GIUSEPPE GIULIETTI, MEDAGLIA D’ORO: EROE NELLA GRANDE GUERRA, TRADITORE NELLA SECONDA…
CHIUSI – Tre giorni fa abbiamo dato notizia, su queste stesse colonne, di un riconoscimento conferito ad Arezzo ad un cittadino chiusino eroe della grande guerra, tale Giuseppe Giulietti, che nel 1924 fu insignito della Medaglia d’oro al valor militare per una eroica azione in combattimento nel 1915. Certamente in quella circostanza il soldato Giuseppe Giulietti, 31enne, si comportò con valore e meritò la medaglia d’oro.
Meno valoroso fu invece negli anni seguenti e in particolare durante la guerra successiva, la Seconda guerra mondiale. Il Comitato di Liberazione che prese le redini della città di Chiusi dopo la cacciata dei tedeschi e dei fascisti deliberò il 3 luglio del ’44, appena 7 giorni dopo l’avvenuta liberazione della citttà, la decadenza del Podestà, dei commissari e direttori fascisti delle varie istituzioni cittadine, affidò i poteri di polizia e ordine pubblico al ricostituito corpo dei Carabineri e alle Bande partigiane e prese inoltre una decisione fondamentale per la sussistenza della popolazione stremata dai bombardamenti e dalla sanguinosa battaglia finale tra gli Alleati e le SS della Herman Goering. Decise di riaprire e favorire la pesca nel Lago di Chiusi, attività da tempo abbandonata “per l’esosa speculazione del concessionario del lago”, che l’aveva di fatto interdetta. Così si legge nella delibera del 3 luglio ’44. Il Concessionario del lago era il Comm. Giuseppe Giulietti, Medaglia d’oro al valor militare. E così chiamato, “medaglia d’oro” appunto, da tutta la cittadinanza.
Il Comitato di Liberazione assunse “per conto del Comune la gestione del lago e delle sue adiacenze, sostituendo in tutti gli oneri e diritti l’affittuario Giuseppe Giulietti con decorrenza 26 giugno 1944” (giorno della liberazione, ndr) e avviò le procedure per dichiarare decaduto il vecchio contratto di gestione dello specchio d’acqua che il cav. Giulietti aveva ottenuto dal Demanio dello Stato. Il Comune insomma con atto politico straordinario rientrò in possesso del proprio lago, consentendo la pesca e garantendo così cibo e un minimo di reddito ai chiusini.
Ma nella stessa delibera del 3 luglio, come premessa all’atto di riacquisizione del lago, si legge anche altro, a proposito del comm. Giulietti, Medaglia d’oro. Si tratta di un’accusa pesante. E assai grave: “Considerando che il sig. Comm. Giuseppe Giulietti, Medaglia d’Oro, prima dell’avanzata degli alleati si è dato alla fuga mettendosi sotto la protezione dell’esercito tedesco, che avendo il governo Italiano dichiarato guerra alla Germania, il Comm. Giulietti si è reso reo di tradimento, con passaggio al campo nemico… “.
L’eroe della Grande guerra, nella seconda sarebbe stato tutt’altro che eroico. Prima affamando i chiusini, poi scappando dalla battaglia, scegliendo addirittura la parte sbagliata. Quella degli occupanti nazisti costretti alla ritirata. Lui, militare decorato, scelse cioè la parte avversa a quella in cui stava combattendo l’esercito italiano, dopo l’Armistizio dell’8 settembre ’43. Questo scrive il Comitato di Liberazione di Chiusi.
Ovviamente questa seconda circostanza non inficia l’atto eroico del 1915, né il riconoscimento (con il nome inserito in un libro) dato nei gioni scorsi ad Arezzo. Però questa vicenda ci racconta come sia sempre meglio guardare un po’ più a fondo quando si danno o si leggono delle notizie. Ci è sembrato giusto e doveroso riferire della cerimonia aretina e anche della dichiarazione fatta a tal proposito dal sindaco di Chiusi, ma altrettanto doveroso ci è sembrato e ci sembra mettere i puntini sulle i e riferire altre circostanze storiche note, relative al medesimo personaggio.
La delibera del 3 luglio 1944 è certamente consultabile presso l’archivio storico del Comune di Chiusi, che sabato 13 maggo sarà presentato al pubblico, ma è anche citata e riportata per ampi stralci a pagina 275 del volume “Storia di Chiusi” di Don Giacomo Bersotti.
m.l.
