LA CRISI DI GOVERNO E IL CASO CHIUSI, UNA DOMANDA AL SEGRETARIO DEL PD SENESE ANDREA VALENTI

martedì 26th, gennaio 2021 / 10:01
LA CRISI DI GOVERNO E IL CASO CHIUSI, UNA DOMANDA AL SEGRETARIO DEL PD SENESE ANDREA VALENTI
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CHIUSI – La crisi di governo è conclamata. Questa mattina il presidente del Consiglio Conte andrà dal Presidente della Repubblica Mattarella per rassegnare le dimissioni. Potrebbe ricevere un nuovo incarico per verificare se esiste nei numeri una maggioranza diversa, più larga. Aperta magari ai cosiddetti “centristi”. Difficile la pace con Italia Viva e un ritorno dei renziani nella maggioranza dopo che sia Pd che 5 Stelle e Leu li hanno definiti inaffidabili e irresponsabili.  Vedremo, intanto la maggioranza dei commentatori (giornalisti, analisti, politologi, storici) definiscono incomprensibile una crisi in un momento così delicato con la campagna di vaccinazione che rischia di arenarsi alle prime battute e di slittare almeno di qualche mese, con conseguenze gravi, perché il virus circola ancora e muta di continuo; con i soldi del recovery fund che rischiano di non arrivare e un’economia che rischia di naufragare del tutto per la fine del blocco dei licenziamenti fissata al 31 marzo… La possibilità di andare ad elezioni anticipate è dietro l’angolo, le tre forze di governo vorrebbero evitarle (dicono), ma sono anche contro ogni ipotesi di governo tecnico o di governissimo con dentro anche i sovranisti dell’estrema destra. Vedremo cosa dirà Conte a Mattarella e cosa dirà Mattarella a Conte. Ma il clima è tutt’altro che sereno. E a complicare le cose c’è anche l’ultimatum del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) che potrebbe obbligare l’Italia a sfilare alle Olimpiadi di Tokio senza la bandiera nazionale, per non aver rispettato alcune norme sull’autonomia del CONI. Può sembrare una cosa secondaria, ma non lo è… Insomma un bel casino nel bel mezzo di una pandemia che non demorde e di un contenzioso con le case farmaceutiche sulla fornitura dei vaccini… La politica rischia di ritrovarsi ancora una volta lontanissima e contromano rispetto ai problemi e alle esigenze della gente. Sulla questione è intervenuto ieri anche il segretario provinciale del Pd di Siena Andrea Valenti. Che scrive:

“Domani mattina, dopo il Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà al quirinale dal Presidente Mattarella per rassegnare le proprie dimissioni. Probabilmente riceverà l’incarico per verificare la presenza di una maggioranza alternativa. La strada è stretta, lo diciamo da giorni.
Continuo a non capire il senso di questa crisi di governo, continuo a non capire perché non si sia voluta seguire la strada di un patto di legislatura, ma le alternative mi sembrano poche. Se non c’è una maggioranza, pensare a governi tecnici, a governi di unità nazionale o simili mi pare assurdo. Se per gestire un governo la soluzione migliore fossero i tecnici non faremmo le elezioni, faremmo dei concorsi pubblici.
Senza maggioranza l’unica strada sono le elezioni. Elezioni che non vorrei e che sarebbe bene evitare in questa fase.
Eppure sono anche convinto che un Partito non debba mai avere paura di misurarsi con il consenso popolare. Se andremo al voto starà a noi presentate proposte credibili che si contrappongono alla destra di stampo nazionalista e anti europea.
Sono certo che il Presidente Mattarella agirà come al solito nell’interesse supremo del paese.
Rimane il profondo sconcerto e la non comprensione del perché dell’apertura di una crisi di governo in un momento così delicato. Per quanto mi sforzi, forse a causa del mio scarso intelletto, proprio non riesco a capire il bene che ne è derivato e che ne può derivare”.
Non ha certo tutti i torti, Valenti. Sono d’accordo con lui: “Rimane il profondo sconcerto e la non comprensione del perché dell’apertura di una crisi di governo in un momento così delicato”.
Ecco, ma allora perché a Chiusi che è una delle città che andranno al voto a primavera, il Pd, che è il partito di Valenti, ha aperto, di fatto, una crisi di governo in un momento così delicato? Perché a Chiusi il Pd ha di fatto dichiarato guerra al sindaco in carica (prima che dichiarasse di non voler rinnovare la tessera del partito)? perché il Pd sta lavorando, in modo confuso e non proprio aderente alle norme statutarie, per cambiare cavallo, in un moento in cui servirebbe la massima coesione e massima concentrazione sulle cose da fare?
A Chiusi, nel suo piccolo, la situazione è complicata quanto a livello nazionale, la curva dei contagi dopo essere scesa a meno di 5 unità, ha cominciato a risalire, soprattutto per contagi contratti nelle scuole e nelle strutture sanitarie. E questo apre oggettivamente un fronte di riflessione. A Chiusi c’è una situazione economica complicata, con il commercio messo in ginocchio e molte attività che procedono a scartamento ridotto, con il turismo che già non brillava, ma dava segnali di crescita, azzerato dalle misure restrittive e dal blocco della mobilità tra regioni. In una zona di confine questo fa più danni che altrove. A Chiusi ci sono alle viste progetti rilevanti, come quello per l’area ex Fornace, che in caso di cambio dell’amministrazione potrebbero subire ulteriori rallentamenti, se non altro per questione di rodaggio…
So bene che alla base dell’uscita di Bettolini dal Pd (anche se formalmente risulta ancora iscritto) ci fu anche uno “scazzo” duro proprio con il segretario senese Valenti, so benissimo che Valenti non apprezza Bettolini e Bettollini non apprezza Valenti, ma al di là delle antipatie personali e divergenze politiche su specifiche questioni, il problema generale è sempre lo stesso che Valenti pone rispetto al governo nazionale: è opportuno in un momento così, aprire una crisi, cambiare il front man e magari andare alle elezioni amministrative con un clima da guerra fratricida che potrebbe oggettivamente favorire la destra o liste raffazzonate e improvvisate a danno dello stesso Pd?
Andrea Valenti mi sembra una persona riflessiva e animata da buoni propositi e pure da sani principi e valori (quelli della sinistra amiatina, per esempio) e vorrei rivolgergli una domanda diretta. Vorrei dirgli, citando Lucio Dalla, vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico: Perché per te è incomprensibile la crisi di governo nazionale, e invece è comprensibile e auspicabile una crisi a Chiusi, con cambio del candidato a sindaco e una guerra tra componenti Pd che potrebbe arrivare alle estreme conseguenze di presentarsi al voto con due liste separate.
Come dici tu, “Per quanto mi sforzi, forse a causa del mio scarso intelletto, proprio non riesco a capire il bene che ne è derivato e che ne può derivare”.
Marco Lorenzoni
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