CHIUSI, PD SPACCATO IN DUE: GLI CONVIENE FAR FUORI BETTOLLINI (TANTO PIU’ IN MEZZO ALLA TEMPESTA COVID)?

domenica 01st, novembre 2020 / 17:45
CHIUSI, PD SPACCATO IN DUE: GLI CONVIENE FAR FUORI BETTOLLINI (TANTO PIU’ IN MEZZO ALLA TEMPESTA COVID)?
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CHIUSI – Qualche giorno fa abbiamo scritto della “sintesi” fatta dalla segreteria Pd sulle assemblee nei circoli, in merito al giudizio sull’operato dell’amministrazione comunale e del sindaco e sulla sua eventuale ricandidatura. Già nel titolo si indicava la “sentenza”: “Il Pd scarica di fatto Bettollini”…

In un commento pubblico (su facebook) il capogruppo Pd al Comune di Chiusi, Simone Agostinelli replicava: “in quale parte del documento di sintesi viene scritto che Jury Bettollini NON potrà essere il futuro candidato del PD?”

In effetti non c’è scritto da nessuna parte. Ma il testo è chiaro a non nasconde una certa ostilità del gruppo dirigente Pd verso il sindaco. Ma al di là di questo, che potrebbe anche essere una interpretazione errata o forzata, il fatto che ci ha indotto a fare quel titolo è un altro. In una situazione normale un sindaco uscente che, al di là di qualche rilievo critico, ottiene una “valutazione” largamente positiva dell’operato dell’amministrazione, verrebbe tranquillamente riproposto. O quantomeno sarebbe il papabile numero uno. Senza se e senza ma. Al massimo il partito di maggioranza cercherebbe di appianare e superare gli aspetti di criticità, compresi quelli caratteriali. Questo però il Pd chiusino non lo ha fatto. Non dice infatti che Bettollini non sarà e non potrebbe essere il candidato alle prossime comunali, ma non dice nemmeno di striscio che potrebbe esserlo. Quindi se un sindaco uscente non viene ricandidato, di fatto viene scaricato. Non si scappa.

Certo Bettollini, ad agosto ha annunciato l’intenzione di non rinnovare la tessera del Pd per contrasti politici con la segreteria locale e con il segretario provinciale. Di fatto si è messo fuori dal partito. Per il Pd questo potrebbe essere un motivo sufficiente per scaricare Bettollini, ma nel documento non lo dice. Anzi, dice che Bettollini può anche rientrare, se vuole, ma “senza porre condizioni”… E quali condizioni potrebbe porre il sindaco al partito? che i circoli vengano arieggiati e spazzati almeno una volta a settimana? Quel “senza porre condizioni” insieme ai richiami alla trafila da fare per riottenere la tessera che in altri commenti pubblici (a margine degli articoli di questo giornale per esempio) ha fatto a più riprese, per esempio, Paolo Scattoni, avvalorano di fatto l’impressione che il Pd l’intenzione di ricandidare Bettollini non ce l’ha. E al massimo, se lo stesso Bettollini, rientrerà nel partito, lo potrà considerare alla pari di altri potenziali candidati e non in pole position per via del mandato precedente. Anche questo significa che il Pd ha scaricato Bettollini, senza tuttavia dichiararlo.

Le equazioni sono matematica e la matematica non è un’opinione.

Abbiamo citato poc’anzi Paolo Scattoni non a caso, ma perché nel silenzio generale dei dirigenti Pd, imposto dalla segretaria che ha accusato i militanti di fare “le talpe” della stampa, è l’esponente Pd che si sta assumendo l’onere di fare il custode della linea e della procedura, a norma di statuto. Non ci sarebbe niente di strano, in quanto Scattoni è sì un oppositore storico delle giunte chiusine e lo è anche di Bettollini, ma è iscritto al Pd. Lo strano è che a difendere la linea e le norme statutarie del partito sia uno che non più di un mese e mezzo fa, in occasione delle regionali toscane, ha dichiarato il proprio voto ad un partito avversario e concorrente del Pd, cioè a Tommaso Fattori  e alla lista Sì Toscana a Sinistra. E non perché egli sia più a sinistra del Pd, ma perché Fattori si è impegnato nella battaglia contro il carbonizzatore Acea, che invece altri nel Pd sostenevano fosse quantomeno un progetto da valutare.

