IL GIORNO DELLA MEMORIA E LA “MEMORIA” DEL PRESENTE: GLI OLOCAUSTI DI OGGI
Questa sera, domani e domenica al Teatro Arrischianti di Sarteano va in scena una piece intitolata “dall’Inferno alla luna” messa in scena per celebrare il Giorno della Memoria. Il testo, del francese Jean Pierre Thiercelin, in sostanza si sviluppa attorno ad una domanda: ha ancora senso ricordare, interrogarsi, piangere su quella tragedia di 70 anni fa che fu l’Olocausto? Olocausto non solo degli ebrei, ma anche di altre “minoranze” come i Rom e e i Sinti, o gli omosessuali, o i comunisti, questi ultimi discriminati e trucidati non per questioni di razza o di diversità, ma perché sicuri oppositori del regime hitleriano e del fascismo…
Certo che ha senso. La memoria non va smarrita, Un Paese senza memoria non ha futuro… Ma ha senso solo se si ha memoria e cognizione anche del presente. E di altri olocausti, che ci passano sotto gli occhi e noi magari ci facciamo poco caso.
Non ha senso, oggi, gennaio 2017, parlare, ricordare, piangere ascoltando le parole, i ricordi, le canzoni pure, degli internati nei lager di Auschwitz, Dachau, Treblinka, Birkenau, guardando film come La Vita è bella o Shindler’s list, o Il pianista, se non consideriamo ugualmente inaccettabile, insopportabile quello che sta accadendo a centinaia, migliaia di migranti e profughi a Belgrado e ai confini balcanici. Gente ammassata, in campi di fortuna, in locali dismessi, in mezzo alla neve, con temperature sotto zero, in fila per un pasto, per un pezzo di pane e una bottiglietta d’acqua… Uomini, donne e bambini con lo stesso sguardo perso di quelli che i soldati dell’Armata Rossa trovarono ad Auschwitz 70 anni fa.
Non ha senso se non consideriamo un olocausto anche ciò che sta succedendo ad Aleppo, o le morti per naufragio e affogamento di decine di migliaia di migranti nel Mediterraneo, ormai più cimitero dei cimiteri di guerra… Se non ci si rende conto di cosa voglia dire il muro di Gaza, o cosa significhi la decisione di Trump di alzare un muro tra Stati Uniti e Messico…
Cantiamo pure, oggi, tutti insieme ‘Auschwitz‘ di Guccini… commuoviamoci ancora. Ma non cambiamo canale quando vediamo scorrere in Tv le immagini che arrivano dalla Siria, dai confini balcanici, da Lampedusa… Stiamo attenti a non trasformare il Giorno della memoria nel giorno della messa in pace della nostra coscienza, a non cosiderarlo solo un modo per sentirci in pace con noi stessi, come quando doniamo 2 euro con un sms per i terremotati e poi ce ne freghiamo di chi costruisce dove non si dovrebbe, di chi usa meno cemento di quanto necessario, di chi considera la tutela dell’ambiente come un optional su cui sorvolare… Ci scarichiamo la coscienza, ci mettiamo l’anima a posto con due lacrimucce, e un po’ di commozione scadenze fisse, e poi ce ne infischiamo delle regole, anzi cerchiamo sempre e comunque il modo di aggirarle…
Andiamo a vedere lo spettacolo a Sarteano. Perché vale la pena. Perché la regista Laura Fatini e i suoi fratelli propongono una domanda serissima. Ma andiamoci sapendo che l’inferno, purtroppo, non è finito nel ’45. E la luna da lassù ci guarda con occhi smarriti, increduli, quasi di commiserazione.
m.l.
