Caso-Orizzonti: la solidarietà agli artisti appiedati e qualche puntino sulle i…

CHIUSI – L’appello degli artisti, operatori e tecnici del festival Orizzonti versione Cigni, diffuso qualche giorno fa dall’ex addetta stampa Anna Pozzali e ripreso anche da primapagina, ha scatenato, come era prevedibile molte reazioni. Per lo più attestati di solidarietà verso dei lavoratori che si son trovati di punto in bianco e senza preavviso senza il festival in cui avrebbero dovuto esibirsi o lavorare quest’estate. A Chiusi un festival ci sarà, si chiamerà ugualmente Orizzonti, ma sarà un’altra cosa. Loro non saranno più della partita. Tra i tanti commenti “solidali” (molti compaiono anche a margine dell’articolo del 16 giugno su queste colonne) anche quelli di alcuni esponenti delle opposizioni cittadine, come Luca Scaramelli di Possiamo o Bonella Martinozzi dei 5 Stelle.
Quest’ultima scrive: “Forse non si è capito o non si vuol capire ( più facile) che le opposizioni non difendono Cigni né tantomeno il “poro” Festival, ma tutti i giovani artisti con i quali questa amministrazione aveva preso un impegno. Non é corretto mandarli a casa dall’oggi al domani . Oramai l’impegno era stato preso e per questo anno andava mantenuto. Ma dov’è finita la serietà , il rispetto per i lavoratori, la solidarietà . A meno che non si pensi che gli artisti non siano dei lavoratori . Ormai di questi tempi si pensa più ai voti che alle persone…”
Certo, gli artisti, i tecnici, i giornalisti che dovevano partecipare all’edizione 2017 del festival versione Cigni, sono rimasti appiedati loro malgrado. Hanno certamente subito un danno, perché magari per partecipare ad Orizzonti avevano rifiutato altre possibilità e perché hanno dovuto interrrompere bruscamente un lavoro già avviato e programmato…
Giusto dunque esprimere solidarietà.
Ma rispetto alle cose dette da Bonella Martinozzi (e da altri) qualcosa forse va precisato:
1) L’amministrazione non aveva preso impegni con nessuno, aveva dato degli indirizzi alla Fondazione, la quale aveva preso un impegno con Andrea Cigni. Non coi giovani artisti. Con questi ultimi l’impegno lo aveva preso il direttore artistico. E quindi, di rimbalzo, la Fondazione. Che però prendeva il “pacchetto completo” proposto ogni anno da Andrea Cigni. Il programma e la scelta degli artisti, ma anche del contorno, era roba sua. Nessuno crediamo abbia mai sindacato su tali scelte.
2) Se Andrea Cigni avesse accettato il ridimensionamento di questa edizione del festival (con un budget di 100 mila euro invece che 270 mila) forse alcuni artisti avrebbero potuto portare avanti e presentare i loro lavori. Sarebbe stata certamente una decisione dolorosa, ma non tutti avrebbero perso tutto…
3) E’ stato detto dallo stesso Cigni e anche dal sindaco-presidente Bettollini che per il 2017 non esistevano contratti scritti, unica possibilità di tutela dei lavoratori coinvolti. Chi aveva interesse a stipularili e chi non ha tutelato gli artisti e i tecnici? Andrea Cigni è un artista e al contempo un “trattore” nel lavoro, un personaggio eclettico e vulcanico. Un bravo professionista. A Chiusi è riuscito a farsi voler bene. Aveva messo in piedi un festival di qualità e proposto spettacoli coraggiosi. Ma forse qualche errore lo ha commesso. O ha presupposto troppo da se stesso. Ad Orizzonti l’uomo solo al comando era lui. Non il sindaco o il presidente della Fondazione. In ogni caso è bene ricordare che gli artisti venivano gratis. Solo vitto e alloggio. Venivano per arricchire il curriculum. Non c’erano di mezzo stipendi e compensi. Così ci è sempre stato raccontato da Cigni, dalla Fondazione e dal Comune. Diverso il discorso per i tecini, gli unici pagati. Ma quelli forse saranno utilizzati anche al festival 3.0…
4) Se uno dei punti di forza del festival versione Cigni era costituito – come asseriscono gli stessi artisti e operatori – dal fatto che gli spettacoli venivano “prodotti” dalla Fondazione e allestiti a Chiusi, per poi andare in giro per l’Italia e non solo, come mai in 3 anni non è entrato un euro alla Fondazione da queste produzioni? E’ mancata la commercializzazione? Chi se ne doveva occupare? oppure quegli spettacoli non hanno girato? E se invece hanno girato perché non è arrivato un euro?
Qualcuno, commentando l’appello di Anna Pozzali ha lamentato e sottolineato la mancata solidarietà degli artisti locali ai professionisti di Orizzonti giubilati.
A questo proposito ci permettiamo di chiedere: quanti artisti professionisti, oggi incazzati neri per lo stop al loro lavoro, espressero solidarietà agli artisti locali quando Andrea Cigni, con quell’intervista del settembre 2016, praticamente li cacciò dal festival tagliando tutti i ponti con le compagnie del territorio? Anche i vari Pasquini, Fatini, Poliziani, Valentini, Storelli, Massarelli, Bischi, Fenati, Testa ecc. si trovarono di punto in bianco e senza preavviso, dopo aver servito il festival per 3 edizioni, senza più questa importante vetrina e opportunità per il futuro. Anche tra loro c’è gente che lo fa di mestiere e veniva per arricchire il curriculum.
A parte primapagina di voci solidali se ne alzarono poche. Soprattutto dagli ambienti del festival…
Si ha insomma l’impressione che la solidarietà agli artisti rimasti appiedati da parte di persone e movimenti politici che hanno sempre osteggiato e criticato duramente il festival versione Cigni (“roba per pochi”, “troppo costoso”, “soldi spesi male”, “spettacoli di nicchia e autoreferenziali”…) sia dunque un tantino sospetta. Diciamo pure “interessata”. E interessata più alla propaganda anti-amministrazione che non al nocciolo del problema.
