NICHEL NELLA FALDA: NEL 2013 IL PICCO PIU’ ALTO. L’ARPAT RISPONDE A PRIMAPAGINA E FORNISCE I DATI

mercoledì 06th, novembre 2013 / 11:54
NICHEL NELLA FALDA: NEL 2013 IL PICCO PIU’ ALTO. L’ARPAT RISPONDE A PRIMAPAGINA E FORNISCE I DATI
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LA CONTAMINAZIONE RILEVATA 17 VOLTE DAL 2008. ANCHE A MONTE DEL DEPURATORE DI BIOECOLOGIA, CHE DUNQUE POTREBBE NON ESSERE RESPONSABILE DEL FATTO.

CHIUSI – Non c’è alcun pericolo per l’acqua potabile, e per l’approvvigionamento idrico,ma la falda a valle del depuratore di Bioecologia è stata ed è tutt’ora contaminata da nichel. Questo in estrema sintesi ciò che emerge dalle risposte fornite da ARPAT (l”agenzia regionale per la protezione ambientale) della Toscana alle domande poste dal nostro giornale (questo sito on line). Risposte che chiariscono quante volte e in quali periodi il parametro nichel ha sforato la soglia, ma non quale sia la causa della presenza di un metallo pesante pericoloso nella falda.

Ecco quanto scrive Arpat, rispondendo a Primapagina in una nota del 4 novembre:

In relazione alle osservazioni contenute nel quotidiano online “primapaginachiusi” in merito al contenuto della ARPATnews “177-13 – Controllo AIA effettuato da ARPAT all’impianto Bio-ecologia Srl di Chiusi Scalo (SI) ” relativamente ai controlli eseguiti nel corso di questo anno da parte dell’Agenzia presso l’impianto di Chiusi scalo gestito da Bioecologia S.r.l. si ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti.

In primo luogo teniamo a tranquillizzare in merito all’approvvigionamento idrico. Infatti, la falda idrica che è presente nei pressi dello stabilimento in questione non è coinvolta negli approvvigionamenti di acque potabili di cui si serve l’Acquedotto del Fiora per il rifornimento di acqua destinata al consumo umano.

Approvvigionamenti che sono, comunque, sotto lo stretto controllo della ASL, che è l’ente preposto al controllo della qualità delle acque da destinare al consumo umano e per i quali la stessa ASL effettua periodici campionamenti ed analisi come previsto dalla normativa vigente Dlgs 31/2001

In merito ai controlli sull’impianto, invece, si precisa quanto segue.

Il monitoraggio presso l’impianto in oggetto è stato autorizzato, nella forma attuale, con l’autorizzazione integrata Ambientale di cui al Decreto dirigenziale dell’Amministrazione provinciale n.1333 del 30.10.2007, l’attività di monitoraggio da parte dell’azienda è iniziata nel 2008 con periodicità semestrale prevista ed è stata affiancata da quella di ARPAT, secondo i piani di controllo programmati. In tale attività è compreso anche il monitoraggio della falda idrica soggiacente l’impianto, che ha lo scopo di verificare gli eventuali impatti dell’attività produttiva sulla qualità della stessa.

La falda monitorata dai tre piezometri previsti dal piano di controllo e monitoraggio per lo stabilimento di Bioecologia srl di Chiusi è molto superficiale localizzata e presenta una scarsa portata dovuta alla modesta permeabilità del sedimento che costituisce l’acquifero ed alla ridotta profondità, in particolare il livello produttivo della falda captata è costituito da sedimenti sabbiosi fino alla profondità di 4 metri dal piano di campagna, successivamente ai quali insistono sedimenti argillosi che non sono sede di circolazione idrica significativa.

Da quando è iniziato il monitoraggio sono stati rilevati ogni anno valori di nichel al di sopra dei limiti previsti dalla norma, tuttavia l’andamento dei valori non e mai stato rappresentativo di un trend crescente da mettere in relazione ad eventuali impatti dovuti all’attività produttiva, ed inoltre valori superiori ai limiti previsti si sono avuti anche sul piezometro posto a monte dell’impianto rispetto alla direzione di falda a conferma della non correlazione dell’impianto con l’andamento della presenza .di nichel nella falda. Inoltre, la costante presenza di valori eccedenti il valore soglia per il nichel potrebbe essere messa in relazione con la geologia del territorio che potrebbe contribuire a determinare i valori del parametro.

