BERLINO, IL TERRORISTA UCCISO, IL CAMION… CE LA RACCONTANO GIUSTA?
Strane cose succedono. Seguo le cronache e scrivo sui giornali da più di 30 anni. Da quando le BR sparavano per strada un giorno sì e l’altro pure, da quando i fascisti mettevano le bombe sui treni e nelle stazioni. Ogni tanto qualcuno lo prendevano, vivo o morto. Non ho mai sentito dare in Tv, al telegiornale, il nome di uno dei poliziotti o carabinieri che avevano partecipato all’operazione. Mai. Se li fotografavano, gli facevano calzare un passamontagna perché non venissero riconosciuti. Idem per i fatti di mafia.
Dei due che la notte del 23 dicembre scorso hanno ucciso l’attentatore di Berlino Anis Amri a Sesto San Giovanni dopo un conflitto a fuoco, è stato il ministro Minniti a dare i nomi. “Per giusto e doveroso riconoscimento” ha detto, e così ha ribadito anche il capo della Polizia Gabrielli. Ora però quei due agenti e le loro famiglie dovranno vivere sotto scorta. Magari cambiare faccia e identità. Perché gli amici di Amri potrebbero tentare di vendicarsi. No? Ecco, dare quei nomi mi è sembrato un fatto strano, anomalo. E anche un po’ avventato e improvvido.
Come mi è sembrato anomalo che lo stesso Amri, il latitante più ricercato d’Europa dopo la strage al mercatino di Natale, sia riuscito a fuggire, abbia attraversato la Germania, la Francia (viaggiando in TGV), sia passato in in varie stazioni (Lione, Chambery, Torino) e in quella di Milano Centrale sia comparso verso l’una di notte anche nelle telecamere della Polizia… Possibile che nessuno lo abbia visto e fermato? Strano. Chi controlla le immagini delle telecamere di sicurezza?
I due poliziotti che lo hanno ucciso a Sesto San Giovanni non sapevano chi fosse, stavano facendo un normale controllo, hanno sparato per difesa, per rispondere al fuoco. Così ci è stato raccontato. Alcuni giornali e agenzie di stampa prestigiose hanno addirittura fornito il nome del morto come quello dell’attentatore Anis Amri, dicendo però che il cadavere non era stato ancora identificato perché addosso non aveva documenti (e certo, li aveva lasciati nel camion in Germania)… Se non era stato identificato come facevano a sapere che si trattava con certezza dell’attentatore tunisino? L’Ansa e i giornali mica potevano sapere delle impronte digitali alle 8 di mattina, cioè solo 4 ore dopo la sparatoria. Strano no?
Come mai il terrorista fosse sceso a Sesto San Giovanni non è ancora chiaro. Ma guarda caso il camion usato da Amri a Berlino, proprio da Sesto San Giovanni era partito… Non credo volesse riportare le chiavi al magazzino…
Certo poi è strano pure che i terroristi lascino sempre i documenti sul mezzo che usano per compiere degli attentati. E’ successo ad Anis Amri e anche ad uno degli attentatori di Parigi dopo la strage al Bataclan e anche a uno di quelli dell’11 settembre 2001 a New York, ricordate?
I fascisti, i brigatisti, i mafiosi non li hanno mai lasciati da nessuna parte. Sono sempre stati più attenti. Questi invasati islamici chissà a cosa pensano quando si apprestano a fare una strage…
Non solo: Amri avrebbe viaggiato per ore su quel camion con un cadavere sul sedile del passeggero. L’autista polacco trovato morto dopo l’impatto con l’albero di Natale al mercatino di Berlino, era morto da un bel po’. Così dicono le autorità tedesche dopo l’autopsia. Morto ammazzato con una coltellata (forse) e un colpo di pistola in testa (di sicuro), diverse ore prima della strage. Già è poco normale che un Tir di quelle dimensioni possa arrivare senza essere fermato nel mezzo di un mercatino in una centralissima piazza di una città come Berlino (così come era successo a Nizza il 14 luglio), ma che viaggi anche per almeno 3 ore con un morto a bordo, sul sedile davanti e non nel cassone, è circostanza anche questa poco chiara… Non è che sia semplicissimo guidare un mezzo del genere.
