CHIUSI E LE ELEZIONI: UNA OCCASIONE PERSA. AVREI PREFERITO UNA SFIDA BETTOLLINI-ROMANINI

lunedì 26th, luglio 2021 / 17:24
CHIUSI E LE ELEZIONI: UNA OCCASIONE PERSA. AVREI PREFERITO UNA SFIDA BETTOLLINI-ROMANINI
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CHIUSI – In attesa di vedere quante e quali saranno le liste in corsa, l’impressione – a tre mesi scarsi dal voto – è che Chiusi abbia perso una grande occasione. O meglio: più che Chiusi, l’impressione è che l’occasione l’abbiano persa le forze politiche. Tutte. Quelle ufficiali e anche i “movimenti” locali. Ovviamente parlo di una impressione mia, del tutto personale. Da osservatore.

Mi spiego meglio: dopo la vicenda Acea, l’ultima che ha scaldato gli animi e ha fatto parlare tutta la città (anche a sproposito, però quando la gente si mobilita e dice la sua è sempre un fatto positivo), con un  Comitato che era riuscito a catalizzare l’attenzione della popolazione su un tema sensibile come quello della salute e della tutela ambientale, e dopo l’esplosione della pandemia  con il sindaco Bettollini che si è caricato la città sulle spalle e l’ha portata fuori dalle melma vivendo momenti molto duri, c’era da spettarsi una sfida elettorale vera, al massimo livello possibile.

A me sarebbe piaciuta ad esempio una sfida all’ultimo voto tra il sindaco uscente e un esponente di spicco del comitato che si è battuto contro il progetto Acea. Qualcosa di ancora più “avanzato”, più “dirompente” e più dirimente della sfida che la Primavera portò a Scaramelli nel 2011…  E molto più pregnante della stessa contesa elettorale del 2016 tra Bettollini da una parte e M5S e Podemos dall’altra.

Mi sarebbe piaciuta, per essere più chiaro una sfida tra il sindaco uscente Bettollini, candidato della maggioranza attuale, e che so un Romano Romanini, uno cioè che durante la bagarre Acea si espose, prese cappello sia tecnicamente che politicamente sulla questione e che per storia personale ha anche un certo pedigree di “oppositore”. Era nella Primavera nel 2011 e nei 5 Stelle nel 2016…

Insomma mi sarebbe piaciuta una sfida vera: sulla concezione di città, sulle risposte da dare almeno sui grandi temi: l’ambiente, la gestione dei servizi essenziali (acqua, rifiuti, sanità…), e sul “progetto” per il futuro.

Invece mi pare che sia il Pd che tutti gli altri siano andati in una direzione diversa. E si siano incartati, tutti, tra il fare una marmellata informe e acida e cercare alternative improbabili, troppo trasversali, quindi difficilmente gestibili.

Da una sfida del genere (Bettollini contro un esponente del Comitato Aria, e per essere più precisi uno dei più “robusti” del comitato) la città avrebbe potuto guadagnare, perché si sarebbe alzata la famosa asticella. Perché ognuno dei due contendenti avrebbe dovuto dare il massimo per aver ragione dell’altro e ognuno avrebbe dovuto cercare di contornarsi non di yes men e yes women, ma di menti fresche e allenate alla contesa, di gente capace di argomentare, di proporre soluzioni e sostenere il contraddittorio…

Lo può fare il Pd, con Sonnini al posto di Bettollini? No. Non lo può fare, perché i due non sono al momento alla pari. Gianluca Sonnini è senza dubbio una persona per bene, è anche giovane, non del tutto inesperto (ha fatto 4 anni il vicesindaco), non è un alieno che viene dal nulla, ma non ha il carisma di Bettollini, né la cattiveria agonistica e il pelo nello stomaco che servono per fare il sindaco. Non in una situazione complicata come quella attuale. In questa fase specifica serviva dare continuità e forza all’amministrazione uscente, invece il Pd l’ha demolita, demolendo di fatto se stesso, aprendo una fase di totale incertezza… Un capolavoro che gli autogol di Niccolai a confronto sono pallette sparate in tribuna…

Dall’altra parte non sappiamo chi sarà il candidato o la candidata a sindaco, né se  la lista civica andrà in porto. Sappiamo solo che il Comitato Aria c’è dentro a pieno titolo. E allora perché non puntare sul nome più forte? Certo, qualcuno potrà anche obiettare che figure tipo Romanini possono apparire un po’ datate, anche un po’ altezzose e poco inclini alla vita sociale (e forse è vero), ma soluzioni di seconda fascia, più ibride, meno riconoscibili, alla fine saranno solo il rovescio della medaglia Sonnini. Un gioco al ribasso. E questo non è un giudizio sulle persone: è una questione di metodo. La forza di una candidatura è data dalla storia di quella persona, dalle sue battaglie, da come quella persona si è posta e si è esposta in determinati frangenti.

A Chiusi si profila invece una campagna elettorale e una sfida elettorale tra figure che non hanno mai detto una parola su niente. E nessuno sa come in effetti la pensino… Questo è il dramma e questa è l’occasione persa.

Il Pd ha fatto un  disastro al proprio interno, si è spaccato in due, ora rischia pure di ritrovarsi solo e dimezzato. Podemos e M5s non sono riusciti da un anno a questa parte a trovare il bandolo della matassa e a decidere che fare: se andare con il Pd, andare da soli, magari insieme, oppure con le destre e la lista civica in una sorta di “resto del mondo” e sono ancora lì che annaspano come le peggiori correnti democristiane degli anni ’70 alla ricerca di una quadra che non arriva… Italia Viva alza ogni giorno il prezzo come i sensali al mercato delle vacche, dall’alto di un consenso che a Chiusi è fatto da voti in prestito con diritto di riscatto. Sono voti di Bettollini, più che di Scaramelli..

C’è ancora un po’ di tempo (poco) prima della presentazione delle candidature. Vedremo se alla fine uscirà qualche colpo di genio. Personalmente la vedo buia. Ai colpi di genio ci credo poco.

Vedo una città alla deriva, con rapporti personali incattiviti e molte nubi all’orizzonte.

Marco Lorenzoni

 

 

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