CHIUSI, IL PD STA SFIDUCIANDO BETTOLLINI? STASERA FACCIA A FACCIA PARTITO-AMMINISTRATORI

mercoledì 29th, luglio 2020 / 12:30
CHIUSI, IL PD STA SFIDUCIANDO BETTOLLINI? STASERA FACCIA A FACCIA PARTITO-AMMINISTRATORI
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CHIUSI – Il Corriere di Siena di oggi riapre la querelle sul listino senese del Pd per le elezioni regionali, confermando dubbi e perplessità sulla candidatura di Gabriele Berni, sindaco di Monteroni d’Arbia rieletto solo un anno fa (se fosse eletto in regione dovrebbe dimettersi costringendo il suo comune a tornare al voto, con il rischio che la gente si incazzi e vinca qualcun altro). Candidatura che il Comitato regionale domani sera, per i motivi suddetti potrebbe anche depennare. Ma chi se mai al posto di Berni? Il Corriere di Siena torna a parlare di Juri Bettollini, anch’egli sindaco in carica, a Chiusi, ma ormai a fine mandato. Bettollini viene descritto come una figura che sarebbe più forte delle altre candidature, l’unica in grado di fare un po’ di concorrenza in casa al capolista Bezzini, ma anche l’unica che non sarebbe di contorno e potrebbe far crescere il numero dei voti, con una campagna elettorale più vivace… Secondo il corriere infatti il Pd rischia con una lista debole rischia di fare flop in Provincia di Siena… L’impressione però è che il nome di Bettollini venga gettato nella mischia per creare scompiglio, ma in realtà a sostituire Berni potrebbe essere qualcun altro, magari una figura autorevole del capoluogo Siena…  Questo perché il sindaco di Chiusi, per rientrare in gioco dovrebbe avere dalla sua almeno un pronunciamento forte del partito di Chiusi e della Valdichiana, cosa che finora non c’è stata, anzi il Pd chiusino e quello della Valdichiana hanno sposato in pieno la lista proposta dal segretario provinciale Valenti e nessuno si è stracciato le vesti per Bettollini. Domani sera sapremo.

Intanto  Bettollini rischia di perdere anche il treno della riconferma come candidato a sindaco di Chiusi. La vicenda delle candidature per le regionali ha scavato un fossato tra lui e una parte consistente del Pd. Noi, su queste colonne, abbiamo parlato di una condizione da “separato in casa”. E non crediamo di aver esagerato.

Questa sera, nell’ambito della festa de l’Unità, è in programma il tradizionale incontro proprio con il sindaco e gli amministratori. Un appuntamento di routine che negli anni non è mai mancato, ma che questa volta può diventare un passaggio delicato e decisivo. Ovvero dall’incontro di questa sera, dal faccia a faccia partito-amministrazione, si potrebbe capire, se Bettollini sarà ancora lui il capitano della squadra o se il partito di maggioranza ha altri programmi e altre idee in testa. Si capirà dal clima, dal calore o dalla freddezza della platea, ma anche dal giudizio che il Pd dovrà dare sul sindaco, sul suo operato in questi 5 anni, sull’amministrazione nel suo complesso. E Bettollini ne dovrà trarre le conseguenze. Se il giudizio sarà positivo e condiviso, allora Bettollini potrà aspettarsi l’ok alla ricandidatura, in caso contrario dovrà prendere atto che la società ha deciso di cambiare il centravanti e dovrà farsi da parte o cercare un’altra squadra. Tertium non datur dicevano i romani…

E il Pd non potrà stare ad ascoltare il “rendiconto” del sindaco e degli assessori in silenzio. Per poi, magari scozzare le carte altrove, al chiuso di qualche stanza. La serata della festa de l’Unità cade a fagiolo. Può essere la cartina di tornasole per capire quale è effettivamente il quadro, ma anche per ripartire di slancio o sancire il cambio di pagina.

Chiaro che anche in assenza di un giudizio negativo, un atteggiamento di freddezza del Pd equivarrebbe ad una mozione di sfiducia. E una sfiducia latente, non dichiarata è peggio di una rottura palese.

