CHIUSI, QUESTA SERA ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI AL PD. L’ADDIO DI SCARAMELLI UNA VORAGINE O UN’OPPORTUNITA’?

lunedì 04th, novembre 2019 / 17:14
CHIUSI, QUESTA SERA ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI AL PD. L’ADDIO DI SCARAMELLI UNA VORAGINE O UN’OPPORTUNITA’?
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CHIUSI – Questa sera, lunedì 4 novembre a Chiusi si terrà l’assemblea egli iscritti del Pd. Non sappiamo se la cosa era programmata da tempo, di sicuro l’assemblea del partito di maggioranza dovrà fare i conti con l’ultima defezione. Quella di Stefano Scaramelli: ex sindaco,  mister 15 mila preferenze, il ragazzo mandato in Regione a furor di popolo, il dirigente osannato e quasi idolatrato, l’uomo novo al comando, il dirigente che avrebbe dovuto portare Chiusi “colà dove si puote” e che invece, dopo qualche titubanza, nel momento di scegliere tra il Pd e Renzi ha scelto Renzi. Lasciando con un palmo di naso tutti quelli che in questi anni lo hanno supportato, da Bettolini che guidò la sua campagna elettorale regionale nel 2015 scarrozzandolo per tutta la provincia di Siena, all’amico di sempre Micheletti, ai tanti militanti che lo hanno sempre solo applaudito…

Pare che stasera all’assemblea chiusina ci sarà anche lui, Scaramelli. Anche se ormai è un ex Pd. Vorrà forse salutare e rassicurare che l’uscita non è un addio rancoroso, ma una scelta di cuore, come ha scritto nel post di commiato con il quale annunciava la decisione di passare a Italia Viva.

Ma come può un dirigente che annuncia l’addio ad un partito presentarsi all’assemblea degli iscritti di quel partito? In politica le parole contano, sono atti e fatti. Scaramelli ha annunciato l’adesione ad un partito diverso dal Pd. Addirittura concorrenziale, anche se (forse) schierato nello stesso campo. Questa sera i dirigenti del partito a Chiusi dovrebbero gentilmente accompagnarlo alla porta, non starlo a sentire.  Al massimo il segretario potrebbe leggere un suo saluto, ma senza una presenza ormai impropria, che condizionerebbe pesantemente l’assemblea.

Avranno questo coraggio i dirigenti del Pd?  O staranno ancora lì ad ascoltare il vate con il Che tatuato sul braccio e il cuore nella nuova Dc?

Certo a Chiusi più che altrove l’addio di Scaramelli al Pd è un terremoto. Anche se annunciata e prevedibile la scossa è forte. Di quelle che fanno danni e lasciano il segno. Perché è a Chiusi che Scaramelli è nato, è cresciuto, è diventato una figura politica rilevante. E’ a Chiusi che ha il suo “zoccolo duro” di sostenitori, quindi è a Chiusi che potrebbe creare la voragine più grossa all’interno del Pd. E Chisui è anche uno dei comuni in cui si voterà prima: nella primavera del 2021…

Solo qualche settimana fa, in un’altra riunione di partito, a Chiusi, lo stesso Scaramelli disse che “Renzi è un bravo ragazzo, che ha fatto degli errori, farà la sua strada, non è più un nostro problema”. Poi in men che non si dica è passato con lui. Come hanno fatto altri in Regione. La scelta scaramelliana è coerente con la sua storia, con le sue scelte dal 2012 in poi, inutile negarlo, un po’ meno con le sue recenti dichiarazioni. Ma nella politica attuale la coerenza è un optional che va e viene. Evidentemente.

