CHIUSI, SONNINI VARA LA NUOVA GIUNTA. FUORI ANCHE I PODEMOS

sabato 23rd, ottobre 2021 / 16:42
CHIUSI, SONNINI VARA LA NUOVA GIUNTA. FUORI ANCHE I PODEMOS
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CHIUSI – E dunque Gianluca Sonnini ha rotto gli indugi. Questa mattina si è presentato in Consiglio Comunale (seduta straordinaria nella sala San Francesco, per consentire la presenza di un numero maggiore di persone rispetto alla sala consiliare) per l’insediamennto ufficiale. E nell’occasione ha presentato anche la sua squadra di governo. Chi fossero gli assessori si è capito subito, ancor prima che il sindaco aprisse la seduta, perché li aveva schierati tutti al tavolo della presidenza: Valentina Frullini, Mattia Bischeri e Maura Talozzi. Tutti e tre eletti il 3-4 ottobre. Bischeri e Frullini i più votati. Talozzi l’unica dei 3 che è in quota Pd. Tutti e tre i nomi erano circolati nei giorni scorsi, sembrava che Frullini e Bischeri avessero declinato l’invito, poi evidentemente ci hanno ripensato.

Sonnini a quanto pare non si è fatto “ingabbiare” dai partiti della coalizione, non ha ceduto alle pressioni dell’uno e dell’altro ed è andato avanti secondo il copione che si era prefissato. Forse anche forzando un po’ la mano. Il nuovo esecutivo, così, di primo acchitto, sembra infatti una “giunta del sindaco” più che una giunta di coalizione.

Delle forze che compongono la maggioranza sono rappresentate solo il Pd con Maura Talozzi e Sinistra Civica ed Ecologista, con Mattia Bischeri, anche se il giovane archeologo i voti che ha preso non li ha presi certo per l’appartenenza alla componente di Nasorri e Ciarini. Restano fuori dall’esecutivo il Psi e i 5 stelle rimasti fuori anche dal Consiglio, e inusitatamente pure Possiamo, sebbene abbia eletto due consiglieri. I Podemos forse non l’hanno presa benissimo.

Una toppa ha provato a mettercela Valentina Frullini, nominata anche vicesindaco, che nella sua dichiarazione iniziale ha detto testualmente di voler rappresentare anche le componenti della coalizione che non hanno trovato rappresentanza.  Che qualcosa nelle scelte di Sonnini non abbia convinto tutti i “comparenti” del centro sinistra si è capito da un piccolo “fuorionda”, andato in scena a seduta chiusa. Enio Peppicelli, ex sindaco e decano della sinistra a sinistra del Pd, ha chiesto pubblicamente a Sonnini come può la nuova amministrazione tener fuori dalla giunta una componente decisiva come i Podemos… Nonostante le domande non fossero consentite, Sonnini ha gentilmente risposto che la nomina degli assessori e del vicesindaco è prerogativa del sindaco e che tutte le scelte sono state condivise all’interno della coalizione. Ma a quel punto i Podemos erano già usciti dalla sala visibilmente contrariati. Forse è solo un’impresisone, che però hanno avuto in parecchi, così come parecchi hanno notato un certo nervosismo anche tra i socialisti, per tutta la durata della seduta in conciliabolo con la rappresentante dei 5 Stelle Bruna Cippitelli.

Il sindaco Sonnini ha spiegato che gli assessori alla fine saranno 4 e non tre soltanto. Il quarto sarà nominato a breve e sarà una figura di alto profilo che metterà d’accordo tutti. Probabilmente tenterà di accontentare con un nome davvero condiviso tutte le forze della coalizione. Chi sia questo o questa mister x  di alto profilo non si sa. Tra le pieghe della mattinata (cioè tra i presenti) è partito subito il toto-assessore mancante. Tre nomi sono rimbalzati tra un capannello e l’altro: Alessandro Sambucari, ex direttore artistico del Lars Rock Fest, Fabio Nofroni, Massimiliano Minotti, quest’ultimo segretario del Psi, che però dovrebbe dimettersi da consigliere comunale a Ficulle. Probabile che non sia nessuno dei tre. Vedremo.

Intanto si è capito piuttosto chiaramente che la coalizione di maggioranza c’è, è larga, ma è una barca che fa acqua da tutte le parti, con la ciurma che rumoreggia e addirittura potrebbe vedere qualche ammutinamento anche nel breve periodo.

Il responso delle urne in un certo denso ha dato una mano a Sonnini, perché ha tolto di mezzo alcune componenti e chi ha preso pochi voti non può pretendere nulla. Però le coalizioni, si sa, si reggono sugli equilibri anche nei posti chiave e il Pd non può gioire dei guai altrui dopo aver costruito tutta la campagna elettorale sull’allargamento del campo e su nuovi rapporti con i 5 Stelle, con i Podemos, con il Psi ecc…  Non è del tutto chiaro se le scelte fatte da Sonnini sugli assessori siano condivise o meno da tutto il Pd o se qualcuno del grupo dirigente avrebbe preferito una maggiore attenzione agli equilibri di cui sopra. Dagli interventi del sindaco e dei vari consiglieri, nella seduta inaugurale di stamattina, non si è capito. Dalle facce in platea nemmeno.

