CHIUSI, COSA LASCIA IL GEMELLAGGIO PARTIGIANO. COSA SIGNIFICA ESSERE ANTIFASCISTI OGGI?
CHIUSI – Cosa ci dice il successo del “gemellaggio partigiano” Chiusi-Milano di sabato e domenica scorsi? Che cosa vogliono dire quelle cento tessere dell’ANPI sottoscritte in un pomeriggio da uomini e donne, giovani e anziani? Che cosa rimane di quelle due giornate passata insieme agli amici e compagni dell’ANPI Barona di Milano? Io sono uno di quelli che la tessera dell’ANPI non l’aveva mai presa. Adesso ce l’ho. E come me, tra quei 100 iscritti alla sezione “Tiradritti” di Chiusi, sono parecchi i nuovi, quelli che non l’avevano mai avuta.
Credo che sia il segno tangibile di un bisogno. Di una volontà comune. Diffusa più di quanto si pensi. Il bisogno e la volontà di non smarrire il filo… di non perdere la memoria. Di avere sempre presente il punto di partenza della nostra repubblica. E i valori (i mattoni) su cui si fonda. C’è forse, in fondo, anche un bisogno di… sinistra. Il bisogno di riprendere un discorso lasciato cadere. Di ripronunciare parole che sembravano destinate a diventare espressioni di una lingua morta, incomprensibile ai più, come il latino o l’etrusco: uguaglianza, fraternità, libertà. Ma anche partecipazione, democrazia… Antifascismo. Sì, anche antifascismo, perché il fascismo dei saluti romani, delle camicie nere, dei menefrego, e dei boiachimolla non c’è più. O se c’è è marginale, anche se non solo folcloristico.
Ma il “menefreghismo” di oggi verso le sorti dei più deboli è comuque fascismo. E’ fascismo il razzismo latente (non solo quello esplicito) nei confronti dei migranti e dei profughi. E’ fascismo il rogo del camper con tre ragazzine Rom dentro in un quartiere di Roma ed è fascismo la mole di commenti che ne è seguita, tutti più o meno con la tesi che “in fondo erano solo zingare, che rubavano…”.
Ecco, quel rogo mi ha ricordato quello di Primavalle del ’73 quando due ragazzi uno di 22 e uno di 8 anni persero la vita, per l’incendio della loro casa, appiccato da militanti di Potere Operaio. Quello fu una tto “fascista” anche se compiuto dai “rossi” per dare una lezione al segretario della sezione del Msi Mario Mattei, padre dei ragazzi.
Fascismo è sentirsi dire “con la cultura non si mangia”, che è come dire che i libri non servono a riempire la pancia e si possono anche bruciare… E’ fascismo (o qualcosa di molto simile) l’accondiscendenza e la sudditanza del potere politico verso il potere economico e finanziario. All’epoca di Mussolini erano gli agrari e i padroni delle ferriere. Adesso sono magari le multinazionali, le banche, i gruppi finanziari, le agenzie di rating… E’ fascismo vero e non presunto quello che è accaduto in Ucraina, con i nazisti al governo, quello che sta succedendo in Venezuela (quante similitudini con il Cile di Allende), è fascismo la politica dei muri per fermare le migrazioni. E’ fascismo (o indice di tendenza al fascismo) la leggerezza con cui si invoca la licenza di spararee uccidere per “legittima difesa”, ma alla fine è solo difesa della “roba” come ai tempi di mastro Don Gesualdo…
E’ fascismo l’omofobia, il disprezzo per il diverso e per il dissenso. La tendenza a considerare “nemico” chi la pensa in maniera anche solo parzialmente differente, chi non fa la clacque al capo del momento.
“O con me o contro di me”, che è non solo uno slogan, ma una prassi molto diffusa nel nostro paese è un atteggiamento fascistoide. Se tutto questo è fascismo o tendenza fascistoide, essere antifascisti oggi, è un dovere. Civico, prima che politico.
Ma è atteggiamento fascistoide anche sentirsi (e autodichiararsi) migliori degli altri, a prescindere. E’ un modo fascistoide di affrontare le cose (e la politica) quello che parte dall’assunto che destra e sinistra non ci sono più, che le classi sono un retaggio del passato, che il fascismo non esiste e quindi non ha ragione di esistere nemmeno l’antifascismo. Che l’antifascismo è un alibi per mantenere in sella partiti e personaggi screditati e affaristi. E certo qualche contraddizione, qualche falla in giro c’è…
Intanto però è bene che se ne parli. Che la parola ANTIFASCISMO torni nel vocabolario corrente. E’ bene che la Costituzione sia conosciuta e applicata e non diventi terreno di scontro politico. A mio avviso la partecipazione e l’attenzione per l’iniziativa del gemellaggio partigiano da parte del sindaco e degli amministratori chiusini, tutti Pd (e impegnati per il sì al referendum di dicembre) insieme ad esponenti delle opposizioni (Possiamo) e a figure notoriamente critiche verso l’establishment è un fatto significativo e positivo. Un primo sedimento che si posa sul terreno. I muri cadono. A volte.
