CHIUSI: PALASPORT, FRECCIAROSSA, INCOMPIUTE… MA LA POLITICA CHE FINE HA FATTO?

CHIUSI – A margine dell’articolo di qualche giorno fa su alcune opere pubbliche in cantiere, il capogruppo dei Podemos Luca Scaramelli ha commentato : “In un intervista su Primapagina dell’autunno 2017 si legge che il palasport aprirà nella primavera successiva… L’intervista era al sindaco!” Forse Luca Scaramelli voleva insinuare che l’articolo era benevolo. E non teneva conto di dichiarazioni precedenti. E soprattutto del ritardo di certi interventi dell’amministrazione comunale. Diciamo “forse” perché non è chiarissimo. Ma questo sembra essere il senso del commento.
E ci sta. E vero infatti che l’apertura e la messa in funzione del nuovo Palasport sono in ritardo. Che a quest’ora la struttura doveva già essere funzionante e operativa. Almeno secondo le dichiarazioni rilasciate a suo tempo dal sindaco. Ma se si tolgono quelle 4 righe di Primapagina, in cui di dice che senza la risposta plausibile dell’assessore Micheletti, la situazione attuale del Palasport (erba alta e incolta tutto intorno) avrebbe richiesto una “giornalata” come quella del 2012 sul depuratore o quelle sulle “incompiute”, non ci sembra di aver letto altre prese di posizione sui ritardi. Non ci sembra di aver visto interrogazioni, manifesti, volantini, post sui sociale delle opposizioni, compreso il gruppo che fa capo a Scaramelli.
Diciamolo: il Palasport è in ritardo. Su questo non ci piove. L’Amministrazione l’ha presa comoda… Ma l’assessore Micheletti qualche giorno fa, il sindaco in altre occasioni hanno sempre spiegato il perché dei ritardi e dei lavori a rilento… E le spiegazioni non sembrano scuse campate in aria giusto per prendere tempo. La sistemazione esterna ha richiesto tempi più lunghi perché sono stati ottenuti finanziamenti che hanno hanno avuto un tempo tecnico di “gestazione”. Ma dato che rispetto a quando il palasport nuovo fu pensato e messo in cantiere, non c’era l’urgenza dettata dala necessità di fornire un campo di gioco idoneo a qualche squadra, ci sta anche la “gestazione” lunga, anche perché si parla di finanziamenti governativi che evitano, almeno in parte di attingere ala casse comunali… All’epoca c’era ancora la Emma Villas Volley in ascesa travolgente, c’era la squadra secondaria di serie C della stessa Emma Villas, c’erano le giovanili, la femminile (prima squadra e giovanili) della Vitt. Sempre nel volley, c’era la squadra di serie C messa su da Primapagina ed altri costretta ad andare a giocare a Città della Pieve: c’era il basket, il calcetto, il Judo, la ginnastica… Il Palasport di Poggio Gallina era sul punto di esplodere e non riusciva a coprire tutte le esigenze…
Al momento a Chiusi, la Emma Villas non c’è più (è ormai tutta a Siena, anche le giovanili) c’è una squadra di serie B2 Femminile (neo promossa) , c’è il basket e il calcio a 5… Non c’è – pare – sovraffollamento…
Il nuovo Palasport potrebbe interessare alla formazione femminile della Vitt e alla San Giobbe Basket (in egida Reyer Venezia), che sembra intenzionata a tentare una “scalata” come quella della Emma Villas. Micheletti ci ha detto che alcune società di livello nazionale sono venute a visionare la struttura per stages, tornei ecc. Ma non c’è fretta.
Certo se il palasport dovesse rimanere un’incompiuta, per Bettollini & C. sarebbe una debacle. E in vista delle elezioni del 2021, potrebbe essere devastante. Neanche un sindaco e una giunta con un certo consenso potrebbe permettersi una cosa del genere. Non saranno così “polli” da lasciare incancrenire la situazione. Per cui a fine anno il palasport – crediamo – sarà in funzione. Con un po’ di ritardo. Ma senza esborsi aggiuntivi. E sarà un bel gioiello da esibire e da sfruttare, per riconquistare una certa centralità, un nuovo appeal della città.
