CHIUSI, SUL CONGELAMENTO STILE FINDUS DELLA FONDAZIONE ORIZZONTI L’OMBRA DELLE FIBRILLAZIONI INTERNE ALLA MAGGIORANZA

martedì 21st, dicembre 2021 / 10:51
CHIUSI, SUL CONGELAMENTO STILE FINDUS DELLA FONDAZIONE ORIZZONTI L’OMBRA DELLE FIBRILLAZIONI INTERNE ALLA MAGGIORANZA
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CHIUSI – La conferma in blocco del Cda uscente della Fondazione Orizzonti da parte del sindaco Sonnini ha lasciato un po’ tutti di stucco, come abbiamo scritto in un articolo precedente. Se non tutti, molti si aspettavano dei cambiamenti, qualche figura diversa in linea con il “nuovo corso” e non la riproposizione pari pari delle nomine fatte a suo tempo dal vituperato e defenestrato Bettollini. E invece tutti confermati, tranne, per ora, il direttore artistico, ruolo ancora vacante. Oltre ai tre consiglieri Marchettini, Fè, Marcucci, resta infatti al suo posto anche il direttore generale Fulvio Benicchi.

Una mossa, quella del sindaco Sonnini, almeno apparentemente, in piena continuità con la gestione precedente. Niente scosse, niente repulisti, nessuna faccia nuova, nessun cambio di marcia o di impostazione. Questo dicono le nomine. Ma la spiegazione ufficiale sarebbe un’altra. Nessuna continuità, solo un… congelamento. A termine, come il pesce Findus. La versione ufficiale la fornisce non il sindaco che ha fatto le nomine, ma il coordinatore della coalizione di centro sinistra Marco Nasorri, in un paio di commenti al citato articolo di primapagina.

Scrive Nasorri: “Il Coordinamento di Centrosinistra e il Gruppo di maggioranza hanno ritenuto utile, in questa fase in cui è in corso la stagione teatrale, operare una proroga di alcuni mesi del CdA e poter avviare una riflessione e un confronto aperto e partecipato, per definire un. nuovo ruolo della Fondazione nella politica culturale di Chiusi. Un impegno preso in campagna elettorale e che intendiamo mantenere. L’interpretazione di un segnale di totale e semplice continuità non corrisponde alle motivazioni della proroga, per alcuni mesi, dell’attuale CdA. L’obiettivo – ribadisce Nasorri – di tutta la coalizione è aprire una riflessione e un confronto ampio e aperto sul ruolo della Fondazione e su una nuova politica culturale per Chiusi, non operare “smantellamenti” mentre è in corso la stagione teatrale”. 

Tradotto, significa che Podemos e M5S che ora sono in maggioranza e che hanno sempre criticato la gestione e l’esistenza stessa della Fondazione Orizzonti volevano ridiscutere il tutto, ma non avendo trovato un accordo si è preferito prendere tempo congelando la situazione “per alcuni mesi”…

I 5 Stelle, ma anche i Podemos, la Fondazione l’avrebbero chiusa volentieri, ma un ente indebitato, anche se con i bilanci in regola, non si può chiuder se non portando i soldi in banca per  coprire l’esposizione. Quindi la Fondazione Orizzonti non si può chiudere. Ora Marco Nasorri ci fa sapere che la coalizione di maggioranza intende “aprire una riflessione e un confronto ampio e aperto sul ruolo della Fondazione e su una nuova politica culturale per Chiusi”. E qui forse si inserisce il tassello mancante, ovvero la mancata nomina a tutt’oggi, del direttore artistico. La scelta infatti non è ininfluente rispetto a ciò che si intende fare.

Ma con chi, dove, come e quando, il centro sinistra chiusino intende aprire questo confronto? Dov’erano gli attuali esponenti della maggioranza quando da queste colonne proponevamo (lo abbiamo fatto più volte nelle due legislature dal 2011 al 2016 e dal 2016 al 2021) gli “Stati generali della cultura“? Come mai allora non risposero né dalla sponda Pd, né dalla sponda Possiamo e 5 Stelle? Le due ex opposizioni snobbarono e spararono a zero anche sulle “giornate di discussione” promosse dall’amministrazione Bettollini nel 2016.

Vogliono aprirlo adesso il confronto perché adesso hanno in mano il timone e i cordoni della borsa?  Bene. Però, Nasorri e soprattutto il sindaco e l’assessore alla cultura dovrebbero anche spiegare cosa hanno in mente, per quale prospettiva lavorano, a che tipo di Fondazione e a che tipo di attività culturale stanno pensando…

Dire, oggi, abbiamo preferito non operare “smantellamenti” mentre è in corso la stagione teatrale, fa un po’ sorridere perché la stagione teatrale è programmata, avviata e incanalata da mesi e sta andando avanti. Sarebbe andata avanti lo stesso anche se il sindaco avesse nominato una, due o tre persone diverse nel Cda. D’altra parte sta andando avanti senza il direttore artistico che l’ha messa in cantiere. Non può essere quella la motivazione.  Non è plausibile. Sarebbe più chiaro e onesto dire: “non ci siamo trovati ancora d’accordo, stiamo litigando su tutto, meglio rimandare”.

Infatti, dopo le strombazzate di campagna elettorale sul cambio di metodo e di manico, ci saremmo aspettati qualche colpo di teatro. Ad esempio la nomina nel Cda della Fondazione di un giovane della nouvelle vague, magari uno dei Podemos che sono rimasti fuori dalla giunta: tipo Pierluca Cupelli o Agnese Mangiabene o Alberto Baessato per dire… tutte persone che hanno a che fare con la musica, il teatro, la danza, l’organizzazione di eventi e che avrebbero potuto segnare una novità, rispetto a quella che spesso hanno essi stessi definito una gestione ingessata dell’attività culturale locale…  Il centro sinistra nonostante abbia una maggioranza senza precedenti e abbia anche un’opposizione debole e già decapitata dalle dimissioni di Massimo Tiezzi, non ha avuto il coraggio di fare nemmeno una scelta del genere. Minima, ma in qualche misura significativa. Sonnini, ingabbiato nella rete dei veti incrociati, ha preferito fare come Capitan Findus, congelando tutto già nella stiva, con la scadenza di un anno.

Quando fu pensata da Scaramelli, la Fondazione doveva servire a raggranellare risorse dalle imprese e dai privati. L’obiettivo è stato raggiunto solo in minima parte. E quella è una delle cose da rivedere, senza dubbio. La privatizzazione della cultura non ha funzionato. Per il resto ha proposto cose buone, alcune dirompenti, forse fuori scala, ma di sicuro valore e interesse. Ha creato e fatto crescere esperienze locali rilevanti come quelle di Alessandro Manzini e Irene Bonzi. Si è anche indebitata per stagioni un po’ poco oculate, si è rimessa in carreggiata grazie anche a sacrifici sul piano qualitativo oltre che quantitativo della proposta artistica. Ha patito la pandemia come tutti, ma tutto sommato, sul piano culturale ha prodotto risultati positivi. Discuterne l’impostazione e il futuro è giusto (noi lo chiediamo dal 2012, da quando è nata. E’ allora che proponemmo gli Stati Generali), ma nascondere dietro questa esigenza le fibrillazioni della maggioranza, come la polvere sotto il tappeto, non è politicamente onesto. Ed è un segno di assoluta debolezza della maggioranza stessa.

Per uscire dal pantano, perché, adesso, il sindaco non usa il periodo di congelamento per lanciare un bando per manifestazione di interesse, attraverso il quale raccogliere candidature ad entrare nella Fondazione stessa sulla base, appunto di un interesse culturale e non di altro tipo? D’altra parte se la politica non è in grado di decidere da sola, tanto vale fare appello a persone di buona volontà… Basta chiedere il currriculum e specificare che l’impegno richiesto è gratuito, non retribuito. Noi, nei panni di Sonnini un pensierino ce lo faremmo. Domenica scorsa, la stagione teatrale del Mascagni ha proposto un balletto sulle note delle Quattro Stagioni di Vivaldi (foto). Ecco, non c’è niente e nessuno che vada bene per tutte le stagioni.

m.l.

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