Chiusi: è morto Deo Totini, l’ultimo partigiano
CHIUSI -E’ morto questa mattina presso la sua abitazione Deo Totini. Era uno degli ultimi partigiani combattenti. Forse l’ultimo ancora in vita. Aveva 94 anni. I funerali saranno celebrati domani, sabato, presso la cattedrale di Chiusi.
Totini partecipò giovanissimo, appena maggiorenne, alla resistenza armata tra Chiusi e la zona del Monte Cetona. Fece parte del gruppo che aveva base in località Cancello, sulla Strada della Montagna, tra Sarteano e San Casciano Bagni e come molte altre formazioni di volontari anche quella faceva capo alla Brigata Simar, comandata dal Colonnello Silvio Marenco, un militare di fede monarchica coadiuvato nelle funzioni di comando da Gabriele Brogi di Chianciano e Dino Faleri di Sarteano, entrambi socialisti.
Chiusi diede un contributo importante con circa 60 partigiani, più una decina inquadrati nel ricostituito Esercito Italiano di Liberazione (Divisione Cremona).
Deo Totini fu uno di essi. Uno di quei ragazzi che dopo l’8 settembre del ’43 decisero di non arruolarsi nelle fila della Repubblica di Salò e di darsi alla macchia, per combattere l’esercito di occupazione germanico e i suoi alleati fascisti. Nei 9 mesi fatidici tra l’Armistizio e la liberazione del territorio avvenuta nel giugno del ’44, i partigiani della zona fecero azioni di sabotaggio nei confonti di colonne tedesche, disarmarono caserme, aiutarono l’avanzata degli Alleati, in tutto compirono 25 combattimenti, sia contro le Ss che contro i fascisti.
Alcuni di quei giovani che imbracciarono il fucile, non tornarono a casa. Più di un terzo dei 60 combattenti e fiancheggiatori caddero in combattimento o fucilati.
Alcuni furono insigniti di medaglie al valore, spesso, purtroppo “alla memoria” (i carabinieri Tassi e Magi di Radicofani, fucilati, Ermanno Baldetti e Mario Morgantini di Chiusi caduti in battaglia sul Monte Cetona e ad Alfonsine (Ravenna), Itilio Marietti e Onorato Dezzoni caduti su una mina mentre cercavano di “aprire la strada” ai compagni…).
Il partigiano Deo Totini, classe 1923, ce la fece a tornare. E nei giorni immediatamente seguenti la liberazione di Chiusi, nonostante la giovane età ebbe ruoli di reponsabilità nel mantenimento della sicurezza. Si occupò per esempio della custodia delle maestre e delle bambine di un collegio per i figli degli italiani all’estero, alcune delle quali morirono sotto un bambardamento mentre erano sfollate in un bosco…
Da allora non ha mai dimenticato anche se è rimasto spesso defilato rispetto all’agone politico.
Condoglianze alla famiglia sono state espresse dalla locale sezione ANPI che presto sarà ricostituita con forze fresche. A maggio è previsto peraltro un gemellaggio a Chiusi con la sezione Anpi Barona di Milano… Sarà l’occasione per ricordare quei ragazzi, come Deo Totini, ai quali dobbiamo la nostra libertà.
m.l.
ANPI, Comune di Chiusi, Partigiani
Se Marco me lo consente, ma credo non ci siano problemi, per chi non usa Facebook, soprattutto, vorrei riproporre un commento che ho postato sul mio profilo perché ritengo che sentire le parole di Totini aiuti a ricordare, oltre che lui, la tristezza del periodo che li vide protagonisti, anche a malincuore.
Leggendo il post di Alessandro Lanzani e l’articolo di Marco Lorenzoni su Primapagina online, relativi alla morte di Deo Totini, mi è tornato alla mente quando parecchi anni fa accompagnai mio figlio tredicenne a casa sua, per una video-intervista sul periodo della resistenza a Chiusi. Non lo conoscevo personalmente però, pur senza molto entusiasmo, come ci disse, ricordare quei periodi era estremamente doloroso anche a distanza di sessant’anni (l’intervista doveva far parte di un filmato da presentare in comune in occasione, appunto, della ricorrenza dei sessanta anni dalla liberazione), il sig. Deo accettò, proprio per la giovane età dell’intervistatore, perché ritenne utile che anche le nuove generazioni sapessero delle brutalità che la guerra, soprattutto fratricida, genera.
Mi parve subito una persona di grande umanità, mi colpì in particolare un gesto che narrò, relativo al rilascio di nascosto di alcuni prigionieri destinati ad essere giustiziati.
Il filmato completo contiene anche i racconti di altre persone che vissero quella triste epoca, Tiradritti, Spadea, Mazzuoli, Cesaretti (se sbaglio,mi scuso, ma ho un vuoto di memoria, l’ex vigile insomma) che fa dei racconti anche divertenti, se così si possono definire, e altri.
Qualche altro, che ci dissero essere a conoscenza di particolari su fatti avvenuti nella zona, rifiutò categoricamente di rilasciare interviste, due in particolare che erano coinvolti in un’azione ancora poco chiara avvenuta nella zona del Rione e che portò a dure rappresaglie.
Ho quindi ricercato il video che era in un formato ormai obsoleto, lo ho riconfigurato e ho infine isolato la parte dell’intervista a Totini. Lo dico perchè, essendo la prima volta che mi cimento in simili attività, potrebbe essere che la qualità non risulti delle migliori. Se qualcuno volesse vederlo, a questo link https://youtu.be/EEIAHZ5voOQ , si trova l’intervista al sig. Deo, mentre a questo https://youtu.be/77UA4Z92RVo l’intero filmato .
Per precisazione, uno dei protagonisti dell’intervista l’ex vigile, me lo ha ricordato Stefano Bistarini, si chiamava Ilio Ugolini, non Cesaretti come ho indicato erroneamente. Dalla sua intervista, si capisce la personalità di quei giovani dell’epoca che si trovarono a fare gli “eroi” loro malgrado. In gran parte gente semplice, con paure e aspirazioni normali, che avrebbe desiderato fare tutt’altro e che invece si ritrovò a dover imbracciare un fucile da utilizzare, in alcune occasioni, anche per sparare a persone come loro, magari ex vicini di casa, non solo a vigliacchi, feroci, nazisti. La sua intervista è quasi all’inizio del filmato completo, la parte per me più “simpatica” intorno al minuto 26: https://youtu.be/77UA4Z92RVo