Finora non ci sono mai stati screzi conclamati, divergenze di opinioni su questa o quella scelta amministrativa, prese di distanze del partito nei confronti del sindaco.  Ma non è un mistero che all’interno del Pd chiusino Bettollini non sia più il deus ex machina, cioè colui che fa e disfà. C’è una parte di Pd che non solo non lo ama, ma vorrebbe pure sbarazzarsene, per cambiare cavallo. C’è chi ha sperato che la cosa potesse avvenire in modo tutto sommato indolore, con la candidatura alle regionali che avrebbe accontentato Bettollini da un lato e i suoi detrattori dall’altro, liberando il posto in vista delle comunali.

Bettollini si è avvicinato alla politica nel 2011, a fianco di Scaramelli, è un “nativo Pd”, non aveva esperienze pregresse di partito. Invece il gruppo dirigente attuale del Pd chiusino (non tanto quello ufficiale composto dalla segretaria comunale Simona Cardaioli e dai segretari dei circoli, più tesoriere, capogruppo, assessori), ma quello “effettivo” fatto anche di figure di riferimento in vari ambienti cittadini sembra pensare ad un partito che somiglia ai… Ds. A qualcosa di ancora più retrò della corrente bersaniana che osteggiò l’ascesa del renzismo.

Simona Cardaioli, la segretaria attuale era segretaria anche in quella fase. E non è mai stata renziana. Come l’ex vicesindaco Gianluca Sonnini giubilato da Scaramelli nel 2015 o come la segretaria del circolo di Montevenere Fiorella Fanciulli. Poi, di recente, nelle ultime occasioni di dibattito interno al Pd, sono ricomparse figure di un certo rilievo che per anni sembravano essere scomparse anche ai radar come Luca Ceccobao o Claudio Del Re. Quest’ultimo dopo aver lavorato per anni in Regione, adesso è in pensione, ha tempo a disposizione ed esperienza e potrebbe addirittura essere il cavallo su cui il Pd intende puntare per la candidatura a sindaco. Una alternativa potrebbe essere Sonnini.

Lino Pompili, imprenditore ed ex assessore, la sua rete di rapporti l’ha sempre coltivata ed è una “figura di riferimento”che potrebbe dire la sua e magari appoggiare un’ipotesi del genere, per segnare un cambio di prospettiva…

Sembra essersi incrinato, se non spezzato, anche l’asse finora solido tra Bettollini e il capogruppo Simone Agostinelli, così come è freddo il suo rapporto con la vicesindaca Chiara Lanari. L’ex sindaco Marco Ciarini non ha più la tessera del Pd, ma anche lui si sta muovendo sottotraccia, come si muovono gli ambienti vicini alla Curia. Succede sempre quando ci si avvicina alle elezioni.

Insomma se da un lato sembra di assistere ad una riedizione e al ritorno in campo dei Ds, dall’altro interessi e posizioni diverse potrebbero saldarsi nella battaglia per far fuori Bettollini, considerato “bruciato”, ma senza motivi dichiarati.

Questa sera ci sarà la prova del nove. Il sindaco presenterà la sua relazione di fine mandato, farà l’elenco dei risultati portati a casa, delle cose messe in cantiere e di quelle da portare a termine. Probabilmente parlerà anche degli errori e degli insuccessi, di ciò che avrebbe voluto fare e non ha fatto. E sarebbe bene che si discutesse delle cose, dei progetti, della città che sindaco e Pd hanno in testa. E sarebbe anche bene che il voto della commissione d’esame  si basasse su quelle e non solo sulle caselle da occupare…

Bettollini questa sera aspetterà il voto della commissione d’esame per capire se dovrà prepararsi ad una guerra o a ripartire con il sostegno della squadra. Del resto c’è chi sostiene che per fare la pace bisogna prima fare la guerra. Il Pd, però, sta giocando col fuoco. In caso di mancato pronunciamento del partito, Bettollini potrebbe decidere anche di rovesciare i tavolo, subito, dimettendosi e lasciando il partito in mezzo alla melma e con la responsabilità della rottura. Auguri.

m.l.

 

 

 

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