ROMITI SANTO SUBITO PROPRIO NO. A CETONA I FUNERALI DELL’EX A.D. DELLA FIAT

CETONA – Sotto un sole cocente, Cetona ha reso l’ultimo saluto al concittadino acquisito Cesare Romiti. Una piccola folla ha partecipato alla esequie pubbliche nella Chiesa di San Michele Arcangelo, all’inizio della splendida Piazza Garibaldi. Non è stata una manifestazione di massa. Un saluto sì. Cetona ha reso l’onore delle armi ad un concittadino acquisito, ma anche ad un avversario politico.
Nessuno lo dirà, adesso nel momento del commiato. Ma quel signore che è morto a 97 anni ed aveva scelto Cetona come buen retiro, con la storia e le tradizioni di Cetona c’entrava come il cavolo a merenda. Anzi era un cavolo indigesto. Perché Cesare Romiti, da amministratore delegato della Fiat è stato un campione del capitalismo italiano, uno di quelli che la lotta di classe l’hanno fatta e l’hanno vinta contro i sindacati e contro gli operai. Sindacati e operai che probabilmente rispettava (perché sapeva che il nemico non si sbeffeggia), ma che ha provato in tutti i modi a battere sul campo. Sempre.
Romiti è l’uomo di Agnelli che pose fine alla stagione del “sindacato dei consigli” nata con l’autunno caldo del ’69 e finita con la marcia dei 40 mila quadri nel 1980, sulla quale Romiti stesso si giocò praticamente tutto. Se andava male avrebbe perso e avrebbero vinto i sindacati e Berlinguer che andò a parlare ai cancelli di Mirafiori. Gli andò bene e vinse, senza possibilità di appello, per gli sconfitti. La Fiat e il capitalismo italiano, con Romiti in testa a dettare la linea, misero in ginocchio definitivamente la classe operaia che stava alzando troppo la testa e l’intero mondo del lavoro salariato.
Quello di Cetona, è stato un giusto tributo, un estremo saluto, di cortesia, verso una figura che indubbiamente ha dato lustro a Cetona, non fosse altro per il fatto di accostare il suo nome e a quello del borgo che prende il nome dall’omonima montagna. Ma il clima che si respirava a Cetona e in Valdichiana tra il ’69 e il 1980 non era certo il clima che piaceva a Romiti. Cetona e la Valdichiana stavano dalla parte opposta di Romiti. E anche dopo, con il sindacato “normalizzato” e le tute blu messe all’angolo, Romiti è rimasto un avversario politico, una delle figure di spicco dell’altra pate della barricata. Chi oggi, in zona santifica Romiti, dimostra di avere poca memoria.
Può darsi che oggi, agosto 2020, certe differenze e certe distanze siano meno avvertibili ad occhio nudo. Il sindacato è scomparso, la sinistra pure, Berlinguer è morto da quasi 40 anni, la Fiat si chiama Fca e ha sede in Olanda e fabbriche negli Usa. La Juve la Coppa dei Campioni non la vince oggi come allora, perché quello della Fiat è sempre stato un capitalismo rigido e per certi versi feroce, ma mai al passo con il capitalismo omologo nel resto del mondo, e questo perché è stato anche un capitalismo assistito, con il paracadute della copertura statale che è sempre intervenuta in soccorso anche con politiche dei trasporti e scelte strategiche favorevoli al marchio torinese. Romiti è stato un campione anche di questo tipo di capitalismo. Ed è bene ricordarlo, anche nell’ora dell’addio.
A Cetona, al bar la domenica mattina Cesare Romiti non ostentava ricchezza, né potere. Ma aveva l’una e l’altro. Quando uscì dalla Fiat nel 1998, l’azienda gli assicurò una buonuscita di 300 miliardi di lire… Ma dicono fosse parsimonioso e forse proprio per questo si innamorò di Cetona, che è tutto meno che un luogo sfavillante. Lontanissima, per esempio, da Porto Cervo. Ha scelto Cetona anche per il funerale. E Cetona ha ricambiato la cortesia con una buona partecipazione, nonostante i 40 gradi all’ombra. Ha fatto bene, la comunità ha compiuto un gesto civico apprezzabile, ma… Romiti santo subito proprio no.
M.L.
Inizialmente l’articolo riportava la data di domenica 23 agosto, come data dei funerali dell’ex Ad della Fiat. In realtà le esequie a Cetona si sono svolte giovedì 20. Ci scusiamo per l’imprecisione, anche se la cosa è del tutto ininfluente rispetto al ragionamento e alle considerazioni che nell’articolo si fanno.