Insomma, un perfetto eroe…dei nostri tempi.
s’è andato con i tedeschi…….! io credo che siccome nella bufera resistenzialista si uccidevano tanto i buoni quanto i cattivi, bastava fossero stati in odore di fascismo, “medaglia d’oro” s’è rifugiato in Alta Italia per non subire quello che poteva subire a Chiusi… (non vi pare?)…
D’altra parte coloro che presero parte alla prima guerra mondiale erano animati dallo spirito patriottico inculcato alle masse da chi ne aveva convenienza.Quando la seconda guerra finì, finì anche quella convenienza che aveva ingrassato diversi per 20 lunghi anni, ed indipendentemente dagli atti di eroismo che avevano compiuto al fronte della prima guerra sotto altre condizioni , si dimostrò che il loro comportamento durante il ventennio era basato sulla possibilità di occupazione di ruoli antisociali. Molti prima di diventare fascisti durante la prima guerra mondiale e poi durante la seconda guerra al fronte combatterono con indomita determinazione, ma questo non vuol dire che non abbiano nello stesso tempo compiuto atti di netto valore antisociale durante il fascismo ed anche dopo quando la guerra finì.Su questo tema, nelle nostre zone si possono annoverare decine e decine di fatti,fra i quali diversi contenuti nell’archivio storico di Solismo Sacco,che riguardano soggetti titolari di imprese soprattutto agricole e industriali che si arricchirono indebitamente durante il ventennio,che incrementarono i loro capitale ricattando gli operai e pagandoli nettamente al di sotto delle disposizioni di legge, riducendoli alla fame.Affamatori quindi veri e propri, ai quali nel dopoguerra si è data protezione e si è concesso vantaggi,proteggendoli,non ultima per la ragione che le tensioni dovevano essere ridotte al minimo.Tale indirizzo ha permesso che oggi la conoscenza di questo sia svanita e cancellata dalla mente delle giovani generazioni che non sanno nulla di tali responsabilità e con la dimenticanza si è dimenticato anche le ragioni che sono alla base di una civile convivenza regolata dalle leggi. Oggi è il 1° Maggio, festa del lavoro, che non è vero che si celebri in tutto il mondo( Stati Uniti, Medio Oriente al completo,Giappone, indonesia ed altri insiene a certi paesi finnici non lo celebrano- più di un miliardo e mezzo di persone- ) ma se si pensa bene quali e quante siano state le contraddizioni anche in casa nostra che hanno visto opposte fazioni celebrarlo ed altre non celebrarlo, ci sarebbe da fare una lista lunga diverse pagine.Al corteo di Chiusi al quale ho in parte partecipato, oltre agli inni rituali che hanno per tema il lavoro e che di prammatica vengono effettuati richiamando alla mente le lotte storiche e la coesione sociale(quella di una volta però)- se mi è permesso dare un giudizio che è quello che ha avuto la presenza anche di musica che nulla c’incastra con il lavoro e da una parte mi è sembrato uno svilimento di quei concetti che si aveva l’intenzione di celebrare.In politica nulla è casuale, sono stato abituato e formato così e quando sento in tali occasioni suonare canzoni d’amore o marcette ritmiche mi viene anche alla mente gente che si è fatta ammazzare per chiedere lavoro e dignità.E sinceramente, oltre agli inni dei lavoratori, alla musica di protesta, oltre all’internazionale, oltre alle buone intenzioni,questo secondo me stona alquanto ed è il sintomo che la diluizione valoriale che viene operata proprio casuale non sia e concorra a far sì che nel tempo non vengano tenute presenti l’etica ed il valore delle cose e degli intenti.E’ quella società alla quale stiamo giorno dopo giorno dando il consenso con la parola d’ordine ”svecchiamento” perchè ci hanno fatto credere che il nuovo sia da un altra parte.Credo invece che sia il modo migliore perchè il vecchio rimanga, venga protetto e camuffato, inteso come nuovo ( in politica basta guardarsi intorno cosa succede)e produca la continuità che sempre storicamente ha avuto.Quindi se i figli di questa Italia che vediamo oggi così, non lavoreranno o si dovranno raccomandare alla politica per trovare lavoro,saranno sottopagati ed incapaci di formarsi una famiglia, nulla cambierà.Cambieranno solo le cose esteriori che vi faranno scambiare per sostanza, ma sarà pura forma.Questo io vedo ed i fatti sono lì a dimostrarlo.
