CENTRALE GEOTERMICA SORGENIA SULL’AMIATA, SI PROFILA UNA SITUAZIONE SIMILE AL CASO ACEA DI CHIUSI: IL 16 FEBBRAIO LA DECISIONE?

venerdì 04th, febbraio 2022 / 10:52
CENTRALE GEOTERMICA SORGENIA SULL’AMIATA, SI PROFILA UNA SITUAZIONE SIMILE AL CASO ACEA DI CHIUSI: IL 16 FEBBRAIO LA DECISIONE?
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ABBADIA SAN SALVATORE –  Il prossimo 16 febbraio, a Firenze, avrà forse fine il contrastatissimo processo amministrativo sulla centrale geotermica di Sorgenia in Val di Paglia: si terrà infatti allora l’ultima conferenza dei servizi, a meno di un ulteriore rinvio. Finora infatti  la strategia del rinvio all’infinito ha fatto pensare i comitati che si oppongono all’impianto, che si trattasse di una scelta per favorire la società proponente, magari con la speranza di fiaccare  le opposizioni e controdeduzioni presentate da comitati, associazioni, partiti politici, singoli cittadini e nello stesso tempo trovare la strada per fare breccia nel muro alzato dalla Soprintendenza che ad oggi ha sempre negato l’autorizzazione: troppo forte l’impatto sul territorio.  Ma, mentre il “fronte del NO” alla centrale si prepara a questa ultima battaglia, formalizzando osservazioni e allestendo ricorsi, c’è anche chi di schiera a favore della centrale proposta da Sorgenia. Il sindaco di Abbadia San Salvatore, Tondi, per esempio, che di recente non ha fatto mancare il suo sostegno al progetto.

Una presa di posizione che i comitati bollano come una posizione in contraddizione con il passato e la carriera stessa di Tondi, spesa a combattere lo sfruttamento geotermico dell’Amiata. Si domandano, i Comitati, come faccia il sindaco di Abbadia a tessere le lodi di un progetto che “è inedito per i campi geotermici amiatini, è basato su una tecnologia mai sperimentata in loco e che altrove ha dimostrato di creare sismici e geologici“. Anche la molla dei posti di lavoro che la centrale verrebbe a creare è, secondo i comitati, uno specchietto per le allodole, in quanto “gli occupati si conterebbero sulle dita di una mano o poco più“…

Per i sostenitori del NO Centrale si tratta di “un progetto fortemente impattante sul piano paesaggistico, come ribadito per ben quattro pareri consecutivi dalla Soprintendenza, che non starebbe in piedi economicamente senza i ricchi contributi statali, che insiste in un’area che in passato ha visto l’epicentro dei terremoti più significativi della zona, che va a toccare un sottosuolo fragile e delicato nel suo equilibrio tra falde idriche, termali e geotermiche“. Non solo: i comitati fanno notare che il progetto è tra l’altro proposto da un’azienda privata come Sorgenia, che “già in passato ha mostrato nel territorio di presentarsi con molte promesse e andarsene senza averne mantenute nessuna: l’imbarazzante storia della centrale a biomasse di Gallina, di cui Tondi finge di non ricordarsi, ma ben chiara ai tanti che vi si opposero e che anche oggi devono convivere con quella inutile, spenta e vuota cattedrale nel deserto“.

Non permetteremo – concludono i Comitati – che ne venga messa a dimora un’altra, per quanto la Regione Toscana, appena uscita per il rotto della cuffia da un imbarazzante conflitto giuridico con lo Stato proprio sulla geotermia, paia voler puntare tutto sul comodo prosieguo di uno sfruttamento geotermico per cui però l’Amiata ha già dato, per cui i nostri territori hanno già sofferto troppo. E per cui le nostre popolazioni sono e saranno pronte a dire basta. Firenze è lontana, ma sapremo far arrivare fin là la nostra contrarietà.

La vicenda, per come si sta delineando (modalità e argomenti in campo) ricorda molto da vicino quella del famigerato carbonizzatore di Acea Ambiente che doveva sorgere a Chiusi, il cui progetto fu ritirato dalla stessa Acea a fine 2019, dopo un’inchiesta pubblica regionale impietosa che mise in evidenza tutti i limiti, le falle e di conseguenza i rischi di un progetto, anche in quel caso “sperimentale” e non testato. Il fronte del NO che si è creato contro la centrale Sorgenia sull’Amiata, in Val di Paglia e in Valdorcia, spera che vada a fInire nello stesso modo.

M.L.

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