CHIUSI: BETTOLLINI PRENDE LE DISTANZE DAI “POLITICANTI” MA DICE CHE DOMENICA VOTERA’ GIANI

giovedì 17th, settembre 2020 / 10:19
CHIUSI: BETTOLLINI PRENDE LE DISTANZE DAI “POLITICANTI” MA DICE CHE DOMENICA VOTERA’ GIANI
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CHIUSI – Ieri sera, la 7 nell’ambito della trasmissione Atlantide di Andrea Purgatori, ha mandato in onda una bella intervista del grande regista tedesco Werner Herzog a Michail Gorbaciov l’ultimo leader dell’Unione Sovietica, l’uomo della “glasnost” e della “perestroika, il comunista sorridente che mise fine alla guerra fredda, ma poi fu sopraffatto dalla velocità del dissolvimento dell’Urss, di quel mondo che sembrava immobile e immutabile. A pochi giorni dalle elezioni regionali in Toscana, una delle ultime regioni rosse, una bella lezione di politica e di informazione. E anche un’invito a riflettere sui mondi immobili e immutabili e sui crolli repentini…

A Chiusi, per esempio, la guerra fredda che si è determinata prima all’interno del Pd e poi tra il gruppo dirigente del Pd e il sindaco Bettollini e che rischia di far saltare, come l’Urss, anche il “fortino rosso” di Chiusi, alle prossime elezioni comunali del 2021, è tutt’altro che finita.

Lunedì scorso e ieri si è arricchita, al contrario di due nuovi capitoli. L’ultimo è un post che il sindaco ha pubblicato sul suo profilo facebook, con il quale prende le distanze da tutti i partiti e da tutti i politici di professione, che lunedì erano al mercato di Chiusi scalo a fare propaganda elettorale…

Bettollini conclude così:  “C’è una grande differenza tra noi e i politicanti di mestiere. Noi stiamo in mezzo alla gente sempre, sia quando abbiamo i riflettori accesi sia quando dobbiamo fare i conti con le difficoltà politiche. Loro vengono quando hanno bisogno della croce sui loro simboli. Non fatevi abbindolare”. E quel “non fatevi abbindolare” è sembrato ad alcuni un invito implicito all’astensione. Al non voto. Subito si è scatenata la reazione a catena.

Il partito anti Bettollini sui social accusa il sindaco chiusino di populismo, di personalizzare la politica…

In realtà a precisa domanda se quella sua uscita fosse davvero un invito all’astensione, Bettollini ha risposto di no. E alla seguente domanda su come voterà allora alle regionali, ha risposto che argomenterà la sua personale posizione  venerdì, ultimo giorno di campagna elettorale,  ma ha anche detto che farà “una croce sul nome di Giani”. Aggiungendo: “Non mi è piaciuta e non ho condiviso la gestione della fase pre elettorale da parte del Pd e del centro sinistra, ma non voglio che il centrosinistra perda. Darò il mio contributo, con il voto, affinché ciò non avvenga. Mai pensato di fare diversamente”.  Stop. Quindi nonostante le frizioni e il clima da guerra fredda Bettollini rimane nel suo campo. Non sconfina e non abbandona, non si dà malato e non invita a non votare… 

Il post personale di ieri resta e ha fatto arrabbiare parecchi all’interno del Pd, ma la dichiarazione di voto in qualche modo lo stempera e lo riposta al rango di sfogo personale, di reazione ad un clima pesante, ostile, nell’ambito di quella che era casa sua fino a inizio agosto…  Adesso non è più un separato in casa, ha preso i suoi bagagli e se ne è andato dal partito. E’ fuori di casa. Ma il fatto che il partito abbia anteposto ostentatamente la campagna elettorale regionale alla discussione sulla questione-sindaco in vista delle comunali della prossima primavera, non l’ha digerito. E il Pd non ha digerito il distacco di Bettollini dalla campagna elettorale…  Ma ormai è finita. Manca solo la chiusura ufficiale. Che a Chiusi  il Pd affiderà all’ex ministro Graziano Del Rio  il quale sarà presente insieme ai candidati senesi ad una iniziativa alle ore 18,00 al Lago, con cena di pesce a seguire. Prenotazione obbligatoria. Insomma il Pd non vuol mandare nessuno a votare senza cena…

Poi lunedì pomeriggio (o sera) sapremo come è andata. E sapremo anche se il risultato delle regionali cambierà lo scenario in vista delle comunali. Come abbiamo scritto più volte, se il Pd dovesse fare flop a Chiusi e in provincia di Siena (al di là del risultato di Giani), il gruppo dirigente del partito sarebbe messo inevitabilmente alla berlina. Ma il risultato regionale fornirà anche un quadro più chiaro delle forze in campo e del loro peso elettorale su scala locale: dalla Lega al resto della destra, dai 5 Stelle a Italia Viva di Scaramelli, alla sinistra a sinistra del Pd…

Insieme alle regionali, si voterà anche per il referendum sul taglio dei parlamentari. Anche quello darà delle indicazioni. In questo caso però i due fronti sono frammentati e trasversali. Difficile trarne conclusioni univoche. Il Pd è ufficialmente per il sì, ma nel Pd ci sono anche tanti per il NO, nella Lega e nella destra pure. I socialisti sono per il No. I 5 Stelle per il Sì. Ma non tutti. I podemos sono per il No. Divisi gli esponenti del comitato Aria, alcuni per il Sì, altri per il No. Anche il frente amplio anti Bettolini, sul referendum non è univoco.

m.l.

 

 

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