Anche Don Bersotti denigra( solo dopo però quando era scappato con i tedeschi) il comportamento etico del signore in questione e denigra anche i fatti di Luglio che videro accedersi in qualche parte di Chiusi(e non solo Chiusi) sensi ed atti di rivalsa da parte di chi aveva subito torti e violenze.Di tali cose è piena la storia e non mi meravigliano. Per quanto riguarda la similitudine dei nostri tempi con quanto avvenuto, sebbene in misura più larvata ma dello stesso contenuto etico,occorre però dire-ma non per amor di polemica e non per spezzare una lancia in favore di qualcuno- che i soprusi sono soprusi sia da una parte che dall’altra e che tutto o quasi sotto il fascismo fu organizzato e guidato dalla politica e dagli atti degli agrari ed industriali che investirono su Mussolini, poichè diversamente poteva essere fermato molto prima che arrivasse al potere e procurasse quello che procurò.Ai Savoia gli fece giuoco sin dall’inizio poichè il timore che avvenisse una rivoluzione socialista era tanto. Dall’altra parte occorre anche dire che in quei momenti ed in quegli intenti l’Italia che aveva iniziato la guerra dalla parte dei tedeschi la finì poi dalla parte degli americani e dei loro alleati. Nell’atavico terrore delle rivalse, molti che avevano avuto il potere fra le mano o la condizione economica che da questo potere era giocoforza scaturita soprattutto con le ruberie sociali consentite da quel sistema, si dettero alla macchia, anche per salvarsi la pelle.Non li giustifico poichè anche molti che avevano ricoperto ruoli pubblici e che non si erano macchiati di nefandezze sono rimasti in casa propria ed a loro non è stato torto un capello.Ci furono anche dei morti a Chiusi, morti dalla violenza delle percosse, ci fu chi subì processi e galera per atti efferati e torture inflitte, e sarebbe bene che molti che si lamentano oggi della ” violenza rossa” che in certi luoghi nel dopoguerra apparve mietendo anche vittime di parte anche religiosa, è bene chiarire che le vittime avevano per la maggior parte delle volte avuto a che fare o con gli aguzzini nazifascisti oppure avevano denunciato ai tedeschi i partigiani che perirono per loro mano. Non mi meraviglia quindi che oggi il tentativo di equiparazione delle opposte schiere non abbia mai cessato di esistere dal momento che la guerra terminò.Il tentativo di invalidare e sminuire la Resistenza non si è mai fermato, ha subito arresti in certi periodi grazie alla presenza di una politica che si è fatta valere, ma che ha ripreso piede con il diminuire di questa avendo la certezza che un modo per rarefare e svalutare gli aspetti intimamente legati al diritto democratico di esistenza sia il modo migliore per affermare sensi di rivincita e spezzare leggi e disposizioni di natura etica nati dalla resistenza stessa. I campioni in questo campo di interventi hanno toccato l’apice di ascolto in tutti i media nazionali, e deve leggersi anche in tale direzione il tentativo di cambiare la Costituzione da parte delle sedicenti forze di centro-sinistra che come si vede si sono buttate dietro la schiena l’esito del Referendum del 4 Dicembre e con assoluta noncuranza hanno rieletto a loro leader il Democristiano Renzi applaudendolo anche se il 60% degli italiani abbia suggellato con un solenne NO il tentativo di cambiare la Costituzione da lui stesso guidato insieme a Berlusconi. Insistono ed insisteranno anche in futuro , trovando ogni ragione per svilirla, spezzettarla, raccontandovi ogni motivo per il quale ”il vecchiume debba essere cambiato” per legittimare i loro spazi ed i loro amici di sempre.Quelli che non esiteranno un momento a fare fortuna sul lavoro degli altri, a pagarlo quanto vogliono, a scatenare il caos pur di non perdere il potere che hanno preso con l’inganno scalando un partito già debole dall’esterno e facendo sì che alle primarie possano partecipare cani e porci. L’accettazione di queste regole da parte della sedicente sinistra ha consentito l’ascesa di coloro che adesso hanno la maggioranza dentro quel partito.Non ci sono ragioni: chi si contenta gode ! Il dramma è che tutto questo non insegna nulla.