Per il resto, al di là dei saluti e ringraziamenti di rito, cui nessuno dei consiglieri si è sottratto, e della comprensibile emozione, stamattina non si è sentita mezza parola di politica. Nessun richiamo, da parte di nessuno, alla propria appartenenza, al campo di riferimento, alla diversità rispetto agli avversari. Le stesse opposizioni hanno tenuto a sottolineare che non avranno pregiudizi, che voteranno sempre dopo aver valutato attentamente le questioni, mai per punto preso. Più voglia di collaborare che di fare il muro contro muro, insomma. Questo si è percepito, ma era la prima seduta. Il bello verrà più avanti.

Oltre alla giunta, Sonnini ha presentato e messo in votazione anche il programma, che è quello su cui il centro sinistra ha fatto la campagna elettorale. Nuovo metodo nel rapporto con la cittadinanza (referendum consultivi, question time in consiglio, assemblee pubbliche, ma anche luoghi per incontri e iniziative allo Scalo e nelle frazioni…), attenzione alle fasce deboli, alle istanze e ai problemi delle giovani generazioni, turismo come molla principale della ripartenza e dello sviluppo economico, attenzione all’arredo urbano, alle aree verdi, alle manutenzioni e alla qualità della vita. Sonnini ha citato le piste pedonali e ciclabili sua urbane che extraurbane, ha parlato del caso Acea, affermando che “la nuova amministrazione farà di tutto per scongiurare che il progetto stoppato venga riproposto”, ma non ha citato neanche en passant la possibilità di chiedere ad Acea di realizzare un parco fotovoltaico. Vedremo se lo farà prossimamente. Ha parlato di “potenziamento della Fondazione Orizzonti” per ciò che riguarda la politica culturale, senza accennare a eventuali modifiche allo statuto dell’ente per cambiare ad esempio la norma che vede il sindaco pro tempore, presidente. Per i dettagli ci sarà tempo e modo. Quella tenutasi nella sala San Francesco era solo la seduta di insediamento. La messa in votazione della giunta e del programma erano atti dovuti. Le opposizioni hanno naturalmente votato contro.

Ieri, dopo l’annullamento della conferenza stampa per presentare l’esecutivo, su queste colonne abbiamo scritto di una falsa partenza, di freno a mano tirato… In effetti anche stamattina – sarà stata l’emozione? – nonostante il varo della giunta (per 3/4), la partenza è sembrata piuttosto fiacca. Quasi dimessa. L’assessore mancante la prova provata che non tutto è stato appianato dentro la coalizione di maggioranza e che il clima è tutt’altro che idilliaco. Non si sono messi d’accordo nemmeno sugli assessori. Questo è evidente.

Il “normale confronto dialettico” tra forze politiche alleate, ma diverse, c’entra poco. Qualcuno, come dicevamo, potrebbe anche salutare la compagnia. Sonnini governerà lo stesso. Il gruppo consiliare al momento sembra solido, anche se il Pd ha solo 4 consiglieri su 8. Il capogruppo è Claudio Del Re, che ha l’esperienza pregressa per tenere unita la baracca. Ma sul fatto che questa maggioranza, comprese le forze che son rimaste fuori dal consiglio, resti compatta fino alla fine, non ci scommetteremmo neanche un euro.

Gianluca Sonnini e i suoi tre assessori possono cominciare a lavorare. Valentina Frullini sarà il vicesindaco e si occuperà di commercio turismo, attività produttive; Maura Talozzi, di scuola, servizi sociali, sanità, famiglia; Mattia Bischeri di Lavori Pubblici e cultura, il sindaco si è tenuto per sé le deleghe all’urbanistica, all’ambiente, al bilancio, al personale, e alla societ partecipate, che poi risuddividerà, insieme alle altre, con la quarta figura, dopo che questa sarà nominata.

Ieri, con la marcia indietro sulla conferenza stampa il sindaco sembrava aver perso il primo round. Oggi, la seconda ripresa l’ha invece vinta, mettendo all’angolo le segreterie dei partiti e facendo intendere che in comune adesso il capo è lui.

E’ apparso un po’ impacciato, visibilmente emozionato, nonostante la precedente esperienza da vicesindaco.  Poco a suo agio anche nel vestito nero elegante, con la cravatta.  Tutt’altro che un condottiero deciso e pronto alla battaglia, con la spada in mano. Però il primo punto vero della partita lo ha messo a segno lui. Ha tenuto conto evidentemente dell’esito del voto e anche dell’impegno a rinnovare e ha messo in campo la squadra che più gli dà fiducia, lasciando da parte il misurino.  Chiusi da oggi ha un nuovo governo della città, anche molto giovane: i tre assessori hanno 43, 36 e 29 anni, Sonnini ne ha 44. Ha anche una maggioranza diversa dalla precedente. Più ampia, e con due forze che prima erano all’opposizione. Nessuna delle due però è entrata nella stanza dei bottoni. Sonnini viene dipinto da tutti come un bravo ragazzo, un tipo pacato, gentile. Ma intanto le due forze le ha tenute fuori della porta. Una per la verità fuori della porta ce l’hanno messa gli elettori.

m.l.

 

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