi ha infatti presentato una mozione, illustrata dal presidente della Commissione Cultura Simone Agostinelli, con la quale “si impegna il sindaco a mettere in atto tutte le misure, anche straordinarie, per mettere in sicurezza il bilancio e raggiungere la stabilità economica e finanziaria dell’ente cultutale, ottimizzando le spese e far fronte alla situazione debitoria pregressa. Tutto ciò anche operando anche in deroga agli indirizzi approvati a suo tempo, per il triennio 2015-2017″.
E qui forse si capisce il perché della decisione del sindaco di assumere qualche mese fa la presidenza della Fondazione.
In sostanza la maggioranza chiede al sindaco di mettere al primo punto dell’odg il riequilibrio dei conti, prima di qualsiasi ragionamento sulle attività e sulla qualità delle stesse. Un mandato preciso. Come dire “Fermi tutti, che se continuiamo così ci facciamo male!“.
Questa in estrema sintesi la traduzione della decisione. Che è nella sostanza il riconoscimento – peraltro ammesso – del fallimento dell’operazione Fondazione, per come era stata pensata, nonostante i tentativi di rimettere la barca in linea di galleggiamento e l’alto valore artistico e culturale del lavoro svolto e degli spettacoli presentati. Il fallimento soprattutto di quello che era l’obiettivo principale della Fondazione, ovvero la creazione di un capitale sociale consistente attraverso il contributo diretto del pubblico (il Comune in particolare), ma soprattutto dei privati. Questo conributo è stato limitato. Discreto il primo anno, poi sempre in calando. E le casse sono finite in rosso. Un debito risalente sopratutto al 2014 e 2015, che la Fondazione si è poi portata dietro, senza intervenire in maniera drastica. E anche questo è stato ammesso. Adesso la svolta. Primo: risanare i conti. Poi tutto il resto.
Il sindaco-presidente Bettollini non solo ha fatto propria la mozione del suo gruppo consiliare, ma è sembrato esserne l’ispiratore e il sostenitore più convinto. “Non appena abbiamo preso conoscenza del bilancio e del debito accumulato, anche per mancati interventi negli anni scorsi, abbiamo deciso di fissare un paletto, di fermare le bocce e cercare le soluzioni più idonee“, ha spiegato. Cosa significa, in concreto tuto ciò? Che la Fondazione è destinata a chiudere i battenti? No. Che il debito è una voragine irrecuperabile? Neanche. Si parla di 180 mila euro, circa, su un bilancio complessivo della Fondazione pari a 300 mila euro. “Cifre consistenti, ma non da far tremare una città”, dice il sindaco.
Significa però, come ha spiegato lo stesso Bettollini che “per quest’anno si farà quello che si potrà fare. Ciò che non si potrà fare perché non vi è certezza di copertura finanziaria, non si farà! Se dovremo stringere la cinghia la stringeremo. Ma la stringeremo perché prima l’avevamo allargata un po’ troppo”. Quindi anche tra ciò che era previsto negli indirizzi del triennio e nei programmi a breve e medio termine qualcosa potrà saltare. E di sicuro salterà. Che cosa non si sa.
Non salterà, né sarà ridimensionato il Lars Rock Fest, che ormai è praticamente alle porte (7-9 luglio), anche perché la manifestazione ha un budget basso e costa relativamente poco, fa una discreta audience, sia come pubblico presente che come ritorno mediatico e anche perché ha anche una buona base di “entrate”, con il ristorante, la birreria, il mercatino ecc…
A rischio concreto di “tagli” sono invece il Festival Orizzonti (a cavallo tra luglio e agosto) e la stagione autunno-inverno del Mascagni... Il Festival così come lo ha pensato, voluto e impostato il direttore artistico Andrea Cigni è sicuramente un festival di qualità, ha anche una sua cifra di originalità e particolarità nel panorama nazionale, ma è forse “troppo bello” e diciamo pure pretenzioso, quindi non sostenibile, per una cittadina di 8.000 abitanti come Chiusi, per di più in piena crisi economica… Detto in soldoni: se anche gli artisti vengono gratis o per la sola ospitalità (e non è poco), la Fondazione non può, nella situazione attuale, permetteresi di pagare vitto e alloggio a 200 persone per un mese… O allestimenti di palchi e impianti in più punti della città per decine di migliaia di euro… Più che un ridimensionamento è più facile lo stop per un anno, per poi ripartire con basi più solide e… al pulito.
