BALLOTTAGGI, LA LEGA PERDE IN CASA (ROVINOSAMENTE). COMUNALI DI CHIUSI: LA DESTRA CI SARA’?

giovedì 08th, ottobre 2020 / 10:58
BALLOTTAGGI, LA LEGA PERDE IN CASA (ROVINOSAMENTE). COMUNALI DI CHIUSI: LA DESTRA CI SARA’?
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CHIUSI –  A livello locale (ma anche in Tv) i ballottaggi di domenica scorsa nei comuni che avevano votato il 20 e 21 settembre sono passati quasi inosservati o sono stati trattati molto en passant. Del resto non c’era tra i comuni interessati alcun comune della zona, e questo spiega l’indifferenza locale. Però il risultato è stato di quelli che lasciano il segno. E segnano un cambio di direzione del vento. Da tramontana a scirocco in un baleno. Il vento del nord che soffiò forte politiche 2018 e delle europee 2019, con l’ascesa inarrestabile della Lega, sembra essersi fermato del tutto. E quello che fece volare i 5 Stelle pure. Il dato è eclatante non è tanto nel numero dei comuni che la Lega ha perso, ma nel nome e dal tipo dei comuni che ha perso.  Su 9 capoluoghi di provincia ad esempio il Pd ne conquista 6 (Bolzano, Aosta, R. Calabria, Lecco, Andria, Chieti), uno, il settimo, insieme al M5S (Matera). Il centro destra sostenuto dalla Lega ha rivinto ad Arezzo con il sindaco uscente Ghinelli, mentre a Crotone ha vinto un sindaco sostenuto da varie liste civiche. Fin qui però siamo nella normalità della politica.

Ma quello che sala agli occhi è che la Lega ha perso soprattutto in casa: a Legnano per esempio, patria di quel’Alberto da Giussano che ne costituisce il simbolo. E poi a Lecco, a Saronno, a Corsico, nell’hinterland milanese, nel cuore della “padania leghista“. E ha perso anche a Cascina, in provincia di Pisa, il primo Comune toscano conquistato dalla Lega 5 anni fa e comune in cui era sindaco Susanna Ceccardi, la candidata alla presidenza della Regione sconfitta da Giani. A proposito la Ceccardi ha già rinunciato al seggio in consiglio regionale, resterà al Parlamento Europeo, in regione entrerà un altro…

Insomma è come se una squadra di calcio perdesse 5 partite di fila nel proprio stadio, “tra le mura amiche” come dicono i cronisti.

Il “capitano” Salvini non ha più il vento in poppa. Perché quando una squadra perde le partite in casa vuol dire che ha problemi seri sia di gioco che di tenuta fisico-mentale… Poi se perdi le partite che si chiamano ballottaggi e si basano sulla capacità attrattiva di trovare alleati, il segnale negativo è duplice, vuol dire che tanta capacità attrattiva non ce l’hai e gli alleati potenziali non si fanno attrarre e guardano altrove.

Il risultato del secondo turno delle amministrative è in qualche modo anche un segnale in vista delle comunali di Chiusi della prossima primavera.

Un anno fa la Lega sembrava pronta a dare la spallata anche nei comuni un tempo definiti “rossi”, diventati per la prima volta contendibili sia in Toscana che in Umbria. Non a caso nel 2019 ha conquistato Città della Pieve (sia pure sotto mentite spoglie, ma senza nascondere il proprio appoggio alla lista civica Risini), Fabro, ha mantenuto Chianciano conquistata nel 2014. Dopo Perugia, Arezzo e Grosseto si è presa anche Siena.

Chiusi, soprattutto dopo la bagarre del caso-Acea, era entrata nel mirino delle forze avverse al centro sinistra. Tanto più adesso, con il Pd spaccato, il sindaco che si è sfilato dal partito di maggioranza, l’obiettivo sembra (sembrava?) ancor più alla portata. Ma la Lega sul territorio resta inesistente, la destra-destra della Meloni pure, Forza Italia è ridotta ai minimi termini.

Brugnaro, il sindaco di Venezia fresco di seconda vittoria, può dare una mano e consigli, ma senza truppe anche lui poco può fare. I soldi non sono un problema, ma da soli non segnano i gol e non vincono nemmeno le elezioni.

Finora a livello locale sia la destra (compresa la Lega), sia il M5S hanno sempre fato meglio nelle competizioni politiche che alle amministrative, perché alle politiche conta di più il “trascinamento mediatico” nazionale, la visibilità in Tv . Insomma il vento che tira. Alle amministrative conta anche il personale che presenti, il radicamento che hai sul territorio; contano i rapporti con la società civile e gli interessi particolari. E su questo terreno la destra in queste zone è debolissima. Non è che non esista e non abbia un bacino di voti consistente (che può andare anche oltre il plafond fisiologico), ma non ha figure riconoscibili forti, non ha sedi e rappresentanze locali, in molti comuni non è neanche in Consiglio…  Chiusi è tra questi. E dopo due legislature in cui è rimasto fuori dall’assemblea elettiva il centro destra non si è riorganizzato,  ha provato qua e là a inserirsi in qualche cordata protestaria, ma senza riemergere dal nulla.

Al momento, con i voti al minimo storico e un gruppo dirigente diviso, il sindaco fuori dal partito, ma con una parte che lo rivorrebbe dentro, il Pd a Chiusi è sicuramente attaccabile e battibile. Il partito di maggioranza non è mai stato così debole. Ma per batterlo ci vorrà comunque un rassemblement largo e possibilmente uno solo. Come è successo a Città della Pieve e a Chianciano. La Lega non sembra però in grado di guidarlo, è scomparsa dalla scena dai tempi dell’inchiesta pubblica sul carbonizzatore; la destra di Fratelli d’Italia non si è mai vista in pubblico. e sembra più incline ad una visibilità identitaria…  Che possa provarci il Comitato Aria, dopo aver tagliato i ponti con la sinistra a sinistra del Pd e coi 5 Stelle, a  a catalizzare l’area anti Pd è un’ipotesi, ma anche questa deboluccia. Molti cittadini che aderirono alla battaglia no Acea lo fecero su quel tema specifico, non è detto che sarebbero disposti ad imbarcarsi in una battaglia strettamente politica, per di più con una connotazione destrorsa.

Insomma se Atene (il Pd) piange, anche Sparta non ride.

 

 

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