Occorre ricordare che Romiti fu il successore di Valletta e che fu responsabile di migliaia di licenziamenti e di ore di CIG. Con la mossa dell’estate dell’80 diede il “la” alla riforma di craxi del taglio della scala mobile. Lo stesso Prodi, da presidente IRI, poco dopo in pratica regalò Alfa Romeo alla FIAT. Malgrado la “cura” Romiti, Fiat agli inizi dei 90 era ancora in crisi e, ironia della sorte, colpì con cassa integrazione e licenziamenti la massa di quei quadri che avevano organizzato e deciso a favore dell’azienda il braccio di ferro contro gli operai. Ma è storia recente anche l’evoluzione di Marchionne (un altro che certa “sinistra” avrebbe santificato), che organizzò il salvataggio di Fiat con i soldi dello stato statunitense (vedi http://temi.repubblica.it/micromega-online/marchionne-romiti-valletta-e-la-famiglia-agnelli/)
Concordo col tema e le considerazioni che ha fatto Lorenzoni e con la sostanza che esce dalle sue affermazioni. E ricordo ai lettori con la memoria fallace che i periodi richiamati di cui si parla hanno visto una mobilitazione senza uguali della gente e dei sindacati ma la politica che ha determinato le conseguenze è stata quella che richiama Sorbera quando accenna sia a Craxi, Prodi e dopo anche a Marchionne. Quanto a quest’ultimo, vorrei far notare che le parole hanno un senso(e qui Sorbera mi trova daccordo) quando dice che ”certa sinistra ha pontificato”. Quella certa sinistra oggi è quasi tutta dentro il PD nella parte renziana ma non solo in quella, e fà il bello e cattivo tempo nella politica italiana.E’ quel pensiero lì che propone oggi un Giani presentandolo come una risorsa per la Toscana e per il suo sviluppo.Questo deve rimanere ben fermo e deve rimanere ben fermo anche il fatto che chiamarla ”sinistra” sia un eufemismo perchè questi signori che hanno pontificato le persone di cui si parla,con la sinistra non hanno nulla a che vedere e della ”sinistra” in realtà ne sono i più acerrimi nemici, per il semplice fatto che hanno portato sulla cresta dell’onda additando all’osannamento pubblico i ”manager ed i politici” che hanno salvato le aziende con i soldi dello stato quando il ciclo economico prodotto non dagli operai ma da quegli stessi manager che sfornano tali teorie e che oggi ci sono sempre come prima, ha posto in essere il ricatto delle aziende e di confindustria verso lo Stato.In pratica prima si organizza la produzione, si sviluppa il mercato con ciò che viene prodotto, poi il ciclo economico da ascendente diventa discendente non certo per colpa degli operai che lavorano e si licenzia.Se il lavoro vuole sopravvivere deve intervenire lo Stato con i soldi di tutti. Questo è stato il principio economico ma anche e soprattutto ”MORALE” delle persone in questione, osannate dai media e dai giornali e dalla televisione come i salvatori dell’Italia e grandi strateghi dell’economia.E la”CERTA SINISTRA”-appunto- è il bluff plateale di quei partiti che la sinistra anno penetrato, fatto il lavaggio del cervello alla gente che lottava e l’hanno spinta ad accettare un partito sotto falso nome che si richiamava alla sinistra ma che ha fatto gli interessi contrari.Ed oggi tale partito è sempre con le sue vicissitudini alla guida dello stato,grattando consensi e reggendosi anche con le giravolte degli alleati,ma che se potesse in questa fase, di tali alleati ne farebbe volentieri a meno.Ecco perchè oggi tutti gli elettori che si apprestano a votare in Toscana sono spinti e chiamati a turarsi il naso ed accettare Giani come Presidente.Questa è la storia vera e reale di tali questioni caro Marco Lorenzoni altro che !Ed allora ha detto bene Sorbera quando ha detto di Marchionne ” un altro che certa sinistra avrebbe santificato”.Tale ”certa sinistra” specialmente quella che fà riferimento a Prodi è quella che oggi rappresenta ”il blocco sociale dentro il PD” e che ha frantumato ed eroso dall’interno quella che era la sinistra.Tanto per dare il significato alle parole è ” quella sinistra” appartenuta alla Prima Repubblica caduta sotto i colpi della Magistratura.Da li è stato prodotto e si è imposto alla politica Berlusconi anche con l’avallo degli strateghi della sinistra come d’Alema che per sete di onnipotenza sono stati attratti dentro l’ingranaggio del sistema ed hanno prodotto i guai che sappiamo,con l’aiuto della politica e della massoneria che sanno bene come triturare le questioni che possono rappresentare ostacoli. Ecco allora in sommi capi il quadro, ricordandovi che sono questi che vi chiedono di votare per i vari Giani per evitare che vinca la Lega.PENSATE IN FONDO CHE VI SIA MOLTA DIFFERENZA FRA QUESTI E LA LEGA? L’unica differenza stà nell’uso o nel diniego di un prodotto che ha fatto il loro successo storico in 70 anni di governo e di economia ”alla Prodi” appunto, che chiamasi: OLIO DI VASELLINA.E’ la famosa teoria ripetuta tante volte della ”rana bollita” che funziona sempre e che purtroppo la gente divagata dal complesso mediatico di tutto questo è portata a dimenticarsene. Come funziona il cervello umano questi signori lo sanno bene e contano su tale condizione,coadiuvati e spinti da coloro che ” il lavaggio” lo fanno sin dalla nascita perchè si dice-a parole- che non facciano parte dello Stato,ma sono dentro lo Stato a piene mano e mai l’hanno abbandonato ma ci campano e prolificano ed appena sentono che certe condizioni facciano loro perder terreno si mobilitano con tutte le loro forze, eccome ! E tali forze sono tante,soprattutto quelle del controllo delle coscenze-così dicono loro-… E la storia lo dimostra pienamente ! Ecco perchè al popolo adesso dicono di seguire certi comportamenti e di dare in Toscana il consenso a Giani.Il conto anche se sgrossato-ma mica sgrossato di tanto- torna, non vi pare ? E sempre loro avrebbero anche l’impudenza di dire che la storia delle persone,anche quelle precise di cui si parla, sia una storia che assommi in se, una natura laica delle visioni e delle questioni che viene dal Partito Socialista….. Per favore, un po’ di memoria accompagnata da un mica tanto grande, ma un ”normale pudore” quello si !