CHIUSI, SI PROFILA UN NUOVO CASO ACEA: CASCINA PULITA (RACCOLTA RIFIUTI AGRICOLI) CAMBIA CASA O RADDOPPIA?

lunedì 06th, settembre 2021 / 18:30
CHIUSI, SI PROFILA UN NUOVO CASO ACEA: CASCINA PULITA (RACCOLTA RIFIUTI AGRICOLI) CAMBIA CASA O RADDOPPIA?
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CHIUSI – Ormai le liste per le elezioni comunali sono ufficialmente presentate.  E mentre i candidati cominciano il porta a porta, i volantinaggi al mercato e affinano gli ultimi dettagli del programma elettorale, il Comitato Aria, che ufficialmente non appoggia alcuna lista, ma ha esponenti un po’ qua e un po’ là (nella lista Chiusi Futura e in quella di centro sinistra di sicuro) prova a dettare l’agenda e a gettare sul terreno almeno qualche argomento. Anzi sembra quasi voler ipotizzare il profilarsi di un nuovo caso-Acea o voler cercare un nuovo caso Acea su cui concentrare l’attenzione.  E non a caso anche alcuni candidati o sostenitori delle due liste capeggiate da Tiezzi e Sonnini,  “alternative” tra loro, ci si sono tuffati a pesce sui social rilanciando l’allarme del Comitato.
La questione, in ogni caso, non è di poco conto. E non è nemmeno nuova. Però negli ultimi giorni è tornata alla ribalta perché rilanciata da La Nazione e soprattutto da Il Sole 24 Ore Toscana. Si parla dell’impianto della ditta “Cascina Pulita” che raccoglie e smaltisce rifiuti speciali di provenienza agricola (olii esausti, fusti e contenitori di fertilizzanti e ammendanti, imballaggi plastici e cartacei di sementi e mangimi, stracci, batterie, agrofarmaci scaduti ecc… Insomma tutto ciò che una azienda agricola o zootecnica usa e poi deve smaltire) e attualmente è ubicata nel comune di Chiusi, precisamente nei pressi di Montallese, vicino all’ncrocio dei 4 Poderi e che adesso sembrerebbe intenzionata a insediare un nuovo impianto nella zona industriale delle Biffe a Chiusi Scalo. 
Il Sole 24 Ore scrive: “Terzo insediamento in Toscana per il gruppo piemontese Vergero, che nel prossimo mese di ottobre aprirà a Chiusi (Siena) un grande impianto per il conferimento e il recupero dei rifiuti agricoli: il sito, localizzato in un’area industriale in via di riqualificazione, si estende su 16.000 mq complessivi, e l’investimento per la realizzazione del nuovo impianto sarà di 4 milioni di euro, destinati in pari misura da un lato a recupero architettonico e adeguamento degli impianti, e dall’altro all’acquisto delle attrezzature necessarie allo svolgimento delle operazioni. Vergero, già attiva in Toscana a Chiusi e Ponsacco (Pisa), con oltre 6mila clienti in regione, offre alle aziende agricole un servizio capillare di raccolta e gestione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi derivanti dalle attività agricole e di allevamento, e annuncia nuovi investimenti mirati a «rendere il servizio di gestione ambientale sempre più efficiente e a migliorare la sostenibilità delle attività produttive aumentando le possibilità di valorizzazione degli scarti a beneficio dell’economia circolare».
Il giornale della Confindustria riporta anche una dichiarazione di Marco Vergero, presidente del gruppo omonimo: «Dopo 2 anni di ricerca di un luogo adatto allo sviluppo delle nostre attività di recupero dei rifiuti agricoli abbiamo finalmente trovato nel sito di Chiusi la struttura adatta alle nostre necessità. La localizzazione di un secondo stabilimento all’interno del comune di Chiusi è stata da noi fortemente voluta: dopo anni di collaborazione proficua con le istituzioni e la comunità locale, siamo felici di contribuire alla riqualificazione di un’area industriale in declino, favorendo, inoltre, l’occupazione locale con 10 nuovi posti di lavoro».
L’azienda avrebbe infatti rilevato, acquistandoli all’asta giudiziaria, alcuni capannoni della Ex Nigi Agricoltura a Chiusi Scalo. Di questo acquisto su queste colonne si parlò già un anno fa in un articolo dell’11 settembre 2020, nel quale si ripercorrevano anche polemiche precedenti (2011-2012) e preoccupazioni per l’ubicazione dell’impianto in zona agricola e per di  più in area a rischio di esondazioni e alluvioni, rischio poi mitigato e ridotto con la realizzazione della vasca di decantazione sul torrente Gragnano.
