SENTINELLE SOTTO TIRO

lunedì 20th, ottobre 2014 / 16:38
SENTINELLE SOTTO TIRO
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Il recente fuoco che si è acceso intorno alle Sentinelle in piedi sta già bruciando gli ultimi carboncini. In un lampo impetuoso e irruento, come tutto sembra accadere nell’era di Internet.

Premetto, per evitare ogni fraintendimento, che né io personalmente, né Prima Pagina condividiamo le idee espresse dalle Sentinelle o i contenuti della protesta. Ma la violenza verbale e fisica che ha accompagnato le proteste merita una riflessione, in nome di quella famosa frase attribuita a Voltaire: Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle.

Se abbiamo fatto nostro il principio più alto della libertà di espressione, quanto effettivamente lo applichiamo quando ce lo troviamo di fronte?

In quel lampo abbagliante leggo che siamo di fronte alla nascita di un movimento omofobo. Dovremmo rabbrividire, leggo, di fronte alla loro protesta che altro non è, secondo Francesca Petretto, blogger del Fatto Quotidiano, il diritto alla libertà di essere omofobi in pace. O approvare chi li prende a calci in culo, gesto molto apprezzato da Selvaggia Lucarelli.

I nuovi, pericolosissimi mostri sotto accusa sono quei tizi in piedi che, libro aperto nelle mani, rendono manifesto il loro pensiero. E cioè che la naturalità della famiglia sta nel nucleo composto da padre, madre e figli, che questi ultimi abbiano bisogno di un padre e di una madre (e non di due padri o di due madri), che, per questi motivi, la legalizzazione dei matrimoni tra coppie dello stesso sesso non s’ha da fare.

In particolare, protestano contro il ddl Scalfarotto, recentemente approvato alla Camera, che non “specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione.”

In altre parole, sono stati definiti omofobi perché protestano contro l’eventualità legalizzata di essere definiti omofobi. Fatica sprecata. Una discreta folla di paladini dei diritti umani si è prontamente premurata di etichettarli come tali. O di prenderli a calci in culo. O anche di affiggere un cartello nella vetrina di una libreria che: si augura che nessun libro usato dalle “sentinelle” sia stato usato qui.

Nessuno che si sia premurato invece, di far notare alle Sentinelle che l’articolo 3-Bis del ddl scongiura ogni pericolo di decreto liberticida in merito all’omofobia: Ai sensi della presente legge,non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei princìpi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni.

A poco vale, peraltro, che nel sito si legga che le Sentinelle sono “una rete apartitica e aconfessionale: con noi vegliano donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi, persone di qualunque orientamento sessuale, perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, ci riguarda tutti e ci interessa tutti.” O che non si leggano slogan tipo “morte ai gay” o inneggiamenti a calci in culo agli omosessuali.

C’è già chi ha stabilito e reso noto che niente, sono tutti omofobi e tutti cattolici (a mo’di insulto). Su cosa si fondino queste accuse e invettive però, non è dato sapere. Dal sito delle Sentinelle non si evince alcun dato che ne dimostri la fondatezza.

Anzi, nella pagina FB c’è un articoletto, scritto da un tale Giuliano Guzzi che dice così: la famiglia, la scuola e le Istituzioni non devono insegnare ai ragazzi a rispettare i ragazzi di colore, le ragazze, i ragazzi obesi o i ragazzi gay; la famiglia, la scuola e le Istituzioni devono educare i ragazzi al rispetto dei ragazzi.

In pratica, si parla di rispetto per l’altro in quanto individuo, diverso non perchè appartenente ad una categoria di diversi ma perchè unico e irripetibile. Un concetto universale che poco riporta all’omofobia. Ma tant’è, sul web si fa così, si emettono sentenze e si passa oltre. Come se dall’altro lato non ci fossero esseri umani ma capre. O nemici giurati da annientare.

 

Elda Cannarsa

 

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