Di solito i terroristi islamici si immolano sul posto, finora è successo quasi sempre così. Anche il poliziotto turco che ha ucciso l’ambasciatore russo lo stesso giorno dell’attentato di Berlino non credo che pensasse di uscirne vivo dopo aver sparato al diplomatico durante una iniziativa culturale pubblica, davanti alle telecamere della televisione… Infatti non ne è uscito vivo. Amri, invece, come quelli del Bataclan o della strage nella redazione di Charlie Hebdo o all’aeroporto di Bruxelles non erano attentatori suicidi… Qualcuno lo hanno preso, dopo, ma non si sono fatti saltare in aria. Stanno evidentemente cambiando anche i terroristi islamici.
Senza voler fare il complottista, o il bastian contrario per forza, io l’impressione che non ce l’abbiano raccontata tutta (e giusta) ce l’ho. Mi viene in mente una frase del libro ‘1984’ di George Orwell: “C’erano attentati continui e ingiustificati. Fatti a caso. Servivano allo Stato per limitare le libertà dei cittadini. Ad ogni attentato, si facevano leggi restrittive della libertà!” Ecco, la “profezia” del libro di Orwell mi sembra ancora molto calzante e attuale. E mi fa tornare in mente gli anni bui della strategia della tensione in Italia, che ricordavo al’inizio.
Qualche tempo fa un esponente del governo israeliano disse “è bene che gli europei provino quello che proviamo noi, che quando andiamo al ristorante non siamo sicuri di tornare a casa”. Anche certi governi europei possono trovare conveniente tenere i loro cittadini nella tensione e nella paura, nel clima della lotta perpetua al Nemico Islamico, che è fra noi e colpisce quando vuole. Il nemico islamico alle porte può far comodo anche per non parlare di altro, del lavoro che non c’è, per esempio, delle delocalizzazioni delle fabbriche, dei diritti calpestati, delle periferie lasciate a se stesse, di una classe media che scompare, della povertà che cresce. E magari anche per non parlare di governi inefficienti ostaggi delle banche e della Finanza Internazionale, delle Costituzioni violentate e distorte ad uso e consumo di chi chiede mano libera e meno vincoli.
Naturalmente il terrorismo non è una invenzione, esiste, fa paura e danni incalcolabili. Ma può essere usato in tanti modi. Moro fu ucciso dalle Br, la morte di Moro fece comodo anche ad altri.
m.l.
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….Ma me lo sono sognato io oppure una gran parte della stampa internazionale ha classificato l’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001 come l’inizio della strategia basaa sul terrore e sulle risposte a questo ? Vi ricordate cosa disse Bush padre?: ” Signori da adesso si cambia” ed il mondo cambiò e cambiò nel senso che senza nessuna decisione globale- la politica specialmente quella estera degli Stati Uniti d’America- non doveva render conto a nessuno se non a se stessa….. L’aereo inesistente nel Pentagono e la trasmissione dell’intervista a Giulietto Chiesa ed il filmato dell’oggetto che transita a livello stradale davanti al Pentagono ve li ricordate? Le TV di tutto il mondo li definirono complottisti coloro che pensavano che tutto quiesto fosse un bluff….Di un aereo che si fosse schiantato sul Pentagono facendo decine di morti se ne sarebbe dovuta avere traccia…..se non altro dei motori e della carlinga…nulla di tutto questo…top secret… ed allora la fotografia della situazione è quella che le guerre che alimentano il terrorismo e gli interventi occidentali in casa altrui(paesi arabi del mediterraneo, Irak, Afganistan, Libia,Siria ecc ecc servono a gettare benzina sul fuoco per la quale si debba prevedere lo stato di allerta in tutto l’emisfero occidentale ed essere presenti da parte nostra in quei paesi per controllarne i governi, per regolarne i flussi dei profughi, ed alla fine per intervenire anche manu militari quando servre e ricacciare indietro centinaia di milioni di profughi e di poveri che occuperebbero il nostro emisfero, scappati dalla guerra da noi provocata.Perchè la guerra è da noi provacata e non da adesso. Questa è la logica alla quale siamo sottoposti anche noi.