 

Concentrazione in di nichel nelle acque sotterranee

monitorate presso l’impianto Bioecologia

(valore soglia 20 µg/L)

Anno/Mese

PZ1

µg/L

(a monte)

PZ2

µg/L

(a valle)

PZ3

µg/L

(a valle)

2008 /01 Bioecologia

3.5

3.5

          /07 ARPAT

5.3

140

99

          /11 ARPAT

3.3

61

6.3

2009 /01   Bioecologia

6.0

18

13

         /07   ARPAT

4.6

58

8.4

2010 /01   Bioecologia

3.0

92

3.0

         /07   ARPAT

2.0

2.5

3.0

2011 /01   Bioecologia

3.0

117

72

         /07   Bioecologia

3.8

2.5

3.0

         /08   ARPAT

<2

29

12

2012 /01   Bioecologia

29

3.0

5.0

         /07   Bioecologia

106

27

14

         /08   Bioecologia

4.0

43

50

         /08   ARPAT

5.0

41

48

2013 /01   Bioecologia

<2

69.5

204.0

         /08   Bioecologia

4.2

58.9

57.3

 

Gli approfondimenti richiesti all’azienda, prescritti con il rinnovo dell’autorizzazione AIA Decreto dirigenziale dell’Amministrazione provinciale n. 2217 del 8/08/2013, mirano pertanto a mettere in luce tali anomalie, eventuali correlazioni con periodi di morbida e di magra la situazione della falda a maggiore profondità soggiacente l’impianto. Tutte le attività di controllo effettuate da ARPAT sono state regolarmente comunicate alla Amministrazione Provinciale ed a quella Comunale come previsto dalla normativa vigente.Alla Conferenza di servizi attivata per il rinnovo dell’atto autorizzativo, in cui è stata presa in esame la revisione del piano di monitoraggio, era regolarmente presente la ASL.Si coglie l’occasione per informare che ARPAT cura a scala regionale il monitoraggio della qualità delle acque sotterranee e la relativa banca data è consultabile on line http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/banche-dati/monitoraggio-ambientale-acque-sotterranee.

Questo il comunicato. Che se chiarisce alcuni aspetti lascia aperti ancora molti interrogativi.

Che non ci fosse pericolo per l’approvvigionamento idrico e per la potabilità dell’acqua, sia di Chiusi che dei paesi a valle del depuratore (Ponticelli, per esempio) lo avevamo già scritto anche noi, dato che sia Chiusi, sia Ponticelli si approvvigionano, non da pozzo in loco, ma da fonti lontane e a monte dell’impianto: il lago di Chiusi per la cittadina di Porsenna, una conduttura proveniente da Sarteano, per la frazione pievese.  L’Acquedotto del Fiora c’entra poco, perché serve se mai Cetona, San Casciano e la zona dell’Amiata. Non Chiusi né tantomeno il fondovalle umbro.

Fa capire, la nota Arpat, che è anche difficile la contaminazione di eventuali pozzi privati o fonti di campagna, in quanto la falda interessata dalla contaminazione è “molto superficiale, localizzata e di scarsa portata”. Pozzi e fonti attingono più a fondo, sotto lo strato argilloso impermeabile, che rende poco significativa la circolazione idrica.

Detto questo rimane il problema del perché ci sia del nichel nella falda. E tale presenza non è stata rilevata solo “negli anni precedenti” , precisamente nel 2011, come scritto dalla stessa Arpat in altri documenti e altre risposte al nostro giornale. La soglia di rischio, anzi di contaminazione, per usare il termine tecnico preciso, del parametro nichel è stata superata parecchie volte. E ciò si evince da tutti e tre i piezometri installati per i controlli: due a valle e uno a monte del depuratore.

Come si vede nella tabella fornita da Arpat, il piezometro 1 a monte dell’impianto, in 16 controlli dal 2008 al 2013,  ha registrato il superamento della soglia di contaminazione solo 2 volte, nel gennaio e nel luglio 2012. Il piezometro 2 ( a valle) ha registrato 11 ‘sforamenti’ su 16 controlli. Il piezometro 3 (a valle), 5 sforamenti su 15 controlli.