La stessa cosa vale per il Frecciarossa… se la fermata a Chiusi dovesse saltare già a settembre sarebbe una bella fregatura. Bettollini ha in tasca assicurazioni e promesse da parte delle Fs anche riguardo alle “tracce orarie” da settembre a dicembre… ma qualche dubbio sul fatto che la sperimentazione finisca qui c’è… dati relativi all’utenza sembrano incoraggianti… tra i 50 e i 60 passeggeri al giorno. Più che altro la mattina. Non è poco per una stazione periferica come Chiusi e in quegli orari… Al rientro dalle ferie, per il sindaco chiusino questo sarà un banco di prova. E’ vero che la fermata non è costata niente (non come Perugia su cui ha investito la Regione), che se anche fosse solo estiva sarebbe già qualcosa. Ma visti i proclami e le iniziative a sostegno della fermata, se questa venisse meno, sarebbe ovviamente una sconfitta… Ricordiamo dirigenti delle Fs che parlarono, a giugno, della fermata attiva fino a dicembre. Anche Trenitalia non potrà far finta di niente, rimangiandosi le dichiarazioni fatte.
Riguardo alle incompiute, noi segnaliamo ancora quello che doveva essere il “Centro merci” finanziato dal Patto territoriale per oltre 2 milioni e mezzo di euro e tutt’ora consistente in una strada mezza fatiscente che finisce nel nulla. Anche su questa questione Bettollini & C. prima o poi dovranno metterci le mani. Su questo tasto, però, anche le opposizioni, che pure ne parlarono in campagna elettorale nel 2016, sembrano aver perso la memoria…
Ecco: Palasport, incompiute (centro merci), fermata del Frecciarossa. Tre temi sui quali la politica potrebbe fare fronte comune per trovare soluzioni plausibili a vantaggio della comunità, oppure potrebbe aprire un confronto tra posizioni e proposte diverse. Un commento acidulo sui social non esaurisce la materia… Pd, Podemos e 5 Stelle si mettano intorno ad un tavolo e ne parlino. Oltre i gruppi consiliari. Se emergeranno posizioni e proposte inconciliabili, prevarrà quella maggioritaria. Ma dal confronto potrebbero emergere anche idee condivisibili, suggerimenti utili, aperture parziali su cui lavorare… Dopo le ferie e le feste (Ruzzi e festa dell’Uva), si può ipotizzare un percorso del genere o è utopia?
m.l.
Per anni l’argomento principale di chi era favorevole alla costruzione del palapania era la congestione delle altre strutture, ora nell’articolo si afferma che non c’è fretta perché non ci sono poi tutti questi utenti potenziali che scalpitano, qualcuno deve mettersi d’accordo con se stesso credo.