Giorno della Memoria, migranti, Olocausto, Sarteano, spettacolo teatrale
Perchè dal momento che le bombe in testa in Irak, Afghanistan, Siria le prendono soprattutto dagli USA, dall’inghilterra e dalla Francia ed anche col supporto nostro, i governi italiani -ancorpiù membri dell’alleanza- non vengono contestati ben sapendo che il flusso dei profughi esiste soprattutto in conseguenza di quello che produciamo ed abbiamo prodotto in un passato lontano e recente in quei paesi ? Ci si indigna per Treblinka ed Auschwitz, ma le socialdemocrazie europee oggi cosa stanno producendo sotto gli sguardi inebetiti e muti dei loro cittadini ? E’ la guerra che si riflette nella sostanza a sancire la condanna del mondo verso di noi e siamo noi ed i governanti che abbiamo eletto,-anzi che hanno eletto (io non li ho eletti)coloro i quali hanno dato il proprio consenso ai partiti che governano, che con la scusa del terrorismo creato ad hoc prendono l’iniziativa per bombardare occupare, condizionare i governi che si reggono a suon di dollari. E’ sempre la solita musica, ed allora le cose dovrebbero essere chiare soprattutto a coloro che dicono di essere a sinistra.Invece è tutto il contrario, e la sinistra serve per suggellare le operazioni più impresentabili moralmente decise dalla destra e dai potenti. Parlano di populismo di chi potrebbe loro dar fastidio, e con giri di parole e corruttele pensano di dimostrare la giustezza delle loro posizioni. Ci mettono in mezzo anche la libertà, la scomodano fino a dire che la libertà dello stato laico sia tale da consentire anche l’affermazione di chi ne contesta le politiche, arrivando persino a dire che si lotti perchè possa affermarsi ed esprimersi un pensiero contrario.Teoricamente non fa una grinza, ma allora perchè nessuno contesta la guerra portata da noi occidentali in casa d’altri ? I creatori delle doppie verità fino a quando non saranno messi nell’impotenza di continuare ad essere complici di coloro che sganciano le bombe sui villaggi e che massacrano la gente inerme,noi in Italia non andremo da nessuna parte e le conseguenze continueranno a riversarsi sopra il nostro popolo, quello stesso popolo che porta poi le scuole a visitare Auschwitz, ma non gli si insegna ai giovani di fare nemmeno un paragone con quanto succeda oggi, anzi quando si riconosce che centinaia di miglii di profughi fuggono dalle loro terre cercando asilo, il nostro sentimento che dovrebbe condannare e negare esplicitamente la guerra da noi portata, al massimo si riversa in stridente consolazione umanitaria.Dicono che se così non fosse, la scuola sarebbe politicizzata e delle proteste oggi hanno tutti timore.un carattere distintivo dei tempi in cui viviamo è senza meno quello della fine della contestazione e della glorificazione dell’imbelle agnosticismo dell’allontanamento dalla politica,che tanto è caro anche alla nuova sinistra, anzi alla sinistra di governo per più precisione.Questo è il danno prodotto sui nostri giovani, che spero abbiano da loro il potere di discernimento e la padronanza delle loro menti, per capire che il vero nemico ha molte facce, spesso anche quelle delle false libertà create ad hoc.I media a questo servono ed i risultati si toccano con mano.Il fatto di mettere in collegamento le persone fra loro è secondario. Il primo scopo è quello di creare delle forme di pensiero per le quali le persone debbano essere assuefatte a quanto avvenga intorno, non debbano reagire e contestare, debbano rendere più permissiva e liscia l’accettazione della teoria e della pratica che i bisogni si basino sul superfluo che diventi necessario, e che questo lo si raggiunga facendo sempre più a meno di ragionare e pensare col proprio cervello.Chi produce e mantiene tale livello di pensiero nei partiti politici della nostra italia c’è a pieno titolo fra tutti la sedicente sinistra, suggellata dal più grande partito al potere, che una volta aveva un nome, adesso ha cambiato veste,ma il lavoro che produce è sempre lo stesso: ” fate le riforme basta che non cambi nulla”…e che fra non molto si appresterà a governare con un ben più cospiquo rinforzo a destra.
Non dimentichiamo che anche il nazismo e il fascismo andarono al potere sull’onda del populismo, in risposta all’inefficienza e alla crisi della politica dei governi liberali o socialisteggianti…ma vincendo le elezioni. Il populismo di certi movimenti e partiti di oggi non è un’invenzione di chi ha paura di essere scalzato e mandato a casa. E personalmente, in tutta franchezza, non credo possa essere una medicina…
Nemmeno io credo che possa essere una medicina, ma mi chiedo se nel significato ”populista” possa essere compreso anche quel’insieme di comportamenti e più che altro di modo di pensare che progetta, sostiene ed ingrassa gli ingranaggi di un sistema che per reggere dopo aver consumato le risorse di tutto un pianeta,si sforza a convertire ed usare coloro che sono stati sfruttati ed utilizati(perchè ne hanno sopportato il peso maggiore) in pedine atte a servire ai suoi scopi di sempre, che sono quelli di non ripartire la ricchezza dicendo invece che vada ripartita.E’ troppo complicata come visione ? E’ il mondo che abbiamo davanti ai nostri occhi oggi, o no? Certo che il ”populismo” che abbiamo conosciuto nel fascismo e nel nazismo si sono avvalsi di basi di partenza dove l’iniquità del sistema sociale e della miseria oppressiva delle masse avevano causato le rivoluzioni, poi incanalate ed usate per rinsaldare la sicurezza del potere e dei ricchi, mandando al macello le masse (1° e 2° guerra mondiale),ma quello va letto secondo me come una caratteristica dello stato autoritario che proteggeva se stesso e che a tale protezione era devoluto e soggiogato tutto, perfino la vita dei cittadini.Oggi, in un occidente che viene da una seconda guerra mondiale, non sò quante persone sarebbero disposte a fare da carne da cannone.Il populismo in tal senso quindi non mi appare tanto come un concetto da usare contro i cittadini bensì contro uno Stato occupato dai partiti che si sono mangiato tutto. E che, non è forse la verità? Nota che il ”populismo” va contro la politica che ha retto l’establishment fino ad oggi, e che si ha paura da parte di coloro che sono protetti dall’ombrello che possa mettere tutto alla stessa stregua.Questa è la prima paura, anch’essa populistica.In questo magari il populismo fà forza su di una concezione corretta di cosa dovrebbe essere lo Stato e cosa dovrebbe rappresentare e di ciò che invece rappresenti nel reale. E’ la stessa concezione di libertà usata e pretesa dentro il sistema capitalistico che è un concetto estensibile, per il quale chi ha e possiede è libero e chi non ha non è libero. Allora anche questo può essere un concetto populistico? Eppure tale concetto è osservato e concepito dalla maggioranza degli uomini e riconosciuto valido e che travalica gli schieramenti politici, per cui si addiviene al fatto che è vero che chi ha sia libero e chi non ha non lo sia .Allora? Io credo anche che nel concetto del ”populismo” come oggi è presente in Italia vi sia una grossa componenente che il sistema usi per mettersi al sicuro ma che sia allo stesso tempo un elemento scardinante del sistema stesso.
