LEGA NORD: “IL CENTRO MERCI E’ UN ECOMOSTRO IMPRODUTTIVO”

LEGA NORD: “IL CENTRO MERCI E’ UN ECOMOSTRO IMPRODUTTIVO”
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Comunicato stampa del Carroccio sul “progetto a metà”

Dalla segreteria provinciale della Lega Nord di Siena riceviamo e pubblichiamo:
CHIUSI. La vicenda del Centro Merci a Chiusi, continua a far discutere. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Lega Nord di Siena, a firma del Segretario Provinciale: ” In questi giorni, grazie all’interessamento della lista civica “Primavera per Chiusi”, è ritornato di attualità il progetto incompiuto del Centro Merci a Chiusi. Uno dei tanti progetti incompiuti in Toscana. L’area concepita come scalo merci risulta essere infatti ancora non utilizzata, benché i lavori siano stati conclusi, o quasi. Più di un anno fa la questione era stata oggetto di dibattito tra i gruppi di opposizione ed il Sindaco Scaramelli, che tranquillizzava tutti dicendo che mancava soltanto l’asfaltatura finale e che “avrebbe stupito” gli scettici del progetto. Bhe, in effetti a distanza di oltre un anno ad essere stupiti siamo in parecchi, soprattutto lo sono i cittadini di Chiusi. Peccato che lo siano in negativo, visto che la situazione è ancora ferma e non ci sono previsioni vere di una conclusione positiva. Gli errori che sono stati fatti sono macroscopici e con una spesa che sfiora i 2 milioni e 700 mila euro, non si può far finta di non vedere. Il “peccato originale” è sotto gli occhi di tutti. Si è voluto portare avanti un progetto a metà, monco, nel quale mancava la parte più importante di tutte: il coinvolgimento degli utilizzatori finali fin dal primo momento. Ogni persona che abbia un minimo di familiarità con il project management infatti, sa bene che la ricerca dei privati disposti ad usufruire dell’area andava fatta in sede di programmazione iniziale e non quando l’area sarebbe stata conclusa. Ma, visti i fatti, probabilmente a Chiusi l’amministrazione non ha la benché minima idea di cosa stiamo parlando e di cosa siano gli stakeholder. Gli errori non finiscono qui purtroppo, come evidenzia anche la messa in liquidazione della società di gestione dello scalo denominata SMEC srl, costituita con un capitale sociale di 357.693,00 € che non si sa ancora che fine abbiano fatto e quanto sia costata alla collettività in termini di compensi agli amministratori dal momento della sua fondazione nel lontano 1999, quando ancora il progetto era solo una chimera ed ha visto muovere i primi passi soltanto a metà degli anni 2000. Adesso Chiusi si ritrova con un eco-mostro improduttivo, in barba alle politiche sinistroidi dello stop alla cementificazione ed al consumo di suolo, in un periodo nel quale l’iniziativa imprenditoriale privata è mortificata da politiche economiche nazionali e locali suicide appoggiate anche dal PD, come l’introduzione dell’IMU sui capannoni industriali ed il paventato spauracchio dell’aumento dell’IVA al 23%, che Fassina va ripetendo alle feste dell’Unità come un mantra. Con queste condizioni è difficile trovare privati disposti a fare non una semplice impresa, come sarebbe naturale, ma piuttosto un’impresa “titanica”. 
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