CHIUSI, IL PD SCARICA DI FATTO BETTOLLINI. MA LA BASE DEL PARTITO INSORGE

mercoledì 28th, ottobre 2020 / 12:51
CHIUSI, IL PD SCARICA DI FATTO BETTOLLINI. MA LA BASE DEL PARTITO INSORGE
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CHIUSI – Alla fine, la segreteria del Pd chiusino ha partorito. L’atteso documento di sintesi delle consultazioni nei circoli e dell’incontro con sindaco e gruppo consiliare ha visto finalmente la luce. Ma, come nella famosissima tammuriata napoletana “è nata ‘na criatura e è nata nira”… E molti, anche tra gli stessi militanti del Pd non ci si riconoscono e non riconoscono la “criatura” come roba loro. Sui social nessuno si esprime, ma nelle chat interne al partito è una rivolta. I documento partorito ieri sera dalla segreteria Pd non è infatti una sintesi del dibattito che c’è stato nei circoli e del summit e con sindaco e grippo consiliare, quanto piuttosto una prese di posizione della segreteria stessa. O per essere più precisi di una parte di essa, perché non tutti i componenti nel dibattito si sono espressi come recita il documento (almeno un paio di segretari più il tesoriere Bittoni).
Per esempio, laddove la segreteria scrive “La maggioranza degli iscritti ritiene comunque doveroso instaurare un dialogo con il sindaco per ricucire un rapporto tra sindaco e PD ed uscire da questo stallo politico ed amministrativo per arrivare serenamente a fine mandato per poi ragionare del futuro”, fa una evidente forzatura e non dice il vero. La maggioranza degli iscritti si è espressa per la ricucitura tra sindaco e Pd, non solo per arrivare serenamente a fine mandato, ma in funzione di una ricandidatura di Bettollini alle comunali 2021. Questa richiesta che molti intervenuti hanno avanzato nelle assemblee di circolo, il documento l’ha completamente ignorata.
E laddove scrive “Durante gli incontri quasi la totalità degli iscritti di tutti i circoli ha riconosciuto il lavoro positivo dell’attuale dirigenza del partito mosso da un approccio di apertura e confronto sia a livello locale che territoriale, nella ricerca di una identità politica che segua le linee nazionali caratterizzate da pluralità ed inclusione…”,  la segreteria non cita e ignora invece le critiche che le sono state mosse (alcune con interventi scritti fatti mettere agli atti) e sorvola del tutto sulla richiesta di dimissioni avanzata dal consigliere comunale Marco Vannuccini e fatta propria praticamente da tutto il circolo di Montallese. Anche l’intervento di Vannccini è stato presentato per scritto e messo agli atti. 
Basterebbero queste due fughe dalla realtà per bollare il documento come un autogol piuttosto clamoroso. Così come è un bell’autogol, l’ammissione che la segreteria avesse imposto la consegna del silenzio ai militanti: “Sono emerse anche alcune mancanze di rispetto, a livello comportamentale, da parte di alcuni iscritti che hanno riportato, direttamente o indirettamente, alla stampa locale nomi e contenuti di interventi interni al dibattito e non si sono limitati ad una mera sintesi come sarebbe stato corretto fare, magari al termine delle consultazioni e non prima”. Una concezione della politica, della militanza e del rapporto con la stampa di stile brezneviano. Come abbiamo più volte scritto nelle settimane scorse. Questa è la prova del nove. Anche nel Pci durante altre crisi politiche precedenti c’era chi sosteneva che i panni sporchi si lavano in famiglia, ma quella parte di Pci uscì sconfitta anche allora perché già allora fuori tempo massimo (parliamo di Chiusi, non del mondo). Il Partito Comunista non esiste più da 30 anni, adesso il partito di maggioranza si chiama Partito Democratico. Che dovrebbe significare anche una maggiore apertura, un diverso approccio con l’esterno… Qualcuno non deve aver rimesso l’orologio e deve essere rimasto a quando i dissidenti li mandavano in Siberia. Anche quelli solo presunti… 
