GUERRA IN UCRAINA, IL PD CONTRO GIORNALISTA RAI: LETTA LI VUOLE TUTTI EMBEDDED. L’INFORMAZIONE, LA PROPAGANDA E LE DOMANDE LEGITTIME

martedì 01st, marzo 2022 / 11:07
GUERRA IN UCRAINA, IL PD CONTRO GIORNALISTA RAI: LETTA LI VUOLE TUTTI EMBEDDED. L’INFORMAZIONE, LA PROPAGANDA E LE DOMANDE LEGITTIME
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O embedded o niente. Questa sembra essere la linea del Pd sui giornalisti che in questi giorni raccontano la guerra in Ucraina. Con il partito di Enrico Letta sempre titubante e cerchiobottista su tutto, che questa volta invece si dimostra più realista del re. Nel mirino il corrispondente da Mosca della Rai Marc Innaro, giornalista esperto e anche molto bravo, reo di essersi fatto a detta del Pd “megafono di una parte”, che poi sarebbe quella della Russia e di Putin. E’ bastata una frase pronunciata da Innaro in una delle sue corrispondenze per scatenare la protesta di Letta & Compagni (compagni si fa per dire, naturalmente) che annunciano ritorsioni e azioni nelle sedi opportune a partire dalla Commissione di Vigilanza Rai. Insomma il povero Innaro potrebbe addirittura essere epurato. La frase incriminata del giornalista è un passaggio sulle responsabilità e sugli antefatti del conflitto pronunciata durante un speciale del Tg2, in prima serata, dedicato alla guerra in Ucraina:

“Basta guardare la cartina geografica per capire che negli ultimi trent’anni chi si è allargato non è stata la Russia, è stata la Nato”. Insomma, sono gli europei a non avere memoria storica”.

Il Pd ha espresso “forte irritazione” per la lettura dei fatti data da Innaro. Eppure la stessa cosa lo stesso giornalista la va dicendo dall’inizio. Ed è una verità, non una forzatura propagandistica. Ciò non significa giustificare l’intervento armato della Russia nei confronti di un altro Paese, ma solo dire le cose come stanno. Tanto per fare un esempio, lo stesso Fabio Fazio domenica sera è rimasto un po’ interdetto e in palese difficoltà, quando il ministro degli esteri Di Maio, nel corso di una intervista, ha detto, almeno un paio di volte che l’Ucraina deve entrare nell’Unione Europea e nella Nato, con il povero Fazio che provava timidamente a sottolineare che una cosa è l’Unione Europea e altra cosa è o sarebbe la Nato…

E la stessa cosa che ha sostenuto Innaro la sostengono da giorni generali dell’esercito italiano, l’ex ambasciatore Sergio Romano e molti altri…  In questi giorni terribili le corrispondenze di Marc Innaro da Mosca sono risultate molto puntuali e informate, anche circa i motivi reali del conflitto e le ragioni addotte dall’uno e dall’altro contendente, tra le poche non viziate da propaganda di fondo e da posizioni precostituite e appiattite su una delle due parti e soprattutto su quelle della Nato.

Dire, ad esempio che fornire armi all’Ucraina, mentre sono in corso negoziati, può essere un errore, è propaganda pro-Putin o real politik, o meglio ancora, buonsenso? E’ legittimo il dubbio che inviare armi, in questo momento, possa essere un autogol, che indebolisce le trattative e spinge verso una escalation del conflitto? Secondo noi è legittimo e non è propaganda pro-Putin.

Ricordare e riconoscere i silenzi, le amnesie, l’indifferenza dell’Europa e degli Usa verso i 7 anni di guerra e di pulizia etnica fatta dall’Ucraina nelle regioni del Donbas è propaganda pro Putin?

Dire, come dicono moltissimi osservatori e anche esperti di affari internazionali, che l’Ucraina dovrebbe diventare uno stato cuscinetto, possibilmente smilitarizzato e neutrale come la Svizzera o la Svezia, e non un Paese della Nato è propaganda pro-Putin o a favore di una soluzione di buon senso che possa garantire un futuro libero e democratico all’Ucraina e allo stesso tempo tranquillità alla Russia?

