A VOLTE RITORNANO: CHIUSI, NEL PD RISPUNTA CECCOBAO. MA CON QUALE SCOPO?

lunedì 20th, luglio 2020 / 16:43
A VOLTE RITORNANO: CHIUSI, NEL PD RISPUNTA CECCOBAO. MA CON QUALE SCOPO?
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CHIUSI – A volte ritornano. E la battuta viene fin troppo facile se si pensa al Pd, che sabato sera ha messo un bel po’ di persone a tavola, in “piazza grande”, per la festa de l’Unità itinerante fatta in collaborazione coi ristoratori locali. “Una partecipazione oltre le aspettative” ha scritto il giovane segretario del circolo di Chiusi Scalo Enzo Gaudiano su fb, come dire “buona la prima (di serate ce ne saranno altre due, una al lago e una allo Scalo, ndr) e bene così. Chi dava per morto il Pd dovrà rifare i conti”. Quindi anche il Pd è tornato ad un mese dall’inizio ufficiale della campagna elettorale per le regionali. Per ora solo come partito-chef,  anzi come partito metre d’hotel, gli chef erano altri a dire il vero, un partito che si è limitato a mettere la gente a tavola. Ma di questi tempi non è scontato niente, neanche mettere la gente a tavola. IL segnale è che i Pd di Chiusi esiste. Ha un seguito. E’ ancora in grado di chiamare a raccolta delle persone, anche facendole pagare 25 euro a testa. Il che, sempre in riferimento ai tempi, non è esattamente una bazzecola. E la cena organizzata dal Pd nell’ambito della festa dell’Unità in piazza XX Settembre, ha anche dato un senso a quella piazza trasformata in salotto, senza macchine, con le palme, il verde e i tavoli dei locali… La riprova si avrà stasera per il dopo concerto di Niccolò Fabi e dal 2 al 9 agosto con il dopo-festival Orizzonti che si terrà alla tensostruttura e in altre piazzette del centro storico. Ma quel “a volte ritornano”, nel caso del Pd chiusino, si può riferire anche ad altre insolite presenze. Venerdì 17, per esempio, si è tenuta l’assemblea degli iscritti, la prima in versione live, post covid, per parlare delle imminenti regionali. Nell’occasione a tenere la scena è stata una figura che molti avevano rimosso anche dalla memoria. Uno di quelli osannati per anni e poi, dimenticati, di quelli che tutti fanno finta di  non riconoscere se li incontri per strada. Parliamo di Luca Ceccobao, ex sindaco ed ex assessore regionale, sbolognato da Rossi mezz’ora dopo la caduta di Mussari e del Mps. Sì, perché Ceccobao a fare l’assessore in Toscana non ce lo aveva voluto il Pd, ma il Mps di Mussari e anche l’ex Ad della Fs Moretti, di cui era uomo di fiducia, con un andato preciso: chiudere quante più stazioni possibili. Ne chiude una quindicina, con la gente del Mugello e dell’alta Toscana dove i tagli furono più feroci, che gli protestava sotto le finestre di casa, con tanto di magliette con la scritta “Mamma, Cecco mi tocca!”

Rossi aveva dovuto fare buon viso a cattiva sorte, ma appena ne ebbe l’occasione diede il benservito all’ex sindaco di Chiusi, che sostituì ai trasporti con Vincenzo Ceccarelli, figura evidentemente più solida.

Ma che cercava Ceccoba all’assemblea degli iscritti di Chiusi, dopo anni di assenza e di silenzio? Di preciso non si sa, ma Cecco è uno di quelli che non fanno mai niente per niente. E può darsi che abbia fiutato le difficoltà e pure le spaccature interne al partito chiusino che dovrà fronteggiare la candidatura Scaramelli per Italia Viva, ma anche ricomporre un quadro sfilacciato tra Bettollini e il partito, tra lo stesso Bettollini e la sua vice Chiara Lanari, che dovrà trovare una quadra sulle candidature con il resto della Valdichiana. In un quadro del genere, di fronte alla richiesta dello stesso Bettollini di trovare una candidatura forte, di esperienza e di peso, Ceccobao potrebbe autoproporsi come salvatore della patria. Rimettersi insomma sul mercato. Secondo noi questo era lo scopo, non ufficiale, della sua missione di venerdì sera a Chiusi. E pare che anche Franco Ceccuzzi sia pronto a tornare in campo in vista delle regionali.

Ovvio che tutto ciò possa rivelarsi anche fantapolitica, ma lo stile del personaggio questo è. Certo, una eventuale candidatura Ceccobao, per il Pd locale sarebbe un ritorno al passato, al pre-renzismo, ma anche ad una stagione triste, finita ingloriosamente. Sarebbe – diciamolo – un errore strategico e politico madornale. Di quelli da cui è difficilissimo rialzarsi. Il Pd darebbe di sé l’immagine peggiore, non quella di un partito alla ricerca di una nuova identità.

Altre spiegazioni per lo show di Ceccobao all’assemblea chiusina non se  trovano. Ma l’assemblea si è chiusa, a quanto se ne sa e da quanto è trapelato, con un nulla di fatto. Senza indicazioni precise. E in un clima non idilliaco. Alcuni esponenti di primo piano sono usciti scuri in volto e piuttosto contrariati dalla situazione.

Qualcosa di più si saprà dopo l’incontro pubblico con gli amministratori previsto la sera del 29 luglio ai giardini dello Scalo, sempre nell’ambito della Festa de l’Unità, che intanto prosegue e e proporrà, come dicevamo all’inizio, altre cene in varie location, tutte con l’apporto dei ristoratori. Il Pd locale ha deciso di dare una mano ad un settore massacrato dall’emergenza covid e per avere la certezza di offrire serate “sicure” sotto il profilo dei protocolli anticovid. Adesso se decidesse di dare una mano anche a se stesso, uscendo dall’impasse e da situazioni kafkiane come quella del ritormo in campo di Ceccobao… forse…

m.l.

 

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