E’ piuttosto singolare anche il resto del documento. C’è, questa sì, la conferma che gli iscritti hanno espresso “valutazioni positive sull’amministrazione comunale, sul mandato elettorale e sulla positiva gestione dell’emergenza sanitaria derivante dal Covid-19″.E nello specifico nel documento si legge che “è stata espressa soddisfazione ad esempio per la realizzazione di rilevanti opere pubbliche come il completamento (ancora in corso) del nuovo palasport in località Pania, gli interventi per il recupero del Parco dei Forti e degli ex Lavatoi a Chiusi Città; per il miglioramento del patrimonio storico e culturale; per i lavori di riqualificazione urbana; per aver prestato attenzione alle manutenzioni ordinarie e straordinarie; per aver introdotto nel piano urbanistico comunale norme paesaggistiche e ambientali importanti per lo sviluppo economico e produttivo; per il recupero di una centralità in progetti turistici e culturali a livello Toscano ed interregionale collegati agli Etruschi; per il risultato politico per la riconferma della fermata del Frecciarossa nella nostra stazione ferroviaria, riconosciuta come punto di riferimento tra la Toscana del Sud e l’Umbria, a cui è collegata una progettualità tra ambiti turistici regionali e interregionali; per la nomina di Chiusi a Città Europea dello sport, anche grazie agli interventi realizzati e in corso di realizzazione nei nostri impianti sportivi; per aver messo in campo importanti azioni per la salvaguardia ambientale che hanno permesso al nostro Comune di ottenere il primato di Comune virtuoso nella raccolta differenziata dei rifiuti (primo comune nell’ATO di riferimento) “…
Passando alle “criticità” la nota della segreteria Pd si sofferma su alcuni lavori non realizzati nelle frazioni, ma soprattutto su alcune situazioni complesse, non positive, sono scaturite da una mancanza di confronto tra l’amministrazione, il partito, i cittadini e la società, come per esempio il dibattito sul progetto presentato da ACEA Ambiente e il rapporto con l’Istituzione scolastica ed i genitori per l’introduzione della settimana breve o lunga, dove le valutazioni pedagogiche sono passate in secondo piano rispetto ad altri aspetti, questioni come queste hanno generato un acceso dibattito nel nostro Paese provocando divisioni nell’opinione pubblica”. 
Anche su questi due temi, la ricostruzione della segreteria appare parziale e non del tutto corretta. Per vari motivi: sul caso Acea il Pd e la maggioranza non hanno mai preso una posizione diversa rispetto all’amministrazione, in varie occasioni partito e gruppo consiliare hanno difeso e sostenuto le posizioni del sindaco. Che qualche errore soprattutto nella comunicazione e nel rapporto con la popolazione lo ha commesso, ma lo ha ammesso e riconosciuto. E’ vero che c’era un altro gruppo dirigente rispetto a quello attuale, ma nessuno ha visto Simona Cardaioli o altri esponenti adesso critici con Bettollini sulle barricate a sventolare i lenzuoli del Comitato Aria. Quindi di fatto sul caso Acea, il Pd chiusino prende adesso le distanza da sé stesso, non solo dal sindaco. Tra l’altro senza citare nemmeno en passant, la norma di piano regolatore che vieta la costruzione e l’insediamento di impianti per il trattamento di rifiuti, conseguente alla bagarre che si scatenò durante l’inchiesta pubblica, o la proposta fatta dallo stesso sindaco di utilizzare l’area Centro Carni in modo alternativo, cioè per un grande parco fotovoltaico. Niente. 
Sulla vicenda delle scuole e della settimana breve, il sindaco alzò forse un po’ troppo i toni, ma nella realtà tenne ferma la barra su un pilastro della cultura di sinistra: la libertà di scelta delle famiglie, il diritto allo studio garantito anche attraverso il trasporto pubblico degli alunni, e la parità di trattamento e di condizioni di accesso tra centri urbani e periferie e campagne… L’amministrazione in quella occasione fece prevalere l’interesse collettivo ed un principio di uguaglianza rispetto alle richieste legittime, ma particolari, di una parte del corpo docente e delle famiglie. Lo scrivemmo allora e lo ribadiamo adesso, ricordando tra l’altro che il Provveditore di Siena diede ragione all’Amministrazione e non al dirigente scolastico. 