La ricostituzione e il rilancio di una sezione ANPI significa semplicemente questo: ricreare un presidio di discussione, di partecipazione, di conoscenza, di memoria. Non di nostalgia. Un sodalizio che non ha certo lo scopo di sostituirsi ai partiti, di surrogarne la presenza quando questi scappano per la tangente, o si distraggono, ma che tenga in mano la bussola e la barra del timone. E ricordi quale è la rotta. Un luogo fisico ma soprattutto un momento di iniziativa unitaria, superpartes.
Insomma la sezione ANPI di Chiusi non è stata rimessa in piedi solo per celebrare il 25 aprile e il 26 giugno… Ma, credo, per riaprire una casa comune che tante persone ci hanno messo un minuto a riconoscere come casa propria. Una casa che sarà sempre aperta anche per gli amici, i fratelli e compagni milanesi, arrivati per il gemellaggio e che hanno fatto subito, a caldo, una proposta alla band dei Dudes che ha allietato il pomeriggio del sabato: “registrate la vostra versione di Bella Ciao. E’ bella, densa, struggente… ne faremo l’inno della Brigata ed echeggerà in tutte le iniziative e manifestazioni…”.
Sarebbe un bel suggello al gemellaggio. E per i Dudes, una discreta opportunità di visibilità, senza inficiare il loro repertorio che è fatto di cose diverse, non di canti di lotta…
E se a cena c’è scappata pure Bandiera Rossa e l’Internazionale, nessuno se ne abbia a male. Ci sono momenti in cui la nostalgia prende il sopravvento. E la storia anche quella personale di uomini e donne in carne ed ossa, torna fuori dai cassetti… Con la tecnologia e gli smart phone poi è stato facile anche rintracciarne il testo, per chi si era dimenticato qualche strofa…
Marco Lorenzoni
ANPI Barona Milano, Brigata Prostata, chiusi
si ci abbiamo messo un minuto per ricordarci che è ora e sempre
“la partecipazione e l’attenzione per l’iniziativa del gemellaggio partigiano da parte del sindaco e degli amministratori chiusini, tutti Pd (e impegnati per il sì al referendum di dicembre) insieme ad esponenti delle opposizioni (Possiamo) …… I muri cadono. A volte.”
Vedi Marco, concordo su tutto, tranne che su questo passaggio. A volte i muri non cadono vengono dipinti per nasconderli. La sola partecipazione ad un iniziativa antifascista, non supporta da una politica che procede nel medesima direzione è solo pura teatralità a beneficio di qualche sciocco. Questa teatralità è solo il continuo di una dicotomica ipocrisia lampante nella politica di oggi. Prima si firma il PAES e poi si vota si al referendum sull Trivelle. Prima si avvalla il Job Act, si amplia l’uso indiscriminato dei voucher, si cancella la responsabilità solidale negli appalti e l’art. 18 e poi si va a fare il “discorsetto” di circostanza il 1 maggio. Per non parlare del referendum del 4 dicembre e il 25 aprile. Questo atteggiamento “demoscristiano” di chi va in chiesa a “pregare e a mangiar particole” e poi si augura che “la questione migranti” se la risolvano a “casa loro”, deve essere sempre rimarcato come rimarco fortemente la posizione di POSSIAMO. Noi siamo sempre rimasti fedeli e coerenti nelle nostre posizioni, mai di circostanza e sempre in prima linea. Ci abbiamo messo faccia e braccia e questo deve essere riconosciuto. Il tempo del tutto va bene basta che si faccia, del basta l’impegno è scaduto. La corda non si può tirarre oltre e i nodi devono arrivare al pettine.
La politica del Pd negli ultimi anni è stata deleteria e quella dei governi a guida Pd anche di più… Ma l’atteggiamento, anche quello “esteriore” degli attuali amministratori chiusini mi sembra cambiato e diverso da qualche tempo fa. Anche rispetto ai tempi del referendum sulla Costituzione, che non sono lontanissimi… I discorsi fatti da Bettollini il 25 aprile, il 1 Maggio e al Gemellaggio partigiano – l’ho già scritto – non mi sono sembrati di circostanza. Soprattutto perché sono stati fatti in rapida sequenza. La collaborazione fornita dal Comune al gemellaggio, mentre da altre parti l’ANPI è stata additata come elemento divisivo e da combattere, mi sembra un altro segnale positivo. Che non cancella il pregresso, ma… anche i giovani leoni renziani possono cambiare opinione, linea, atteggiamento verso certe questioni e certi ambienti. Se ciò accade io me ne rallegro… Si parlava di antifascismo, di partecipazione, di memoria, di democrazia. Bettollini & C. la faccia ce l’hanno messa, non hanno avuto paura di farsi vedere insieme a gente che sta all’opposizione, che al referendum ha votato in maniera diversa da loro, che ancora canta Bandiera Rossa, se gli capita l’occasione… E io anche di questo mi rallegro. Altri non si sono nemmeno affacciati a vedere che cosa stava succedendo… Se si tratta di un atteggiamento furbesco, di circostanza, utile a cercare consenso o quantomeno a non farsi sparare addosso, lo vedremo con il tempo. Ma il segnale c’è stato e andava registrato… (anche per metterlo agli atti e ricordarglielo, nel caso tra un po’ se ne dimenticassero)
…..concordo molto con la sostanza dell’intervento di Alberto, e faccio presente quello che ho da sempre sostenuto e che a proposito di questi di cui parli il fatto di ” ricordarglielo valga quanto il due a briscola”, poichè la loro posizione politica caratterizzante è stata proprio quella della produzione politica dei fatti di cui parla Alberto. Si chiama con una sola parola: ”opportunismo politico”, in vista di ulteriori e più larghe opportunità.Ormai dovrebbe essere chiaro che i ” mi sembra” è solo fumo con il quale si vuole coprire una strutturalmente inesistente metamorfosi di tale partito e che per questo gli si faccia assumere artificialmente un sentimento che non alberga più nelle loro convinzioni da almeno un lustro o due.Che poi si meraviglino dell’internazionale che si dice che non abbiano mai sentito in vita loro la dice lunga su quale sia la luce con la quale si tenta di illuminarli,ma il bianco è un colore che per sua natura la luce la riflette e la respinge.
