LA NUOVA LOCOMOTIVA INDUSTRIALE? E’ LA TOSCANA. 80 NUOVE FABBRICHE SPARSE IN TUTTA LA REGIONE

martedì 04th, febbraio 2020 / 20:27
LA NUOVA LOCOMOTIVA INDUSTRIALE? E’ LA TOSCANA. 80 NUOVE FABBRICHE SPARSE IN TUTTA LA REGIONE
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L’anno 2019 che si  è appena concluso, ha segnato un saldo negativo per l’economia italiana. Secondo i dati forniti dal Sole 24 Ore sono diminuiti sia il Pil, che la produzione industriale. E anche il numero degli occupati. Insomma una sorta di annus horribilis, altro che ripresa!

Ma sempre secondo il quotidiano di Confindustria, c’è però un dato in controtendenza che riguarda una regione. Questa regione è la Toscana, dove – spiega il Sole 24 Ore –  hanno aperto o stanno per aprire 80 nuove fabbriche. In vari settore: dalla moda alla farmaceutica o la meccanica di precisione, nella carta e nel packaging.  E altro dato interessante, queste 8 nuovi punti produttivi non sono concentrati in una sola area, ma sparsi in diverse province. Si va da Firenze e hinterland ad Arezzo, da Prato a Siena, da Pisa a Montevarchi o Santa Croce sull’Arno… Quasi tutte le nuove fabbriche sono contrassegnate da una forte innovazione dei sistemi di produzione e da macchinari all’avanguardia.

Scendendo nel dettaglio troviamo capannoni da 20 mila metri quadrati per le borse di Yves Saint Laurent a Scandicci, 40 milioni investiti da Fendi a Bagno a Ripoli, 20 milioni da Celine per una fabbrica a Radda in Chianti. Nuovi stabilimenti di  Loro Piana e Bulgari a  Firenze. Tra i nuovi capannoni aperti a Scandicci c’è anche quell del calzaturificio Farida di Chiusi, che ha fatto un investimento significativo nel cuore del distretto della moda e del made in Italy…

Ma aprono anche concerie e fabbriche di accessori o per la lavorazione dell’oro ad Arezzo, a Montemurlo, Pistoia, Montevarchi.

Sono 7 invece i nuovi stabilimenti del settore farmaceutico, con la Menarini che investe nel Senese sulla produzione di vaccini e l’altra multinazionale Eli Lilly scommette che mette sul piatto 100 milioni per un nuovo insediamento a Sesto Fiorentino. A questa fioritura – secondo il Sole 24 Ore –  “non è estranea la politica industriale della Regione Toscana, che ha creato una struttura con il compito di attrarre nuovi investimenti, fornendo risposte chiare e veloci alle imprese”.

Negli ultimi due anni  sono circa 50 i progetti industriali che hanno ricevuto assistenza, mentre sono una trentina i protocolli sottoscritti con amministrazioni locali e aziende per facilitare gli insediamenti. Non solo è espressione della Regione Toscana il rappresentante delle regioni italiane nel Comitato interministeriale per l’attrazione degli investimenti esteri.

La “locomotiva” industriale, in questo momento insomma  sembra essere proprio la Toscana. Strano. Chi l’avrebbe mai detto? “Enrico Rossi che si appresta a finire il suo mandato da governatore lascia una eredità di attivismo e risultati al suo successore” ha commentato il giornalista Paolo Pagliaro parlando anche lui dell’insolito boom toscano a 8 e mezzo su La 7.

Quindi la legislatura che si chiude, sotto l’aspetto economico apre qualche spiraglio di speranza per un futuro migliore. La Toscana è terra di buongoverno dai tempi di Dante e di Ambrogio Lorenzetti che ne dipinse gli effetti in città e nelle campagne, nelle sale del palazzo pubblico di Siena. E’ anche terra di passioni forti e di divisioni, fin dai tempi dei Guelfi e Ghibellini. Per la prima volta nella sua storia la Regione Toscana, governata da quando esistono le regioni dalla sinistra, è contendibile. La Lega di Salvini e il centro destra proveranno, tra qualche mese, a dare l’assalto al palazzo d’inverno, al grido di “liberiamo la Toscana”. Che ce la facciano è altro discorso, come si è visto in Emilia. Certo, anche in Toscana non sono tutte rose e fiori. Il potere rosso si è un po’ sbiadito e di castronerie ne ha fatte più d’una, comprese molte “privatizzazioni” (l’Ato della Valdichiana fu il primo, nel 1999 a dare l’acqua pubblica in gestione ad una multinazionale, per dire). Su alcune questioni di tipo ambientale (gestione dei rifiuti o delle linee ferroviarie locali) il buongoverno ha lasciato talvolta il passo ad altre logiche più legate al profitto dei gestori che alla valorizzazione dei beni comuni e dei territori. La Toscana ha prodotto Renzi e il renzismo e Verdini e il Giglio magico… Ma, anche sulla base del dato fornito dal Sole 24 Ore, che non è l’organo ufficiale del Pd o della sinistra, nonostante alcune magagne, resta una delle regioni meglio amministrate, con la sanità migliore per risposta all’utenza e con punte di eccellenza a Firenze, Pisa, Siena e anche a Grosseto. E adesso scopriamo che sta vivendo un piccolo boom produttivo, forse unica regione in Italia a registrare un trend del genere.

Su questo, in vista delle prossime regionali, anche chi ha avuto in questi anni motivi di critica o di insoddisfazione verso Rossi e la Regione Toscana, qualche domanda se la dovrà fare.

M.L.

 

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