No, Luca, fino alla stagione sportiva 2015-2016 c’era congestione, tanto che la squadra messa in piedi da Primapagina per fare la serie C di volley, andò a giocare a Città della Pieve e un allenamento lo faceva alla palestra delle scuole elementari… All’epoca si ipotizzava anche un possibile ritorno della Emma Villas.Oggi non è più così. Di società e squadre che hanno necessità del palasport ce ne sono meno di allora. Le giovanili Emma Villa sono rimaste a Chiusi, ma si tratta di squadre che non hanno necessità di una struttura del genere e non fanno pubblico…Sono un patrimonio, ma possono giocare nel palasport di Poggio Gallina. La formazione più importante, al momento è la B Femminile di volley. Poi c’è il basket in crescita. E forse è proprio il progetto del sindaco di Venezia Brugnaro (che ha vinto lo scudetto e sta lanciando la San Giobbe Chiusi) quello che potrà consentire un utilizzo continuativo del nuovo palasport. Almeno in prospettiva… Per noi, il Palasport nuovo rappresenta una buona opportunità e una struttura importante per l’immagine della città, che aumenta la propria dotazione sportiva e può attrarre anche società professionistiche per fare tornei, stages, ritiri ecc…Tutto ciò anche se l’utenza, negli ultimi 3 anni si è assottigliata e c’è meno urgenza… Quindi noi siamo perfettamente d’accordo con noi stessi e con quanto scritto fino ad ora su questo argomento. Ci piacerebbe che tutti i soggetti, compresa la politica (quindi compresi i podemos) dicessero che cosa farne del Palasport, ora che c’è ed è quasi pronto. Questo è il punto, ad oggi. Del tutto inutile rivangare sullo stadio e sulle scelte pregresse.. Di quelle se mai si potrà tornare a parlarne in campagna elettorale. Adesso ha poco senso…
Il tuo commento conferma le mie affermazioni.Si è costruita una struttura sostenendo necessità che al momento che la struttura è finita non ci sono più, amministrare non vuol dire costruire significa saper programmare. La vicenda del palapania viene da lontano, dalla tentata costruzione del nuovo stadio di calcio, ed è per l’appunto il paradigma della mancata programmazione. Io avrei rivisto il progetto e avrei fatto comunque una struttura per il calcio che ad oggi comunque, nonostante i lavori compiuti al “Frullini” è lo sport che ha maggiori difficoltà dovendo gestire 11 squadre giovanili e la prima squadra. Degli errori di chi amministra non si può parlare solo in campagna elettorale perché con quegli errori si devono fare i conti tutti i giorni, e tutti i giorni i nostri amministratori si autoglorificano sui social per cose francamente banali, si facciano carico dunque anche degli errori del passato.
La scelta di riconvertire lo stadio incompiuto (e uno scandalo) in palasport fu fatta sull’onda del successo della Emma Villas, che poi, per motivi suoi si tirò indietro, oltre che per la necessità di maggiori spazi, dato il congestionamento del vecchio palasport. Anche le opposizioni, Primavera in testa, non fecero le barricate contro quella scelta che fu implicitamente ed esplicitamente una sconfessione del progetto stadio e un modo per recuperare parte dei soldi già spesi e metterli a frutto. Degli errori si può discutere e anche delle responsabilità, alle prossime comunali uno può votare contro chi ha fatto certe scelte, ma adesso che il palasaport nuovo c’è, credo che la prima cosa da fare sia garantire alla struttura un utilizzo congruo e remunerativo. Sperare che non funzioni e non trovi fruitori sarebbe come tagliarsi l’ u…….o per far dispetto alla moglie.
Eh no non è così, le elezioni verranno ma il problema Palapania c’è adesso, ed è lì a dimostrare l’incapacità di pensare il futuro di questo paese ed è lì “mostro silenzioso” che dice molto di più di chi fa propaganda per se o in conto terzi. Chi per incapacità si ritrova a dover decidere cosa farne lo faccia, oneri e onori di chi vince e amministra. Più volte in consiglio comunale, in maniera anche poco elegante, al momento del voto ci è stata fatta la battutina “il potere della maggioranza”, bene io rispetto democraticamente la maggioranza e il volere degli elettori quindi non ho assolutamente il dovere di fare niente per “garantire alla struttura un utilizzo congruo e remunerativo”. Il sindaco in consiglio comunale ha affermato che quando sarà pronto ci sarà un’inaugurazione “in pompa magna”, molto bene la stiamo aspettando da due anni abbondanti, mi auguro che arrivi quel giorno e che chi ci amministra sia bravo nel trovare un utilizzo “congruo e remunerativo”. Trovare soluzioni per la maggioranza non fa parte del mio ruolo di opposizione e per favore non chiedermelo più perché queste richieste mi fanno “gonfiare i testicoli” (citazione del professor Scoglio che usava spesso questa affermazione insieme all’ad minchiam che hai citato te in precedenza).
