LE REGIONALI E IL CASO-CHIUSI: ANCHE QUELLA DI SCARAMELLI E’ UNA VITTORIA MUTILATA

venerdì 25th, settembre 2020 / 17:28
LE REGIONALI E IL CASO-CHIUSI: ANCHE QUELLA DI SCARAMELLI E’ UNA VITTORIA MUTILATA
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – La segretaria del Pd di Chiusi Simona Cardaioli e con lei tutto il gruppo dirigente del partito hanno sempre detto “ne parliamo dopo le regionali”. Adesso le regionali sono archiviate, ma la questione-sindaco continua a rimanere una partita in sospeso.  Come quella del rigore più lungo del mondo raccontata da Osvaldo Soriano in Fùtbol… Mosse, contromosse e mosse contro le contromosse studiate a tavolino e alla fine rissa in campo…

Adesso, dopo il voto, il quadro è più chiaro. Il Pd non ne esce bene, nonostante la vittoria netta di Giani sulla candidata leghista Ceccardi. Il risultato principale è stato ottenuto, ma restano sul campo quei 400 e passa voti in meno, rispetto al “minimo storico” delle Europee 2019. Praticamente il Pd ha perso un quarto abbondante del proprio elettorato.

Ovvio che ciò non possa essere considerata una vittoria. Al massimo considerato il successo di Giani, una vittoria mutilata. Ma al di là di questo il Pd dovrà pur decidere che fare con Bettollini, se provare a ricucire o mandarsi amichevolmente a quel paese…

Qualcuno del gruppo dirigente del partito di maggiorana ha parlato a margine del voto regionale, di una imminente assemblea degli iscritti. Si deciderà in quella sede? e quando?

Il Pd non è l’unica forza politica ad aver perso: ha perso anche la Lega che ha dimezzato i voti delle Europee, hanno perso i 5 Stelle che dai 1.148 voti delle politiche e i quasi 500 delle Europee sono scesi ala quota residuale di 230, roba equiparabile, più o meno alla lista personale Fiorini Vagnetti…

E ha perso anche la sinistra a sinistra del Pd che da tre anni ormai non riesce ad andare oltre i 100-200 voti fisiologici… La stessa destra- destra, di Fratelli d’Italia, ha sì raddoppiato i voti delle Europee, ma resta di poco sopra le 300 unità,  che è robetta in vista delle comunali.

Nessuna forza politica locale per la verità si è avventurata in analisi del voto. La consigliera 5 Stelle Bonella Martinozzi, ha pubblicato una decina di post, da lunedì ad oggi sul suo profilo facebook, alcuni sul referendum, neanche mezza riga sulle regionali, né in chiave toscana, né in chiave chiusina…  Per dire. Ma Bonella Martinozzi è in buona compagnia… Tutti zitti e coperti.

Noi abbiamo titolato “perdono tutti, tranne Scaramelli”, ma anche su questo forse vale la pena approfondire.

Italia Viva era alla prima apparizione e a Chiusi ha riportato uno dei risultati migliori non solo in provincia, ma di tutta la Regione e di tutta Italia: 14,4%. In termini assoluti: 503 voti. Per essere l’esordio, non male. A prima vista. Ma se si pensa che Scaramelli era capolista e consigliere uscente, che è stato sindaco ed ha sicuramente “lucrato” qualche voto dalla diatriba intera al Pd (era un alleato e per di più del posto, qualcuno scontento del Pd lo avrà votato di sicuro), che in circostanze normali non avrebbe preso, il risultato è meno brillante di quanto possa apparire: 500 voti sono un bel gruzzoletto, ma sempre meno di quanti ne presero Podemos e 5 Stelle nel 2016, a livello comunale.

Non solo, ma il 14,4% di Chiusi è un risultato “fuori scala” perché in Provincia di Siena Italia Viva ha ottenuto il 6,8% e in Toscana il 4,5%. Se si fosse presentata da sola e non in coalizione Italia Viva non sarebbe entrata in Consiglio regionale. E la Toscana è la regione di Renzi e della Boschi, la culla del “renzismo”, nelle altre regioni è andata decisamente peggio.

A livello nazionale, se si considera il voto nelle 7 regioni, il partito di Renzi ha fatto flop su tutta la linea. Anche quella di Scara, dunque è una “vittoria mutilata”. Una vittoria personale certamente, perché l’elezione non era scontata e perché 4.175 preferenze sono comunque una quota non irrilevante, ma sul piano politico Scaramelli e Italia Viva, anche a livello locale non è che pesino così tanto. Per ora a Chiusi per esempio, l’ex sindaco ha portato via al Pd circa 400 voti (il resto li ha presi da Forza Italia e dalla destra, anche attraverso il voto disgiunto), che non sono pochi, ma neanche una  montagna… Senza la diatriba Pd-Bettolini sarebbero stati probabilmente anche meno. Molti si sono rifugiati lì, nell’usato sicuro, nel “bravo ragazzo della porta accanto”, senza la paura di fare danno a Giani e al centro sinistra. Alle comunali sarebbe (e sarà) un’altra partita.

Probabile che Scara provi a dettare l’agenda e a fissare il prezzo di una eventuale alleanza con un Pd in ambasce e mai ad un livello così basso di consensi (1.100 voti rispetto ai 2.800 di Bettollini alle comunali 2016), ma non è detto che nonostante i problemi il Pd si faccia prendere per il collo. Certo, oltre a Scaramelli e Italia Viva, il Pd non ha molte carte da giocare sul tavolo delle alleanze. Con chi potrebbe tentare un accordo elettorale? Ancora coi socialisti? No, sono scomparsi. Con i Podemos che da 3 anni non riescono a spostare i voti della sinistra alternativa oltre la soglia dei 15o-200, ovvero poco più del nulla? Coi 5 Stelle che hanno vituperato il Pd per 5 anni e sono anche loro al minimo storico?

Altro non c’è, né sulla piazza, né all’orizzonte. Il silenzio, anche dopo il voto, del vertice Pd sulla questione Bettollini non depone a favore di una possibile ricucitura, ma la ricucitura resta oggettivamente la strada più sicura per il Pd, per non perdere il Comune nel 2021.

I numeri sono impietosi e non consentono voli pindarici. Si tratta di vedere se prevarrà la ragion di stato e di partito, oppure la voglia di rivincita e di vendetta sulla stagione bettolliniana da parte di chi fu a suo tempo rottamato ed ha ancora e mani che gli prudono…

m.l.

Nella foto: la festa per la vittoria di Eugenio Giani. Con lui Stefano Scaramelli e la vicesindaco di Chiusi Chiara Lanari

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube