CHIUSI, BAGNO DI FOLLA PER SONNINI CON LETTA. LA COALIZIONE RISPONDE, MA…

mercoledì 08th, settembre 2021 / 12:27
CHIUSI, BAGNO DI FOLLA PER SONNINI CON LETTA. LA COALIZIONE RISPONDE, MA…
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CHIUSI – Gianluca Sonnini ha avuto ieri il battesimo del fuoco, anzi il battesimo della… piazza. Un “bagno di folla” per aprire la campagna elettorale e mostrare anche i muscoli. La forza della truppa: nel senso di popolo compatto e plaudente e nel senso della coalizione, che si è mostrata anch’essa compatta e plaudente.

Accanto a Sonnini c’era un supporter d’eccezione: il segretario nazionale del Pd Enrico Letta, sceso a Chiusi e poi a Cetona (stasera sarà a Sarteano) perché in provincia di Siena il 3-4 ottobre si vota anche per le suppletive del collegio 12 della Camera dei Deputati e Letta è il candidato del centro sinistra. 

La nuova Piazza Garibaldi era quasi gremita, c’era più gente, ma molta meno polizia di quando nel 2016 arrivò Salvini. Letta l’ha definita “questo posto bellissimo” (che forse è una esagerazione, non tanto per la piazza in sé, ma per il contesto generale di Chiusi Scalo, che è dignitoso, ma bellissimo no) e si è preso gli applausi. Ha fatto un discorso onesto il segretario Pd, onesto, ma un po’ lacunoso. Ha parlato del Covid, del green pass, della bellezza della Toscana e della necessità che in Toscana i campanilismi lascino il posto a politiche di sistema, ha parlato di Siena come possibile polo nazionale ed europeo per le scienze della vita e dei giovani che per la prima volta in Italia stanno peggio dei loro genitori e anche dei loro nonni… Ha parlato di un paese che in difficoltà, di un governo in cui qualcuno rema contro e del rischio di perdere sia le suppletive che le amministrative, con conseguenze gravi per il Pd, per il Governo, per i territori… Ha chiamato la truppa alla battaglia, perché il rischio di perdere è alto e le suppletive non scaldano i cuori… Non ha parlato neanche en passant della vicenda Mps (che pure in qualche misura è alla base stessa delle suppletive, che si devono fare perché il deputato eletto nel 2018, Pier Carlo Padoan si è dimesso per diventare presidente di Unicredit, il colosso che è pronto a mangiarsi ila banca più antica del mondo). Su questo punto è stato lacunoso e non ha nemmeno accennato, trovandosi a Chiusi, alle vicende chiusine, al “cambio di cavallo” come candidato a sindaco, all’alleanza inedita con le opposizioni. Forse non ne era informato. 

Sonnini, dal canto suo è apparso visibilmente emozionato. Dopo 6 anni di purgatorio, seguiti alla sua defenestrazione da parte di Scaramelli nel 2015, forse è un po’ arrugginito, ha bisogno di un po’ di rodaggio. Parlando della pandemia, in apertura, ha ringraziato tutti compresi i consiglieri di maggioranza e opposizione per come è stata gestita l’emergenza, ma non ha citato il sindaco che pure si è speso e d esposto più di ogni altro. Sarà stata l’emozione, ma in molti hanno notato quelle che è sembrata nella migliore delle ipotesi una indelicatezza.

Si è detto rinfrancato dalla presenza di Letta e dall’impegno che il segretario nazionale si è assunto di fronte alla piazza “a dare una mano, anche dopo le elezioni” se sarà il deputato del collegio senese-aretino. E forse rinfrancato anche dalla buona presenza di pubblico, nonostante l’orario non fosse il migliore (erano quasi le 20) e dalla presenza di tutti gli alleati, in forze. Il Psi con il segretario locale Minotti e quello Provinciale Migliorucci, i Podemos con quasi tutti gli effettivi (Scaramelli, Lottarini, Baessato, Cupelli, Magnoni…), Sinistra Civica ed Ecologista con Ciarini, Sorbera, Nasorri, i 5 Stelle con Bruna Cippitelli.

Quanto al corpo militante del Pd,  l’incontro con Letta e Sonnini è sembrato quasi una rimpatriata. C’era tutta la vecchia guardia pre renziana e anche pre-Pd: Ciarini, Talozzi, Pompili, Anselmi, Laurini, Mauro Culicchi, Fiorella Fanciulli e i militanti delle feste de l’Unità… Se non fosse per i capelli imbiancati poteva sembrare una piazza  del ’91. Stesse persone e stesse facce un pò così, come allora, quando dirigenti e militanti si trovarono a cambiare bandiera e a fare i conti con la svolta di Occhetto che chiuse l’esperienza Pci e avviò la trasformazione genetica..

A dire il vero anche gli alleati di Sonnini non avevano facce entusiaste. Ritrovarsi dal portare i salami a Renzi davanti alla stazione, ad applaudire e sostenere Letta e il Pd in piazza Garibaldi, qualche piccolo scompenso deve averlo creato. Siamo umani, non robot.

Certo la piazza è sempre la piazza e se è piena di gente, dà sicurezza. Anche nell’era dei social, il rapporto diretto con l’elettorato è ancora il termometro migliore, il più preciso per misurare la temperatura alla città. E per farsi vedere. Prima dell’incontro in Piazza Garibaldi Sonnini e Letta hanno incontrato alcuni imprenditori, presso la sede della Emma Villas nella zona industriale. Un classico anche questo delle campagne elettorali. Su Fb qualcuno si è lamentato di non essere stato invitato, pur essendo un imprenditore, e qualcun altro del fatto che anche la sinistra incontra più volentieri gli imprenditori che i lavoratori. E da un po’ di… decenni a questa parte anche questo è vero. Evidentemente non era solo Renzi a pensare che fosse meglio parlare con Marchionni che con i sindacati.

Per Gianluca Sonnini, quella di ieri è stata comunque e indubbiamente una bella giornata. Una iniezione di fiducia di cui aveva bisogno.  E’ vero che in piazza c’era anche un bel po’ di gente che non voterà a Chiusi e che poco potrà fare nella campagna elettorale (c’era ad esempio tutto il gruppo dirigente del Pd pievese con Marco Cannoni, Fioretto, Schippa, Poggiani, Inverso, Mencuccini…), ma c’erano anche alcuni di quelli che nel partito a Chiusi hanno sostenuto fino in fondo Bettollini e che sia pure ob torto collo sono rimasti fedeli alla linea. Un segnale questo che l’eventuale “fronda” potrebbe essere limitata.

Rispetto all’inaugurazione della sede del proprio comitato elettorale della Lista Barbanera di domenica scorsa, ai margini della medesima piazza, la manifestazione Pd & C. con Enrico Letta ha registrato altri numeri, un altro scenario. Il centro sinistra ha voluto far capire di essere ancora lo schieramento da battere e che sono gli altri che dovranno inseguire.

Il segretario nazionale Pd Letta tornerà a Chiusi il 26 settembre e in quell’occasione sarà possibile anche rivolgergli delle domande. Non farà un comizietto, insomma. Per quella data Sonnini il rodaggio lo avrà terminato e avrà il motore più caldo. Ha definito la coalizione “coesa” e il Pd e gli alleati “tutti figli della stessa mamma”, per dire che è giunto il momento di rimettere insieme il centro sinistra.

Oggi è l’8 settembre. Ricorrenza dell’inizio della guerra di liberazione dal nazifascismo. Sull’apporto delle forze alleate alla liberazione dell’Italia e di questo territorio non vi sono dubbi. Fu senz’altro decisivo. Senza, non ci sarebbe stata liberazione. Sulla solidità, coesione e compattezza e soprattutto sulla robustezza e l’apporto delle “forze alleate” alla causa di Sonnini siamo un po’ meno sicuri. Nessuno ad esempio ha rilanciato foto o commenti sull’inziativa di ieri. Al momento sembra più una compagnia di reduci in cui ognuno si sente ostaggio dell’altro e mostra più imbarazzo che convinzione. Magari è solo un’impressione.

Nelle prossime settimane le iniziative si moltiplicheranno, avremo modo di verificarlo. Anche come Primapagina abbiamo previsto un incontro in piazza, con i tre candidati a sindaco. L’uno di fronte all’altro. Non appena stabilita la data e l’orario sarà nostra cura comunicarlo…

m.l.

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