Carlo, io da vecchio comunista di formazione più gramsciana e pasoliniana che leninista, sono stato educato e abituato a valutare le situazioni per come si presentano e le persone per quelo che dicono e fanno e per come lo dicono e lo fanno. Non faccio mai processi alle intenzioni. Sono abituato a valutare e apprezzare anche i piccoli passi, i segnali positivi… e poi naturalmente a verificarli alla luce dei fatti, successivamente. Ma il “successivamente” deve ancora arrivare. Rispetto al primo Bettollini, quello dell’anno di “reggenza” e del ost elezioni 2016, tanto per essere più precisi, io ho visto e ascoltato un altro Bettollini. E’ solo fumo negli occhi, facile ricerca di consenso laddove non ne aveva? Può darsi. Ma può anche essere un “aggiustamento di tiro” sincero. Non mi sento d iescludere a priori questa possibilità. Anche i leoni renziani possono cambiare idea e atteggiamento. E tra un Bettollini che – per opportunismo o no – dà una mano al gemellaggio partigiano, fa un intervento serio e non banale, mette la sua faccia insieme a quella di “irriducibili” antifascisti e chi non si fa nemmeno vedere e non perde occasione per dire che destra e sinistra non ci sono più, che la contrapposizione fascismo-antifascismo serve solo a far sopravvivere certi partiti e certi personaggi e cose del genere.. io, in tutta franchezza, preferisco Bettollini, pur non avendolo votato. Credo che abbia fatto benissimo a partecipare come sindaco e a farlo non solo con atto di circostanza. Come hanno fatto bene gli altri assessori, alcuni esponenti del Pd e i militanti di Possiamo. Da Chiusi è partita anche un piccola “lezione” all’indirizzo di certi politici romani, milanesi o del Valdarno…
Caro Marco, sia io che te siamo ormai vecchi e potrei essere d’accordo che sia bene giudicare dai momenti e mai prescindere da essi,tenere presente ”la realtà” come base di ragionamento.Gramsci almeno questo ce l’ha insegnato, ma non solo lui. Il guaio è che codesto non l’ha insegnato a questi di cui si parla, o se gliel’ha insegnato se ne sono dimenticati troppo presto VISTO LE SCELTE POLITICHE CHE HANNO FATTO( delle quali parlava Alberto, sì proprio quelle ed anche altre) ED IO PERCIO’ NON MI FIDO, preferisco alla fine chi possa partire anche da un piano diverso dal mio e che a pelle sia giudicato da quello che possa portare avanti e dagli atti,anche se questi atti per il momento non sono tutti quanti in riga col mio pensiero.Eppoi, ti dico francamente che il valore delle cose, oltre che alle celebrazioni di rito, che chiaramente approvo poichè occorre tenerle vive ed espandere il loro significato,stà dentro la consapevolezza individuale ed anche di gruppo, che non ha nulla a che spartire con l’uso che la politica purtroppo ne fà.Ed oggi parecchi di questi dipendono da tale uso.La fiducia è una cosa seria caro Marco, e se come quando si firma una cambiale- che è una promessa di pagamento- ed il pagamento non viene onorato, ti viene a suonare l’ufficiale giudiziario al campanello.Mi sembra che nel passato, presente ed anche futuro delle azioni di questi partiti che hanno cambiato genìa appellandosi alla modernità, gestendo i media in modo che anche un profano di politica se ne rende conto di quanto siano parziali ed assuefatti e sbagliando praticamente su tutto,l’Ufficiale Giudiziario abbia un elenco alto quanto un elenco telefonico.Non sò se suonerà il campanello alla porta di costoro ma se dicessero la consueta frase che si diceva : ”nulla devo”,secondo me ciò sarebbe un affronto al bronzo.Io non mi lascio attrarre dai discorsi quando gli atti della loro politica vanno in altre direzioni.
Non ho detto che mi fido a prescindere. Ho detto che registro dei segnali positivi e attendo la prova dei fatti. Questo credo che si possa concedere anche a chi ha sostenuto e sostiene Renzi…