Va detto ad onor del vero che Scattoni ha sempre criticato Bettollini e quindi il suo ostracismo nei confronti del sindaco non può stupire. Stupisce se mai l’insolita saldatura delle sue posizioni sull’argomento con quelle spesso altrettanto criticate di esponenti che erano nel Pd a fianco di Ceccobao o Ciarini a cui lui faceva l’opposizione. I tempi cambiano, le carte si mescolano, le marmellate impazziscono…

Ma il Pd è così coeso e convinto del “buon lavoro svolto dalla segreteria da febbraio ad oggi” come si legge nel documento? Non esattamente. E di fronte alle sottolineature circa la procedura che Bettolini dovrebbe seguire per rientrare nel Pd, c’è chi, come il consigliere comunale Vannucini, fa notare – per scritto – che alla stessa segretaria Cardaioli “dopo essere stata assente dal partito per 8 anni, per rientrare non le è stata chiesta nessuna condizione anzi, è stata nominata subito segretario dell’Unione comunale, anche se era l’unica candidata”.  Siluri incrociati insomma.

Qualcuno ha ironizzato sull’espressione “rivolta di massa” utilizzata per descrivere il malcontento dei militanti suscitato dal documento di sintesi diffuso dalla segreteria Pd. In effetti non siamo all’occupazione dei circoli o alle gente in piazza coi cartelli, ma il malcontento è tangibile ed è soprattutto per una situazione che si sta sfilacciando ogni giorno di più,  lasciando strascichi dolorosi anche nei rapporti personali, umani…  Anche la ristrettissima cerchia dirigente non è univoca.

La segreteria è fatta di 7 persone: la segretaria Cardaioli, il tesoriere Bittoni e i 5 segretari di circolo Avenia, Damiani, Fanciulli, Gaudiano, Irene Vannuccini.  Di questi, due sono apertamente schierati per la riconferma di Bettollini (Avenia e Bittoni), 2 non si sono detti contrari, pur esprimendo qualche dubbio sulla condotta del sindaco (Damiani e Gaudiano), tre sono più apertamente critici (Cardaioli, Fanciulli e Irene Vannuccini). Ma la segretaria di Montallese Vannuccini è stata di fatto messa in minoranza dal suo circolo, quindi si trova nella posizione assai scomoda del capitano senza truppa. O con la truppa ammutinata.

Nel gruppo consiliare, inteso come consiglieri, solo il capogruppo Agostinelli ha espresso una posizione critica nei confronti del sindaco, per gli atteggiamenti in campagna elettorale in particolare e l’uscita dal partito, non per la gestione amministrativa. Per il resto la componente Pd è apparsa compatta a sostegno del sindaco.

In giunta Sara Marchini è schierata apertamente a fianco del sindaco, Micheletti ha provato a mediare, mentre Chiara Lanari si è esposta pochissimo se non nella campagna elettorale per Giani. Posizione quest’ultima che si spiega con il fatto che, se salta Bettollini, potrebbe aspirare lei alla candidatura a sindaco, sopratutto se si andasse verso una alleanza Pd-Italia Viva. In posizione defilata anche il socialista Annulli.  Quindi vertice del partito di maggioranza spaccato in due come una mela: metà di qua e metà di là… con una leggera prevalenza del sì all’eventuale bis di Bettollini, considerando soprattutto che i “mediani” non farebbero le barricate contro…