Intendiamoci, che le opposizioni facciano propaganda anti-amministrazione è normale. E’ il loro mestiere. E l’amministrazione muovendosi come si è mossa ha fornito anche parecchio materiale per alimentare la polemica. Sul fatto che questa faccenda sia una brutta pagina che rimarrà negli annali non vi è alcun dubbio. Ma… Ma certe espressioni di solidarietà puzzano di strumentalizzazione della delusione e della rabbia di persone lasciate sole a fini di semplice lotta politica paesana. Ci auguriamo sia solo un’impressione.
m.l.
Ci sono i “governi ombra”…e gli “addetti stampa ombra”. Questo è un bell’articolo da “addetto stampa ombra”.
Il disastro sulla faccenda Fondazione e sulla liquidazione del Festival targato Cigni ha tre responsabili che hanno nome e cognome: Stefano Scaramelli (desaparecido), Juri Bettollini e Chiara Lanari.
Il tentativo di annacquare le loro responsabilità è ridicolo e poco serio.
Quanto alla solidarietà agli artisti appiedati ognuno si comporta secondo il suo modo di vedere e la sua sensibilità.
Non ho visto nessuna sollecitazioni agli “artisti locali” perché esprimessero la loro.
Per quanto mi riguardo ho detto chiaramente, e lo ribadisco, che su una faccenda come quella della Fondazione e del Festival chiuso e riaperto senza che ne fossero informati per tempo il Consiglio comunale e i cittadini che il silenzio degli “artisti locali” (escluse le tre o quattro lodevolissime eccezioni) è indice di un clima d’altri tempi e di altre latitudini.
E lo ritengo assai grave perché sono persone che maneggiano con familiarità (o dovrebbero) concetti come: serietà, dignità, coraggio, senso civico…
I puntini mettiamoli pure perché qui pare che si voglia rigirare la frittata. Io ho espresso solidarietà agli artisti a titolo personale. Se esprimo solidarietà a gente che ha lavorato e non è stata pagata non sposo alcuna posizione politica. Le mie critiche di anni al baraccone rimangono. Il mio pensiero l’ho esplicitato pubblicamente più volte e quel pensiero non è in contraddizione con la solidarietà espressa. Infatti nella seconda parte del mio breve messaggio ho scritto che se la Fondazione fosse stata chiusa, oggi quegli artisti sarebbero oggi a lavorare da qualche altra parte e le compagnie locali non avrebbero trovato gli ostacoli che hanno trovato.
Le mie prese di posizione sono rintracciabili su chiusiblog che per fortuna ha un buon motore di ricerca sul suo archivio. Magari se qualcuno trova qualche contraddizione, sarà mia cura verificare e prendere atto. Però non mi sembra proprio. Se Cigni avesse accettato un finanziamento ridotto a 100.000 euro…. e chi lo dice? Ci sono canali privilegiati che Primapagina ha ha per poterlo affermare? Per favore mettiamo fine a questa pantomima.
Della proposta di ridimensionare il festival ad un budget di 100 mila euro è stato detto dal presidente della fondazione in conferenza stampa (presentazione nuovo festival) e dal sindaco(sempre lui) in consiglio. E la cosa è stata anche riportata in altri articoli precedenti… Questo articolo non è da “addetto stampa ombra”, perché né il sottoscritto, né primapagina sono addetti stampa di nessuno… Se mai dice cose (e pone delle domande) che dovrebbero dire anche altri. Magari lo stesso presidente della Fondazione e sindaco pro tempore. Ma invece di polemizzare tra noi, che alla fine è esercizio ozioso, perché non proviamo a dare risposte alle domande poste, entrando finalmente nel merito della questione? O è chiedere troppo? Le opposizioni facciano pure tutte le battaglia che vogliono contro Bettollini e la sua giunta, ci mancherebbe. Però non possono fermarsi alla propaganda o a frasi poco corrette come “i giovani artisti con i quali questa amministrazione aveva preso un impegno”. Perché questa amministrazione in questa storia ha fatto un sacco di errori e di forzature, ma impegni con i giovani artisti non ne aveva presi… Quelli li aveva presi Cigni. E sbolognando Cigni è stato sbolognato tutto il “pacchetto”. Questo è un puntino su una i. Non è una difesa di ufficio di Bettollini, che si difenderà da solo, se lo vorrà fare..
Buon esercizio di retorica. Siccome è stato Cigni a concordare con la Fondazione i programmi e a prendere impegni con gli artisti l’ ‘Amministrazione e Bettollini non sono responsabili di nulla. Come se La Fondazione, da sempre, non prendesse ordini diretti e inequivocabili dal Sindaco (dimissioni Rosati docet), Come se Bettollini, Scaramelli e gli altri in questi anni si fossero occupati di altro o avessero ignorato lo stato delle cose. Per quanto mi riguarda puoi pensarla come vuoi ma questi sono fatti sotto gli occhi di tutti e possono non piacerti ma tali rimangono. La chiave di lettura che proponi è una forzatura oltre la tifoseria che arriva alla propaganda. Libero tu di farla. Liberi tutti di trarne le conseguenze.
L’amministrazione comunale e quindi prima Scaramelli poi Bettolini hanno certamente responsabilità nella gestione economica e nell’impostazione della Fondazione (e questo mi pare di averlo sempre scritto). Ma in questo caso si parla del rapporto del festival (quello cancellato) con gli artisti che vi avrebbero dovuto partecipare nell’edizione 2017. E nell’articolo si puntualizzano semplicemente alcuni aspetti (ponendo delle domande) relativi a tale rapporto, alla macanza di tutele e ad alcuni “buchi” nel castello festival… oltre a qualche strabismo sulla questione delle compagnie locali. L’articolo è semplicemente un tentativo di portare la discussione e il ragionamento nel merito del problema e su ciò che non ha funzionato denro al festival. Non è una chiave di lettura per favorire Bettollini. Non so nemmeno se Bettollini e i suoi la pensano come me. Visto che non si sono prounciati e queste cose non le hanno dette, potrei anche pensare di no…
P.S. una cosa da tenere presente è che gli artisti giubilati venivano a Chiusi gratis. Solo vitto e alloggio. Così ci è sempre stato raccontato, da Cigni, dalla Fondazione e dal comune. Venivano per arricchire il loro curriculum. Il festival era una sorta di vacanza/studio… Certo, con lo stop al festival, hanno perso un’oportunità. E visibilità. Ma non lo stipendio. Anche questo dovrebbe essere chiaro. Discorso diverso per i tecnici, che erano gli unici pagati. Ma forse quelli verranno lo stesso anche al festival 3.0…
“Della proposta di ridimensionare il festival ad un budget di 100 mila euro è stato detto dal presidente della fondazione in conferenza stampa (presentazione nuovo festival) e dal sindaco(sempre lui) in consiglio.”