Ovvio che un piano B a due mesi dal festival non è cosa che si improvvisa. Il direttoe Cigni non è tipo da fare le nozze coi funghi… Ed è anche ovvio che non si potrà tornare all’autarchia, cioè ad un festival fatto esclusivamente con le risorse locali e del territorio circostante, anche se quello di un maggiore e più proficuo rapporto con le realtà culturali del territorio è dichiaratamente uno dei punti cardine del nuovo management della Fondazione stessa. In particolare il vicepresidente Giannetto Marchettini lo considera un imperativo ed ha accettato di tornare nel Cda proprio sulla base di questo impegno… Gli altri membri, appena nominati dal sindaco, sono: Lucia Marcucci, impegnata da sempre nei Terzieri e responsabile marketing del Centro Commerciale Etrusco, ed Edoardo Albani, direttore del Museo della cattedrale. Un quarto membro sarà nominato a breve dalla componente privata.
Quanto alle “misure, anche straordinarie” per mettere in sicurezza i conti, Bettollini ha formulato alcune ipotesi, tutte da valutare: 1) accendere un mutuo per spalmare il debito in un tempo più lungo e garantire oeratività ala Fondazione; 2) ottimizzare le spese proponendo solo ciò che sarà possibile sostenere; 3) revisione dei budget delle varie iniziative per il 2017 e rielaborazione degli indirizzi…
Dopo il palasport con la sconfessione dello stadio faraonico; dopo la decisione di intervenire sullo stadio attuale, sconfessando le previsioni di cementificazione del 2011; dopo i lavori alla stazione, con la sconfessione della bufala della stazione volante al Centro Carni, anche sulla Fondazione Orizzonti Bettollini e la maggioranza compiono una inversione ad U, riconoscendo il fallimento dell’impostazione precedente, il mancato intervento nel 2014-2015 e la necessità di rivedere non solo i budget, ma anche il quadro generale. Un’altra presa di distanze, effettiva, dall’epoca Scaramelliana.
La mozione presentata da Agostinelli è stata aprovata a maggioranza. Le opposizioni hanno votato contro. In particolare la lista Possiamo avrebbe voluto un più netto riconoscimento delle reponsabilità e degli errori pregressi da parte della giunta e della maggioranza, una più marcata dichiarazione di discontinuità. Luca Scaramelli ha parlato di vittoria delle opposizioni e di chi da sempre ha criticato una Fondazione nata con diversi difetti di fabbrica, ma ha mostrato apprezzamento per la soluzione attuale proposta da Bettollini & C. (“se fossi sindaco farei la stessa cosa!”), aprendo allo stesso Bettollini una linea di credito: “Se tra qualche tempo, con le misure che metterà in campo, sarà riuscito a risanare la situazione finanziaria e dare alla Fondazione un ruolo di proposta e coinvolgimento della città nell’attività culturale, non sarà giudicato alla stregua del sindaco che non è intervenuto quando era il momento”.
In ogni caso, al di là del voto contrario e della sorpresa per quella mozione presentata senza preavviso, il dibattito si è svolto in maniera pacata e civile. Con toni molto concilianti da una parte e dall’altra. Senza acredine. Siccome il tema riguarda non solo un discreto gruzzoletto di soldi, ma soprattutto l’attività culturale della città, quindi uno dei temi forti, che segnano la crescita civile e al tempo stesso il “richiamo”, l’immagine della città, il segnale arrivato dal Consiglio comunale è positivo…
Che succederà in concreto lo vedremo a breve. Sarà interessante vedere anche che ne pensa e quale sarà la reazione di Andrea Cigni. Conoscendolo, qualcosa da dire ce l’avrà… A meno che non sia già con la testa altrove. Il suo silenzio circa il festival chiusino in queste ultime settimane è un indizio poco incoraggiante.
Marco Lorenzoni
Andrea Cigni, chiusi, Festival Orizzonti, Juri Bettollini, l'ars rock fest, Luca Scaramelli
il movimento cinque stelle ha qualche idea in merito ?
Il movimento 5stelle oltre a festeggiare per la perdita di cultura altro non può fare, anzi no scusa pensa al question time..
Può questa testata dire quando e quanto spesso negli ultimi quattro anni ha parlato del disastro finanziario, che oggi il sindaco dichiara essere evidenter sin dal 2014?