Dire che l’appello alla resistenza e il richiamo alle armi della popolazione civile dai 17 ai 60 anni, fatto dal presidente ucraino Zelensky a cui molti hanno risposto peraltro con grande coraggio, espone di fatto la stessa popolazione al rischio di un massacro (perché il coraggio, l’abnegazione, il senso di appartenenza nazionale, i kalashnikov e le molotov potrebbero non bastare di fronte alla potenza di fuoco di russi) è propaganda pro Putin?  O semplice realismo?

Il presidente Zelensky sembra molto deciso, determinato, anche molto coraggioso, sta riuscendo a compattare il suo popolo, la resistenza casa pere casa può infliggere perdite pesanti agli invasori, può ritardarne l’avanzata, far vacillare le certezze dell’esercito russo… ma solo con le armi inviate dall’Occidente e senza un intervento armato della Nato quante possibilità ha la resistenza di fermare i russi? Solo che l’Occidente e la Nato non possono intervenire direttamente, altrimenti sarebbe guerra mondiale e buonanotte a tutti.

Quindi il dubbio che a Zelensky e all’Occidente possa far comodo qualche migliaio di morti civili da mettere sul tavolo delle trattative è anche questo più che legittimo. E’ successo tante volte nella storia… E del resto domande e dubbi di questo genere echeggiano anche nelle manifestazioni contro la guerra e per la pace. Anche al presidio di venerdì scorso a Chiusi Scalo, organizzato tra gli altri anche dal Pd, alcuni interventi tennero a sottolineare questi aspetti, senza per questo giustificare in alcun modo l’aggressione russa o mitigarne i connotati.

Quella in atto da parte dei russi è una aggressione militare, un tentativo (per ora) di invasione di un paese straniero sovrano, ed è anche un attacco alle città, quindi alla popolazione civile. Un atto di guerra contro un popolo. Su questo non ci piove. Il primo obiettivo è adesso fermare l’invasione. Fermare le armi e far parlare le diplomazie. Ma qualche “antefatto” che ha irritato e provocato la Russia c’è. E ci sono stati errori, omissioni e forzature anche da parte dell’Ucraina, della Nato, dell’Ue, dei singoli Paesi occidentali. Negarlo o far finta di niente, dire che le colpe sono tutte di una parte, non aiuta né la comprensione degli eventi, né le possibili soluzioni.  Noi abbiamo il timore che anche la corsa ad armare l’Ucraina possa rivelarsi un passo oltre le sanzioni ma non nella direzione della tregua e della pace. Indurrà i russi a frenare o ad alzare il tiro?

Quando, tre giorni fa abbiamo sentito il nostro amico e concittadino chiusino Paolo Buricca, bloccato a Kiev, dire in Tv (Rete 4) “hanno dato un’arma anche a me, sanno che sono un cacciatore…” in redazione abbiamo avuto un brivido e allo stesso tempo la sensazione di una escalation inarrestabile. Da quel momento siamo ancora più preoccupati…

Il fatto che Russia e Ucraina abbiano avviato dei negoziati è senza dubbio positivo, è uno spiraglio; che i negoziati siano andati avanti per 5 ore, non si siano interrotti e le parti si siano date un nuovo appuntamento entro 48 ore, è anche questo positivo, ma sentire dalle cronache che mentre le delegazioni trattavano, i bombardamenti e gli attacchi  aerei sono aumentati, che una colonna di mezzi militari russi lunga 60 km sta arrivando a Kiev dove anche i bambini e i ragazzi preparano bottiglie molotov, che a Kharkiv sono cadute bombe anche nel centro della città, fa apparire la trattativa di Gomel come quelle partite a poker dei film western, dove i giocatori tengono una pistola sul tavolo e l’altra in mano sotto al tavolo e alla fine il tavolo vola per aria e qualcuno resta a terra con la pancia bucata. A volte tutti quanti.

m.l.

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