CHIUSI, L’ASSESSORE REGIONALE FRATONI RISPONDE SUL PROGETTO ACEA. LA FALDA E’ INQUINATA, MA…

giovedì 14th, marzo 2019 / 17:44
CHIUSI, L’ASSESSORE REGIONALE FRATONI RISPONDE SUL PROGETTO ACEA. LA FALDA E’ INQUINATA, MA…
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CHIUSI – Il 24 gennaio scorso i consiglieri regionali Fattori e Sarti di Sì, Toscana a sinistra presentarono una interrogazione sul progetto Acea per l’area dell’ex Centro carni di Chiusi. Nei giorni scorsi, precisamente il 12 marzo è arrivata la risposta dell’Assessore regionale Federica Fratoni.

La quale dopo aver ricordato tutte i “titoli autorizzativi” richiesti da Acea, spiega che:

1) l’impianto in questione “è progettato per gestire 80.000 tonnellate /anno di rifiuti in ingresso con codice identificativo EER 19.05.05 (fanghi prodotti dal trattamento della acque reflue urbane) e classificati come ‘rifiuti speciali non pericolosi’.

2) Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto per il recupero dei fanghi biologici derivanti dal trattamento delle acque reflue provenienti dalle attività delle società esercenti il Servizio Idrico Integrato nell’ambito della Toscana, mediante processo termo-chimico brevettato dalla società Ingelia.

L’assesore spiega inoltre che “il Settore VIA-VAS Opere Pubbliche di interesse strategico regionale è stato individuato quale Ufficio procedente per l’istanza in oggetto dal Direttore Ambiente Emegia della Regione Toscana, al fine di assicurare l’unitarietà e il coordinamento nella gestione dei procedimenti finalizzati al rilascio del Provvedimento Autorizzatorio unico regionale (ex 27 bis DE.Lgs 152/06). Che lo stesso ha provveduto a pubblicare sul sito web regionale, l’avviso al pubblico e lo scorso 29.01.19 ha inviato ai soggetti interessati la comunicazione di avvio del procedimento e contestualmente richiesto i pareri/contributi tecnici istruttori. La fase di consultazione si concluderà in data 18.03.2019”.

Riguardo alla preventiva bonifica dell’area l’assessore fa presente che “l’area dell’ex centro carni di Chiusi  non risulta ad oggi oggetto di procedimento di bonifica ambientale ai sensi del citato D. Lgs 152/06. Che dalla “relazione tecnico ambientale illustrativa” presentata dal proponente (Acea, ndr) nella procedura di VIA si rileva un’indagine conoscitiva afferente l’area ex Centro Carni da cui emergerebbe che suolo e sottosuolo non presentano superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per i siti a destinazione commerciale/industriale.

Per le acque sotterranee, le analisi dei campioni prelevati mostrerebbero superamenti della CSC dei parametri FERRO e MANGANESE (su tutti e 6 i pozzi investigati), SOLFATI (su 1 dei 6 pozzi investigati) e ARSENICO (su 2 dei 6 pozzi investigati). I progettisti affermano che tutti i parametri suddetti presentano anomalie nella zona, ascrivibili alla situazione idrogeologica e sedimentologica dell’area. Peraltro – scrive ancora l’assessore – nessuna delle sostanze rilevate in falda sembrerebbe essere stata utilizzata nel sito. Ciò detto, rimandando alla fase di valutazione da parte di ARPAT degli elaborati afferenti la VIA, al momento non è ritenuto attivabile un procedimento di bonifica del sito.

Quanto infine alla “partecipazione pubblica”, l’assessore Fratoni  risponde a Fattori e Sarti che “l’autorità competente può disporre che a consultazione del pubblico avvenga nelle forme di Inchiesta pubblica come previsto dalle normative in materia, disponendo anche un “sintetico contraddittorio”. Risulterebbe ancora in corso di attivazione la fase di concertazione con il territorio (cittadinanza, associazionismo ecc.) e chiaramente a cura dell’Amministrazione Comunale. Della questione comunque è stato discusso più volte in Consiglio Comunale”.

Insomma ricapitolando, l’assessore Fratoni conferma le dimensioni e la tipologia dell’impianto nei termini in cui più volte è stato presentato, anche su queste colonne.

Non usa mai il termine “carbonizzatore”. Conferma che la quantità di fanghi da trattare sarà più o meno identica a quella trattata attualmente dal depuratore di Bioecologia (rilevato anche quello da Acea) che però tratta anche percolato di discarica e reflui di provenienza industriale. Totale 80.000 tonnellate/anno.

Conferma anche l’inquinamento della falda acquifera sottostante l’area del centro carni, con Ferro, Manganese, Solfati e Arsenico oltre la Concentrazione Soglia di Contaminazione. Non cita il nichel che fu rilevato invece oltre la soglia nel 2014. Ma pur confermando l’inquinamento della falda, afferma che “al momento non è ritenuto attivabile un procedimento di bonifica del sito”. Questo invece è sempre stato indicato dal Comune come un punto dirimente e una condizione essenziale per poter procedere alla realizzazione dell’impianto.

Questo conferma che i problemi nell’area del centro carni ci sono stati in passato e ci sono anche adesso. E non deriveranno dal Progetto Acea, che a detta dei proponenti e del Comune, dovrebbe andare a migliorare la situazione e non a peggiorarla. Sugli aspetti tecnici saranno certo più probanti gli atti relativi alla Valutazione di Impatto Ambientlae e gli altri passaggi autorizzativi.

L’assessore infine pone in capo al Comune di Chiusi la “fase di concertazione con il territorio”. Cosa che quindi sembra sollevare la Regione da tale incombenza, indicando nell’Amministrazione locale il soggetto che deve attivarsi in tal senso. I due consiglieri di Sì Toscana a sinistra chiedevano nella loro interrogazione se non fosse il caso di sospendere la procedura di VIA. Ma questa doanda l’assessore non ha dato alcuna risposta. Evidentemente ritiene di non dover sospendere alcunché.

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