LA VERA RIVOLUZIONE (2): IL CENTRO ESTETICO SOCIALE DELLA FONDAZIONE PIANOTERRA

lunedì 12th, gennaio 2015 / 10:14
LA VERA RIVOLUZIONE (2): IL CENTRO ESTETICO SOCIALE DELLA FONDAZIONE PIANOTERRA
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Napoli. Fondazione Pianoterra Onlus. Tre volte al mese, di martedì,  donne che hanno sacrificato la cura di sé alla sopravvivenza quotidiana, possono farsi belle.

Tramite appuntamento, pagando la cifra simbolica di 3 euro, ragazze-madri, donne disoccupate, mogli di mariti senza lavoro con figli a carico, donne sole, emarginate, indigenti hanno accesso al Salone Sociale di EsTetica, realizzato poco più di un anno fa dalla Fondazione. Un’iniziativa che, come spiega Rossella Mancino, la psicologa dell’Associazione che se ne occupa in prima persona, è nata un po’ per caso.

RM:  Diversi anni fa, in occasione della Festa della donna e su richiesta di alcune utenti dell’Associazione, decidemmo di dedicare alle mamme una giornata di trucco e parrucco, un’occasione per farci belle e chiacchierare. Quello che doveva essere un momento frivolo e rilassato, però, diventò occasione per alcune delle donne presenti per parlare di sé, per raccontare (talvolta per la prima volta) la propria storia fatta spesso di violenza, solitudine, povertà di legami sociali. Pensammo, dunque, a quanto quel momento fosse stato importante per loro. Riappropriarsi della propria dignità, vedersi e sentirsi meglio diede ad alcune delle donne presenti la possibilità, il diritto di esporsi e dire di sé. L’estate successiva,  alcuni operatori dell’Associazione in viaggio a Parigi ebbero modo di conoscere l’iniziativa, portata avanti ormai da anni, di Lucia Iraci, nostra connazionale che proprio nella capitale francese ha dato vita e porta avanti con successo un Salone sociale con liste d’attesa anche di tre mesi.

Lo staff qualificato di EsTetica  punta alla bellezza non come forma di esibizione fine a sé stessa (o a un contratto televisivo) ma come strumento di riconquista della dignità: Prendersi cura del proprio corpo, sentirsi e vedersi più belle, aiuta a modificare la percezione di se stesse e ad immaginare e progettare un futuro migliore.( Pianoterra Onlus)

Non a caso, il Salone Sociale EsTetica, sponsorizzato dalla ditta Sephora Italia, ha brillato per originalità e attenzione al settore genitori tra le iniziative presentate al Translatantic Forum on Inclusive Early Years (Soluzioni Innovative per la Prima Infanzia)

A un anno dall’apertura, abbiamo chiesto a Rossella Mancino di dirci come è andata finora.

EC: Dopo un anno e più di attività, quali sono i risultati?

RM:  Estremamente soddisfacenti ed incoraggianti. Ad ogni appuntamento partecipano 5 o 6 donne. Tutte le destinatarie dell’intervento sono già note all’Associazione Pianoterra perché inserite in gruppi\programmi di sostegno ed accompagnamento o comunque sono conosciute da altri enti ed associazioni con i quali collaboriamo da anni. Proprio il fatto di conoscere queste donne e di monitorare nel tempo le loro condizioni di vita, ci permette di cogliere l’impatto che il Salone Sociale (insieme al lavoro multidimensionale e complesso che facciamo con loro) ha avuto per loro. Molte hanno acquisito maggiore fiducia nelle loro capacità di donne e madri, maggiore rispetto per se stesse, maggiori capacità di riconoscere i propri bisogni e quelli dei loro bambini. Ci hanno raccontato di sentirsi meglio, di quanto per loro sia importante ritagliarsi un tempo ed uno spazio proprio.

EC: In base all’esperienza acquisita, quali sono, invece, i problemi riscontrati?

RM: Ad oggi non abbiamo riscontrato nessun problema nell’organizzazione e nella gestione degli appuntamenti con le utenti. Forse un aspetto da considerare è che il progetto Salone Sociale, per quanto abbia ottenuto numerosi riconoscimenti e riscosso estremo interesse, fino ad ora, non ha ottenuto nessun finanziamento e, sicuramente, portare avanti in autonomia questo tipo di attività non è semplice.

EC: c’è una storia di donna che l’ha colpita particolarmente?

RM: Le storie di donne da poter raccontare sono diverse considerando l’alto numero di utenti che ha partecipato e tutt’ora partecipa all’iniziativa. Penso che quella che maggiormente restituisce il senso dell’intero progetto sia la storia di M., una ragazza di 21 anni, inviata al Salone Sociale da una cooperativa con la quale collaboriamo ed ospite, nell’ultimo periodo, di una casa di accoglienza per donne.M. era estremamente riservata ed intimidita. Piccola di corporatura, trascurata nell’aspetto. Con voce bassa ed incerta mi ha chiesto di poter fare i colpi di sole ed un taglio. La parrucchiera ha iniziato a prendersi cura dei suoi capelli e M., per tutto il tempo, è rimasta in silenzio. Quando il trattamento è finito la ragazza si è subito legata i capelli, certa che il risultato non le sarebbe piaciuto. Quando è venuta a salutarmi le ho chiesto il perché di quella coda, le ho domandato se si era vista e cosa ne pensava. Non ha risposto alle mie domande così che le ho chiesto di venire con me. Ci siamo messe, insieme, di fronte ad uno specchio. Le ho sciolto i capelli e glieli ho sistemati dietro le orecchie. M. ha iniziato a sorridere, le si sono illuminati gli occhi. Mi ha dato la sensazione di una bambina che, per la prima volta, vede i regali sotto l’albero di Natale. Nel pomeriggio ho ricevuto la telefonata della tutor di M., colei che segue la ragazza presso la Casa di Accoglienza che la ospita. Voleva ringraziarmi per il lavoro fatto e per dirmi che tantissime altre utenti volevano un appuntamento, visto il risultato con M.

Tantissime sì. Perché la bellezza costa. E a parte i doni di Madre Natura (che comunque va aiutata) e qualche Alice nel Paese delle Meraviglie Estetiche e Mediatiche convinta che quel paese sia la realtà di ogni donna, l’accesso alla bellezza non è una risorsa equamente distribuita.

Renderla accessibile è un’azione innovativa. E se è vero che la bellezza ci salverà, la vera rivoluzione è anche questa.

Elda Cannarsa

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