Dire “è la maggioranza che ha l’onere di governare e di fare le scelte, quindi le faccia. Non chiederlo all’opposizione” è una posizione legittima. Ma a mio avviso sbagliata. Io ritengo che il fatto che una struttura pubblica funzioni e trovi un utilizzo congruo e remunerativo sia interesse della maggioranza e anche delle opposizioni. E’ interesse della comunità. Detto questo, ritengo anche che la tua parte politica, Luca, dovrebbe aspirare, altrettanto legittimamente, a governare. Sia come alternativa all’attuale maggioranza, sia – l’ho scritto – come parte paritaria di una nuova maggioranza. Se a livello nazionale il Pd si allea con i 5 Stelle per formare un governo, non vedo perché a Chiusi non dovrebbe/potrebbe trovare intese con la formazione alla sua sinistra. E la formazione di sinistra con il Pd. Io nei panni dei Podemos un tentativo di confronto lo farei, per spostare la barra dell’amministrazione su posizioni ancora più avanzate. Il sindaco Bettollini, con un post su fb, stamattina, ha detto che a Chiusi non farà mai accordi coi 5 Stelle, ma non ha nominato Possiamo. Segno che quella porta non la vuole chiudere… Mantenere ben distinti i ruoli in questa legislatura non esclude, a mio avviso, un tentativo di andare oltre per la prossima. Anche per evitare altri errori come quelli dello stadio ecc.. Mi pare che tu su questo abbia altri pensieri. Che rispetto, ma non condivido. La sinistra, secondo me, non può rimanere altezzosamente sull’Aventino o sull’albero a cantare, lasciando ad altri l’onere delle scelte e della gestione delle scelte. La sinistra deve a mio avviso provare a incidere, deve sporcarsi le mani, non può limitarsi al “controllo” e al “not in my name”. Quello può farlo una forza come i 5 Stelle, deideologizzata o post ideologica, trasversale, senza un pensiero politico di fondo. E per queste ragioni più di destra che di sinistra, come impostazione. La sinistra, secondo Gramsci e anche Berlinguer (ma anche secondo il pensiero socialista che fu alla base del primo centro sinistra, esperienza che è stata liquidata troppo presto come un cedimento alla Dc e che invece andrebbe ristudiata) dovrebbe agire diversamente. Così mi pare, se ricordo bene…
A suo tempo la Primavera dette parere favorevole alla costruzione del nuovo palazzetto perché c’era un progetto chiaro di gestione da parte dell’Emma Villas, azienda e società sportiva seria e credibile, come ha dimostrato nel tempo e come ha dimostrato soprattutto non dando seguito al progetto palasport, quando ha capito di che pasta erano fatti gli interlocutori.
Quel progetto, infatti, è naufragato per l’incompetenza di gestire la complessità dell’accordo da parte della giunta Scaramelli – Bettollini, incompetenza che qui sarebbe troppo lungo argomentare ma che è stata dimostrata a suo tempo negli organi di stampa e nei comunicati della Primavera.
Se i suddetti amministratori avessero avuto l’umiltà di ascoltare, invece che l’arrogante presunzione di imporre le loro deliranti soluzioni, oggi il palasport sarebbe funzionante già da tempo e l’Emma Villas forse giocherebbe ancora a Chiusi.
Per l’Emma Villas è andata meglio così perché a Siena ha trovato un substrato sicuramente più produttivo.
Per la comunità di Chiusi è andata sicuramente peggio perché si trova sulle spalle l’ennesima “scommessa” persa dagli amministratori e pagata dai cittadini.
E’ facile giocare quando i soldi non sono i tuoi.
E questo, come tutta una serie di altri macroscopici errori, non sono mai stati ammessi e quindi dove sta il cambiamento che Prima Pagina spesso porta come base per future alleanze?
A me sembra che, a parte alcune ruffiane dichiarazioni di circostanza, ci sia perfetta continuità nei modi e nei metodi di governo: ignoranza delle minime regole di comportamento politico e istituzionale; arroganza del potere, gestito con il principio dell’uomo solo al comando, stile Salvini; nessuna considerazione per le opposizioni; boicottaggio e completo isolamento verso chi esprime anche il minimo dissenso.
La dimostrazione palese è che il sindaco dichiara che non farà alleanze, come se questo fosse compito suo invece che della dirigenza politica.
