LA VIA DELLA SETA AL CONTRARIO: I RUSSI CHE VENNERO A PRODURRE SETA IN LOMBARDIA

mercoledì 21st, aprile 2021 / 10:47
LA VIA DELLA SETA AL CONTRARIO: I RUSSI CHE VENNERO A PRODURRE SETA IN LOMBARDIA
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UNA STRANA MIGRAZIONE DI META’ ‘800. LA RICOSTRUZIONE DI UN DISCENDENTE CHE ADESSO ABITA A CHIUSI

La via della seta è quel reticolo di vie carovaniere che fin dall’antichità collegavano il bacino del Mediterraneo con l’Asia minore e l’India e la Cina… In sostanza il percorso dei viaggi che Marco Polo fece nel 1200 e che descrive ne Il Milione, il libro scritto in realtà da Rustichello da Pisa che sotto dettatura mise in forma letteraria in lingua franco-veneta le memorie del viaggiatore veneziano che per 17 anni fu al servizio di Kublai Khan

Il termine Seidenstraße, via della seta, è stato coniato però solo nell’800 da un geografo tedesco. Per la precisione nel 1877. Solo che venticinque anni prima, nel 1852 era nata un’altra via della seta, in senso contrario. Non dal Mediterraneo verso l’Oriente, ma dalla Russia zarista alla Lombardia austriaca. Più precisamente verso Milano che era all’epoca una sorta di capitale della lavorazione e del commercio della seta. “E’ un affare eterno commerciare con la seta”! La Lombardia è il cuore dell’industria della seta. La capitale Milano oggi è il più grande centro del suo commercio. Andrai all’Ufficio del mercante Vedenisov a studiare la produzione della seta”. Così scriveva nel 1863 Ivan Fedorovic Mamontov al figlio Savva. Il mercante Alessandro Petrovic Vedenisov era a Milano dal 1852 e lì aveva messo su una sua impresa…

Sergio Wedenissow invece è un sessantenne, alto, dal fisico asciutto e giovanile, che dal 2019 è tornato a vivere a Chiusi con la moglie Carla che è chiusina e che ha sposato alla fine degli anni ’70. All’epoca Sergio Wedenissow lavorava come geometra nei cantieri della Direttissima in costruzione. E’ milanese. Anzi di Abbiategrasso. Hinterland… E’ un amico di lunga data ed è un discendente del mercante Vedenisov arrivato a Milano nel 1852. Il cognome è leggermente cambiato, ma ciò dipende solo dalla traslitterazione dal cirillico all’alfabeto latino che le autorità austriache fecero al momento dell’iscrizione alla Camera di Commercio.

Sergio Wedenissow, una volta in pensione, si è messo sulle tracce dei suoi antenati, cioè di quella colonia russa che si stabilì in Lombardia intorno alla metà dell’800 per produrre e commerciare con la seta e ha ricostruito con documenti, testimonianze, diari, lettere commerciali, quella strana “migrazione” dalla Russia all’Italia, non di poveracci in cerca di fortuna, ma di geniali e anche facoltosi mercanti che avevano individuato nella Lombardia e nella seta un bel business e anche una ragione di vita…

E con il suo lavoro di ricerca, che ha raccolto in un testo ricco di appendici, Sergio Wedenissow ha contribuito anche a far capire meglio la genesi di quello che è a tutti gli effetti un distretto industriale e un prodotto considerati ancora oggi tra le eccellenze italiane. Un made in Italy che ha in qualche modo ascendenze russe. Sì perché i commercianti russi che avevano tra i loro clienti la Corte Imperiale, il clero e molte famiglie agiate, scelsero Milano e il know how dei setaioli lombardi per accrescere e migliorare il proprio e poter così far fronte alle richieste sempre più sofisticate del mercato.

Il testo di Sergio Wedenissow ha soprattutto valore documentario, e nel suo caso, anche di ricerca delle proprie radici. Ma è anche a suo modo un “romanzo” perché racconta anche i viaggi non certo facili e piuttosto avventurosi di quei “mercanti”, le loro saghe familiari che ricordano quelle dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij o la Famiglia Karnowsky di Israel Joshua Singer…  Alcuni dei personaggi che si incontrano nella “ricostruzione” di Wedenissov, come i mercanti Alekseev che da servi-contadini diventarono commercianti di primissimo piano, tanto da essere considerati tra i “padri fondatori del capitalismo russo”, hanno storie incredibili.

E’ appassionante per esempio il racconto del viaggio in carrozza  da Mosca a… Crescenzago  lungo le “strade postali” attraverso la Russia, la Polonia, l’Austria, le Alpi e la pianura padana: campi e steppe e nient’altro,  nebbia, freddo, fango e stazioni di posta, cavalli che sbuffano, il sudiciume , i postiglioni, le riparazioni, i fabbri e i farabutti da strada…  Interessanti i passaggi della vita dei vari personaggi: i matrimoni, i battesimi, le feste, i malintesi con la Polizia asburgica, il tutto nel clima del Risorgimento italiano e delle “guerre d’indipendenza”  contro l’occupante austriaco…

Ha fatto un lavoro certosino l’amico Sergio che si è rimesso anche a studiare il russo, per decifrare meglio i documenti, ha ricostruito linee genealogiche, ha cercato e contattato altri parenti a Mosca, a San Pietroburgo, ha “indagato” sui sistemi di lavorazione della seta e su quella tradizione che è diventata un’industria. Si sarà certamente appassionato, perché il suo è stato un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo e nella storia. Perché la storia è fatta di tante storie e quella della via della seta al contrario, dalla Russia alla Lombardia, è un tassello non secondario nello sviluppo industriale del nord Italia.

Sergio Wedenissow la sua ricerca l’ha fatta pervenire ad alcune biblioteche e istituzioni lombarde che ne stanno valutando la possibilità di pubblicazione.  Ma già così il suo è un grande lavoro. Siccome adesso Sergio Wedenissow vive a Chiusi  ci sembra giusto fargli i complimenti e ringraziarlo anche da qui… Non solo perché è un amico. Tutto ciò che contribuisce a comprendere meglio il passato e i processi di crescita o di declino di un paese, le dinamiche di un settore economico, o certi passaggi epocali e storici, anche attraverso le saghe familiari, è materiale utile e prezioso.

Marco Lorenzoni       

 

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