Non mi spiego perché sia ritornato fuori l’articolo su Giuseppe Giulietti scritto più di un anno fa al quale a quella data ha risposto il Sig.Nenci e dal momento che a quel post oltre agli interventi dell’epoca nessuno abbia continuato i commenti.
no, no, ho risposto solo un giorno fa, e ho intenzione di querelare il giornale e m.l.. Auguri
Chiedo scusa, mi era sfuggito che il commento del Sig.Nenci è attuale.Non avevo notato la data che non si riferisce al 2017 bensì a 10 ore fa. Non concordo in tutti i casi con quanto detto da Nenci nel senso che parla di “bufera resistenzialista” ed allora si dovrebbe sapere che tale bufera resistenzialista come lui la definisce,a Chiusi non ha minimamente sfiorato persone di indubbia moralità anche se queste avevano ricoperto ruoli ufficiali consegnatigli dal regime fascista.Potrei citare il Prof.Piero Galeotti ma anche altri, persone del popolo che non si sono mai macchiati di atti di violenza contro singoli individui o popolazione pur avendo militato nel regime.Non è stato così per taluni che invece durante il periodo fascista hanno inflitto violenze, fustigazioni, arrivando a dare con i loro scagnozzi l’olio di ricino, ma ci furono dei casi nei quali anche singoli individui hanno dovuto affrontare il tribunale perché macchiatisi di atti gravissimi e di torture.Quindi quando si parla di “bufera resistenzialista” bisogna stare attenti a ciò che si dice perché nel revisionismo attuale portato avanti dai governi di centro destra e di centro sinistra,che vanno alla ricerca col lanternino degli atti di violenza delle compagini partigiane che pure sono stati perpetrati e nessuno lo nega-non tanto nelle nostre zone che hanno visto casi isolati, ma nel centro nord Italia come rilevano gli storici tranne qualche giornalista alla Paolo Pansa ”la bufera resistenzialista” è stata un niente di fronte ai crimini che ha commesso il fascismo ed i morti che detta bufera resistenzialista ha prodotto-esecrabili quanto si vuole certamente- ma si dovrebbe sapere che ha interessato nella società civile ed anche in quella religiosa più che altro le persone che erano state spie delle SS tedesche e dei fascisti repubblichini che avevano causato la conseguenza di stragi efferate nelle popolazioni civili.Sig.Nenci, se fossi vissuto all’epoca e non avessi fatto del male a nessuno, indipendentemente a quale parte politica avessi dato il mio consenso o la mia disapprovazione, io non sarei scappato da casa mia.Chi scappava all’epoca ritengo che qualcosa di ragione per la quale fosse più igienico tenersi alla larga c’è l’avesse avuta.Conosco personalmente testimoni che nei primi anni ‘50 si sono personalmente resi conto -perché hanno avuto l’occasione di parlarci-con persone che nel Comune di Città della Pieve risultavano introvabili e che erano andate a vivere in Piemonte ospitati da famiglie agrarie fasciste perche’ fuggiti dal comune di residenza poiché avevano avuto paura di rappresaglie resistenziali come le chiama lei.Queste persone erano state spie di cui il fascismo si era servito per gli scopi che possiamo immaginare.Allora vede che quando un regime comprime la popolazione fino a far provocare tali risentimenti mi sembra normale che dentro a tale popolazione ci siano individui che invece di affrontare le proprie responsabilità si rendono irreperibili.C’e’ ancora un detto che per fortuna e’ sempre valido che recita” male non fare paura non avere”, e trovo anche normale che come lei la definisce la “bufera resistenzialista” possa aver in certi momenti e per certe persone essersi macchiata anche di sangue ma spesso tale sangue a veder bene proprio sangue innocente non era.Semmai quello innocente era quello versato durante la “bufera fascista” durata 20 anni e che del quale certi italiani oggi non vogliono sentir parlare perché mettono le ragioni dell’uno e dell’altro alla stessa stregua.Ma prima di terminare mi preme ricordarle una cosa che è quella per la quale nella “ bufera resistenziale” come lei la chiama, ci sono state persone che hanno sottratto alla furia vendicativa della popolazione, emeriti aguzzini e spie dei fascisti per i quali avevano subito 20 anni di violenze, miseria e sopraffazioni.Il loro atto di sottrarre alle vendette-che pur si sarebbero meritate per cio’ che avevano compiuto queste persone- avrebbero ancora fatto continuare spirali di violenze, odi, vendette, per le quali solo i poveri avrebbero principalmente pagato; quei poveri ancor