GUERRA IN UCRAINA, QUANDO I MILITARI SONO PIU’ REALISTI E PACATI DI POLITICI E GIORNALISTI

martedì 08th, marzo 2022 / 10:57
GUERRA IN UCRAINA, QUANDO I MILITARI SONO PIU’ REALISTI E PACATI DI POLITICI E GIORNALISTI
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Le cose che andiamo scrivendo da giorni su queste colonne sulla guerra in Ucraina e soprattutto sul rischio l’inviuo di armi da parte dei paesi occidentali alla resistenza ucraina, la rigidità del presidente ucraino Zelensky e la resistenza ad oltranza possano portare ad una una carneficina dei “resistenti” e dei civili  e ad una escalation del conflitto, fino all’opzione guerra globale nucleare, trovano conferma in molti interventi ascoltati in Tv o apparsi su giornali e social media. E la cosa singolare è che a sostenerle non sono i soliti “pacifisti” irriducibili, i politici di sinistra o i giornalisti. Ma sono anche esperti di geo politica e militari. Generali per esempio. Ieri sera, ad esempio, nella trasmissione di Lilli Gruber lo ha fatto l’ex generale Fabio Mini. Sulla stessa linea, su Il Messaggero, anche il Gen. Marco Bertolini già capo del Comando operativo interforze e presidente dell’associazione parà italiani, nel 2019 candidato al Parlamento Europeo per Fratelli d’Italia. Quindi non certo un orfano del comunismo…
In sostanza Bertolini sostiene che:
1) Le ARMI all’Ucraina sono “un atto di ostilità che rischia di coinvolgere l’Italia e gli altri paesi UE nella GUERRA.  “Bastavano le sanzioni, magari inasprite”.
2) Che Putin “voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato per non perdere l’agibilità nel Mar Nero” era cosa nota da tempo e chi ha fatto credere a Zelensky di poter entrare nell’Alleanza Atlantica ha di fatto innescato la reazione della Russia.
3) Dare corso alla richiesta di Zelensky di una no fly zone, “significherebbe avere aerei Nato sull’Ucraina e l’incidente inevitabile”. Giusto e saggio dire di no.
4) Fino ad ora la Russia ha utilizzato solo in parte la sua forza militare in Ucraina, ha usato armi convenzionali e mezzi piuttosto antiquati, ha limitato i bombardamenti dall’alto, per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento Nato”. Per esempio non è vero che i russi hanno bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere”.
5) I negoziati vanno aiutati e sostenuti, non minimizzati.
6) Putin non vuole riprendersi l’intera Ucraina, né instaurare un governo fantoccio, perché sa che ciò scatenerebbe una guerriglia antirussa per anni…
7) una vittoria della resistenza ucraina, data la sproporzione di forze, è impossibile o comunque molto difficile.

8) In questo quadro gli esiti sono solo due: la vittoria russa dopo una guerra lunga e logorante o un negoziato che

anche con l’intervento di mediatori credibili e che possano essere ascoltati (Israele, Cina, Francia a Turchia) aiuti le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.  quella che ni abbiamo chiamato una “resa onorevole” di entrambe le parti, con concessioni all’uno e all’altro e sacrifici dell’uno e dell’altro. La terza ipotesi è la guerra globale con uso delle armi nucleari. Chi può volere questo?
9) Demonizzare la Russia significa allontanarla dall’Europa e schiacciarla verso Asia e Cina. Ridisegnare gli assetti di un mondo che dopo la fine della guerra fredda e i 30 anni successivi non ha più un solo padrone e un solo gendarme (gli Usa) è interesse di tutti e per prima dell’Europa. Qui si inserisce il discorso fatto anche da noi sull’Ucraina e altri stati cuscinetto tra la Russia e l’Europa occidentale in orbita Nato.
Ovviamente tutto ciò e dire queste cose non sposta di un millimetro la condanna dell’aggressione russa all’Ucraina e non  sminuisce la solidarietà al popolo ucraino aggredito e martoriato; non significa stare dalla parte di Putin e nemmeno invocare la “resa incondizionata” dei “partigiani” ucraini.  Significa guardare la situazione con realismo e cercare non solo di capire cosa sta succedendo, ma anche operare (quantomeno chiedere che si operi) per evitare che la guerra continui e continui lo spargimento di sangue e la distruzione di un Paese nel cuore dell’Europa.
Il presidente ucraino Zelensky nel suo ultimo messaggio Tv ha detto che “non finirà qui, ci sarà una guerra mondiale”. Lui che è sotto attacco, la vuole evitare o sta facendo di tutto perché ci sia?
L’impressione è che il pazzo, in questa storia, non sia solo Putin, purtroppo. E che di pazzi, guerrafondai, esaltati o cinici calcolatori ce siano parecchi in giro. E tra coloro che governano le sorti degli stati e rilasciano dichiarazioni superficiali e avventate in una fase così drammatica anche la percentuale di cretini sembra abbastanza elevata.

Lo dice anche il sociologo Domenico De Masi:

“Se nel nostro mondo fosse pazzo solo Putin, tutti gli altri se ne sarebbero già disfatti e avrebbero smantellato l’intero arsenale atomico, anzi non lo avrebbero mai creato. Ma i pazzi rappresentano una percentuale ragguardevole del genere umano, cui va a sommarsi quella non meno cospicua degli imbecilli. Dunque occorre pianificare fin da subito nuovi rapporti geopolitici dell’Europa, tali da metterci a riparo costante dalla soluzione finale che stiamo costeggiando in questi giorni”… 
m.l.
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