Ma un anno fa si parlava di trasferimento di Cascina Pulita da Montallese-4 Poderi alla zona industriale delle Biffe, non di un nuovo impianto. Nel frattempo è stato approvato ed è diventato operativo anche il nuovo Piano Strutturale che vieta l’insediamento nel territorio di Chiusi di nuovi impianti che trattino rifiuti. Piano approvato anche dalla Regione Toscana, che in materia di rifiuti ha la competenza e l’ultima parola e che però, se dovesse agire d’imperio, in questo caso andrebbe anche contro se stessa.
La questione dunque è spinosa. Certamente il Gruppo Vergero, al momento dell’acquisto dei terreni e degli edifici ex Nigi avrà verificato le condizioni e le normative del Comune di Chiusi, ed è ovvio che anche potendo insediarsi, dovrebbe fare una cosa consentita e a norma. E’ vero, come scrive Romano Romanini,  che il “principio di prossimità” è uno dei criteri obbligatori da utilizzare per la localizzazione degli impianti di smaltimento che devono essere il più vicino possibile ai luoghi di produzione dei rifiuti” ed è vero anche che Chiusi è uno dei pochi comuni della Provincia di Siena che non sono classificati come zona rurale. Anzi non ha nemmeno un’area nel proprio territorio considerata tale. Quindi l’indediamento di un “polo” di raccolta dei rifiuti speciali agricoli a Chiusi Scalo può sembrare improprio.
Va detto però, che l’azienda Cascina Pulita è presenta a Chiusi da circa 20 anni, forse più e da allora svolge un servizio di cui tutte le aziende agricole del territorio usufruiscono.  Un servizio utile, fondamentale, a vantaggio delle aziende e anche del territorio stesso, perché evita che quei rifiuti di provenienza agricola finiscano indiscriminatamente in discarica o peggio ancora possano essere lasciati nei campi o vengano smaltiti irregolarmente. L’attività di raccolta e smaltimento di rifiuti agricoli è considerata una attività “green”, un servizio ecologico, senza il quale le imprese agricole avrebbero difficoltà ad operare.
Il capannone fino ad ora utilizzato, in località 4 Poderi, oltre ad essere ubicato in area agricola, non vocata per attività industriali, è anche un manufatto vecchio, metallico. Probabilmente anche poco idoneo. Un vecchio deposito agricolo riadattato (Cascina Pulita rilevò terreni e impianti dall’azienda Torrini che operava in agricoltura e commercio di granaglie e aveva anche sede, depositi e silos nella zona industriale delle Biffe, impianti oggi dismessi e in abbandono e degrado, i parte anche andati a fuoco, con necessità di bonifica).  Un trasferimento dell’attività da Montallese alla zona industriale sarebbe dunque un passaggio migliorativo, anche sotto l’aspetto della sicurezza. Ma una cosa è il trasferimento dell’esistente e una cosa il raddoppio dell’attività con la realizzazione del “terzo polo del centro Italia” per lo smaltimento di rifiuti agricoli.
Il Comitato Aria rivolge ai candidati a sindaco una domanda: “La nuova amministrazione si impegna ad agire in tutte le sedi e con tutti i mezzi a disposizione per impedire la realizzazione del terzo polo del centro Italia per lo smaltimento di rifiuti agricoli?”. La domanda è retorica, nel senso che per il Comitato chiunque vinca dovrebbe farlo e il comitato stesso  su questa opzione misurerà la credibilità dei candidati e delle loro liste, come a dire: “qui si parrà la tua nobilitate”. Insomma i voti del Comitato i vari candidati dovranno guadagnarseli.
La notizia della volontà del gruppo Vergero di insediarsi alle Biffe l’ha data, come dicevamo, il Sole 24 Ore. L’ex direttore e ora editorialista del giornale di Confidustria Guido Gentili abita a poche centinaia di metri in linea d’aria (e anche di strada) dai capannoni ex Nigi acquistati all’asta da Cascina Pulita. Se avesse avuto o avesse sentore anche solo del rischio di ritrovarsi vicino ad una mega pattumiera,  due righe di “allarme” o quantomeno di dubbio, non le avrebbe fatte scrivere?
Detto questo, la vicenda è di quelle da monitorare e seguire. Ci piacerebbe che ciò avvenisse, anche in campagna elettorale, tenendo conto di tutti gli aspetti, senza farsi prendere dalle paure e dall’isteria. Nessuno vuole diventare la discarica di mezza Italia, ma d’altro canto i rifiuti agricoli, come i fanghi di depurazione, come i residui industriali vanno raccolti e smaltiti correttamente, esattamente come la spazzatura di casa. E certi impianti servono. E’ giusto porsi il problema di dove farli e come farli, ma dire non li vogliamo, a prescindere, è una risposta infantile, egoistica, poco ecologica e non sostenibile.
m.l.
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