LETTA AL LAGO DI CHIUSI CON SONNINI, GIANI, BONAFE’ E GLI EX NEMICI. PRESENZE INUSITATE E ASSENZE EMBLEMATICHE

domenica 26th, settembre 2021 / 18:15
LETTA AL LAGO DI CHIUSI CON SONNINI, GIANI, BONAFE’ E GLI EX NEMICI. PRESENZE INUSITATE E ASSENZE EMBLEMATICHE
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CHIUSI –  Non capita certo tutti i giorni di vedere in un paesotto di 8.000 abitanti i segretari nazionali della Lega e del Pd uno dopo l’altro a distanza di meno di 24 ore…
Salvini ha fatto una “pisciatina” rapida rapida, nella zona industriale, Letta si è fermato anche a pranzo e probabilmente avrà apprezzato il menù a base di pesce di lago. Se non lo ha apprezzato avrà fatto finta, in nome della tipicità e delle eccellenze, anche gastronomiche del territorio.
Oggi, al Lago di Chiusi con Enrico Letta – ci fa sapere il segretario del Pd senese Andrea Valenti – “c’erano anche la segreteria regionale ed europarlamentare Simona Bonafè, il vice presidente del Consiglio Europeo Fabio Massimo Castaldo, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’onorevole Luca Migliorino, del M5S e le altre forze che insieme al  Pd guidato da Simona Cardaioli, sostengono Gianluca Sonnini: Emiliano Migliorucci del Partito Socialista Italiano, Marco Nasorri per Sinistra Civica ed Ecologista, le amiche e gli amici di Possiamo, le candidate e i candidati della lista per le comunali”.
Un parterre de roi veramente raro. Mai tanti vip della politica tutti insieme. Così appassionatamente, uniti. L’on. Migliorino dei 5 Stelle per esempio è venuto altre volte in Valdichiana, chiamato dai Meet Up locali del Movimento e sempre per criticare duramente (non senza ragioni) quello che definiva “il sistema Toscana” imperniato sul Pd e i suoi cespugli. Adesso viene per mangiare un po’ di pesce e per difenderlo quel sistema. Insieme a quelli che lo difendevano anche prima e ai quali si opponeva, vedi Giani o Bonafè…
Idem dicasi per i Podemos locali convertiti sulla via di Damasco o del lago di Chiusi all’alleanza con il Pd che fino a poche settimane fa era il ba-bau che aveva svenduto Mps e aveva creato un sistema malavitoso per ciò che riguarda la raccolta dei rifiuti e la gestione dell’acqua pubblica e voleva far ammalare tutti con il carbonizzatore…  Gli stessi che hanno votato contro fino all’ultima seduta del consiglio comunale oggi erano – ci dice Valenti –a pranzo con Letta, Bonafè, Giani e Sonnini, anche quelli che hanno fatto campagna contro Giani alle Regionali un anno fa… Singolare anche il fatto che il Pd & C. abbiano fatto moderare l’incontro da tale Massimo Montebove, uno che qualche anno fa applaudiva agli assassini di Aldrovandi e si faceva i selfie con Salvini (poi con Renzi)
Roba che anche Kafka avrebbe difficoltà a spiegare, senza intrecciarsi.,..
Ma tra le tante presenze – alcune inusitate – al pranzo con Letta, spicca anche un’assenza. E’ la prima volta volta che a Chiusi viene il segretario nazionale del partito di maggioranza e con lui anche a segretaria regionale e il Presidente della Regione e non c’è il sindaco in carica a fare gli onori di casa. Non è mai successo da quando esiste il Pd, né prima, quando il partito di maggioranza si chiamava Ds, Pds o Pci…  L’assenza del sindaco – anche se giubilato – è una cesura netta con la storia recente e passata del partito di maggioranza. Il fatto che non abbia la tessera del Pd è un dettaglio, perché neanche i podemos, i 5 Stelle, i sinistri ecologisti ce l’hanno. E non è il sindaco che ha per 5 anni e fino all’ultimo minuito, addirittura dopo l’annuncio della nuova coalizione, come hanno fatto i consiglieri di Possiamo e del M5S.
Il cambio di cavallo da parte del Pd è una scelta legittima, discutibile e a nostro avviso anche rischiosa, ma legittima e il Pd se ne assumerà la responsabilità, come è naturale che sia, ma qui siamo su un altro piano. Siamo sul piano della buona creanza, che sta mancando totalmente. L’assenza del sindaco all’incontro e al pranzo con Letta, Giani, Bonafè e compagnia, al di là dei giudizi che ognuno può dare sull’operato e sugli atteggiamenti e sul carattere di Bettollini, è indubbiamente il segnale inequivocabile di un taglio netto con il passato recente e con tutti coloro che con Bettollini hanno collaborato.
Chi il 3-4 ottobre voterà per la lista di centro sinistra capeggiata da Sonnini non voterà per la continuità, ma per quel “taglio”. Voterà per chi si è opposto e ha combattuto l’amministrazione Bettollini, voterà per un Pd che si è alleato con gli avversari e ha gettato alle ortiche una esperienza di governo che nel bene e nel male ha portato risultati. Voterà per l’alleanza con Podemos e 5 Stelle.
Ieri per esempio mentre i candidati e le liste in lizza per il Comune applaudivano Salvini e preparavano la giornata con Letta, il sindaco e la giunta hanno inaugurato i vecchi lavatoi di Porta Lavinia a Chiusi Città, recuperati e riportati a disposizione della comunità: un intervento consistente, per oltre 500 mila euro, finanziato dal Cipe e in parte con risorse del bilancio Comunale (70 mila). Non solo un recupero di un “pezzo di memoria” collettiva della città, ma anche uno spazio e un contenitore utilizzabile come luogo di prima accoglienza per chi arriva a Chiusi e parcheggia nel grande posteggio adiacente, sia come spazio per mostre e piccoli eventi.  I lavatoi non erano antichi, risalivano all’800, ma sono stati per più di un secolo la “lavanderia pubblica” del centro storico, dove le donne del paese andavano a sciacquare i panni e a raccontarsi le proprie storie, le loro vicende personali, lì pulsava una parte della vita cittadina quando la lavanderia in casa non ce l’aveva nessuno e in molti casi neanche l’acqua corrente.  Un recupero importate dunque, quello dei Lavatoi, ora sarà importante che chi andrà a governare il comune non li lasci lì come una cosa bella, ma inutile.
Sui social gli applausi più convinti a tale opera sono arrivati da Italia Viva e da esponenti della Lista Barbanera. Ennesimo segnale che l’avvocato e i suoi stanno provando a raccogliere il testimone dell’amministrazione uscente e ad accreditarsi loro, come “la continuità” con l’era Bettollini. Che ci riescano è un altro paio di maniche. Che Bettollini sia d’accordo un altro ancora…
M.L.
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