Ma a Chiusi esiste una dirigenza politica?
Chi pensa che la risposta sia “sì” ce ne faccia conoscere, per favore, il pensiero e i programmi.
Chi pensa che la risposta sia “no” si interroghi sui perché.
Non è esatto Giorgio: il sindaco ha dichiarato (forse un po’ frettolosamente) che “non farà alleanze o accordi con il M5S” . Non l’ho sentito dire che non farà alleanze con nessuno. Poi, come giustamente rilevi anche tu, il problema delle alleanze è questione che attiene alle forze politiche, non agli amministratori. A meno che Bettolini non consideri il Pd inesistente e non sia già proiettato verso una soluzione civica-personale, come del resto Primapagina ha già ipotizzato qualche tempo fa… In ogni caso, secondo me, una sinistra che intenda governare la città o quantomeno incidere sulle scelte amministrative e politiche (parlo della sinistra a sinistra del Pd) non può arroccarsi in una sdegnosa opposizione di principio, quasi aventiniana. Ma dovrebbe al contrario proporre tavoli di confronto con tutti gli interlocutori possibili, quindi anche con Pd (se esiste) e con Bettollini che esiste. E, se ci sono le condizioni, proporre anche alleanze senza aspettare che lo faccia Bettollini o chi per lui…
Quanto al Palasport, la decisione della Emma Villas di emigrare a Siena fu dettata da ragioni commerciali, di immagine (Siena pesa più di Chiusi), insomma da strategie aziendali e non solo da questioni locali di rapporto con gli amministratori. E anche in questo caso, però: adesso che il Palasport c’è, che ne facciamo? speriamo che rimanga inutilizzato e se lo divorino le gramigne, così Bettolini & C. fanno una magra figura?
Certo Giorgio, concordo con tutto ciò che hai detto. E’ il fatto che quella che tu lasci intendere come ” l’arroganza del potere” alla fine si riconverte contro l’interesse della cittadinanza per il semplice fatto che i passaggi nei temi che hai enunciato hanno prodotto i risultati che poi risultano a carico dei cittadini, altro che a favore….in più appellare come cialtroneria parte dell’opposizione è diventata una prassi comune e nel medesimo tempo vedo che ci si tiene a definire i limiti delle alleanze nazionali come non interessanti gli accordi che si profilano. E’ la solita solfa sul predisporsi le strade di accesso al rimanere alla guida marcando sia distinzioni dall’andazzo generale ma marcando anche che la guida da soli possa essere migliore ed attrarre più consensi, assumento la figura di lottatori solitari contro le intemperie, dimenticando che tutto questo andazzo porti però ”alla frutta”.E chi ci casca sono sempre gli stessi che hanno mantenuto con i voti tale macchina.Ed è chiaro che le spennellate indoratrici ci siano, fa parte della commedia il cui copione deve essere naturalmente e sottolineo l’avverbio, questo che vediamo mentre ci dovremmo quasi quasi convincere del contrario.
Concordo quasi su tutto con quanto scritto da Giorgio Cioncoloni. Va soltanto detto che Emma Villas avrebbe utilizzato l’impianto se il Comune l’avesse completato a spese proprie e avesse contribuito alla gestione. Ricordo l’intervento di Anna Duchini intitolato “Un palazzetto in regalo” su Chiusiblog. Sono stato fra i pochissimi a sostenere l’abbandono del progetto originario del mega stadio e che insistere con la trasformazione sarebbe stato un errore. Meglio un rudere che continuare a sotterrare risorse per un’opera inutile completamente o quasi. Non si può correre dietro ai successi temporanei delle squadre locali. Ricordo che quando il Grosseto arrivò in serie A lo stadio fu ampliato con strutture provvisorie in affitto di ampliamento dello stadio esistente. Se avessero investito su una struttura definitiva oggi avrebbero uno stadio sovradimensionato. Fra un anno avremo due palazzetti in un comune di 8 mila abitanti. Ora ci sono debiti da pagare. Tanto ci pensa ACEA.
