CHIUSI: SUL MANIFESTO POSSIAMO-M5S IL PD TACE E ACCONSENTE? INTANTO BETTOLLINI MANDA SEGNALI

venerdì 16th, ottobre 2020 / 11:27
CHIUSI: SUL MANIFESTO POSSIAMO-M5S IL PD TACE E ACCONSENTE?  INTANTO BETTOLLINI MANDA SEGNALI
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CHIUSI – Sono passati tre giorni dall’ultima assemblea nei circoli e il Pd chiusino non ha ancora reso nota la relazione di sintesi, promessa per questo week end. Si sa, il Pd ha la digestione lenta.E tempi di reazione molto dilatati. Infatti non ha nemmeno replicato o commentato altri due fatti rilevanti:

1) l’addio di Pier Carlo Padoan al Parlamento per diventare presidente di Unicredit, il che significa anche addio al collegio senese nel quale Padoan fu eletto nel 2018.  Una fuga dal territorio e la riprova che anche i collegi sicuri vengono usati come taxi da cui si sale e si scende a piacimento. Con buona pace degli elettori. Possibile che il Pd di Chiusi non abbia niente da dire a Padoan e a chi ne avallò, a livello provinciale, la candidatura?  Silenzio anche da parte delle opposizioni che con una notizia del genere dovrebbero andarci a nozze. Strano.

2) Il duro manifesto firmato Possiamo-M5S contro Bettollini, ma in sostanza anche contro il Pd, perché le opposizioni fanno riferimento a due “incongruenze” che riguardano proprio il rapporto sindaco-Pd. In questo caso viene il dubbio che dietro il silenzio e l’assenza di reazioni da parte del partito di maggioranza ci sia quella che abbiamo definito una sorta di “convergenza parallela” tra le opposizioni e la parte del Pd che vuole far fuori Bettollini. Del resto, il detto “chi tace acconsente” non lo abbiamo inventato noi e qui sembra calzare a pennello.

Solo il segretario del circolo di Chiusi Scalo Enzo Gaudiano, commentando un commento del leader dei podemos Luca Scaramelli, ha preso le distanze sia dal manifesto che dalle “avances” delle opposizioni per una futura alleanza. Sul manifesto Gaudiano scrive: “Sarebbe opportuno che ognuno guardi all’ interno del proprio partito. Se si vuol parlare di politica possiamo sviscerare qualsiasi tematica, ma cortesemente smettetela di giocare al fare i negazionisti, qualcuno sta abbracciando l’anti-politica”. Sulle avance invece mette in guardia i suoi: “Quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima”, quasi a dire occhio alle mani tese da parte di chi ti ha sparato addosso fino ad ora.

Sulla diatriba in atto nel Pd e sul suo rapporto con il partito è tornato a parlare invece il sindaco Bettollini in una intervista rilasciata a Gianni Fanfano, sul Corriere Pievese: “Attenderemo il pronunciamento della segretaria e dell’unione comunale. Per il momento un’ampia maggioranza di iscritti desidera un mio rientro nel pd ed un mio secondo mandato. Alcuni invece hanno un giudizio diametralmente opposto, che naturalmente non condivido ma che rispetto. Per adesso posso dire comunque grazie a ciascuno di loro perché anche i più critici mi offrono spunti di riflessione. Vedremo il da farsi. Non nego forti pressioni da parte della cosi detta società civile che mi chiede un impegno civico continuando a fare il Sindaco superando la logica dei partiti. Alcuni invece mi consigliano di lasciar perdere tutto e dopo 10 anni di onorato servizio, salutare, ringraziare la Città per l’opportunità e riprendermi la mia vita. Ancora è presto, Vedremo più avanti il da farsi”.

Quindi Bettollini conferma la lettura dell’esito delle assemblee di circolo Pd data da questo giornale. E anche i possibili scenari futuri ai quali in vari articoli abbiamo accennato: dal possibile rientro nel Pd alla rottura definitiva, con sbocco in una lista civica personale, senza escludere un ritiro dalla scena politica.

Nell’intervista Bettollini ammette anche i suoi errori sulla vicenda Acea: “Pur avendo fatto tutti gli atti necessari che sostanzialmente garantivano il mio comune vietando tali investimenti se non fosse stata dimostrata, sopra ogni ragionevole dubbio, la tutela della salute pubblica, ma nella comunicazione ho dato per scontato che ciò avvenisse e sostenevo il progetto avanzato dal privato. Invece Dovevo stare al fianco della popolazione che aveva timore di questo investimento e farmi carico delle loro giuste preoccupazioni garantendogli che tutte le istituzioni avrebbero lavorato ed analizzato il progetto nell’esclusivo ed unico interesse dei cittadini. Invece, pur avendo posto tutti i paletti, difendendo l’opera prima della valutazione degli enti, ho tenuto un atteggiamento ed una comunicazione sbagliata”.

Ma su questo tema il sindaco rivendica anche la Variante al Prg che vieta insediamenti per il trattamento di rifiuti, unico comune in Toscana ad avere tale normativa (approvata da 32 enti sovracomunali, comprese Regione, Asl e Arpat): “Alla fine bisogna sempre reagire di fronte alle difficoltà e mettere in campo una soluzione per ogni problema che si incontra. E questa soluzione sgombera il campo da ogni illazione, dubbio o riproposizione del tema”. Come a sottolineare che se Acea riproporrà il carbonizzatore cozzerà contro un muro.

Quanto alla possibilità che possa rientrare nel Pd e possa essere lui il candidato a sindaco del centro sinistra, Bettolini se la cava con una frase interlocutoria che lascia aperta la porta, senza però nascondere le difficoltà“Per fare il sindaco servono tanti ingredienti. Se ci saranno tutti andremo avanti. Altrimenti ci saluteremo senza rimpianti”. Qui si potrebbe obiettare che “per fare il sindaco” bisogna anche vincere le elezioni. Bettolini avrebbe fatto meglio, qui, a dire, “per fare il candidato…” . Ma lui è un tipo ottimista. Lo dice anche nell’intervista: “sono una persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e non tutto il male viene per nuocere”. 

Così come la vicenda Acea ha portato alla Variante, così la guerra fredda che si è scatenata all’interno del Pd chiusino, può portare ad un rapporto diverso amministrazione-partito  e ad una “nuova stagione di concordia”. Che è la stessa cosa che auspicano (e scrivono) Podemos e 5 Stelle strizzando l’occhiolino al Pd. Con la differenza che loro pensano ad una concordia senza Bettollini, e Bettollini ad una concordia senza di loro. Da tenere a mente che la Concordia più famosa finì su uno scoglio facendo 32 morti e 110 feriti. E a Chiusi non si è sentito nessun ammiraglio urlare a Bettollini “Torna a bordo, cazzo!” Lo ha fatto buona parte della ciurma, a dire il vero. Ma hanno sempre comandato di più gli ammiragli.

m.l.

 

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