E’ un figlio del sistema diciamo, promosso e prodotto dall’ignoranza politica soprattutto,ma che può essere usato per rovesciare il sistema stesso che lo ha prodotto.Ecco perchè l’establishment se ne serve ma anche lo teme. Nel 1922 la ruota del populismo in una Italia affamata girò per un verso e produsse il fascismo che rinforzò gli industriali e gli agrari contro gli interessi della stragrande maggioranza della gente e che riuscirono a rivolgere il populismo contro il concetto di ripartizione della ricchezza che si stava affermando.Gli marciò contro con violenza al socialismo,dicendo che anche il fascismo stesso voleva la ripartizione della ricchezza.Figurati se la volevano gli industriali e gli agrari….eppure investirono su Mussolini per farlo arrivare al potere. Durante il ventennio quel regime fu acclamato e sostenuto dalla maggior parte della popolazione politicamente arretrata,perchè le si dette in pasto l’illusione e la propaganda, ed anche la fame per controllarla meglio, fino a spingerla nel baratro della guerra acclamata dalle folle festanti.Posto che la testa dell’uomo ragioni sempre allo stesso modo, mi chiedo quanti oggi acclamerebbero la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie fra le nazioni, eppure la violenza della guerra e degli eserciti c’è sempre e segna la storia. In pratica volevo intendere che il populismo può essere usato dal sistema per proteggere se stesso ma può essere usato anche per scalzare dal potere una minoranza politica che si comporta non facendo l’interesse della stragrande maggioranza della gente. Stà alla gente accorgersene di questo e di solito se ne accorge quando ha le ragnatele sullo stomaco.E’ una legge materiale comune anche al regno animale ma gli uomini se ne avvalgono solo durante purtroppo e non prima, quando hanno le ragnatele sullo stomaco.Se manca questa condizione la gente continua a vivere come sempre ha vissuto, con l’illusione, facendosi trasportare,sperando che vi possa essere un domani migliore di oggi.Ma è sottocultura politica questa, perchè difficilmente in tale condizione ci si pone il problema del potere e del suo cambiamento, ammesso sempre che veramente lo si voglia, perchè spesso sono sempre i cosiddetti ”poveri’ che sono-almeno in parte- i più conservatori, sia nell’economia sia nella visione della vita.
Non è il caso, almeno tra noi, di smetterla con le banalità?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/31/populismo-cari-politici-imparate-il-senso-delle-parole-che-pronunciate/762407/
Se la domanda è: “perché Renzi non è populista?” la mia risposta è sì. E lo è al al pari di Grillo e di Salvini e pure del Berlusconi che vinceva le elezioni. Renzi, il renzismo, la deriva del Pd sono il risultato di 20 e passa anni di dittatura del pensiero unico, della reiterazione della tesi “destra e sinistra non esistono più”, o sono uguali, dell’assunto che “la sinistra ha fallito, quindi non serve”… Ma io, che non ho mai vootato renzi e neanche il Pd prima di Renzi, ho timore che i Trump, le Le Pen, i Salvini, i Grillo, i Farage ecc. non siano la giusta terapia… Una sinistra che possa definirsi tale e che sia credibile al momento non c’è, ma non per questo bisogna accontentarsi del “populismo” che passa il convento… e francamente non so dove sia la banalità: dire che celebrare il giorno delle memoria non ha molto senso se non si tiene conto degli olocausti di oggi sarebbe una banalità? Dire che molti partiti e movimenti politici di oggi sono ‘populisti’ è una banalità? A me pare una verità inconfutabile…E un dramma…