Tenendo a base il valore soglia di 20 microgrammi per litro (ug=una milionesima parte di grammo), lo “sforamento” più rilevante è stato registrato dal piezometro 3 nel gennaio 2013: 204 microgrammi/litro. Oltre 10 volte il valore di soglia. E poi nel piezometro 2, 140 ug/l nel luglio 2008, 92 nel gennaio 2010, 117 nel gennaio 2011.

Complessivamente, dal 2008 all’agosto 2013, il superamento è stato rilevato 17 volte. Anche l’ultimo controllo, effettuato nell’agosto di quest’anno ha evidenziato che il parametro nichel era nettamente sopra la soglia di contaminazione nei due piezometri a valle: 58,9 e 57,3 ug/l.

Il fatto che sia stata rilevata presenza di nichel e anche un paio di sforamenti anche dal piezometro a monte del Depuratore, induce l’Arpat a ipotizzare che la causa della contaminazione non sia il depuratore di Bioecologia.

Dice anche, Arpat, che la presenza di nichel è stata rilevata in maniera costante, dal 2008, ma senza un trend di crescita. E questo non è del tutto esatto, visto che dall’inizio del 2012 i valori sono sempre superiori alla soglia. E il più alto è proprio relativo al gennaio 2013.

Appurato che la contaminazione non coinvolge l’approvvigionamento idrico e le acque potabili pubbliche, il problema c’è. E non è per niente chiaro da cosa derivi. Se l’inquinamento è rilevato anche a monte e quindi potrebbe non derivare dal depuratore di Bioecologia Srl, da cosa deriva? E che cos’è che continua a produrlo, visto che la contaminazione si è verificata in continuo dal 2008 ed è presente anche nel 2013?

Se la presenza di nichel fosse insita nella conformazione geologica del terreno, come Arpat ipotizza, perché i valori oscillano e presentano dei picchi? Che cosa può originare il picco?

Questo Arpat non lo dice. Il Dipartimento Prevenzione della Asl da noi interpellato, in proposito, fa sapere che la struttura si occupa di monitorare le acque potabili e questo non è il caso. Dunque tutto è demandato ad Arpat.

Il sindaco di Chiusi Scaramellie i suo vice Sonnini, tranquillizzati dalla nota Arpat che esclude problemi al servizio idrico, assicurano che faranno il possibile per capire da cosa derivi la contaminazione, anche effettuando rilevazioni geologiche e controlli presso altre aziende situate a monte e a valle del depuratore, nella stessa zona industriale delle Biffe. Al prossimo consiglio risponderanno anche ad una interrogazione della Primavera.

La stessa cosa dovrebbe fare il sindaco d Città della Pieve, per le aziende situate nell’area produttiva delle Cardete, contigua a quella chiusina delle Biffe. E sarebbe interessante conoscere i dati in possesso dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Umbria relativamente alla falda del Fondovalle. E ai possibili rischi per l’agricoltura, per esempio, derivanti dalla contaminazione di cui stiamo parlando. Il nichel.

Il depuratore di Bioecologia dovrebbe trattare liquami di natura organica che di norma non contengono nichel.

Il nichel viene utilizzato, a livello industriale, per formare rivestimenti protettivi e ornamentali per i metalli, in particolare per ferro e acciaio. Lo strato di nichel è depositato sulla superficie degli oggetti per elettrolisi. Viene usato anche come catalizzatore in vari processi, tra cui il più importante è l’idrogenazione degli oli. L’impiego più importante, tuttavia, si ha sotto forma di leghe. L’acciaio al nichel, che contiene dal 2 al 4% del metallo, è usato per fabbricare parti di automobili come i semiassi, l’albero motore, il cambio, le valvole, macchinari di vario tipo e anche corazze. Alcune delle leghe più importanti contenenti nichel sono l’argento tedesco, l’Invar, il metallo Monel, il nichel-cromo e il Permalloy. Le monete usate abitualmente sono di solito realizzate con una lega composta dal 25% di nichel e dal 75% di rame. Il nichel è inoltre uno dei componenti principali delle batterie al nichel-cadmio.

Ma a Chiusi Scalo o nella zona delle Cardete,  quante e quali aziende possono usare materiali contenenti nichel, in quantità tali da produrre una contaminazione della falda per anni?

Difficile pensare che qualcuno abbia interrato bidoni e bidoni pieni di monete da 2 euro…

 

 

 

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