Quello che dice Paolo Scattoni non è del tutto esatto perché la proposta dell’Emma Villas prevedeva che le opere mancanti sarebbero state realizzate a sue spese così come a sue spese sarebbe stata la gran parte delle spese di gestione. Tanto è vero che tutto si arenò perché nessuna banca fu disponibile a finanziare l’operazione.
Il comune avrebbe dovuto dare solo un contributo per la gestione.
Nemmeno quello che afferma Marco Lorenzoni è del tutto esatto perché Emma Villas decise di traslocare a Siena dopo che il progetto palasport di Chiusi si dimostrò irrealizzabile perché fino all’ultimo tentò di tutto per giocare a Chiusi.
Il mancato finanziamento del progetto da parte delle banche, dovuto anche all’incapacità di mediare da parte degli amministratori comunali, fu l’episodio che fece prendere la decisione definitiva.
Per quanto riguarda, infine, gli accordi elettorali, io non faccio parte di nessuna forza politica e quindi ogni tanto mi diverto a intervenire solo come mero esercizio culturale.
Avrò idee retrograde, e di questo non mi rammarico affatto, ma non credo nel partito “uomo solo al comando” di ispirazione prima berlusconiana, poi renziana e infine salviniana, visti anche i gravissimi danni che una tale ideologia ha creato e sta continuando a creare.
Quindi rimango convinto che i tavoli programmatici si fanno tra forze politiche, più o meno organizzate, e non con singoli soggetti.
Non mi risulta che attualmente esista un partito o un movimento Bettollini e quindi lui ha tutto il diritto di dire quello che vuole ma politicamente i suoi desideri contano meno di zero.
Perlomeno fino a che non saranno supportati da chi poi avrà la responsabilità di presentare lui, o qualcun altro, come candidato ufficiale alle elezioni, cosa che potrebbe anche essere determinante per eventuali accordi o alleanze.
Rispondo a Giorgio Cioncoloni. Perché le banche avrebbero rifiutato il finanziamento alla Emma Villas? Perché non esistevano sufficienti garanzie?
Se si fosse seguito l’implicito “monito” delle banche sull’operazione non si sarebbero sprecati milioni di euro per la realizzazione di un inutile palazzetto.
Raramente su Primapagina faccio riferimento a link di chiusiblog. Questa volta lo faccio riproponendo un articolo che scrissi nel febbraio 2015 (http://www.chiusiblog.it/?p=30011).
Ma cpme ho scritto importa poco perché tanto ci ha pensato ACEA e probabilmente i nostri polmoni.
Emma Villas, per dichiarazione dello stesso Presidente Bisogno, decise di trasferire la squadra a Siena, perché Siena offriva più visibilità, più sponsor e un bacino di utenza più vasto rispetto a Chiusi e perché a Siena un palasport disponibile per giocare la A2 c’era già, a Chiusi invece era da costruire. Il no delle banche (le due Bcc della zona) fu motivato anche da questioni di concorrenza tra loro e dalla volontà di non aprire una guerra fratricida nel territorio su questa vicenda. Se la scelta senese di Emma Villas fosse stata dettata solo da motivi contingenti e non di strategia aziendale, adesso dopo la retrocessione in A2 dalla Superlega, con il palasport di Chiusi realizzato, come mai la Emma Villas non ha deciso di tornare a Chiusi? Spenderebbe anche molto meno rispetto al palaEstra. E potrebbe lucrare sull’effetto “squadra del paesello nell’olimpo del volley” che sono storie che tirano sempre a livello mediatico… Del resto anche la squadra di Perugia andò a giocare a San Giustino e la Lube di Macerata campione d’Italia gioca da anni e ormai si chiama Civitanova… La Emma Villas ha scelto di chiamarsi Siena per motivi suoi, comprensibilissimi. Il palasport c’entra meno di niente.Tutto questo però è acqua passata. La Emma Villas non tornerà. La domanda adesso è un’altra: e ora questo nuovo palasport come si utilizza?
Evitare una guerra fraticida fra banche di credito cooperativo in corsa per finanziare un palazzetto? Ma chi ci crede?
