L’INCONTRO SALVINI-ORBAN NELL’ANNIVERSARIO DEL DISCORSO DI MARTIN LUTHER KING. TUTT’ALTRA STORIA…

martedì 28th, agosto 2018 / 19:18
L’INCONTRO SALVINI-ORBAN NELL’ANNIVERSARIO DEL DISCORSO DI MARTIN LUTHER KING. TUTT’ALTRA STORIA…
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OGGI. Oggi è il 28 agosto. Esattamente 55 anni fa, il 28 agosto del 1963 si tenne a Washingon la famosissima marcia per i diritti civili, per il lavoro e la libertà.  Nell’occasione il pastore protestante Martin Luther King pronunciò il celebre discorso “I have a dream”. Davanti aveva circa 200 mila persone. Più tardi avremmo visto manifestazioni anche più imponenti, ma all’epoca, in America non si era mai vista una cosa del genere. Soprattutto non si era mai vista per un tema del genere.  Duecentomila persone, bianche e nere scese in piazza per affermare insieme che tutti devono beneficiare degli stessi diritti a prescindere dal colore della pelle. Nel ’63 negli Usa i neri erano ancora sottoposti a situazioni di segregazione razziale, in aperta violazione delle leggi federali e delle sentenze della Corte Suprema. Il Ku Klux Klan era ancora attivissimo negli Stati del Sud…

Il discorso, che Martin Luther King pronunciò davanti al Memoriale di Abramo Lincoln è rimasto uno  tra i più influenti del Novecento. Per la prima volta la battaglia della comunità afroamerica  salì alla ribalta mondiale. L’anno dopo ci furono scontri violentissimi nel Mississippi e in altri stati con atti di violenza contro i neri perpetrati dal KKK . Tre attivisti neri furono sequestrati e uccisi, nel ’65 fu ucciso Malcom X, assassinato mentre teneva un discorso a Manhattan. Malcom X era come Martin Luther King un leader carismatico della comunità nera, rappresentante dall’ala più dura e radicale.

Lo stesso King fu ucciso il 4 aprile del 1968 ad Atlanta, due mesi prima di Bob Kennedy. Anche lui mentre parlava da un balcone…

Oggi nonostante esistano ancora sacche di tensione razziale, la situazione è molto cambiata. Gli Usa hanno avuto anche un presidente di colore. Oggi il “nemico” più dei neri all’interno sono i “migranti” che arrivano da Messico a migliaia. E nell’anniversario del memorabile “I have a drem” (io ho un sogno) di Martin Luther King, un ministro della Repubblica Italiana, sia pure in veste di capo di partito (La Lega) e non in veste istituzionale si incontra con il premier ungherese Orban, capo dell’ala sovranista europea e del gruppo di Visegrad (Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia), alleanza culturale e politica tra i paesi più oltranzisti contro la linea dell’accoglienza dei popoli che premono ai confini… Sono i campioni della destra più destra e xenofoba e dell’antieuropeismo. Orban è il numero uno di questa “coalizione”.

Nato nel 1963 Orbán nel 1987 era segretario della gioventù comunista ungherese.  Ma dal ’94, cioè poco dopo, la fine del’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, ha virato decisamente i direzione opposta, diventato leader della nuova destra  che vinse le elezioni nel 1998 , poi nel 2010 e nel 2018. Alle ultime elezioni ha ottenuto il 50% dei voti. la sua linea politica si basa su un nazionalismo  molto accentuato e sulla sicurezza (“L’Ungheria prima di tutto!”), oltre che sul no deciso al ricollocamento in Ungheria dei migranti che sbarcano i Italia o in Grecia coi barconi o arrivano dal Medio Oriente.

Salvini, il nostro ministro della paura, è amico di un tipo come Orban. Oggi a Milano  lo ha ricevuto come un alleato suscitando qualche imbarazzo negli alleati italiani al governo insieme a lui, anche se i 5 Stelle, pur imbarazzati, non hanno preso le distanze, limitandosi a dire che trattasi di iniziativa politica e non del governo (ma l’incontro si tiene in prefettura, non nella sede della Lega)…

L’Europa oggi ha molti problemi e moltissime pecche, su tutti i fronti. Ma se l’Europa cui pensa Salvini è l’Europa degli Orban, meglio quella disastrata che abbiamo. Orban è l’uomo dei muri, delle frontiere chiuse, è l’umo che ha impedito l’ingresso in Ungheria dei migliaia di profughi dell’Afghanistane della Siria.

E’ facile immaginare che l’incontro tra Salvini e Orban – salutato a Milano da manifestazioni di protesta, con tutta la sinistra una volta tanto insieme – avrà come tema principale proprio quello dell’immigrazione. I due hanno idee molto simili, tant’è che nel 2017 il ministro Salvini ha difeso il premier ungherese a cospetto del Parlamento europeo, esaltandone la capacità di salvaguardare in primis i suoi conterranei. Ma rispetto a Salvini è pure più oltranzista e refrattario a quella ridistribuzione (o ricollocamento) dei profughi tanto cara al nostro ministro.

Immaginare un’Europa a immagine e somiglianza di Orban e Salvini e magari di Putin (cu entrambi guardano con simpatia) ha davvero poco a che vedere con il “sogno” di Martin Luther King e con il mondo che vagheggiava il reverendo nero nel ’63. Più che un sogno sarebbe un incubo.

m.l.

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