Coloro che osservano il folle che sale sul camione che falcia la folla nelle nostre piazze non ha in mente quanto i servizi segreti di altre nazioni siano potenti e di quali possibilità si nutrano per penetrare sia dentro il terrorismo e di guidarlo allo scopo del cosiddetto ”dominio globale” da parte occidentale.Si ricordi una cosa che mi preme riaffermare: a livello di sfere di influenza prima di perdere un fronte dal quale dipenda anche la nostra esistenza ed il nostro sostentamento nell’esercizio del dominio, si possa compiere tutto, ed in questo tutto prima di ogni altra cosa non sono previsti tentennamenti, alleanze, alleanzette, defilamenti. Le belle parole di compassione, di frustrazione, di speranza dei nostri governanti ,ma non solo dei nostri, sono messaggi subliminali rivolti a chi sà che la situazione è tale -che siamo tutti noi- ma che non vogliamo vedere.Perchè è più comoda una verità celata, fatta passare per complottismo ,che una verità espressa e dimostrata.Ed in politica occorrerebbe sempre chiedersi di fronte ad ogni evento di cui siamo spettatori, prima di ogni altra cosa la famosa frase:”Cui Prodest ?”.Tale domanda conterrebbe già la risposta.poi ognuno è libero di pensarla come vuole….o come gli fa comodo, anzi più spesso come gli fa comodo- se avesse da perdere qualcosa-.Che tutto questo sia un teatro istituito davanti ai nostri occhi questo non c’è alcun dubbio.Il crescendo delle tensioni provoca una presa d’atto che occorra reagire e la reazione è espressa e pilotata al fine difensivo dell’establishement che produce tutto questo. E’ da questo che credo che debba partire una seria analisi per inquadrare dove inizi il provocare, dove finisca e dove possa scattare la reazione che riafferma chi sia il padrone delle ferriere.La violenza gratuita è stata sempre deprecata e non nè mai servita nella storia, la violenza come reazione ad altra violenza invece diventa quasi legale. A tale dimostrazione la violenza gratuita non c’è quasi mai negli stati che non contengono risorse e materie prime;guarda caso c’è sempre in quelli dove ci sono giacimenti di gas, petrolio, il cui sfruttamento consente di tirare avanti ancora per molti anni;ma a noi, non agli abitanti di quei luoghi, martorizzati e messi di fronte a situazioni dovre non possono far altro che imbracciare il fucile oppure salire su di un barcone e fuggire.
Scusatemi gli errori ortografici soprattutto, quelli di battitura ,ma scrivo di getto e spesso non rileggo prima di spedire, ma spero che il senso di ciò che abbia voluto dire sia chiaro.Grazie.
Carlo Sacco.
E’uno dei classici momenti da notte della repubblica.
X Remo . Purtroppo sin da quando esiste, nella Repubblica, prima,seconda o terza che sia ,la notte ha sempre prevalso alla fine ed il giorno non è mai nato. Ci sono stati sprazzi di luce ma il buio alla fine ha sempre avuto il sopravvento.E non tanto per l’azione diretta od indiretta degli interessati,ma per l’acquiescenza dei ceti subalterni agli interessati.Senza tale acquiescenza sarebbe stato un po’ più difficile renderli mansueti.Il fatto che tutto questo venga scambiato per democrazia e quindi di conseguenza per pace sociale che ne debba conseguire è un affronto all’intelligenza.E le macchine dei partiti hanno plasmato la politica a piacimento dei ceti dominanti.Oggi quanto avviene al di fuori del nostro occidente sembra non riguardarci od almeno ci appare un insieme di cose lontane e che per il momento riguardino solo gli altri.Invece tutto questo avviene sotto i nostri occhi ed è a noi vicino e ci plasma la vita.Quella vita che ci scorre attorno e della quale facciamo finta di non vederne le contraddizioni che anche a chi le ha provocate ( noi ) portano sull’abisso.