CETONA E PONTICELLI, COME FARE MUSICA DI QUALITA’ IN REALTA’ PICCOLE E PERIFERICHE…
Ieri sera nella splendida piazza Garibaldi di Cetona (un po’ ventosa freddina per essere il 16 luglio) si respirava l’aria del delta del Mississippi, dove Muddy Waters imparò a suonare la chitarra e dove tutto è cominciato… il blues e poi il rock. Ma le note della Big Blue House,veleggiando tra Robert Johnson, Buddy Guy, B.B. King e Eric Clapton, hanno portato il pubblico da Memphis a Chicago, alla ricerca di ‘angeli perduti nel blues’… Una bella serata, con la band torritese che, accompagnata dalle letture di tre giovani attrici della compagnia l’Orto del Merlo, ha suonato per due ore filate (forse anche più) e ha tenuto il pubblico incollato alla sedia, rapito dalle note struggenti delle chitarre di Igor Abbas e Danilo Staglianò.
Peccato per l’assenza di pubblico giovanile, ma si sa, il blues e soprattutto il blues classico come quello proposto dai Big Blue House è ormai considerato (a torto) musica d’antan, per aficionados. Roba da cinquantenni nella migliore delle ipotesi, anche se pure il rock più avanzato, più nuovo e innovativo, da lì è partito… E buona parte della musica pop pure.
L’evento, organizzato dal Gruppo Effetti Collaterali di Chiusi (lo stesso che organizza il Lars Rock Fest) è un esempio di come si possano fare cose buone e di qualità a basso costo anche in realtà piccole e periferiche.
Certo Cetona è piccola e perifericha, ma non del tutto. Il giorno prima ha ospitato un convegno su Gramsci di altissimo livello, forse un po’ troppo accademico (il rischio che lo fosse del resto lo avevamo previsto), ma sicuramente interessante, come molto interessante è stata la tavola rotonda pomeridiana con i gornalisti Donatella Coccoli (Left) e Paolo Franchi (Corriere della Sera) E anche lì qualcuno è mancato: la politica per esempio. Non si è visto un sindaco del territorio, un assessore, un dirigente di partito, tranne quelli di casa. E la cosa non è un bel segnale. Non solo perché la figura e il pensiero di Gramsci sono ancora molto attuali, ma anche perché se lo stesso partito erede del Pci, la sinistra in genere, snobbano una iniziativa sul fondatore del Pci e de l’Unità, vuol dire che la mutazione genetica è arrivata allo stadio finale…
Rimandendo in tema di realtà piccole e periferiche e di… musica, segnaliamo un altro evento imminente: Rock for life, il festival rock che si tiene a Ponticelli, frazione di Città della Pieve di 500 abitanti vicina a Cetona, marealtà più piccola e per molti aspetti più periferica di Cetona. Eppure a Ponticelli un gruppo di giovani (ma non solo giovani) capeggiati da Giosi Pantini organizza da 15 anni un festival rock che ha visto sul palco anche nomi importanti come Nina Zilli, Bandabardò o Banco del Mutuo Soccorso. Quest’anno, edizione n.15, il festival appare un po’ meno sfavillante, quanto ai nomi degli artisti. Anche Rock for life deve fare i conti con la crisi, con il taglio delle sovvenzioni, ma resiste. E questo è di per sé un risultato straordinario, dato il contesto, appunto di realtà piccola e periferica… Il festival è soprattutto una kermesse giovanile, ma coinvolge comunque buona parte della frazione, che nell’occasione di sente comunità e fa quadrato per la riuscita dell’evento.
E poi, anche in assenza di nomi di richiamo assoluto, il festival di Ponticelli rimane un appuntamento di rilievo, dove è possibile ascoltare, a ingresso gratuito, artisti di sicuro valore e interesse e band emergenti. Comprese alcune del territorio che trovano così un palco presigioso e un’occasione importante per esibirsi.
Si comincia giovedì 20 luglio con i Virginia Waters e a seguire Omar Pedrini, di cui a maggio è uscito l’ultimo album “Come se non ci fosse un domani”. Pedrini tornato a cantare dopo un’operazione a cuore aperto, ha alle spalle collaborazioni importanti con Noel Gallagher e Ian Anderson dei Jethro Tull.
Venerdì 21 luglio ad aprire la serata sarà Maverik, giovane promessa del cantautorato umbro. Poi salirà sul palco Coez, artista romano che spazia tra pop e rap con grande disinvoltura…
Sabato 22 apertura affidata ai Dudes, la band chiusina che nella scorsa edizione si aggiudicò il premio della Giuria popolare conquistando così il diritto ad una “prima serata”. I Dudes presenteranno i loro brani, tra cui alcuni inediti, che come sempre veleggiano tra indie rock italiano e suggestioni psichedeliche e progressive anni ’70. Dopo di loro, Filippo Graziani, figlio dell’indimenticato Ivan Graziani, che nell’ultimo album, Sala Giochi, uscito un mese fa, recupera il mondo dei sintetizzatori anni ’80, (cari anche ai Dudes), in una sorta di tributo al ‘900…
A chiudere la serata Dr Feelgood, dj di Virgin Radio… “Come alla radio, ma dal vivo!”.
Domenica 23 spazio al classico contest tra band del territorio per poi chiudere con Sbanebio e i suoi ritmi spumeggianti tutti da ballare.
Naturalmente, come ogni anno al Rock for Life si può anche mangiare nei vari stand (pizzeria, paninoteca e ristorante) e il menù è ricco e di qualità. Buon divertimento
chiusi, Dudes, Filippo Graziani, Rock for Life Ponticelli
Gramsci non “tira” più. Del resto, l’ultima erede gramsciana chiude i battenti per far posto a una cosa ancora da scoprire. Del giornale di un tempo – morto di fatto dopo la DeGregorio – restano qualche favilla e parecchie ceneri. Per fortuna, il rock persiste e Ponticelli è un suo “altare” di celebrazione. Certo, nomi di richiamo non sono previsti, quest’anno, ma Pedrini, seppur sconosciuto ai più, è una garanzia di qualità su ottimi livelli. Già la sua sola presenza bastarebbe a giustificare l’edizione di quest’anno. Ma i nomi che hai fatto “intorno” non sono da meno: non terranno “Banco” :-), ma sono più che interessanti
Gramsci non tira più, dici. In queste contrade è un po’ in disuso, ma resta l’autore italiiano più tradotto al mondo e un “faro” per altre sinistre (vedi Corbyn). Quindi forse c’è speranza… Quanto al resto, un amico che è stato al concerto degli U2 a Roma scrive: “Bello, lo striscione con la foto della ragazza siriana che girava a fine concerto fra le gradinate, bello il ringraziamento di Bono alla guardia costiera italiana per le vite che salva in mare, e bello che nel pantheon delle donne che hanno cambiato il pianeta gli U2 abbiano messo anche Giusy Nicolini, l’ex sindaco di Lampedusa, che ci ha insegnato come i migranti si possano e si debbano aiutare anche a casa nostra”. Ecco, per sentir dire qualcosa di sinistra oggi bisogna ascoltare il Papa o qualche rock band come i Public Service Broadcasting o gli U2… Speriamo che durino…Lunga vita al rock. Per questo seguirò con attenzione il festival di Ponticelli, e poi quello di Chianciano e Trasimeno Blues. Qualcosa di buono da ascoltare c’è. E le band locali che saliranno su quei palchi e che si sforzano di proporre musica propria vanno incoraggiate