Si dice anche nel documento Pd che “ora è il momento di andare avanti, di guardare oltre e lavorare ancora più attentamente per la nostra città, inserendoci ancora di più nelle politiche di area a livello Valdichiana ma anche provinciale, regionale e con i Comuni della vicina Umbria, ragionando su temi come l’ambiente con particolare attenzione al nostro lago compresa l’adduzione dell’acqua da Montedoglio sia per fini potabili che irrigui, la gestione dei rifiuti, le infrastrutture, la valorizzazione degli istituti scolastici, la costruzione di un nuovo assetto socio/sanitario generato dal Covid-19″. Anche in questo c’è una velata critica a Bettollini, reso di aver isolato Chiusi, quando in realtà, almeno riguardo al rapporto con i comuni umbri, è sicuramente il sindaco, tra gli ultimi 5, che più si è mosso e dato da fare in tal senso, basti ricordare le diverse iniziative con il collega castiglionese Burico, prima ancora con Batino, il sostegno ala campagna elettorale di Simona Fabbrizzi a Città della Pieve ecc… Evidentemente però il nuovo gruppo dirigente Pd è arrivato da poco e molte cose non le sa… 
Diciamolo, il documento Pd è in sostanza il tentativo di giubilare Bettollini, al di là di ciò che hanno detto i circoli del partito. E questo si capisce anche laddove il testo affronta il problema dell’iscrizione del sindaco al partito:  “Non sono mancate valutazioni negative su alcune posizioni del sindaco, sia per le sue dimissioni dal PD ad un mese dalle elezioni regionali, sia per le modalità con cui sono state comunicate che per il suo atteggiamento tenuto in campagna elettorale (…). In ogni caso, dato che il sindaco ha deciso in autonomia di uscire dal PD, dovrà essere lui stesso a pronunciarsi sulla volontà di rientrare senza porre condizioni, seguendo i percorsi previsti dallo statuto. Il PD di Chiusi è disponibile a considerare un suo rientro e nel contempo a fare chiarezza, viste le incomprensioni nate da entrambi, per capire se ci sono le condizioni affinché il sindaco possa e voglia dare il suo contributo in questo partito che si sta misurando con nuove sfide e che sta cercando di tracciare un nuovo percorso politico”. Che significa “senza porre condizioni”? che Bettolini può rientrare nel Pd se vuole, ma non può chiedere la ricandidatura? Sembrerebbe proprio così. Che altre condizioni potrebbe porre?
Ora, è del tutto legittimo che il partito di maggioranza faccia le sue valutazioni e decida in autonomia chi candidare alle elezioni. E’ legittimo che pensi pure ad un cambio di cavallo per la prossima corsa elettorale, ma non può farlo contrabbandando una presa di posizione di una parte del gruppo dirigente, come la sintesi di un dibattito che ha coinvolto 5 circoli e il gruppo consiliare. Ancora una vota il Pd non dice cosa intende fare, lascia intendere che non ama Bettollini, che non gli sono piaciuti alcuni suoi atteggiamenti, ma non dice chiaramente che non può essere lui il candidato a sindaco. Parla di un ipotetico confronto con le altre forze d centro sinistra ma non distingue per esempio tra Italia Viva e i Podemos, che sulla carta sembrano incompatibili. Tra le forze del centro sinistra il Pd chiusino inserisce anche i 5 Stelle? e chi altro?
Alla fine della fiera la tanto sospirata relazione finale non dice nulla di nuovo che non si sapesse già e di cui ampiamente si è scritto. Che può fare adesso Bettolini? a caldo può dichiarare “irricevibile” il documento, prendere atto dell’ostilità nei sui confronti e chiudere ogni ragionamento sul futuro. Magari organizzandosi di conseguenza in proprio. Oppure può aspettare e vedere se la “contestazione” del documento della segreteria da parte dei militanti assumerà connotati di rivolta di massa e a quel punto, forte anche del consenso sull’operato dell’amministrazione ricevuto nei circoli, cercare di contendere e strappare la leadership del partito a Simona Cardaioli. Molto dipenderà dall’umore. Da cosa prevarrà, se l’amarezza di sentirsi scaricato o la voglia di combattere la battaglia fino alla fine…
Una cosa è certa: il Pd è ancora il partito di maggioranza, ma ormai è è al suo minimo storico, alle ultime regionali ha preso meno voti di quanti ne prese la Primavera ne 2011 e meno della somma tra Podemos e 5 Stelle nel 2016, insomma è al di sotto della quota che finora era delle opposizioni. E un partito così, avviluppato ancora in logiche brezneviane, che chiama gli iscritti a pronunciarsi, poi li ignora, gettando a mare quella che è stata bene o male la sua risorsa principale negli ultimi 6 anni, dandone un giudizio positivo sull’operato, meno sugli aspetti caratteriali, sta davvero ballando sul ponte del Titanic. Viene da chiedersi, anche a chi come noi guarda le cose da una angolatura di sinistra e ritiene il Pd nonostante le sue magagne, un soggetto irrinunciabile per qualsiasi ragionamento, se un partito così serva a qualcosa.
M.L.
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