CANI ANTIDROGA NELLE SCUOLE DI CHIUSI. MA I LUOGHI DI SPACCIO E CONSUMO SONO ALTRI
CHIUSI – Come altre scuole in vari paesi della provincia anche i due Istituti superiori Marconi ed Einaudi di Chiusi sono stati sottoposti a controlli antidroga. Con l’aiuto di cani appositamente addestrati, gli agenti del Commissariato di Ps di Chiusi hanno passato al setaccio gli studenti, fuori della scuola, poi le aule, i banchi e gli zaini e le aree comuni, anche all’esterno dei due plessi… Il tutto alla presenza degli insegnanti.
Risultato della “perquisizione”: Niente da segnalare. Nulla di irregolare. Tutto a posto. Neanche un mezzo grammo di hashish o marijuana. Nè pasticche, che sono senza dubbio più pericolose…
Il sindaco si è complimentato via facebook con i docenti e i dirigenti scolatici per “il buon lavoro che stanno facendo”. Ma si sapeva da giorni che erano in corso controlli in tutta la provincia… Tutti si son fatti trovare puliti, come quando passa il prete a benedire e fai trovare la casa linda e in ordine… Che tra i ragazzi circoli qualche sostanza stupefacente non è certo una novità, né un mistero. Ma nelle scuole, di droga, anche quella leggera, non ne è mai circolata tanta. Perché il rischio è alto. Comunque il fatto che nulla sia stato trovato è una buona notizia. Ma è possible che gli studenti nella circostanza si siano dimostrati più svegli dei cani antidroga. E anche questa a suo modo è una buona notizia.
Poi, diciamolo, non sono certe le scuole i luoghi più “caldi” per lo spaccio e l’uso di sostanze stupefacenti. Le cronache degli ultimi mesi relativamente alla provincia di Siena parlano di altri luoghi e altro target: il 30 aprile, 4 arresti e 60 persone denunciata a piede libero per spaccio di cocaina, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento personale, un giro di sesso droga e rock’n roll con festini a luci rosse dove la cocaina scorreva a fiumi, all’interno di alcune ville tra Siena e Monteriggioni. Coinvolte molte persone della “Siena bene” (espressione usata dagli inquirenti).
Il 16 luglio, arresto di un 62enne a Radicondoli: aveva messo su una piantagione con 3.500 piante di cannabis…
L’11 novembre maxi sequestro di 10 kg di marijuana già confezionata e pronta ad essere smerciata nei locali della provincia di Siena e dintorni… 3 arresti a Poggibonsi.
Nel 2013 un’altra maxi operazione, con 19 persone indagate. Una di esse, uno spacciatore abituale, habitué di vari locali nel senese, con l’accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di un ragazzo per overdose avvenuta nel 2011. Gli aveva fornito la dose letale. L’operazione mise in evidenza i legami tra gli spacciatori senesi e la “piazza” di Perugia come principale luogo di approvvigionamento.
Tutti i casi citati riguardano persone che l’età scolastica l’hanno superata, alcune da un bel pezzo. Non così per 4 ragazzini tra i 18 e i 20 anni, tutti senesi e tutti di buona famiglia che ad agosto sono stati sorpresi a innaffiare una piccola piantagione di cannabis presso un residence abbandonato e sotto sequestro giudiziario, appena fuori città. “Volevamo fare qualcosa di diverso” dissero ai poliziotti. E anche ai genitori increduli…
Ecco, forse più che i poliziotti tra i banchi di scuola, sarebbe meglio che le famiglie dessero un’occhiata più attenta alle camerette dei figli…
chiusi, Droga, ITC Einaudi, Juri Bettollini, Provincia di Siena
Guarda caso si sente sempre che tali figli sono sempre di ”buona famiglia”.E per fortuna !.., pensiamo se fossero stati di cattiva famiglia, quello che poteva succedere….Qui siamo al punto che non vogliamo prendere come assunzione principale i motivi e le ragioni che sono all’origine del degrado della famiglia,che in quelle normali di famiglie,si esplica verso l’educazione dei figli o con il ”Dò ut des”, oppure con la partecipazione emotiva al consumismo dilagante,reazione tipica dei genitori che soffrono quasi tutti da sindrome da sensi di colpa. Si, sensi di colpa, dovuti principalmente al fatto che non hanno o non vogliono passare il loro tempo con i figli.Per educarli, per parlare con loro, per capire la loro crescita in un mondo esterno che li avvolge, per instradarli e consigliarli.Il mestiere di genitore lo sò, è difficile, ma non per questo bisogna abdicare a compierlo.Presi fra l’incudine ed il martello di produrre reddito per far fronte ai bisogni, lesinano il tempo allo stare con i figli e credono di riempirlo con concessioni di carattere consumistico, alcuni nella maniera più sfrenata e conflittuale con gli altri.Cosa deve assumere e capire un figlio da tale comportamento? Incide o no sulla sua educazione tutto questo ? Se si domandasse ai loro stessi figli il reato di far uso di sostanze stupefacenti, probabilmente non ne capirebbero pienamente la gravità di tale motivo e la considererebbero una cosa da nulla, una esperienza che ” poi come tutto nella vita possa benissimo essere ininfluente e passare”.Non credo possa essere inquadrata in tal modo la questione.