Marco, non ero alla conferenza stampa, ma un amico che c’era mi ha riferito che di questa offerta di un budget di 100.000 a Cigni il sindaco niente ha detto. Così come non è stato detto in Consiglio (si può veriicare dalla registrazione). Purtroppo la precisione delle citazioni non è di questo dibatti, il che non aiuta a far depositare il polverone.
Stai a vedere che gratta gratta alla fine esce fuori che siano i giubilati che debbano chiedere scusa e fare autocritica.Da tutto questo articolo mi sembra che non esca altro che a vedere che gratta gratta alla fine tu ne serva per apparire sempre più’ difensore degli intensi politici della giunta e di Bettollini che la guida. Credo che sia -permettimelo Marco- il crearsi ogni volta un alibi in più perché attraverso la manipolazione ed il rosicamento ritornando ogni volta sulle questioni che ormai dovrebbero essere chiare a questo punto chi sia chi difenda chi e cosa,possa apparire difensore delle ragioni di chi le ragioni non ha. Detto questo-ma non è’ per evitare il confronto-perché avrai notato che bene o male ti rispondo sempre e sono presente con i miei commenti, anche troppo- ma scontato che ognuno possa avere la posizione che ritenga piu’ giusta per se stesso, questo vedo che ti induce a prolungare la discussione che ormai credo è’ ancora di più chiara agli occhi di tutti coloro che la leggono e che una idea se la sono fatta.Detto questo,non volermene,ma personalmente la chiudo qui,proprio per non dare adito al fatto che tu ogni volta rimesti la frittata,ogni volta trovando ed accampando ragioni inesistenti e non sostanziali per lenire le responsabilità di chi sai. Non mi sembrerebbe un bel modo di presentarsi difensore degli interessi di chi ha interesse che le proprie responsabilità possano essere evanescenti.Detto questo rispondo anche nel merito dell’altro articolo dove parli dei miei amici a 5 Stelle riguardo al fatto della non partecipazione alla commemorazione della liberazione.Per quanto mi conosci penso che non si possa mettere in dubbio il fatto pregresso che da qualche lustro partecipo sempre quando posso alle manifestazioni che hanno per tema la liberazione. Ti faccio notare che sull’argomento hai dimenticato una cosa importante quando innalzi a difensore del peroramento di interessi civici, politici, ideali ed etici, il fatto che ormai da molti anni, nonostante la gran massa di gente partecipi a dette ricorrenze,il significato che gli ha dato la politica è’ quello di collocarle nel dimenticatoio e farle rappresentazioni da puro svalutato significato.,sempre più etereo,sfuggente, parolaio, anche nelle modalità in cui le giunte capitanate dai renziani del PD si sono poste nei confronti dell’Anpi proprio per la sua presa di posizione nei riguardi del referendum. L’isolamento e andato in onda anche durante le feste dell’unità oppure dico cose false ?Allora una grossa insopportabilita’ almeno da parte mia sorge appunto di fronte al l’essere rimbeccato sulla separazione messa in onda dai 5 stelle che trovo giusto abbiano dato una posizione che abbia messo in evidenza le modalità sempre più’ non sentite di partecipazione a quelle tematiche. Ti ricordo che non è’ accettabile a parer mio soprattutto dal lato politico ed etico che i sindaci del Pd guidino quelle commemorazioni nello stesso momento in cui il loro partito ed i loro uomini guidino e siano sostenuti per raggiungere la maggioranza dagli ex missini di Alfano al governo della nazione.Quando si voglia parlare di incongruenza politica sarebbe bene ricordarselo questo.Tali cose invece ti guardi bene dal dirle e per te passano nel silenzio, anzi troveresti forse da farne delle differenze distinguendo i ruoli ed i pesi. Ed allora quando dico che alla fine il tuo sia un tentativo di apparire difensore di certi interessi politici che con i miei nulla hanno a che spartire,ti ribadisco che di me su tale argomento puoi dire tutto ma non che abbia mai disdegnato il valore di tali manifestazioni e questo credo che tu lo sappia,a cominciare da quando eravamo più’ giovani negli anni ’70 .Chi lo disdegna e vorrebbe sminuirlo sono coloro che dentro di loro hanno provato storicamente un fastidio a farle quelle manifestazioni e ci sono stati tirati per i capelli a farle per motivi istituzionali e basta perché basta vedere il loro passato :non gliene è mai fregato nulla di tutto questo,anzi se possono tali cose le evitano in rigoroso personalistico silenzio.Allora dico io sarebbe bene prendere atto di che merce è tale gente ed anche atto comprensivo del fatto che quando certe ragioni che ho espresso raggiungono il massimo dell’insopportabilita’in presenza dell’ipocrisia che serve a sostenere la politica di questi signori( signori si fa per dire).
