BRONZETTO ETRUSCO RECUPERATO A UDINE E RICONSEGNATO AL MUSEO DI CHIUSI
CHIUSI – Inaspettata restituzione al Musei Nazionale Archeologico di Chiusi. I Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine riconsegneranno domani 1 ottobre al museo chiusino un bronzetto alto 15 cm, del valore di circa 80.000 euro. Trattasi della statuetta di una figura maschile con patera che fa parte di una serie di esemplari limitati, derivanti da una matrice a fusione unica, alcuni dei quali esposti nei musei d’oltreoceano. Il pezzo in questione è stato prima commercializzato in Friuli e poi, dal 1998, da un antiquario in Veneto. Nel corso degli anni, l’opera passa tra le mani di proprietari diversi, dal Friuli al Veneto e viceversa. Nel febbraio del 2019 la statuetta viene infine individuata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Udine sul sito web di un’attività antiquariale friulana. E quindi sequestrata. Le analisi tecnico-scientifiche (microscopia ottica, analisi stilistica e comparazione con altri reperti della collezione museale) riconducono la produzione del bronzetto al territorio di Chiusi in epoca etrusca. Le indagini condotte dai Carabinieri, tuttora in corso, portano alla denuncia di due esercenti per ricettazione e mirano a risalire alla filiera criminale. Nel n. 1° del “Bollettino delle opere d’arte trafugate” a cura del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, un manufatto gemello figura tra le opere da ricercare, riconducibile al furto più importante subito dal Museo di Chiusi, avvenuto nel 1971. In quella occasione furono trafugati anche altri beni archeologici, parte dei quali è stata individuata nei decenni successivi in varie collezioni italiane e statunitensi. Insomma il bronzetto etrusco torna a casa. Interessante il fatto che sia frutto di una produzione in serie (anche se limitata) e ancora più interessante è sapere che la vigilanza sul patrimonio culturale riesce a mettere a segno colpi importanti e a recuperare reperti a distanza di decenni. Domani mattina alle 11,oo a Chiusi si terrà la conferenza stampa per la presentazione della riconsegna.
g.l.
Sarebbe stato interessante partecipare alla cerimonia della restituzione ma per altri impegni non posso essere presente. Segnalo invece che il mistero del ”Grosso agontano di Chiusi” persiste ed è quantomai irrisolto e la sua storia finisce nelle nebbie poichè dei due esemplari che esistevano al mondo uno è stato sottratto.Almeno io tale storia la conosco per ciò che ho detto. Credo che l’altro esemplare si possa trovare a Roma-se ben ricordo- conservato nei forzieri della Zecca.Ci fu un interessante articolo qualche anno fa su tale tema, mi sembra proprio su Chiusiblog alla quale discussione io stesso partecipai.Ma è una storia affascinante e che pochi conoscono poichè la Città di Chiusi al tempo( circa dal 1337 al 1355) batteva moneta ,come risulta dalle note del Volume del canonico Giacomo Bersotti ” Storia di Chiusi” a pag.40 di detto volume,cosa questa che è stata confermata da illustri numismatici medioevali.Personalmente nutro una certa passione per la storia che si riallaccia alla numismatica e ricordo abbastanza bene quindi le note scritte su detto libro a proposito di quella moneta.Ma come tutte le cose in italia, che spesso contengono la memoria e l’identità dei paesi e delle genti che lo abitarono, sfumano quasi nella leggenda e se ne perde la storia e la conoscenza.Sarebbe bello che gli assessori alla cultura di questo paese si potessero informare di dette storie ed organizzare dei simposi- ed anche perchè no?- delle mostre dei collezionisti che senz’altro il nostro paese contiene.Le case talvolta custodiscono oggetti di inaspettato valore, che finquando rimangono nei cassetti e nelle collezioni private non servono a nessuno,tantomeno ai proprietari…e c’è da dire che poi gli eredi delle famiglie dopo la morte dei congiunti o di qualche membro chiamano uno svuotasoffitte qualsiasi e portano tutto alla discarica liberando così i locali che vengono venduti perchè oggi sempre più spesso interessano solo gli immobili messi in vendita che possono costituire soldi, infischiandosene altamente dei beni culturali e della storia.Il nostro- tranne pochi casi- è un popolo senza memoria e senza valori e chi la memoria non la concepisce non ha di sicuro un qualsiasi futuro.E’ destinato a soccombere annullato dall’essere sormontato da altre popolazioni che impongono la propria cultura.Ormai la tendenza è assodata su tale tema e tranne i grossi centri urbani che per storia mostrano una serie di strutture,musei,case, palazzi gentilizi e collezioni di oggetti, la stragrande maggioranza del patrimonio è sparso in tutto il paese, fino nei centri più piccoli e nelle provgincie.Ecco perchè noi siamo abituati anche a sapere e vedere ed a non meravigliarci di tutto quest poichè ci appare una condizione di tutta normalità. In tantissimi paesi stranieri,anche europei, attorno ad un vaso e reperto archeologico ci costruiscono ed organizzano ”un museo”.Con la cultura si potrebbe mangiare in un paese come il nostro ma l’Italia-l’ho sempre asserito e definito- come paese di grande cultura ho dovuto purtroppo notare che il cemento che la tiene insieme è l’ignoranza.
Sulla moneta ed il contesto storico della sua emissione potrà leggere una mia nota in appendice al libro di Iacopo Meloni e Fausto Lottarini sui Forti – Edizioni del Consiglio Regionale Toscano che potrà richiedere gratuoyamente o semplicemente scaricare in formato PDF dal sito del Consiglio Regionale. Il PDF posso inoltrarglielo anch’io se mi fa avere la sua email. In forma più sintetica può prenderne visione anche nella pagina Facebook del.Museo Nazionale Etrusco dove è stato pubblicato lo scorso febbraio nella rubrica Archeo Chiusi Accadde oggi ovvero sul sito archechiusi.it Cordiali saluti
x Roberto Sanchini. La ringrazio molto per la sua segnalazione.Sono andato sul sito del Museo come lei indica ma nel febbraio 2020 e neppure nei mesi successvi sono riuscito a trovare l’articolo di cui lei parla che visualizzerei con molto interesse.Ci teniamo in contatto e mi farò vivo con lei nella settimana prossima. Grazie ancora.Carlo Sacco.