CHIUSI, LO STOP AL FESTIVAL: ARRIVANO LE PRIME REAZIONI DEGLI ARTISTI. ROBERTO LATINI: “E’ UNA VERGOGNA!”
PER LA FONDAZIONE, PER IL COMUNE E SOPRATTUTTO PER LA CITTA’ NON E’ BUONA PUBBLICITA’
CHIUSI – Se ancora da parte dei vertici della Fondazione, del Comune e del Direttore artistico non è arrivata alcuna nota ufficiale circa la chiusura del festival estivo (intanto per questa stagione, poi si vedrà… ma ricominciare da capo sarà come scalare una montagna), arrivano, come era prevedibile, le prime reazioni tra lo stupito e l’incazzato degli artiti. Lo ha fatto ieri Roberto Latini, uno degi habitué del festival chiusino, una colonna delle tre edizioni targate Cigni con una intervista ad Andrea Porcheddu della testata on line “Gli Stati generali”.
Innanzitutto Latini conferma la chiusura del festival. Lui una comunicazione telefonica dal direttore artistico Cigni e una “ufficiale” dalla Fondazione per email l’e ha ricevute. Quindi la chiusura è certificata. Anche se di rimbalzo. Ce lo fa sapere uno degli artisti che avrebbero dovuto partecipare all’edizione 2017, anzi Latini avrebbe dovuto dirigere la Compagnia del Festival, costruita sulla base di un bando a cui hanno risposto più di 400 persone, per soli 7 posti…. Con queste sette, più una, quindi otto, c’era già stata una prima riunione sul palco del Mascagni (l’intervista è corredata da una foto di questa riunione). Ed è questo il cruccio principale dell’attore e regista romano, quello di interompere una opportunità, facendo pure una figuraccia con le persone coinvolte… E non usa mezze parole. Ci va giù pesante: parla di “vergognoso effetto” della stop al festival sul suo lavorto e su un progetto che stava costruendo per problemi di cui non era stato “minimamente informato”.
Non solo Roberto Latini dice ancora che il lavoro di costruzione della Compagnia del Festival iniziato con la selezione avvenuta a marzo, è proseguito con la riunione citata e un primo stage di 4 giorni, poi con un altro stage di 4 giorni, circa due settimane fa… Come se niente fosse.
Quindi fino a maggio inoltrato nessuno aveva evidentemente in animo di chiudere il festival. Dopo le comunicazioni ricevute da Cigni e dalla Fondazione, Latini si è dimesso dall’incarico, per dignità, dice: “A oggi, che maggio non è nemmeno finito, quell’esperienza è già morta, abortita, cancellata. Non ho parole per descrivere la violenza emotiva di questa situazione e il dispiacere profondo che mortifica. Mi dispiace essere stato complice involontario e ingenuo di questa storia, non aver potuto garantire io per tutti, me compreso, la serietà del lavoro. Siamo al punto che mi sono dimesso, anche se non ha valore nella tempistica dei fatti, ma è importante a questo punto per me e per la mia dignità. Dimesso dalla situazione, dal meccanismo, dal pensiero e da qualsiasi altro tentativo presunto, supposto o ulteriormente immaginato di proseguire. Siamo al punto che mi fa male ed è deprimente rendersi conto che in questo tempo di cui siamo tutti responsabili, nemmeno più la parola data ha valore. Non avevo personalmente firmato nemmeno un contratto e avrei rinunciato comunque a qualsiasi paga pur di alleviare la vergogna che mi vergogna davanti alle centinaia di richieste che sono arrivate, davanti ai ragazzi selezionati e davanti a me stesso. Scusate”.
Quanto agli sviluppi futuri, Roberto Latini non la vede bene. E non ha mezze misure: «Spero che ci si possa vergognare tutti fino in fondo e da quel fondo cominciare a scavare». Parole pesanti come macigni.
Ecco, lo sfogo di Latini, comprensibilissimo e prevedibile, sarà, probabilmente solo il primo di una serie. Per la Fondazione Orizzonti, per l’Amministrazione Comunale che ne ha le redini, ma soprattutto per la città di Chiusi, per la sua immagine (anche in quel mondo particolare degli artisti che sembrava averla scoperta e “adottata” come un piccolo paradiso), non è certamente pubblicità positiva.
Quando diciamo che ripartire da capo, dopo una edizione di stop, sarà impresa ardua, lo diciamo per questo. Chi avrà il coraggio di riprsentarsi da figure come Roberto Latini per proporgli di venire a recitare e a lavorare a Chiusi?
M.L.
nella foto: Roberto Latini, con Gianluca Misiti, della compagnia Fortebraccio Teatro
Andrea Cigni, chiusi. Festival Orizzonti, Roberto Latini
La cosa quasi esilarante che si può leggere nell’intervista integrale è che a Latini il Cigni aveva chiesto di realizzare un Laboratorio. Della compagnia stabile del Festival lui non ne sapeva niente.
A dieci giorni dal Consiglio comunale i nostri amministratori, quelli avvezzi a “metterci la faccia”, ancora non si sono degnati di spendere una parola chiara sul destino del Festival Orizzonti. Non l’ha fatto il sindaco Bettollini, neppure il Presidente della Fondazione (sempre Bettolini) e neanche l’assessore Lanari.
In Consiglio comunale il Sindaco, incassati i pieni poteri per il risanamento della Fondazione grazie al voto della sua maggioranza, si è guardato bene dal rispondere sul futuro del Festival; ha svicolato dicendo che “si farà quel che ci scappa”.
Eppure Primapagina ha dato la notizia della chiusura del Festival subito dopo il Consiglio comunale, Chiusiblog ha scoperto la questione con una serie di articoli, sui social ci sono stati commenti e prese di posizione, in paese tutti ne parlano ma loro niente.
Nel fine settimana c’è stata la dura reazione dell’attore Roberto Latini incaricato dell’allestimento della “compagnia del Festival”, che aveva già provveduto alla selezione dei partecipanti da oltre 400 domande e a un primo incontro al Mascagni.
Latini afferma di aver ricevuto la notizia della chiusura del Festival sia dal direttore artistico, Andrea Cigni, che dal presidende della Fondazione, Juri Bettollini… di essere molto arrabbiato(il termine giusto sarebbe inca…o) e di vergognarsi per la situazione in cui l’hanno cacciato.
I cittadini di Chiusi, quelli che mettono i soldi, invece continuano a non essere tenuti nella minima considerazione. Come se questo disastro non avesse ripercussioni negative sulla città.
Solo per fare i proclami trovano modo e tempo ma quando ci sono i problemi seri (che loro stessi hanno creato) scappano
I due massimi responsabili di questa situazione (Scaramelli e Bettollini) hanno pensato bene di rifugiarsi in un imbarazzato silenzio.
I debiti della Fonazione certificano la loro incapacità di governare e la loro prosopopea ma la chiusura del Festival, sic et simpliciter, è un grave e ulteriore danno per la città dettato dalla paura e dall’incapacità di discutere con la popolazione per trovare soluzioni meno traumatiche.
Il tempo è galantuomo e con le furbate e i circoli degli amici si va poco lontano. E’ sempre stato così e lo è anche in questa circostanza.
*Movimento 5Stelle Chiusi
La Cosa positiva è che sono finite le marchette..mica ci sono solo in politica! A gratis si…