Secondo me, scusa se te lo dico, non c’hai capito una beata mazza. Fossi in te rileggerei da capo e proverei a dare qualche risposta alle domande contenute nel testo. Poi ne riparliamo…
(P.S, come ho scritto in un commento precedente, tieni presente che gli artisti giubilati venivano a Chiusi gratis. Solo vitto e alloggio. Così ci è sempre stato raccontato, da Cigni, dalla Fondazione e dal comune. Venivano per arricchire il loro curriculum. Il festival era una sorta di vacanza/studio. Non esiste una questoine sindacale, per intenderci. Certo, con lo stop al festival, hanno perso un’opportunità di visibilità. Ma non lo stipendio. Anche questo dovrebbe essere chiaro. Discorso diverso per i tecnici, che erano gli unici pagati. Ma forse quelli verranno lo stesso anche al festival 3.0…)
Ma tutti questi artisti che venivano gratis, ricevendo solo vitto e alloggio, o quanto mangiavano per produrre un deficit come quello della Fondazione? Non mi sembra possibile che solo le spese tecniche abbiano prodotto questo sfacelo.
Mi pare che tra bugie e mezze verità la trasparenza non sia il punto forte né di chi ha amministrato la Fondazione né di chi la doveva controllare.
Se si potesse appurare che ufficialmente tutti venivano gratis, il sospetto forte è che girassero molti affari in nero. E questa sarebbe la ciliegina sulla torta di una gestione che definire allegra sarebbe un complimento.
QWuesto mi sembra un ragionamento che entra nel merito. Io mi sono riferito a ciò che è stato più volte dichiarato dai soggetti protagonisti… Se sia la verità, o mezza verità o una bugia non so. Coumque se non ci sono contratti (e pare che non ci siano) sulla base di che cosa e come venivano pagati se mai gli artisti? L’assenza di contratti depoone a favore delle prestazioni gratuite… No? Magari, invece le “produzioni” in loco (costumi, scenografie, tecnici dedicati ecc.) costavano, senza alcun ritorno successivo.
L’assenza di contratti può deporre anche a favore di contratti e relative prestazioni AL NERO. O no?
Marco ma il sindaco ti lascia ancora firmare i suoi articoli?
Per anni ti ho considerato in politica un punto di riferimento, mi dispiace sei veramente alla frutta. Entrare sullo specifico delle questioni, in questa sede, di fronte ad un comportamento simile sarebbe veramente una perdita di tempo.
ma entra una buona volta nel merito e lascia stare sta polemicuccia.Che non ti fa onore… Nè a te né al gruppo che rappresenti. L’articolo pone delle domande. Prova a fornire risposte a quelle. Poi ne riparliamo… Gli artisti rimasti senza festival hanno parlato di perdita di denaro? di contratti non rispettati? Che venissero gratis non me lo sono inventato io, l’hanno sempre detto tutti a partire da Cigni… E, ripeto, senza contratti (che non ci sono) su che base sarebbero stati pagati?
Anzi solo una breve considerazione: ma se tutti lavoravano gratis tutte ste centinaia di migliaia d’euro dove cazzo sono finiti. Credo che la questione sia lontana dal vedere la sua fine ma la storia continuerà in consiglio comunale.
Al di là che fossero venuti gratis non mi dirai che in quella scelta fatta il Sindaco non sapesse o non avesse pensato che le conseguenze oltre che economiche avessero anche riguardato il fatto comunque di andare contro le aspettative e gli interessi dei giovani artisti.E’chiaro che da quella scelta una volta fatta ne fossero dipese le conseguenze verso ” i giubilati”.Secondo te il Sindaco questo l’avrà saputo oppure no ?Mi sembra inutile anche chiederselo.Ed allora non si parli di promesse che non interessano formalmente la sua funzione ma di promesse disattese fra le quali conseguenzilmente anche quelle sue.Tempo fa appoggiai anche la sua idea che Orizzonti ritornasse in mano pubblica e lo scrissi anche rispondendoti in qualche mio intervento,ma nessuno avrebbe immaginato che la cosa fosse finita come e’finita dopo tale decisione che ha portato a stoppare tutto e ricominciare dalla serie”c” anche se io ero uno di quelli che non gradiva nemmeno la serie A e tu lo sai !
Glielo spieghi te a Carloncelli e agli artisti che verranno quest’anno cxhe li hai retrocessi in serie C, prima di vederli giocare? Quanto al resto il tuo assunto è (mi par di capire) “tutta la responsabilità diretta o indiretta è di Bettollini”. Stop. Io con quelle domande poste nell’articolo ho cercato di guardare dentro lorganizzazione del festival e mettere in evidenza alcune “incongruenze” come l’assenza di contratti (per il 2017, forse negli anni passati c’erano), o l’assenza di tutele degli artisti impegnati, o il mancato rientro delle produzioni fatte in loco… Detto questo sono convinto che il rapporto con gli artisti fosse gestito direttamente dal direttore artistico e di rimbalzo (come ho scritto) dalla Fondazione. Il Comune, fino al 2 maggio di quest’anno, dettava solo gli indirizzi generali e metteva sul piatto 158 mila euro. Ad uso e consumo. Non credo che Bettollini sapesse i nomi degli artisti o le modalità di impiego. Perché semplicemente questioni che non lo riguardavano… Da quando è presidente della Fondazione invece lo riguardano. E ci ha messo mano. Sul come si può discutere dino a dopodomani. Ma in questo caso, e con questo articolo, vollevo solo porre l’accento sul rapporto con gli artisti e su certe espressioini di solidarietà, a mio avviso un po’ sospette. Mi piacerebbe discutere di una cosa alla volta…
Mi sembra ci sia una discreta confusione….cominciamo da un paio di aspetti: i contratti. Succede davvero spesso, troppo spesso, che i contratti si firmino a ridosso delle prestazioni e anche durante. Questo non significa gratuità che, comunque, va sancita con un atto formale. Se viene un’ispezione cosa gli racconti? In ogni caso ci sarebbero volute coperture assicurative per tutti i partecipanti, anche quelli a titolo gratuito….
Altro aspetto.
Delle due l’una: o il Presidente della Fondazione tiene il timone del bilancio e del budget disponibile e, in accordo col Direttore artistico, rilascia le risorse controllando che esso sia rispettato; oppure delega in toto il Direttore artistico il quale però va dietro alle sue esigenze di programmazione, spesso tenendo in poco conto le esigenze contabili.