Sarà utile rinfrescare la memoria riprendendo il dibattito che si tenne nel febbraio 2015
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Marco, forse questo link ti può rinfrecare la memoria:
https://www.primapaginachiusi.it/2015/05/emma-villas-va-siena-scaramelli-insiste-il-palasport-si-fa-lo-stesso-ma-perche-insiste/?fbclid=IwAR0erye6jjkp4HMDu_ZCa24U3urDEkJNpxXVwgfRkDtQ7Hm-jsQzG5bZuOM
C’è anche questo…https://www.primapaginachiusi.it/2015/05/chiusi-affidato-il-progetto-il-nuovo-palasport-chi-servira/
Chiaro che Scaramelli fece all’epoca un po ‘di propaganda (anzi ne fece parecchia) e decise senza avere piena cognizione di ciò che sarebbe successo. Lo scrivevamo anche noi allora. Ma questo con la decisione della Emma Villas c’entrò poco. Non fu, come ho detto, una questione di costi, ma di opportunità… E le banche vollero evitare la guerra fratricida, perché avevano capito che Emma Vilas sarebbe andata via e anche perché qualche avvisaglia c’era già stata a livello di sponsorizzazioni della squadra (prima Banca Valdichiana, poi Crediumbria) In ogni caso io resto dell’opinione che al di là delle forzature e della propaganda scaramelliana, che sicuramente ci sono state, la decisione di fare il palasport sul costruito dello stadio incompiuto non sia stata una cazzata. Ovviamente a patto che il palasport possa funzionare. Secondo me tutta la città avrebbe dovuto in qualche modo spingere per provare a riportare la Emma Villas a Chiusi (dopo la retrocessione della scorsa stagione), cosa che non mi pare sia avvenuta neanche sottovoce… Magari Giammarco Bisogno avrebbe detto comunque di no, per i motivi prima ricordati (il marketing, le strategie aziendali, il nome ecc..), ma provarci almeno io ci avrei provato… E ora proverei a ragionate pacatamente sulle possibili soluzioni per la gestione e l’utilizzo del palapsort… Poi alle elezioni uno potrà anche non votare per chi ha compiuto certe scelte. Credo che oggi sarebbe più interessante e proficuo dicsutere di ciò che si può fare, piuttosto che di ciò che è stato (ovviamente tenendone conto nelle valutazioni e nei giudizi, ma senza fermarsi lì).
Come? Prima (2015) si ignorano tutte le voci seriamente documentate che con chiarezza e criticavano la scelta , e ora le stesse dovrebbero pensare a cosa fare di una struttura considerata inutile o comunque eccessiva? Per ora non soffriamo (almeno io) di sindrome di Stoccolma.
Lo stadio era “una struttura inutile o comunque eccessiva”. Il palasport a mio avviso non lo è. E’ un valore aggiunto nella “dotazione” sportiva e non solo sportiva della città. Può risolvere dei problemi alle società sportive e alla stessa Coopersport che anche oggi dice di essere al limite per quanto riguarda la possibilità di coprire tutte e esigenze, tanto he si continua ad usare le palestre scolastiche per attività sportive esterne, in deroga alle norme. Può essere un fattore di richiamo per eventi nazionali. Porsi il problema di come farlo funzionale al meglio non mi pare una cazzata. E credo che ogni cittadino responsabile, anche se non in linea con l’Amministrazione, dovrebbe porselo. Perché è patrimonio della collettività. Sperare che vada a ramengo e che la patata bollente se la tenga Bettollini, mi sembra un atteggiamento alquanto puerile. E politicamente deleterio. Anche io ero contro lo stadio, ma se, invece di fare il palasport, lo avessero finito e adesso fosse pronto per entrare in funzione, direi la stessa identica cosa: ora facciamolo funzionare! Ovvio che non spetta a me decidere chi dovrà gestire il palasport o chi ci giocherà. Né spetta a me cercare soggetti che possano utilizzare la struttura, Ma credo che parlarne farebbe bene. E se una soluzione sarà trovata, io ne sarò felice. Non contrariato.