Lui lo sapeva già da tre anni, ma evidentemente non ha creduto opportuno diffonderlo. L
Ogni volta che abbiamo parlato della Fondazione. Anche di recente, quando è cambiata la presidenza… Anzi abbiamo indicato il debito come uno dei possibili motivi dell’assunzione di responsabilità da parte del sindaco. E infatti così è stato. Certo, un “buco” di circa 200 mila euro non è una bazzecola. Ma se vogliamo dirla tutta, non è neanche una voragine incolmabile, a fronte di due festival di indubbia qualità. Il problema sta nelle mancate entrate, nel mancato apporto dei privati, in un rapporto complicato con la cittadinanza… Quindi nel “falimento” dell’operazione Fondazione, che non ha dato i frutti sperati e ha creato un debito crescente, senza mai intervenire per arrestare l’emorragia. Che i festival (soprattutto quelli più originali e di qualità) alla fine dei conti chudano in perdita e non in guadagno è cosa risaputa e succede dappertutto. Per questo motivo s dovrebbero creare le condizioni e iniziative diverse che al contrario producano utili e possano ripianare il buco. Questo non è successo. Orizzonti e il rest si poteva fare meglio e diversamente, per cercare di rimettere di meno? Forse sì. Ma se il festival salterà c’è poco da gioire, Chiusi sarà più deserto di quello che è già… E nel deserto cresce poca roba…
Caro Marco, non è così. Il debito è stata la spazzatura sotto il tappeto. Mi i dispiace, ma anche l’informazione ha le sue responsabilità. Il buco è una voragine e ci vuole poco a capirlo dalla lettura del bilancio. Chi ha risposto a Miccichè quando scriveva che il festival era un lusso che Chiusi non si poteva permettere? Lui un’idea veramente ce l’ha ma nessuno qui l’ascolta.
Nessuna apertura di credito nei confronti del sindaco , le parole che ho usato erano un paradosso e semplicemente finalizzate a ribadire le responsabilità della precedente amministrazione.
Le inversioni a U cominciano ad essere numerose e i ripensamenti rispetto a quanto intrapreso in passato portano ad una conclusione sola o questa amministrazione si dichiara totalmente in discontinuità con quelle che l’hanno preceduta o si assume totalmente il carico degli enormi errori compiuti, visto che comunque molti dei componenti della maggioranza attuale facevano parte di quella precedente.
Le responsabilità in politica hanno un peso fondamentale, non si può cambiare idea di colpo dimenticando o facendo finta di dimenticare chi abbia sbagliato. Non è questione di voler affibbiare colpe, ma nella vita in tutti i settori chi sbaglia non deve certo essere messo in croce ma non si può certo fare tutto un calderone tra chi in passato ha difeso con forza progetti rivelatisi poi disastrosi e chi quei progetti li ha criticati fin dal primo minuto.
Fino a poche settimane fa la fondazione Orizzonti veniva definita ancora, così come quando è nata, il motore di tutto, il volano che avrebbe rimesso in moto l’economia di Chiusi, il Festival Orizzonti era il fiore all’occhiello del nostro comune, riconosciuto a livello nazionale, chi osava, non dico criticarlo, ma volerne parlare veniva tacciato di provincialismo, poi all’improvviso arriva il colpo di spugna. Si decidano i signori che amministrano il nostro comune perché noi ancora non abbiamo capito cosa hanno in mente per risollevare le sorti del nostro paese.
E soprattutto riesce difficile pensare che il medico che ha fatto il danno abbia le capacità di curare i danni che ha provocato.
In questa vicenda non vincono né la maggioranza né le opposizioni, non si può parlare di vittoria quando a perdere è una comunità intera. Quello che le opposizioni possono vantare, se così si può dire, è che su questioni fondamentali come questa della fondazione o quella dello stadio, avevano visto giusto da tempo. Da cittadino di Chiusi, non da rappresentante di una lista di opposizione, questa cosa mi amareggia e mi amareggia che come spesso avviene in Italia, alla fine le responsabilità si confondono nell’oblio e in questo sono d’accordo con paolo Scattoni chi informa o dovrebbe informare ha le sue responsabilità.
https://www.primapaginachiusi.it/2017/05/chiusi-salta-orizzonti-questanno-niente-festival-estivo-ci-abitueremo-al-deserto/
Beh, solo una sciocchezza: l’unico modo per ripianare il buco è non fare il festival e comunque erogare alla fondazione il contributo di 150.000,00 € e cedere i locali sopra l’ufficio turistico in proprietà alla fondazione? I soldi di chi sono?
Bisognerebbe cominciare a fare un po’ di analisi dei bilanci. Non soltanto quello della Fondazione. Nonostante che si dica che sono solidi (ma non lo dicevano anche quelli della Banca di Credito Cooperativo? Sarebbe bene essere sicuri che non si andrà incontro ad altre spiacevoli sorprese.