In ambedue i casi, i responsabili finali sono sempre il Presidente e il Cda della Fondazione, nel primo caso direttamente, nel secondo per negligenza. Il Direttore artistico poi non era retribuito e non ricordo se avesse egli stesso un contratto con le relative mansioni. Insomma, anche in questo caso si tratta di negligenza della Fondazione. Che poi Cigni dovesse sapere come stavano le cose mi pare evidente ma, ripeto, non sarebbe né il primo né l’ultimo che si comporta mettendo tutti davanti al fatto compiuto, seguendo le sue esigenze artistiche e/o ambizioni personali, più o meno velleitarie. Se nessuno lo controlla, mai lasciare solo un artista con la borsa…tranne poche eccezioni non intasca i soldi per se – quantomeno in prima battuta – ma per finanziare i suoi progetti lo fa senza porsi grandi problemi…
La sede per le considerazioni è il consiglio comunale. Qui forse una volta ma ora non è più il caso. Sull’onore lascia perdere che sono termini grossi.
Entrare nel merito di che? Sono anni che è stato posto il problema della chiusura della Fondazione e si è continuato nella propaganda.
Infatti Paolo non si capisce in che modo si deve entrare ancora nel merito. Le responsabilità sono chiarissime però si cerca di giungere in soccorso cercando di spostare l’attenzione su dettagli certo importanti ma che non cambiano di una virgola i termini della questione. Mi sembra molto illuminante il commento di Paolo Miccichè che con lucidità, grazie anche alla sua esperienza, pone due alternative che di fatto però come in un imbuto riconducono le responsabilità a chi sappiamo. Chi corre in aiuto dei responsabili come questo giornale avrà buone ragioni personali, ma in quanto personali non mi interessano e non cambiano comunque i fatti ampiamente documentati.
Purtroppo però spostare l’attenzione, alzare il polverone, invece di mettere a fuoco le responsabilità, concorre ad alterare l’opinione di chi è meno dentro alla vicenda, dei cittadini in genere, e questo da parte di chi dovrebbe informare non è un atteggiamento corretto, soprattutto se chi fa informazione si lascia influenzare da proprie simpatie personali o immotivata rancori.
Luca non preoccuparti tanto le persone provviste di intelletto e di spirito critico hanno capito il gioco di Lorenzoni. In molti mi hanno fermato , o scritto in privato , dicendomi che ormai si è allineato anche lui. Peccato tanti anni di onorata carriera finta così. Le circostanze della vita ti portano anche a questo , non giudichiamo e lasciamolo “lavorare” in pace
Certo che sono anni che si è posto il problema della chiusra della Fondazione, e anche io sarei per chuderla. Ma non è stata chiusa. La situazione reale non è come vorremmo. Al momento è stata messa sotto tutela, di fatto commissariata e anche nella composizione del Cda somiglia più alla vecchia Istituzione Teatro Mascagniche all’idea originale di Fondazione targata Scaramelli. Il sindaco attuale ne ha preso le redini e ha, come primo atto, chiuso una pagina per aprirne un’altra. Siccome la pagina chiusa presenta ancora molti punti poco chiari e quella aperta deve ancora passare al vaglio del pubblico, credo che sia bene non soprassedere sui dettagli solo perché “tutte le strade portano a Roma” e cioè alle responsabilità (quantomeno politiche) di chi operò la scelta di fare la Fondazione, di affidare la direzione artistica a Cigni, di avallare un tipo di festival con le spese conseguenti ecc.
Sulle responsabilità politiche la politica faccia il suo mestiere e le sue battaglie. Se ritiene che le responsabilità siano non solo politiche ma anche di altro tipo, faccia i passi conseguenti. Che finora però non sono stati fatti.
La stampa fa un mestiere diverso. Racconta le cose, comprese le prese di posizione e i commenti… Se tra le prese di posizione e i commenti c’è una cazzata (e nel commento di Bonella Martinozzi c’era, così come non tutto era chiaro nell’pappello di Anna Pozzali) la rileva. E magari prova a spiegare come stanno le questioni, senza alcuna pretesa di mettere tutti d’accordo. C’è chi addossa tutte le colpe a Bettollini e chi sostiene che Bettollini, appena preso in mano il timone, ha subito messo una toppa sulla falla e ha salvato la baracca salvando anche il festival… Parlare dei dettagli e della “gestione dei rapporti interni al festival” sottolineando certi buchi e incongruenze significa voler salvare il culo a Bettollini? ma via.
Chi parla di “gioco” o di “interessi e motivi personali” del sottoscritto è in malafede. Perché sa benissimo che non è vero. Per fortuna per le persone parlano le loro storie… E per fortuna la maggioranza delle persone sa anche leggere…
Del resto sulla questione Orizzonti non eravamo d’accordo neanche prima che scoppiasse il bubbone e arrivasse lo stop a Cigni. Io il festival Cigni l’ho sempre sostenuto (pe ril valore artistico e per il coraggio) pur rilevandone dei limiti e degli errori strategici, altri lo contestatvano in toto e lo disertavano per scelta. Siamo sopravvissuti lo stesso…
Ho letto l’articolo e poi alcuni commenti… ma prima di scrivere avete letto di cosa si parla?
Marco, tra i tanti esempi cito quello di un sovrintendente e direttore artistico italiano che fece diventare grande una realtà secondaria creando un buco sostanzioso ripianato poi, a più riprese, con i soliti soldi pubblici. Se noi, Italia, abbiamo una voragine di debito pubblico, questo si deve alla benevolenza che questi comportamenti hanno sempre trovato. In quel caso la frase più ascoltata era: “Si è vero ha speso tanto ma ha fatto un cartellone di prim’ordine e siamo diventati un teatro europeo”.