Quei genitori, primi responsabili della vita dei figli e delle loro scelte e della loro crescita sana ed anche culturale, senza meno mancano di presupposti fondamentali a fornire educazione.Ed i motivi principali di questo li ho già detti prima.Crescendo in tal modo i figli diventano preda di un aspetto deleterio che si afferma sicuramente almeno nella maggioranza di essi dentro la loro personalità e che è quello di vivere gli altri ed il mondo esterno come dei ”nemici”. La vera educazione invece porta al contrario di tale affermazione.Così facendo i figli cresceranno e si formeranno un carattere prettamente egoista dove a prevalere sarà il proprio ”io”, anche nell’errore. Pronti ad affermare tale ”io” contro le vicissitudini del mondo, affermeranno così un carattere ribelle, egocentrico e portato verso una condivisione politica di natura ”individualista e fascistoide”, o se non proprio in tale direzione diciamo che possa guardare in tale direzione con maggior benevolenza che verso altre di altra natura. Chi mi legge e chi mi ha con pazienza letto nel mio escursus di prolissi discorsi di anni su Primapagina, avrà capito come la penso sui ”massimi sistemi” e forse ancora su tale argomento sull’educazione dei figli mi ci ritroverà come convinzioni.Sui ” massimi sistemi” che segnano la nostra vita, personalmente ho tale impostazione che comprende anche aspetti profondi di nostra libertà,non solo libertà di espressione, libertà di pesare con le idee in contesti dove si affermano quasi sempre i filoni che fanno da guida al mondo così come è costituito e che riguardano i modi di produzione, la politica e le possibilità che abbiamo di pesare su di essa.
Senza grandi e sproporzionate citazioni intellettualistiche
consiglierei a molti la lettura di un testo marxiano dal titolo :”Della famiglia, della proprietà privata e dello stato”. Credo che possa servire a quei genitori tipo, una coppia dei quali pochi giorni fa era seduta vicino al mio tavolo in una trattoria a Firenze. Babbo e mamma discutevano animatamente con la figlia 15 enne che chiedeva un telefonino da 700 euro perchè la sua amica ce l’aveva e lei ne aveva un altro con prestazioni inferiori e si sentiva ”out”. Per tener calma la figlia affinchè non desse in escandescenze e ricattasse nel senso vero della parola la famiglia su altre questioni di ordinaria amministrazione quotidiana, tutti e due i genitori si trovarono d’accordo che per Natale glielo avrebbero regalato.Quella famiglia evidentemente se ne fotteva delle conseguenze che di certo sarebbero arrivate in futuro con tale comportamento e pienavano il vaso vuoto delle loro mancanze con la concessione di un consumismo deleterio senza ragione e fuori da ogni portata educativa alcuna.Sono questi i nuovi poveri, è questo il modello della famiglia che la politica produce.E sono i nuovi poveri perchè prima della povertà dei figli sono loro stessi ad essere poveri, non tanto di soldi in banca-anche di quelli, ma questo non è un reato- ma il vero rerato è quello che produce la loro sottocultura, perchè è veleno che dura nel tempo, si trtasmette e si riproduce. Ecco perchè dico sempre -e molti lo sò che considerano questa una posizione obsoleta, di vecchiume ed ormai in fase di superamento nell’attualità politico-culturale-ma sono le condizioni materiali di esistenza che fanno il modo di pensare.Quella figlia di cui ho partlato e che non conosco e che sicuramente non rivedrò più nè lei nè i suoi genitori, ha molte più probabilità di crescere assumendo su di se problematiche di crescita e di relazione col mondo esterno tali da renderla più infelice della propria vita che altre persone reputate ”normali”.Ma la ”colpa”- semprechè sia esatto chiamarla tale- non è tanto la sua, quanto quella della famiglia nella quale è nata e che non gli ha insegnato con l’esempio che doveva essere presente nell’educazione fornitale.Oggi siano al punto che se a scuola un maestro si azzarda a dare uno scappellotto ad uno scolaro c’è caso che venga anche denunciato dalla famiglia.Ecco da dove proviene la fabbrica dei futuri infelici. A me come ad altri della mia età qualche scappellotto a scuola veniva dato dall’insegnante, anche qualche tirata di orecchi, salvo poi in conseguenza del comportamento ,i miei a casa aggiungevano la loro dose.Alla fine nella mentalità di un ragazzo qualcosa penetra e si stratifica nel carattere in maniera permanente e lo caratterizza.Pensiamo a cosa si possa stratificare in quella ragazza vicina di tavolo in trattoria.Ecco- e non la sola- ma una delle maggiori ragioni dell’esistenza della fabbrica degli infelici.Reagire a questo comporta il ragionamento su cosa producono ì ”massimi sistemi” dove siamo immersi.Chi li difende direttamente è doppiamente colpevole, chi non se ne accorge o non si vuol prendere la briga o l’impegno di riconoscere tutto questo, trova le ragioni soprattutto dentro se stesso, per ignavia, per depressione, perchè si crede che non abbia forza, per fastidio a dedicarsi all’educazione di altri, per egoismo in fondo, e per una serie di svariate ragioni che fanno approdare la mente sull’inutilità l’inutilità della lotta per poter cambiare il mondo.Ed allora indirettamente ed anche inconsapevolmente se ne diventa succubi di tale stato di cose e del mondo siffatto.Ecco perchè l’impegno e la lotta sono anche il viatico alla propria liberazione. Ed è lì spesso che si riconosce il cittadino dal suddito.