Certo, a decidere sulle candidature dovrebbe essere l’Unione Comunale, non la somma di segreteria e gruppo consiliare comprensivo della giunta. Ma anche lì siamo nella medesima situazione. Se Bettollini, forte del consenso incassato sull’operato dell’amministrazione, provasse a imbastire un braccio di ferro per togliere il timone del partito alla segretaria Cardaioli e spostarlo dalla sua parte, potrebbe anche spuntarla, ma la base nelle assemblee di circolo ha fatto capire, al di là di tutto e prima di tutto,  che ha le scatole piene delle divisioni e dei bracci di ferro, delle guerre fredde e delle divisioni e vorrebbe un clima sereno e propositivo. Anzi la prima cosa che molti militanti chiedono è che il partito esca da questo loop in cui si è cacciato e ricominci a fare politica e a occuparsi delle questioni che attanagliano la città e il territorio. Cosa che per anni non ha fatto, ma che nemmeno la segreteria attuale sta facendo, incartandosi sempre più su sé stessa.

L’emergenza covid che incalza e prelude a un nuovo lockdown, le difficoltà economiche di tante aziende e famiglie indotte dalla pandemia, la necessità di dare risposte efficaci per assicurare servizi sanitari anche per le patologie extracovid,  le notizie di questi giorni  su infiltrazioni malavitose nel tessuto economico locale richiederebbero un partito di maggioranza attento e presente. Invece il Pd, come tutti gli altri partiti, latita e il massimo che riesce a dire è “chi sono le talpe che danno informazioni ai giornalisti?”. Ed è pure spaccato in due. Un capolavoro politico al contrario. Cioè un disastro, quello che ha combinato (magari partendo da buone intenzioni) la nuova segreteria insediatasi a febbraio.

Ma al di là di tutto questo, cioè degli aspetti meramente politici della questione, ce n’è un altro che ci pare non del tutto secondario e sul quale, secondo noi, il Pd dovrebbe riflettere attentamente. Questo aspetto si chiama covid con annessi e connessi. Con un pandemia che a Chiusi sembra sotto controllo, ma nel resto del comprensorio dilaga, con la possibilità molto concreta di ritrovarsi a gestire mesi difficilissimi e poi un lungo periodo di “convalescenza”, conviene al Pd far fuori un sindaco che è al pezzo da mesi e ha dimostrato di saperci stare e di prendersi anche responsabilità sul piano locale, a differenza di altri suoi colleghi più timidi? Invece di accapigliarsi sulla tessera o meno di Bettollini e sulle sue intemperanze caratteriali e a cercare un possibile candidato diverso, che si troverebbe subito in mezzo alle sabbie mobili dell’emergenza e della post emergenza, non farebbe meglio a cercare di appianare le divergenze e provare a mantenere Bettollini al pezzo, per sfruttarne l’esperienza acquisita?

Ovvio che nessuno pensa a Bettollini nominato sul campo “commissario all’emergenza”, o ad una sospensione della democrazia e delle elezioni perché c’è da combattere la guerra del covid. Ed è ovvio che gli avversari hanno tutto il diritto di contendere la guida del comune al Pd o a Bettollini, anche in clima emergenziale.

Ma il Pd dovrebbe fare – secondo noi – un ragionamento anche utilitaristico, di convenienza gestionale, diciamo così. 

Chiaro che un ragionamento di questo tipo non avrebbe alcun senso se il Pd avesse maturato un giudizio negativo sull’esperienza di Bettollini e della sua giunta, ma siccome il giudizio espresso e sottolineato anche nel documento della segreteria è largamente positivo… Cos’è che osta? La tessera? Non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile.

Noi saremo antichi, ma la prospettiva di un sindaco (o sindaca) nuovo, tutto da fare e da costruire, in mezzo alla tempesta covid, ci sembra una prospettiva poco allettante per Chiusi. Che poi sia del Pd o di una forza che adesso è all’opposizione cambierebbe poco.

Marco Lorenzoni

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