Ecco, questo è il nodo: culturale, prima ancora che gestionale: un’ambizione miope e acritica.Che importa se le risorse pensionistiche dei giovani o le possibilità di nuovi investimenti pubblici sono vanificati per il futuro; l’importante è che la medaglia splenda sul petto in questo glorioso presente, poi si vedrà…
Marco, il Festival doveva essere artisticamente valido rimanendo all’interno delle risorse disponibili, non spendendo più di quanto era possibile. Poi doveva essere una proposta che venisse incontro ad una logistica strabica come quella chiusina (Chiusi città e Chiusi stazione) e ad un background culturale che negli anni era sceso ad un livello così basso, che si rischiava di offrire del Brunello di Montalcino ad un americano medio del Midwest che lo assaggia – commenta, se va bene, “not bad” – ma poi preferisce una bella birra fresca.
Io credo che Claudio Monteverdi sia un genio assoluto della musica e del teatro musicale ma non lo offrirei mai a pubblico qualsiasi perchè se non c’è una base di comprensione del linguaggio, è del tutto inutile se non addirittura controproducente proporlo: allontana e non “coltiva” nulla, anzi secca perchè percepito come estraneo.
Tutta questa storia purtroppo non sta in piedi; anzi certifica che il passo è stato fatto più lungo della gamba e si è ruzzolati a terra. La cosa che lascia più perplessi è che tutto questo fosse facilmente prevedibile…e alcuni di noi lo dissero a più riprese…
chi ma mai detto il contrario? Personalmente ho scritto molto del festival Orizzonti anche durante le 3 ultime edizioni, mettyenmdone in evidenza pregi e difetti (anche quelli logistici, per esemio)…Quindi sfondi una porta aperta. Il porblema, però mi pare che non sia Chiusi… O solo Chiusi se anche Orvieto e Volterra sono nelle medesime condizioni…
https://www.primapaginachiusi.it/2017/06/anche-volterra-salta-il-festival-del-teatro-che-sia-colpa-degli-etruschi/
Caro Marco, secondo me stai sragionando. In cosa consisterebbe la cazzata detta da Bonella nel suo commento? Che vuol dire che gli artisti non avevano contratto? Che c’entra la solidarietà agli “artisti locali” con quello che è successo? Come si fa a scrivere che “L’amministrazione (comunale) non aveva preso impegni con nessuno”?
Il fatto è che a fine aprile, come tutti sapevamo e la Pozzali ha confermato (“gli ultimi giorni di aprile…tutto procedeva liscio come l’olio, tutto era confermato, il programma era stato chiuso e approvato…”), sul Festival Cigni nessuno aveva dubbi che si facesse.
Cosa è successo nel giro di due o tre settimane? Tu lo sai? Non vorrai mica farmi credere anche tu, come certi sempliciotti, che il problema siano i debiti? Perchè lo sai benissimo che i debiti della Fondazione c’erano da anni e c’erano anche mesi fa quando Bettollini diceva, a briglia sciolta, di voler fare del Festival Orizzonti una manifestazione più grande e importante di quella di Spoleto. L’interruzione improvvisa, senza un motivo convincente, resta un’alzata d’ingegno che farà contenta la sua claque e certi settori retrivi ma è un atto scriteriato. E chi fa queste cose, almeno per me, non può guidare una città. Se a te basta dire, ormai c’è questo e bisogna tenerselo, fai pure; ma siccome in altre situazioni (Ceccobao) facevi altri discorsi mi sembra logico che in diversi registrino questo cambio di rotta.
Proprio perchè la storia delle persone conta, quando si cambia bisogna essere credibili.
Bettollini non è il novello Pericle in acque procellose cui dar soccorso. Gli è stata spianata la strada con un “colpo di palazzo”, non so se voluto da lui ma certo ne è stato consapevole e consenziente.
E ora che dimostra tutta la sua incapacità a ricoprire quel ruolo (se ne sono convinti anche diversi che lo hanno votato, e lo sai meglio di me) dovrebbe avere la decenza di dimettersi prima di combinare altri disastri (del Palapania se ne tornerà a parlare molto presto). Questo è, secondo me.
Poi fai tu.
Luciano, l’ho scritto nell’articolo: La frase “tutti i giovani artisti con i quali questa amministrazione aveva preso un impegno” scritta dalla Martinozzi non è esatta, perché, ribadisco, io credo che gli impegni con gli artisti li prendesse il direttore artistico e di rimbalzo la Fondazione, non l’amministrazione. La quale metteva i soldi e avallava evidentemente il “pacchetto” completo. Il fatto che non ci siano contratti per il 2017 è grave perché esclude tutele nei confronti degli artisti… La solidarietà con gli artisti locali c’entra eccome, perché anche loro sono stati sbolognati senza preavviso, con una intervista. E anche loro sono professionisti che campano di quello e non dilettanti (Fatini, valentini, Pasquini, Bischi, Poliziani ecc..). Loro non meritavano di essere garantiti e tutelati? (al di là del fatto che quella scelta improvvida fiosse dannosa per il festival stesso…)… Lo so anche io che fino a maggio tutto scorreva liscio e il festival era in “gestazione” e ho più volte scritto che la motivazione dei soldi non spiega tutto. Ho anche parlato di pressioni e di ambienti ostili al festival Cigni, ho posto questo problema anche nella conferenza stampa congiunta dei 5 stelle e Podemos, riportando poi la risposta nel resoconto… Credo anche io che sia successo qualcosa, forse una lite, forse la mancata accettazione da parte di Cigni del ridimensionamento del festival, forse quelle pressioni di cui sopra… non so. Quanto all’appello della Pozzali, personalmente l’empatia e la solidarietà con gli artisti l’ho dimostrata seguendo assiduamente il festival, sostenendolo – pur sottolinenandone i limiti e gli errori – per il coraggio e la qualità di certe proposte. Ma la solidarietà improvvisa verso gli artisti da parte di chi invece il festival lo ha sempre osteggiato o considerato cosa per pochi, troppo costosa e fuori misura, se permetti, un po’ mi puzza di bruciato… Quello che ho scritto nell’articolo sarebbe un tentativo di soccorso a Bettollini? o addirittura la sua linea? Mah, non mi pare, tant’è che nessuno dell’amministrazione ha detto le stesse cose, o ha difeso ciò che ho scritto. Io