IL CAOS 5 STELLE E NON SOLO: A CHIUSI VACILLA IL TAVOLO DI COALIZIONE DEL CENTRO SINISTRA. PD SENZA COMMENSALI…

giovedì 01st, luglio 2021 / 13:12
IL CAOS 5 STELLE E NON SOLO: A CHIUSI VACILLA IL TAVOLO DI COALIZIONE DEL CENTRO SINISTRA. PD SENZA COMMENSALI…
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CHIUSI – Il terremoto all’interno del Movimento 5 Stelle a livello nazionale può avere ripercussioni anche in periferia, soprattutto nei comuni chiamati al voto amministrativo in autunno? Difficile pensare di no. Perché quello che è ad oggi il primo partito e la maggiore forza parlamentare, guida di città importanti come Roma e Torino,  potrebbe sciogliersi come neve al sole. Già in molte zone non è più quello del 2018 e si è già dileguato, non solo liquefatto. Si è proprio “estraniato dalla lotta”. Scomparso dalla scena.

Ovvio che anche le altre forze politiche guardino con attenzione e con preoccupazione a quanto sta avvenendo tra i 5 Stelle. Primo fra tutti il Pd che ha investito nell’alleanza strategica con il Movimento. Non solo nel sostegno al governo Draghi, ma anche per le amministrative. Sia nelle grandi città, sia nei comuni più piccoli. Come Chiusi, ad esempio.

A livello nazionale Letta ha lanciato nei giorni scorsi il progetto delle “Agorà democratiche” e sta lavorando da tempo per accordi con i 5 Stelle diciamo così strutturali, ma l’eventuale addio di Conte al Movimento dopo la “bocciatura” da parte di Beppe Grillo e la nascita di un novo partito/movimento a guida Conte potrebbe rimescolare le carte nell’arcipelago del centro sinistra, questo perché il Pd si troverebbe ad avere un concorrente sul suo stesso terreno, meno caratterizzato del M5S e quindi più temibile…

A Chiusi, per tornare al livello locale, il M5S attualmente è all’opposizione, ma stava lavorando per costruire una coalizione con l’altra forza di minoranza (i Podemos) e con il Pd. Non è un mistero che il “tavolo” si sia riunito più volte e degli abboccamenti ci sono stati.  Ad oggi, 1 luglio, però siamo ancora al nulla di fatto. Il tavolo apparecchiato dal Pd è ancora in piedi, ma vacilla, perché i commensali hanno tutti qualche mal di pancia.

La delegazione di Italia Viva si è subito alzata e sembra volersi muovere per conto suo in altre direzioni; il Psi – unica forza alleata del Pd attualmente in Comune – non ha gradito la fuga in avanti della candidatura Sonnini, avrebbe preferito un percorso più condiviso e non una decisione unilaterale del Pd. Adesso chiede primarie di coalizione. Per i 5 Stelle non è chiaro nemmeno chi sarà abilitato a trattare e a sedersi al tavolo, viste le fibrillazioni interne e il caos nazionale. Tra i Podemos qualcuno vorrebbe seguire Nasorri, unico referente di Sinistra Civica ed Ecologista, nell’appoggio a Sonnini e quindi al Pd, alcuni invece sono sul chi va là, dopo le voci di un possibile “ticket” Sonnini-Silva Pompili, nel qual caso addio tavolo di coalizione. La stessa Pompili ha smentito un suo impegno diretto sia in lista che in giunta, ma il solo fatto che il Pd ci abbia pensato (e ci ha pensato)  ha messo alcuni Possiamo in allarme.

Nel frattempo l’aggregazione civica “Confronto Aperto” dopo aver smentito ogni velleità elettorale, sta invece sondando il terreno proprio per costruire una lista alternativa al Pd. E con tutta probabilità sta anche facendo la corte sia a ciò che resta dei 5 Stelle, sia ai Podemos, o alla parte dei Podemos più refrattaria all’accordo con il partito di maggioranza. E questi ultimi non sembrano insensibili a certe sirene…

Conseguenza di tutto ciò è che il Pd, sempre più diviso al proprio interno, si ritrova anche a cena da solo. Con un tavolo che traballa e senza commensali. In sostanza il Pd al momento è solo e dimezzato. E’ vero che è l’unico partito/movimento che ha ufficializzato la propria candidatura a sindaco, ma adesso rischia di tenere il povero Sonnini a bagnomaria, con il cerino in mano… E adesso nel Pd, i militanti, anche quelli della cordata Cardaioli, che hanno spinto per il “cambio” e per la defenestrazione di Bettollini, cominciano seriamente ad aver paura. I numeri delle ultime regionali dicono che il Pd avrebbe faticato a vincere le comunali anche rimanendo compatto, figuriamoci trovandosi spaccato a metà, con mezzo partito contro e senza alleati.

Ma è disarmante e preoccupante sotto l’aspetto democratico il “nulla cosmico” che c’è al di fuori del Pd e ancor di più il clima di paura ad esporsi e di diffidenza reciproca tra gruppi, partiti e persone che si respira nell’aria…

In questo quadro, il sindaco Bettollini resta fedele al suo mantra “non mi ricandido”, ma sappiamo che ha incontrato e ha avuto contatti piuttosto stretti con l’amico ritrovato Stefano Scaramelli e anche con ambienti diversi della città. Per ora aspetta e osserva, continuando a fare il convitato di pietra. Tutti hanno una paura matta che alla fine torni in campo.

E paradossalmente è l’unico soggetto che può permettersi di aspettare fino all’ultimo minuto. Bettollini è l’unico infatti a non aver bisogno di farsi vedere, di far sapere come la pensa, perché lo sanno tutti; non ha bisogno di “rodaggio” e della preparazione estiva per mettere in piedi una eventuale lista personale e una “squadra” di governo… In buona parte ce l’ha già pronta.

Di sicuro potrebbe anche contare su appoggi trasversali e su una sorta di “cabina di regia” che potrebbe sostituire il partito nel sostegno dietro le quinte…

E se alle suppletive per il seggio senese della Camera, per le quali si voterà insieme alle comunali, il Pd dovesse presentarsi con il segretario provinciale Andrea Valenti candidato, avrebbe un’altra carta pesante da giocare. Valenti per la verità ha proposto Enrico Letta, ma il segretario nazionale non gli ha nemmeno risposto e sembra non essere interessato. Quindi in mancanza di un candidato nazionale, potrebbe essere in number one senese a spuntarla e a figurare sulla scheda sotto il simbolo Pd.

Solo che Valenti un anno fa accusò pesantemente Bettollini di aver brigato per la candidatura in regione, di aver anteposto gli interessi personali a quelli del partito e del Comune e quelle accuse furono uno dei motivi che portarono Bettollini a lasciare la tessera del Pd… Insomma ci sarebbe da ridere un bel po’…

m.l.

 

 

 

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