più poveri perché ridotti in miseria dal regime.Ed allora vede che delle differenze comportamentali ci sono state nella “bufera resistenziale” della quale lei parla.Sotto ogni regime ed in ogni tempo ci sono stati atti sia nell’una che nell’altra direzione, ma mi preme far notare una cosa che mi sembra dirimente rispetto a quello che oggi la storiografia ed il revisionismo storico sulla materia resistenziale portano avanti senza arrossire di vergogna ed è quella alla quale si riferisce Vittorio Meoni più volte da me citato quando parla che nella fase finale del conflitto,anche nel nostro territorio ci furono atti di altruismo e di benevolenza da parte della grande e media borghesia agraria verso le popolazioni affamate, ma tali atti per la maggioranza furono compiuti sotto la guida di gruppi e di singole persone che rappresentavano logge massoniche ,partiti politici e chiesa cattolica ,dentro i quali si erano rifugiati fascisti e pseudo tali per timore di rappresaglie e di epurazioni.Quindi da questo di può capire che veniva a riprendere forza quello Stato che mai aveva finito la sua funzione e che legato al precedente ormai ritenuto impresentabile percepiva la facilità di riformare sotto ogni possibile bandiera le condizioni per le quali la temuta lotta di classe l’avrebbero continuata a condurre senza problemi i ricchi contro i poveri, i padroni verso gli schiavi, che oggi sono schiavi con la macchina, la Tv ma che pensano sempre da schiavi.Ancora oggi Sig. Nenci quelle condizioni sono operanti nel nostro paese, con la differenza che la sinistra non esiste più ma esiste quella forza che chiamano democrazia per la quale possiamo dire ciò che vogliamo in santa libertà ma che quanto a creare le condizioni per le quali ognuno abbia le stesse opportunità di vita e di sviluppo mi sembra che ne siamo ben lontani, anzi peggioriamo.La “bufera resistenziale” come la chiama lei ,se avesse dovuto perorare gli interessi di coloro che “medaglie d’oro” del primo conflitto mondiale fossero scappati al nord con i tedeschi,di sicuro non li avrebbe perorati, ed avrebbe fatto proprio bene.Togliatti ministro della giustizia, in vista di una vera pacificazione ,fece uscire di galera coloro che la galera se l’erano meritata ampiamente, ma se dopo ben 73 anni ancora vi sono nella società civile persone che pensano che a queste gli sia stata resa ingiustizia, vuol dire che a differenza da molte altre nazioni dove il nazifascismo ha compiuto quello che sappiamo, ebbene Togliatti nella sua funzione di quel momento ,visto con gli occhi del dopo, forse ha compiuto un grave errore.Si dice che la storia la scrivano i vincitori e probabilmente è così, ma ci sono nella stessa storia delle oggettività per le quali le reazioni che si hanno,avvengano quasi sempre perché prima c’è ne sono state ben altre molto peggiori di quelle.E di quelle i poveri quasi mai hanno colpa ma la colpa c’è l’hanno coloro che attraverso artifizi verbali ed atti concreti nell’economia e nella politica, spesso mascherata dalla parola democrazia che hanno inventato loro e non i poveri e mascherata è riprodotta anche dalla religione, tengono a riprodurre la realtà che li privilegia.Questa è la colpa più grande della quale non ci riusciamo a liberare perché soggetti alla confusione delle idee sfornate da chi gli convenga.
ostia, ma lei è un logorroico…. si calmi altrimenti occupa tutto il giornale
attenda la raccomandata in via Leonardo da Vinci, 54
53043 Chiusi, attendendo di sapere l’indirizzo di l.m.
Me lo dicono tutti che sono logorroico ed è vero, ma di fronte alla battaglia delle idee ed a quelle che considero fondamentalita’ non mi riesce chetarmi.Per pura curiosità e verità storica ,cosa è che le ha fatto prendere la decisione della querela a m.l.? Delle inesattezze storiche che lui riferisce? Delle offese alla sua persona? Non sono fatti miei e lei non è tenuto a dirmelo e se crede mi risponda ma può anche non farlo.Saluti.
lascio all’avvocato rispodere per mezzo degli strumenti consentiti dalla legge……..
Consiglierei d lasciar perdere le minacce di querela (che sono intimidazioni e quindi reato perseguibile per legge). E comunque per querelare un giornale c’è un tempo massimo, dalla data del’articolo. Se poi il giornale ha raccontato solo la verità, nulla da temere. La storia, per fortuna è scritta e agli atti e nessuno può riscriverla come più gli aggrada…
abbia fede “direttore”, sono stato giornalista anch’io, ma non cretino