racconto, commento, rilevo le incongruenze che a mio avviso emergono… Bettollini in questa storia ha sbagliato molte cose, soprattutto i tempi e le modalità di gestione e di comunicazione. Ma quello che ha fatto, alla fine (prima assumendo la presidenza della Fondazione e commissariandola di fatto, poi stoppando il festival Cigni) è molto vicino a ciò che anche le opposizioni chiedevano. Sta mettendo in discussione e sconfessando – anche se non lo dice – molte scelte del suo predecessore, su alcune questioni si mostra anche abbastanza svincolato dalla linea ufficiale del Pd… Lo stesso festival, dopo aver rischiato di buttare tutto a mare, lo ha salvato lasciando aperta la possibilità di migliorarlo in futuro. Nel marasma finanziario della Fondazione ha anche salvato il Lars Rock fest, potenziandolo addirittura… Certo, se avesse agito sull’onda di pressioni oscurantiste avrebbe fatto una cazzata più grossa di tutte le altre, più preoccupante del buco di bilancio e delle modalità errate di comunicazione. Le opposizioni possono benissimo chiederne le dimissioni. Secondo me avrebbero dovuto farlo (visto che l’hanno fatto) in maniera anche più eclatante, tappezzando la città di manifesti e non solo con due battute in chiusura di consiglio comunale o con un comunicatino su facebook… Ma la propaganda e la battaglia contro Bettollini non possono offuscare o escludere ogni ragionamento su ogni altro aspetto. Parliamo di una cosa per volta… Se no perdiamo la strada di casa. Sicccome c’è di mezzo la Fondazione e quindi Bettollini anche il Lars Rock Fest è roba da buttare via e cancellare dal panorama, da osteggiare? A me piacerebbe invece parlarne, nel merito magari. Per esempio discutere del tipo di musica dei Gang of Four. O dei Public Service Broadcasting… Ma si può fare oppure è tirare l’acqua al mulino del sindaco? P.S. a Volterra e ad Orvieto la situazione degli enti culturali e dei festivalestivi è molto soimilea quella di Chiusi. Lì non governa Bettollini, ma un sindaco “civico” e uno Pd di area non renziana. Eppure…
Possiamo le dimissioni non le ha chieste su Facebook ma con un comunicato di martedì 13 giugno che hai ricevuto e inspiegabilmente non hai nemmeno pubblicato e comunque non c’è un modo più forte o più debole per chiedere le dimissioni di un sindaco, non è una cosa che si fa tutti i giorni per motivi banali, con qualsiasi mezzo si faccia il valore di quella richiesta è assoluto. Le tue posizioni puzzano di bruciato da lontano. Le motivazioni personali che neghi, sicuramente legittime, per me ci sono, io leggo ragiono e mi faccio un opinione mia che guarda caso coincide con quella di tanti. Siamo tutti in errore? Può darsi. Ma se ogni minimo dettaglio è buono per attaccare le opposizioni e per difendere il sindaco i dubbi sono legittimi. Hai fatto per anni battaglie accanite contro il “palazzo” per molto meno, se oggi ti umili al punto di non pubblicare un nostro comunicato un motivo ci sarà.
Ho già scritto che quel comunicato o non era pervenuto o mi era sfuggito. Non è stato pubblicato (a differenza di altri) perché ad un certo punto è stato “superato” dalla Conferenza stampa congiunta Possiamo-5 Stelle di cui ho dato abbondantemente conto. Non attacco le opposizioni, ne rilevo se mai dei limiti nell’approccio ai problemi, o qualche incongurenza di ragionamento (com nel caso del commento di Bonella Martinozzi che è alla base dell’articolo). E dove sta scritto che difendo il sindaco? Commento gli atti che compie. E su questa vicenda dello stop al festival mi pare di aver parlato più che chiaramente (o termini come debacle epocale, figura di merda in mondovisione, colpo durissimo all’immagine della città sono di appoggio al sindaco?). Alcuni vedono in questo un mio cambio di campo e di atteggiamento (che non c’è) e a dire il vero tanti tanti non mi sembrano: diciamo 5 o 6 e sempre quelli. E il bello è che qualcuno di questi il cambio di campo lo vede anche se si parla del selfie della “madonna del Palio” di Città della Pieve, del tempo o dell’orario dei treni… Ultima domanda: se non lo avesse scritto (più volte) Primapagina che le opposizioni hanno chiesto le dimissioni del sindaco, per il caso Orizzonti, quanta gente lo saprebbe? Poi, Luca io sta stoiria degli “interessi personali” la lascerei davvero perdere. Perché è offensiva. E le offese non sono consentite. Se a uno non piace Primapagina può sempre leggere la Nazione o la Velina… Che problema c’è? P.S. squalcuno è deluso da Primapagina e dal sottoscritto? anche io sono deluso e non poco da una opposizione che ho appoggiato perché ha la parola “sinistra” nella ragione sociale, ma in un anno non l’ha mai pronunciata. Né ha avanzato qualche proposta – anche in relazione al festival per dirne una, oppure in relazione al soggetto politico di sinistra che potrebbe nascere a livello nazionale – che facesse pensare ad una alternativa credibile e un po’ più strtturata all’amministrazione attuale e a ciò che passa il convento renziano… Siamo pari.
Ciò che passa il convento renziano almeno a Chiusi mi pare che ti piace e parecchio.
A dire il vero non mi piace per niente (anche se ho visto di peggio). Per questo apprezzerei molto delle proposte alternative…Ma anche dove il convento non è renziano non è che le cose vadano molto diversamente. Purtroppo. I casi di Orvieto e Volterra (lì non governa Bettollini) ci dicono che è l’Italia intera che in questo settore fa acqua da tutte le parti. E per questo spero che qualcosa a sinistra risorga. Figure come Montanari potrebbero essere, proprio per il sistema culturale, molto utili… Mi saprebbe piaciuto che Possiamo avesse seguito e partecipato alla convention di domenica scorsa al Brancaccio. Che l’avesse commentata e spiegata. Se non altro per capire se ci si può sperare oppure no… Chi ci doveva andare di Chiusi, se non qualcuno di Possiamo? Se non ci fosse stata la concomitanza con la visita al war cemetery di Foiano (iniziativa proposta nel 2014 da Primapagina, alla quale no potevo e volevo mancare) io ci sarei andato… E finora qui sono stato l’unico a parlarne.