E pare che Renzi, per stare in coalizione con il Pd alle regionali toscane (come ha affermato con una certa sicurezza Scaramelli nel suo post) ponga condizioni pesanti: scegliere il candidato a presidente per esempio. Se no va da solo e fa perdere la Regione al centro sinistra. E il suo candidato potrebbe essere proprio StefanoScaramelli, amico e sodale dalla prima ora. Un fedelissimo. O più probabilmente Stefania Saccardi attuale assessore alla sanità. Con Scaramelli sicuro comunque dell’elezione in base ad accordi precostituiti. Dire no ad una candidatura Saccardi sarebbe difficile per l Pd, perché da Chiti in poi tutti i presidenti della Giunta Regionale sono stati, prima, assessori alla sanità.  L’ostacolo è se mai Vincenzo Ceccarelli, attuale assessore ai trasporti, uomo di esperienza consolidata e di matrice più marcatamente sinistrorsa (viene dal Pci e non dalla Dc), sponsorizzato da molti amministratori locali, compreso il chiusino Bettollini. Poi ci sarebbe anche Eugenio Giani, ex Psi, poi Pd, presidente del Consiglio regionale, in questi anni figura di rappresentanza della Regione, vicinissimo ad ambienti importanti d Firenze e non solo (vedi la Fiorentina calcio).

Anche a Chiusi, questa questione del candidato presidente può creare ulteriori frizioni, oltre quelle che saranno determinate dalla fuga di Scaramelli.  Bettolini come abbiamo già detto sostiene Ceccarelli. Non ne fa mistero. I due si sono trovati e spalleggiati nella battaglia per il Frecciarossa. E sono anche abbastanza simili come approccio alla questioni. Più fare che dire…

Certo se fosse davvero Scaramelli il candidato a presidente, Bettollini e Micheletti non lo sosterrebbero?

Bettollini è stato anche lui renziano e amico stretto di Scaramelli. Da tempo non sono più in sintonia totale, anzi. La distanza è aumentata con il tempo, ma una cosa è trovarsi su posizioni diverse nello stesso partito, altra cosa è trovarsi l’ex amico fuori dal partito, in un’altra formazione… Comprensibile lo stato d’animo del sindaco chiusino e e di Micheletti (che pure sono partiti da posizioni diverse).

Discorso simile può essere fatto per altri esponenti locali del Pd. Che certamente adesso saranno “stretti all’uscio”. Dirigenti ed esponenti vecchi e nuovi a partire dal padre di Stefano Scaramelli, Franco, che è stato assessore Pci, e forse non è proprio un profilo tipico da “Italia Viva”, per non parlare del segretario dell’Unione Comunale Francesco Cimarelli renziano e scaramelliano docg e scomparso dai radar. Come farà a rimanere segretario?

Poi c’è il problema del capogruppo in Consiglio che è il socialista Annulli. Che farà ora che i socialisti a livello nazionale hanno fatto gruppo comune con Renzi? E la vicesindaco Chiara Lanari? Il giovane segretario di Chiusi città Davide Canini come la pensa?

Qualcuno nelle settimane scorse, quando Bettollini si espresse contro una possibile alleanza coi 5 Stelle a livello locale, come avvenuto per il governo e in Umbria (coi risultati che sappiamo) lo redarguì, facendogli notare che non è lui che può dettare la linea al partito. La cosa lo ha indispettito tanto che il sindaco ancora qua e là, con gli amici, vagheggia ipotesi di liste civiche e non esclude un abbandono a fine mandato…

Adesso, con Scaramelli fuori gioco e su altra sponda, è Bettollini l’unico punto di riferimento certo del Pd a Chiusi.  Insieme a Andrea Micheletti, a Sara Marchini e Simone Agostinelli. Più il giovane Canini, se rimane, e qualche figura d’antan come Lino Pompili. Per il resto c’è poco o niente. Con Renzi e i renziani fuori, potrebbero rientrare gli ex bersaniani (come Gianluca Sonnini o Marco Socciarelli). O anche figure di frontiera rimaste ai margini della politica in questi anni. Dopo l’assemblea di questa sera ne sapremo di più, ma che il Pd a Chiusi sia un partito sull’orlo di una crisi di nervi e sull’orlo di un precipizio è fuori di ogni dubbio. sSi tratta di capire se il Pd intende rilanciarsi, sfrutando questo momento come una opportunità di ripartenza, o se invece sta per gettare definitivamente la spugna e per dichiarare il rompete le righe…

Per la maggioranza che governa il Comune ad un anno e poco più dalla campagna elettorale del 2021, non è una bella situazione.

m.l.

 

 

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