CHIUSI, SUCCESSO DEL GEMELLAGGIO PARTIGIANO. RINASCE UN PRESIDIO DEMOCRATICO E ANTIFASCISTA UNITARIO E SUPER PARTES
CHIUSI – Sembrava una sigla desueta, uscita dal vocabolario corrente, una sigla polverosa come la sede nella quale nessuno entrava più da 30 anni… Poi è bastata è una scintilla, l’incontro aon alcuni amici e compagni milanesi, la proposta di un “gemellaggio” per riaccendere quella sigla come la lampadina di Archimede Pitagorico (quello di Topolino). E così la vecchia sezione attiva fin dai primi mesi dopo la Liberazione della città e rimasta molto tempo chiusa, è tornata ad essere una stanza praticabile e accogliente, dove basta guardare le fotografie appese alle pareti per rendersi conto che era ed è un patrimonio che sarebbe stato delittuoso lasciare andare in malora. La sigla e la sezione sono quelle dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani. Un luogo della memoria. Di custodia delle memoria. Certo. Ma anche un luogo che ha costituito nel tempo un elemento di identità, in cui gran parte della comunità cittadina si è riconosciuta, al di là delle bandiere, del partito di appartenza. E, come dicevo, è bastata una scintilla perché quella sigla, apparentemente – ma solo apparentemente – ormai vuota e un po’ d’antan – si riempisse di nuovo di nomi e cognomi. Di persone. Ma non solo di “reduci” e nostalgici. Di persone di oggi, tecnologiche, disincantate, pragmatiche e non tutte dello stesso identico credo politico. Anziani che hanno ritrovato una casa di cui avevano smarrito l’indirizzo. Cinquatenni e sessantenni orfani della politica che hanno conosciuto e frequentato, senzatetto vari, ma anche dirigenti di partito in carica e amministratori locali 30-40enni di tendenza renziana, insieme ad oppositori vecchi e nuovi. Insomma riprende vita e forma un presidio democratico e antifasciata, unitario, trasversale, super partes.
La sezione dell’Anpi di Chiusi, intitolata a Natale Tiradritti, un giovane chiusino che perse la vita nel ’44 durante lo sminamento del Parco dei Forti, rinasce. E rinasce con il botto: 100 iscritti in un pomeriggio. Iscritti antichi e moltissime nuove adesioni. Il presidente “storico” Stefano Bistarini aveva le lacrime agli occhi…
Il “gemellaggio” con la sezione ANPI Barona di Milano (e con gli scanzonati “partigiani” della Brigata Prostata” che ne è una colonna attiva) è stata la la molla scatenante del rilancio. E la giornata di sabato scorso è stata veramente una bellla giornata. Di quelle che resteranno a lungo nella memoria di chi vi ha partecipato. Nella mattinata la delegazione milanese è stata accompagnata in giro per la città in un piccolo tour dei luoghi della “battaglia di Chiusi” e non sono mancati momenti di commozione vera.
E quando, nel pomeriggio hanno visto le fotografie della mostra “Wounds” (ferite), rielaborate da Andrea Fuccelli e proposte nel giardino di San Francesco per l’occasione, hanno potuto verificare visivamente quale fu il prezzo pagato da Chiusi alla follia della guerra. E verificare quindi con le immagini ciò che avevano sentito raccontare la mattina nel piccolo tour.
Importanti e non solo di circostanza gli interventi, all’incontro del pomeriggio, del sindaco di Chiusi Bettollini, del presidente dell’ANPI provinciale di Siena Riccardo Margheriti (che è chiusino di origine ed è noto per essere stato parlamentare e segretario della Federazione Pci), del vicepresidente della sezione ANPI Barona di Milano Raimondo Acampora, dell’animatore della “Brigata Prostata” Alessandro Lanzani e infine del partigiano combattente Dino Faleri di Sarteano che nonostante i 90 passati, non è voluto mancare… Tutti hanno sottolineato l’importanza del confronto democratico, la necessità di avere “presìdi” di partecipazione e di democrazia, di fare argine alle “semplificazioni populistiche” e al fascismo sotto qualsiasi veste si presenti. Non sono mancati riferinenti alla Costituzione e alla necessità che venga applicata e non solo difesa…
Piacevole e apprezzato dal pubblico l’aperitivo all’ombra della tensostruttura nel giardino adiacente, tra un sorso di prosecco e un’occhiata alle “Wounds” di Andrea Fuccelli (concesse dall’Associazione Triora) e il rock italian style dei Dudes a fare da colonna sonora. Con una versione di Bella Ciao, inedita e arrangiata per l’occasione, meglio di quella dei Modena City Ramblers…
E la sera, a cena, tra pecorino, pici e stinchi di maiale arrosto cucinati magistralmente da Fausto e Maria Luisa (ma non vi erano dubbi, conoscendoli), ci è scappato pure L’Internazionale. E poi per gradire anche Contessa, Addio Lugano Bella e Bandiera Rossa. Qui la nostalgia ha fatto capolino e quei canti avevano dentro qualcosa di liberatorio…
Bettollini, che era a cena insieme agli assessori Marchini e Micheletti, è la seconda volta in 15 giorni che si ritrova ad ascoltare l’Internazionale. Era successo anche alla manifestazione del 1 Maggio. Magari ci fa l’orecchio e va a finire che gli piace…
I militanti milanesi dell’ANPI amano dire che a Milano “non è mai finita”. A Chiusi, qualcosa è ricominciata…
m.l.
Onore al giornalista …. rmbomba il coro ora e sempre
In questo caso il giornalista era un po’… “partigiano”…