Non hai detto una parola sulla richiesta di dimissioni, se il convento renziano non ti piace perché non hai sostenuto come giornale la richiesta di dimissioni? A questo punto ti faccio una domanda: un sindaco che qualche mese fa afferma di aver convinto col festival anche i cittadini più scettici, che quel festival si candida a sfidare quello di Spoleto, che in febbraio chiede al ministero il finanziamento per quel festival, che in aprile ribadisce tutti questi concetti; un sindaco che in consiglio comunale il giorno 31 marzo afferma di non essere a conoscenza dei dati del bilancio 2016 della fondazione mentre il 13 marzo, 18 giorni prima, ha preso atto del bilancio con un documento protocollato, secondo te deve dimettersi o no?, rispondimi semplicemente si o no.
Non si può rispondere con un sì o un no. Non siamo a Paperopoli. Quel sindaco ha detto delle sciocchezze di sicuro, ha sbagliato i tempi di risposta e dovrebbe dimettersi se ci fosse un movimento che lo inchioda e lo “crocifigge”, di fronte alla piazza. E quello stesso sindaco, pur dicendo delle sciocchezze e sbagliando i tempi e le modalità di comunicazione, ti risponderà però,che lui appena ha potuto ha preso in mano la situazione (le redini della Fondazione) e ha fermato l’emorragia, salvando il bilancio e il festival. Come gli è stato chiesto dal Consiglio Comunale. Non solo, ma ti potrebbe anche rispondere che sta sconfessando gran parte del castello costruito in precedenza dal suo predecessore, attuando alcune cose che erano nei programmi delle stesse opposizioni…
Se gli chiedi gentilmente di dimettersi, non lo farà. E non puoi pretendere che lo faccia spontaneamente. Nessuno lo farebbe.
Ho scritto già nel primo articolo sullo stop al festival che “in altri tempi le opposizioni avrebbero tappezzato la città di manifesti con la richiesta di dimissioni” aggiungendo, che gli estremi, dal punto di vista politico per una azione del genere c’erano eccome… Se invece gli dici sommessamente: “signor sindaco, lei è un incapace e un arrogante, dovrebbe dimettersi!” lui al massimo ti risponderà come Troisi: “ok, mo me lo segno”… Quella richiesta equivale a dire “non lo rivotate!”, ma nulla di più.
Per ottenere le dimissioni di un sindaco (se si ritiene che ci siano delle ragioni) servono azioni politiche forti, magari anche amministrative e giudiziarie e serve la pressione della piazza, un movimento che sia più forte della claque e faccia vacillare la stessa maggioranza. Questo non si è visto. Quindi, secondo me, nella condizione data, ferme restando le responsabilità pregresse e recenti sulla gestione della faccenda (che non sono solo di uno) su cui ognuno può fare le sue battaglie fino alle prossime elezioni, la richiesta di dimissioni così formulata è legittima e comprensibile, ma lascerà il tempo che trova. E non sposta di un centimetro i rapporti di forza o la situazione. Quindi sarebbe meglio concentrarsi su come far sì che il festival, anzi i festival funzionino, su come renderli patrimonio di tutti, su come evitare di sprecare risorse in futuro, su come gestire gli eventi, superando magari la Fondazione e logiche propagandistiche con un coinvolgimento anche delle minoranze. Insomma sulle “proposte alternative” , possibilmente migliori, come dovrebbe fare una forza di sinistra che pensa di poter governare meglio del convento renziano… Luca, è vero che la politica dovrebbe parlare un linguaggio semplice, ma le equazioni troppo semplici, portano poco lontano… Anzi, portano a consolidare il potere e il consenso del convento…
Preso atto che la nostra politica è da paperopoli e che siamo dei sempliciotti la prossima volta faremo i manifesti così il sindaco si di metterà il giorno dopo. Io credo che se il tuo giornale si fosse schierato come tante altre volte ha fatto contro il palazzo, anche per cose meno gravi, qualcosa in più si sarebbe mosso anche tra l’opinione pubblica. Invece ancora sei qui a dire che il sindaco potrebbe affermare che appena ha potuo è intervenuto come se lo avesse portato la piena stanotte e non fosse amministratore da sei anni. Sei ancora qui a dire che ha detto delle sciocchezze come se dire in consiglio comunale cose non corrispondenti al vero sia una semplice sciocchezza.
In ogni caso credo che abbiamo in queste settimane perso reciprocamente tempo, te dietro a chi vive a paperopoli noi dietro alla brutta copia di chiusinforma. Credo che l’argomento sia ampiamente esaurito da parte mia seguendo anche il tuo consiglio scritto su un altro commento cercherò di informarmi da altre parti con rammarico per quello che è stato per me questo giornale nel quale ormai non trovo più niente di quello che c’era prima. Pensa che anche sull’articolo relativo alla polisportiva avrei da ridire perché ci sono una serie di banalità e di inesattezze che dimostrano il tuo appiattimento.
Non è “banale” chiedere le dimissioni del sindaco sapendo benissimo che non le darà e soprattutto senza farci una campagna politica robusta tale da mettere in crisi le stesse convinzioni della maggioranza? Io penso di sì. E anche io noto un certo appiattimento (a mio avviso preoccupante e forse mortale) di Possiamo sulla linea e sull’atteggiamento dei 5 Stelle. Cosa che mette in discussione le stesse ragioni fondative di Possiamo. Ma ognuno si appiattisce dove meglio crede… Comunque – e qui chiudo – un consiglio spassionato: io leggerei con più attenzione prima di dare giudizi. Mi pare ci sia una certa tendenza a guardare solo le figure…
Bastano e avanzano le figure.